Ritratto ideale e reale nel Barocco, mostra unica ad Ariccia

Rubens, testa di vecchio

Rubens, testa di vecchio

Nel Lazio trionfa il Barocco. Per i ponti di primavera, imperdibile la rassegna sul Seicento allestita alla Fondazione Roma Museo e l'evento “Ritratto e figura da Rubens a Giaquinto”, allestito a palazzo Chigi ad Ariccia.

Ospitata a Palazzo Chigi ad Ariccia (Roma), che accoglie stabilmente una ricca quadreria dedicata alla pittura romana del XVII e XVIII secolo, la mostra che inaugura il 15 aprile e durerà fino al 25 luglio, rappresenta una sorta di sezione tematica complementare alla grande rassegna del Barocco a Roma, che si svolge in contemporanea alla Fondazione Roma Museo.
L'esposizione di Ariccia, “Ritratto e figura da Rubens a Giaquinto” offre una straordinaria selezione di ritratti di principi, cardinali e personaggi di spicco, originalmente accostati a effigi di filosofi, santi e uomini celebri. Curata da Francesco Petrucci, grande specialista di pittura barocca italiana e in particolare della ritrattistica fra XVII e XVIII secolo, l'espsosizione si suddivide in due parti: la prima inizia dalla ritrattistica di tradizione caravaggesca ed è riservata ai ritratti di uomini noti e alle “teste di carattere”, ovvero studi autonomi di volti in funzione propedeutica a composizioni di più ampie dimensioni.
La seconda parte è dedicata ai ritratti ideali e allegorici, in cui sono immortalati personaggi realmente vissuti, ma le cui fisionomie vennero codificate solo attraverso il supporto di testimonianze scritte o di interpretazioni iconografiche via via consolidatesi nel tempo. Rientrano in questa tipologia ritratti di santi o ritratti di filosofi dell’antichità, ma anche rappresentazioni di personalità legate al mito o alla fantasia letteraria.
Insomma, la pittura dell'età Barocca, di cui la chiesa controriformata divenne la principale committente, ci apparirà nelle sue più squisite complessità e varietà. Puntando sulla forza persuasiva del bello e sulla sua capacità di emozionare, infatti, la Chiesa trovò nell'arte il modo giusto per ricondurre il mondo cristiano alla fede. Tra i dipinti più significativi in mostra, dunque, si segnala il San Giacomo Minore di Giovanni Baglione, firmato e datato 1626, il più realistico Ritratto di San Camillo de Lellis, riferibile a un ignoto pittore caravaggesco e di grande interesse iconografico, e il superbo Ritratto di vecchio di Rubens conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini.

Cafà, busto di Alessandro VII

Cafà, busto di Alessandro VII

Di rilievo storico il Ritratto di Padre Niccolò Riccardi, opera di Andrea Sacchi, ricordato da Giovan Pietro Bellori nella biografia sul pittore e sino ad oggi ritenuto perduto dalla critica. Oratore e teologo domenicano, Riccardi è noto soprattutto in relazione al processo di Galileo Galilei, al quale era legato da una profonda amicizia e stima. Riccardi nel giugno 1631 diede il suo imprimatur alla stampa del Dialogo sopra i massimi sistemi, prima che l’opposizione di Urbano VIII lo obbligasse a sequestrare il libro. Tra i ritratti in senso lato “ideali” si segnalano un Filosofo riberesco di Luca Giordano e un Sant’Andrea dello stesso artista, evidentemente influenzato dai modelli di Tiziano e Tintoretto; e ancora, nella stessa sezione, un Giobbe di Mattia Preti, una Madonna di Carlo Maratta, un San Giuseppe di Giuseppe Maria Crespi e una Maria Maddalena di marcata sensualità opera di Ignazio Stern.

Ritratto del cardinale Pietro Ottoboni di Francesco Trevisani

Ritratto del cardinale Pietro Ottoboni di Francesco Trevisani

Nell’ambito della ritrattistica del primo ‘700 si potranno ammirare il Ritratto di gentiluomo di Francesco Solimena, una versione inedita del Ritratto del cardinale Pietro Ottoboni di Francesco Trevisani e un’intensa immagine di San Filippo Neri, opera giovanile di Corrado Giaquinto.
La scultura, invece, è rappresentata da opere come la terracotta di Mechiorre Cafà raffigurante Alessandro VII, tra i capolavori della ritrattistica del Barocco romano, e il Busto del cardinale Leopoldo de’ Medici di Ercole Ferrata.