I Macchiaioli erano un gruppo di pittori italiani attivi in Toscana nella seconda metà dell'Ottocento, che, rompendo con le convenzioni antiquate insegnate dalle accademie d'arte italiane, credevano che le aree di luce e ombra, o "macchie" fossero le componenti principali di un'opera d'arte. Inoltre eseguivano gran parte della loro pittura all'aperto per catturare la luce naturale. Questa pratica mette in relazione i Macchiaioli con gli impressionisti francesi che divennero famosi pochi anni dopo, sebbene i Macchiaioli perseguissero scopi alquanto diversi.

Origine del movimento dei macchiaioli

Il movimento ebbe origine da un piccolo gruppo di artisti, molti dei quali erano stati rivoluzionari nei moti del 1848. Alla fine degli anni Cinquanta dell'Ottocento, gli artisti si incontravano regolarmente al Caffè Michelangiolo di Firenze per discutere di arte e politica. Questi giovani idealisti, insoddisfatti dell'arte delle accademie, condividevano il desiderio di rinvigorire l'arte italiana emulando l'audace struttura tonale che ammiravano in antichi maestri come Rembrandt, Caravaggio e Tintoretto. La parola "Macchiaioli" ebbe inizialmente una connotazione negativa e dispregiativa e fu coniata per la prima volta nel novembre del 1862 in una recensione ostile di una mostra delle opere di questi pittori sulla rivista Gazzetta del Popolo. L'applicazione di un nome poco lusinghiero al movimento è sorprendentemente simile a ciò che altri artisti moderni come gli impressionisti avrebbero sperimentato in seguito. Sebbene non furono ben accolti dalla critica dell'epoca e godettero di scarso successo commerciale - molti di loro morirono in povertà - il loro movimento artistico è oggi considerato il più interessante della pittura italiana dell'Ottocento.

Sottofondo politico

Come altri movimenti d'arte moderna in Italia, dal Futurismo all’Arte Povera, il movimento Macchiaioli portò con sé una sfumatura politica. I membri - molti dei quali avevano partecipato ai moti del 1848 e alla continua lotta risorgimentale - cercarono di contribuire con le loro opere alla rinascita e all'unificazione dell'Italia raffigurando gli aspetti più naturali, autentici e vivi della vita del paese in quel momento. Per indicare la via da seguire per il rinascimento del loro paese, si sono concentrati sulle tradizioni italiane e hanno dipinto scene di vita rurale realistica.

Caratteristiche della pittura macchiaioli

Assidui frequentatori del Caffè Michelangiolo a Firenze, i Macchiaioli descrivono la realtà con chiaroscuri e macchie dense di luce e colore. La parola d’ordine era sperimentazione, mescolata al desiderio di raccontare la realtà che li circondava. Allo stesso tempo, in un aspetto puramente artistico, hanno reagito contro lo stile antiquato dell'arte accademica, propagato dall'Accademia, sia per quanto riguarda la materia che lo stile. Da un lato, evitavano le materie storiche e letterarie in modo accademico, che sentivano avere poco a che fare con la realtà. Tuttavia c'è una distinta componente letteraria nei dipinti realizzati da questi artisti, come nel dipinto storico di Fattori, Battaglia di Magenta, che presenta una visione completamente moderna di questo evento. D'altra parte, hanno reagito contro la forma, utilizzando macchie di colore per fornire contrasti di luce, pur non permettendo alle forme di perdere la loro sostanza e solidità. Questa tecnica, contraria al disegno convenzionale e allo sfumato, conferisce ai loro dipinti un aspetto più fresco con una costruzione più semplice, il tutto ridotto a semplici contrasti di colore. Sebbene eccellessero nella pittura di paesaggio, celebri sono infatti i paesaggi macchiaioli, produssero anche una quantità di ritratti, pittura di genere e opere storiche, quest'ultime molto meno numerose.

Macchiaioli e impressionisti sono spesso messi in relazione: entrambi i movimenti puntavano alla rottura con l’arte che li aveva preceduti e avevano una predilezione per le situazioni en plein air. Ma i macchiaioli non seguirono fino in fondo la pratica degli impressionisti di dipingere totalmente en plein air, preferendo piccoli schizzi all’aperto per poi terminarli con calma in studio. Inoltre è particolarmente sviluppata, fra i macchiaioli, l’affezione al contesto storico-politico dell’Italia di metà Ottocento: molti pittori macchiaioli combatterono letteralmente al fianco di Giuseppe Garibaldi a favore del Risorgimento e dei suoi ideali. In quanto tali, i loro lavori forniscono commenti su vari argomenti socio-politici: tra cui l'emancipazione ebraica, le prigioni e gli ospedali e le condizioni delle donne (inclusa la difficile situazione delle vedove di guerra e la vita dietro le linee).

Macchiaioli, principali esponenti

Gli artisti più importanti di questo movimento furono: Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca, Adriano Cecioni, Vito D'Ancona, Serafino De Tivoli, Giovanni Fattori, Raffaello Sernesi, Silvestro Lega e Telemaco Signorini. I tre principali esponenti del movimento macchiaioli sono generalmente considerati Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Silvestro Lega.

Giovanni Fattori

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Tra le tematiche preferite da Giovanni Fattori vi sono i soldati e i campi di battaglia, che si ritrovano in diverse opere tra cui “In vedetta” dove vengono accostati due genere solitamente distinti quali il quadro di storia e di paesaggio, andando a inserire i soggetti militari in grande equilibrio e in forte contrasto con il muro bianco e abbagliante che caratterizza l’opera. Una forza luminosa che è possibile ritrovare anche in un’altra celebre opera di Fattori, Gli spaccasassi. Famosa è anche la tavoletta Silvestro Lega che dipinge sugli scogli dove sfrutta le venature naturali del legno per ricreare visivamente la sensazione del vento che investe gli scogli.

Silvestro Lega

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Silvestro Lega, pur riprendendo gli esperimenti di colore dei Macchiaioli, prende le distanze dal movimento per quanto riguarda le tematiche. Nelle opere più famose di Silvestro Lega, infatti, viene data la precedenza a scene di vita quotidiana, capaci di donare un senso di pace e tranquillità. vengono riprodotte scene quotidiane semplici ed intime, pervase da un senso di calma e tranquillità. Tra le opere più celebri di Silvestro Lega è possibile ammirare Il canto dello stornello e Il pergolato che vedono protagoniste scene familiari di grande semplicità e leggerezza.

Telemaco Signorini

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Insieme a Silvestro Lega e a Giovanni Fattori, Telemaco Signorini è il terzo nome più noto tra i Macchiaioli. Una delle prime opere note di Signorini è Il merciaio di La Spezia, che vede impresso su tela uno scorcio della città ligure, ricordo di un viaggio passato, diventando il primo esempio di pittura macchiaiola applicato non a una tematica storica ma a una scena di vita quotidiana. Nell’arco della produzione di Signorini non mancano, ad ogni modo, scorci di paesaggi che si inseriscono negli studi e nelle sperimentazioni sulla pittura all’aria aperta, tra cui Via Torta, Piazzetta di Settignano e Sulle colline a Settignano, dove il paesaggio diventa fonte di pace e tranquillità.