Nato a Malaga nell’ottobre del 1881, Pablo Picasso è uno dei più influenti artisti del XX secolo. Conosciuto per le sue attività pittoriche e scultoree, Picasso lega indissolubilmente il suo nome al movimento cubista, avanguardia storica che vede l’artista andaluso come principale interprete e fondatore. Idealmente venutosi a formare con il dipinto di Picasso Les Demoiselles d’Avignon del 1907, il Cubismo segnerà la carriera del grande pittore spagnolo. Tuttavia, una corretta analisi dell’arte di Picasso non si può limitare al periodo cubista: esistono, infatti, diverse fasi su cui è doveroso soffermarsi, una delle più importanti è senza dubbio il Periodo Blu.

Picasso ed il periodo blu: storia e caratteristiche

Il Periodo Blu è una fase della carriera artistica di Pablo Picasso: inizia sul finire del 1901, quando il pittore si trova a Parigi per una mostra presso la galleria di Vollard, per poi proseguire a Barcellona l’anno successivo e poi di nuovo nella capitale francese, continuando su questa tratta fino all’Aprile del 1904, quando Picasso riesce a trovare un soggiorno stabile a Parigi, nel quartiere di Montmartre. Grazie alla stabilità parigina, Picasso si riprese pian piano dalla depressione, cambiamento emotivo che si espresse anche nel passaggio dalla fase blu al Periodo Rosa.

L’evento principale che diede inizio al cosiddetto Periodo Blu è il suicidio di Carlos Casagemas, uno tra i più cari amici dell’artista. “Mi misi a dipingere di blu pensando che Casagemas era morto” ricorda Picasso stesso. Questa fase della vita è segnata da un profondo dolore per la perdita del compagno e per le ristrettezze economiche causate dal mancato successo dei suoi lavori. E allora via al colore blu, che esprime appieno lo stato emotivo del pittore. Anche i temi dei quadri evidenziano la sua condizione psicologica: il mondo è uno spazio abitato da poveri e prostitute, madri con figli malati e malnutriti: un universo in cui domina una sensazione di generale infelicità e tristezza. Queste figure però non erano schernite dall’autore, ma, al contrario, inserite in un contesto che le innalzava, le trasformava in icona di un sentimento universale.

Le opere principali del periodo Blu

Nonostante la produzione di Picasso negli anni del Periodo Blu non sia comparabile a quella precedente e neanche agli anni successivi del Periodo Rosa e dell’avanguardia cubista, l’artista spagnolo ci ha lasciato numerose testimonianze del suo stato d’animo dell’epoca, espresse con la sua pittura.

Il ritratto del poeta Jaime Sabartés

Oggi conservato al Museo Puskin di Mosca, il ritratto di Jaime Sabartés rappresenta l’opera che segna definitivamente il Periodo Blu. Poeta catalano e grande amico di Picasso, il protagonista del quadro viene raffigurato con un’espressione malinconica e distratta seduto in un bar con un boccale di birra appoggiato sul tavolino. L’aneddoto viene raccontato da Sabartés stesso in uno dei suoi scritti: “entrando, mi aveva visto che lo aspettavo tristemente […], gli bastò uno sguardo per cogliere la mia espressione […] qualche giorno più tardi a casa sua, fui sorpreso di ritrovarmi tale e quale a quando ero entrato, colto al volo dalla straordinaria rapidità del suo occhio”.

La vita: il capolavoro del periodo Blu

Nel 1903, Picasso realizza quello che a detta di molti critici è descrivibile come il capolavoro del suo Periodo Blu: La Vie, ovvero la vita. Dipinto a Barcellona nel maggio del 1903, l’enigmatico lavoro raffigura, in primo piano, un uomo e una donna nudi, abbracciati; a destra, una madre che tiene tra le braccia un figlio appena nato. Sullo sfondo del quadro, vi sono due dipinti, uno in cui è presente una coppia e l’altro raffigurante un corpo nudo, raggomitolato su sé stesso. Di proprietà del Cleveland Museum of Art dal 1945, il dipinto ha suscitato, nel corso degli anni diverse discussioni riguardo al suo significato. Con toni enigmatici e varie influenze artistiche che spaziano dalle atmosfere simboliste ad alcune posture rassomiglianti di Van Gogh, La Vie rappresenta l’apice del Periodo Blu di Picasso ed il massimo risultato della sua tormentata disperazione.

Il vecchio chitarrista cieco: analisi del dipinto

Dipinto tra la fine del 1903 e l’inizio del 1904, questo quadro di Picasso raffigura un anziano suonatore di chitarra. Scavato dalla magrezza e vestito solo di vecchi indumenti, l’uomo è ricurvo sul suo strumento. Il dipinto, conservato a Chicago, rappresenta vividamente l’esistenza tormentata e logorante dell’artista, che si aggrappa al suo strumento come unica ed ultima fonte di vitalità.