L’unicità di ciascun artista

Ti sei mai chiesto come mai, nonostante il soggetto sia il medesimo, ogni opera d’arte sia completamente diversa dall’altra?
Ogni artista, così come ogni essere umano, ha la propria sensibilità emotiva, il proprio modo di percepire il mondo circostante e di integrarlo in sé. Questo comporta inevitabilmente che ognuno di noi interpreterà la stessa foto con risultati completamente diversi, con sfumature emotive originali e uniche.
Ho chiesto quindi ad alcuni artisti di reinterpretare la seguente fotografia di Katharine Hepburn. E i risultati sono stati magnetici.

Angela Malinconico

Nella sua Katharine Hepburn, Angela concilia la sua passione per l’illustrazione con un altro suo grande amore, di cui ne ha fatto una professione: la moda. Ecco che il bianco e nero della foto lascia spazio ai delicati colori che scolpiscono gli eleganti tratti somatici. Gli occhi si fanno limpidi e le labbra vengono ben risaltate. Morbidi fiori compaiono sul busto dell’attrice, decorando e rinfrescandone un ipotetico abito indossato. Non c’è rigidità né spigolo alcuno. Ogni linea tracciata è morbida e arrotondata, sinuosa ed elegante, in perfetta armonia con la fresca delicatezza del dipinto.

Cristian Madonna

Cristian interpreta Katherine Hepburn con grande realismo e plasticità, inserendola in un’atmosfera teatrale dallo sfondo profondissimo. Le ombre diventano forti, così come le luci, creando una forte tridimensionalità. I capelli sono rappresentati sciolti rispetto alla foto, più selvaggi e sensuali. Anche lo sguardo si assottiglia, acquisendo una sfumatura di maliziosa consapevolezza di sé. L’abito si scurisce, permettendo di incanalare tutta l’attenzione sull’espressione del volto dell’attrice, che risulta ancora più umana della fotografia stessa.

Lorella Lauricella

In questo terzo caso la pennellata si fa plastica e corposa. Il bianco e nero è reso elegante dai perlacei punti luce ben presenti – in rilievo – anche sulla giacca dell’attrice. Lo sguardo si addolcisce, diventando quasi liquido, il naso viene accennato appena da ombreggiature che definiscono anche il volto. Le ombre diventano profonde, in netto contrasto con i luminosi bianchi, delineando in questo modo la personalità dolce e allo stesso tempo forte di Lorella. L’attrice acquisisce qui una sorta di malinconica fierezza che trapela da sotto le folte e ricurve ciglia.

Barbara Benvegnù

Barbara dota l’attrice di caldi e fumosi colori, le disegna la pelle, le fa fiorire l’anima, facendola arrivare direttamente da un libro di fantasia. Scardina così la realtà, l’apparenza esteriore: vestendola di interiorità nascoste. Il volto variopinto e decorato porta segni di battaglie e rinascite, in cui tutti noi possiamo immedesimarci. I capelli si fanno fuoco per trasmettere forza e lo sfondo si spezza in due: tenacia e ombra. Barbara ci ricorda così che l’umanità è sfaccettata, porta con sé mille colori dalle mille sfumature differenti.

Sara Polesini

Sara, infine, isola il volto dell’attrice, posandolo su uno sfondo dorato. I grandi occhi, portali ad un complesso mondo interiore, sono messi in risalto sul viso abbozzato. Tutta la sua selvaggia emotività viene espressa nei colorati capelli, che si arricciano e si muovono folti e indomabili. I capelli che, secondo alcune credenze antiche, si ricollegano direttamente all’anima, diventano così la tela astratta di Sara sulla quale distendere e diramare intricati percorsi emotivi. 

Nulla è più umano dell’atto artistico e ogni artista, volente o nolente, plasma l’opera a propria immagine e somiglianza. Guardare un’opera equivale a dialogare con l’artista, ma anche e soprattutto con noi stessi, in un continuo rimbalzo di domande che difficilmente avranno una risposta certa. Ma è proprio questo limite dell’arte la sua preziosità: è scavare, andare alla ricerca, è attivare la mente e l’anima, è guardare confini allontanarsi, muri sbriciolarsi, paure affievolirsi.

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