Tra pochi giorni sarà reso pubblico l’Integrated Governance Index Top 2021, la classifica delle aziende più sostenibili in Italia. L’anno scorso a conquistarsi il podio Poste Italiane, Eni e Generali, rivelatesi le più virtuose per strategie green.

Ma come si misura il  contributo di un’impresa allo  sviluppo sostenibile? Le prestazioni ambientali sono stimate tramite standard e indicatori di processo e di prodotto fissati dalle certificazioni di sostenibilità.

Nel settore del recupero dell’olio esausto le procedure di verifica e rilascio delle certificazioni sono volontarie e danno evidenza dell’impegno della filiera nella riduzione delle emissioni di gas serra.

Cosa sono le certificazioni…

Le certificazioni volontarie sono strumenti di dialogo tra operatori dello stesso settore, a livello sia nazionale che internazionali. Nascono  per rendere trasparente l’attività svolta, mantenere un profilo competitivo, garantire l’affidabilità del mercato e il rispetto dei requisiti legislativi.

Sono atti formali e spontanei, sottoposti ad accertamento da parte di Organismi di Certificazione accreditati,   che ne validano gli standard.

Nel caso di imprese operanti in contesto green, le certificazioni garantiscono l’impegno nell’uso efficiente delle risorse, nella riduzione degli sprechi e nell’adozione di sistemi di produzione e gestione a basso impatto. Valorizzano la reputazione ambientale delle aziende.

…e perché volontarie?

Nell’ambito della sostenibilità ambientale, le certificazioni sono garanzia di rispetto delle leggi e delle norme di settore, ma sono ad adesione esclusivamente volontaria e il più delle volte i requisiti tecnici richiesti sono di derivazione privatistica.

Gli strumenti volontari puntano alla responsabilizzazione diretta di produttori e consumatori, per un loro coinvolgimento strutturato nel processo ecosostenibile: difatti le loro scelte possono re-indirizzare il mercato verso processi e servizi con un minor impatto ambientale e un uso efficiente delle risorse naturali.

Si supera così il tradizionale schema chiamato command and control, imposto dalle certificazioni obbligatorie, come ad esempio il marchio CE per determinati prodotti dell’Unione Europea, favorendo:

  • la responsabilizzazione diretta nei confronti dell’ambiente
  • una maggior attenzione e cura nel rispetto dei protocolli richiesti
  • la promozione dell’informazione al pubblico sulle  strategie per efficientare le prestazioni ambientali di prodotti e servizi

Industria sostenibile

Certificazioni volontarie: come orientarsi

In tema ambientale, sono due le tipologie  di certificazioni applicate ai prodotti e ai servizi offerti:

  • certificazioni di eccellenza, che garantiscono l’ottimizzazione di prodotti e processi tramite il rispetto di standard qualitativi
  • certificazioni  di trasparenza, che valutano l’affidabilità di tutti i processi aziendali e ne verificano la conformità alla norma, definendo in modo puntuale le responsabilità dei soggetti coinvolti

Appartengono a quest’ultima categoria due certificazioni ISO:

  • l’etichettatura ecologica di Tipo I (UNI EN ISO 14024:2001) è sottoposta a certificazione esterna da un ente terzo indipendente – pubblico o privato –  e persegue gli obiettivi di riduzione degli sprechi e miglioramento della performance ecologica. Si focalizza su una comunicazione del tipo business to consumer, è quindi orientata alla tutela del consumatore.

In Europa il marchio maggiormente utilizzato è l’Ecolabel che contraddistingue in 28 paesi UE i prodotti a ridotto impatto ambientale sottoposti a valutazione. I prodotti certificati Ecolabel sono conformi a un sistema di  criteri selettivi riguardanti l’utilizzo di acqua, energia, sostanze chimiche e quantità di rifiuti prodotti,  aspetti sociali ed etici dei processi produttivi.

  • l’etichettatura ecologica di Tipo II (UNI EN ISO 14021:2016) è invece chiamata green claim, ed è un’autodichiarazione ambientale emessa dai produttori, senza necessità di accreditamento da parte di un garante super partes. L’etichettatura dà informazioni sulle performances ambientali basandosi sui risultati del Life Cycle Assessment, un metodo d’indagine analitico che classifica i servizi in categorie di impatto in base ai consumi di energia e materia.

La Carbon Footprint 

Sempre più aziende italiane e europee stano diventando protagoniste del  processo di decarbonizzazione, adottando sistemi organizzativi di green policy.

Le aziende attente al futuro del Pianeta monitorano la loro efficiente energetica aderendo alle certificazioni volontarie:

  • Carbon footprint di prodotto (CFP), un sistema di attestazione che quantifica emissioni di CO2 rilasciate in atmosfera durante l’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’estrazione e trasformazione della materia prima, produzione, trasporto, fino all’utilizzo e lo smaltimento finale.

Tale certificazione viene percepita dai consumatori come indice di qualità e sostenibilità delle imprese e rafforza l’identità aziendale nel mercato economico sostenibile.

  • Carbon footprint di organizzazione, un’analisi che quantifica i carichi ambientali e livelli di GHG prodotti dall’organizzazione aziendale, per definire eventuali interventi di efficientamento necessari.

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Le certificazioni volontarie nel settore recupero

Gli schemi di certificazione sono estesi anche alla filiera del recupero degli oli vegetali esausti e produzione dei biocarburanti,  per attestare gli standard di sostenibilità dei biofuels e promuovere l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili.

Ecosole, azienda consorziata CONOE e specializzata nella raccolta dell’olio alimentare esausto, ha aderito a due certificazioni volontarie,  l’International Sustainability & Carbon Certification di valenza europea e il Certificato di sostenibilità dei biocarburanti e dei bioliquidi istituito con schema nazionale.

L’ISCC (International Sustainability & Carbon Certification) è un sistema di attestazione che verificare la sostenibilità delle biomasse e dei prodotti derivanti da biomassa, facilitandone il commercio sul territorio europeo.

Lo schema ISCC garantisce – con una fitta attività di controllo – a tutti i livelli dell’intera filiera sicurezza e tracciabilità, nonchè:

  • Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra
  • Protezione delle biosfere naturali
  • Utilizzo del terreno in modalità sostenibile

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Il Sistema Nazionale di Certificazione della sostenibilità dei biocarburanti e dei bioliquidi è stato introdotto in Italia dal D.M. del 14 novembre 2019, per validare i dati ambientali dichiarati dagli operatori economici della catena, dalla lavorazione alla distribuzione. L’obiettivo è incrementare nel settore trasporti il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, portandole a 10 punti percentuali.

Ecosole è stata tra le prime imprese ad avviare l’iter di certificazione SNC per concorrere agli obiettivi di tutela ambientale. Offriamo servizi di raccolta e recupero di oli vegetali esausti, garantendo la massima efficienza e trasparenza nel rispetto delle legislazioni e delle aspettative dei clienti.

Ti aiutiamo a gestire i rifiuti liquidi con consapevolezza e coscienza ecologica, semplificando le procedure non solo nei ristoranti ma anche tra le mura domestiche.

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