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“Digiuno Immaginale”: il libro di Selene C. Williams sul valore divino del cibo

Di Redazione - 12 Marzo 2024

Il cibo fa letteralmente parte di noi. Entra nel nostro organismo e ci plasma con la sua energia. Eppure, anche se ha un ruolo così importante nella nostra vita, non conosciamo il suo vero valore simbolico. Fortunatamente, ancora una volta, ci viene in aiuto Selene Calloni Williams, scrittrice, viaggiatrice, documentarista e autrice di numerosi libri, che ci prende amorevolmente la mano e ci conduce nell’incredibile viaggio alla scoperta del significato più autentico del cibo.

L’ultimo libro di Selene, intitolato “Digiuno Immaginale”, edito da Piemme, parla proprio di questo: di come il nostro rapporto con il cibo può trasformarsi in una relazione con il divino. Il libro può essere acquistato da oggi in tutti gli store online e ordinato in qualsiasi libreria fisica.

Sono 320 preziose pagine che ci mostrano un lato dell’alimentazione che non siamo soliti considerare: ad ogni pagina compiamo un passo in più verso una maggiore consapevolezza di noi stessi e dell’esistenza. Un vero e proprio percorso di crescita interiore dove idee, nuove intuizioni e pensieri diversi trovano un terreno fertile per germogliare.

Il libro è suddiviso in due parti: una prima parte teorica e una seconda più concreta, dove ricette e consigli accompagnano il lettore a sperimentare il percorso di 9 tappe ideato da Selene stessa e ispirato agli antichi rituali greci della scuola filosofica pitagorica. Un cammino per il corpo, ma soprattutto per l’anima!

“Per avere una vera conoscenza riguardo al cibarci dobbiamo fare l’esperienza consapevole del digiuno come rituale sacro. è nel corso di questa esperienza, infatti, che possiamo entrare in contatto con l’aspetto invisibile e divino del cibo e lasciarci raggiungere dalla vera conoscenza, che si ottiene quando il cibo si racconta, si spiega, si rivela e ci nutre veramente mostrandoci tutte le sue e le nostre possibilità.”(Pag. 17 del libro)

Abbiamo posto a Selene 4 domande sul libro, eccovi le sue parole.

1- Selene, perché hai sentito il bisogno di scrivere “Digiuno Immaginale?”

Oggi l’importanza dell’alimentazione per la salute e il benessere psicofisico è nota; perciò, si scrive molto sulle diete e sul rapporto dell’uomo con il cibo; molte sono le teorie su ciò che fa bene e ciò che fa male e spesso queste teorie sono in contraddizione fra loro, a volte sembrano esprimersi come tendenze di moda, che poi passano nel giro di pochi anni, soppiantate da altre teorie.
Manca, invece, una visione della relazione con il cibo, con il corpo e con la natura che vada di là dell’analisi dei dati oggettivi e degli studi scientifici, Una visione capace di considerare l’atto del cibarsi nelle sue profondità, come evento del “fare anima”.
Viviamo in una società desacralizzata, questo è chiaro a tutti. Ma non tutti, forse, si soffermano a riflettere su cosa significhi veramente essere parte di un mondo che ha dimenticato il sacro.
Uno degli effetti più eclatanti della perdita del sacro è nella reductio ad objectum di ogni cosa, anche delle cose all’origine più sacre, come il cibo e il corpo.
Il corpo diventa organismo, cioè insieme di oggetti materiali che obbediscono a leggi meccanicistiche di causa ed effetto e il cibo che lo nutre è mera sostanza organica dotata di proprietà da un lato e intrisa di pericoli dall’altro.
Niente è senziente, capace, cioè, di reazione volontaria e cosciente, tutto è oggetto che sottostà alla mente, alle sue leggi.
Il risultato della reductio ad objectum è la perdita del valore simbolico delle cose e delle azioni.
Smarrire il significato simbolico di eventi come il cibarsi ci porta ad essere travolti dalle nostre stesse azioni che non ci risultano più comprensibili né gestibili.
La mente presume di avere il controllo sulla vita, ma non ce l’ha. Cosa mangiare, come mangiare? La mente ha sempre la risposta ma la trova in se stessa. All’interno della mappa mentale la mente sa cosa mangiare, lo presume sulla base delle proprie conoscenze, non confrontandosi con il territorio reale, con il vero corpo e con il vero cibo. Così il corpo e l’istinto molto spesso si ribellano e, malgrado la mente avesse previsto che l’ideale per oggi sarebbe stato stare a digiuno, abbiamo finito per abbuffarci di biscotti al cioccolato e siamo molto pentiti e tristi.
La mente non ha potere nel vero territorio, ma noi dobbiamo vivere nel vero territorio, ed ecco perché le cose non vanno quasi mai come la mente vorrebbe.
Per avere una vera conoscenza riguardo al cibarci dobbiamo fare l’esperienza consapevole del digiuno come rituale sacro. È nel corso di questa esperienza, infatti, che noi possiamo entrare in contatto con l’aspetto invisibile e divino del cibo e lasciarci raggiungere dalla vera conoscenza, che è quando il cibo si racconta, si spiega, si rivela e ci nutre veramente mostrandoci tutte le sue e le nostre possibilità. Chi non è mai passato attraverso un digiuno sacro, un viaggio sciamanico fuori dalla mente, non può che seguire delle teorie sul cibarsi, ma le teorie non rispecchiano mai la situazione dell’attimo presente, né rispettano l’unicità irripetibile di ogni vita in ogni suo istante.
Gli antichi digiunavano per prepararsi alle grandi iniziazioni attraverso le quali la sapienza li raggiungeva. Pochissimo sappiamo dei riti dei misteri antichi, la sola cosa che per certo sappiamo è che tutti prevedevano il digiuno.
Ho, dunque, sentito una forte necessità di scrivere un libro che potesse proporre il digiuno come grande rituale iniziatico capace di darci accesso alla vera conoscenza e di cambiare per sempre il nostro rapporto con il corpo, con il cibo, con la vita attraverso una disintossicazione della mente e del corpo, che ho voluto chiamare Digiuno Immaginale. Possiamo sperimentare il digiuno come comunione con il vuoto, con ciò che manca, che non è assente, è solo invisibile, possiamo uscire dalla mente, liberarci dalle sue teorie e aprirci fino a ricevere il vero sapere, che ci permette di conoscerci per davvero e di instaurare con la nostra vita e con il cibo che la nutre un rapporto vero, non mediato dalla mente e dalle sue credenze, una relazione di cuore e di fede grazie alla quale nutrirci sarà come fare l’amore con Dio.

2- Che cosa rappresenta il cibo per l’uomo?

Il cibo è emozione, saper relazionarsi con il cibo e con le emozioni è saper nutrire la comunione con il divino.
Silenzio, antenati, destino, emozioni sono componenti importanti del rituale dei nove giorni che faremo insieme, seguendo le indicazioni del libro.
Ogni alimento che mangi, il modo in cui lo scegli e lo tratti è simbolo della tua relazione con il corpo del divino, il dharmakāya, il corpo degli insegnamenti del Buddha. Ogni forma che distruggi cucinandola e mangiandola è simbolo. La parola “simbolo” è composta da due radici: “sym”, che in greco significa “insieme” e dal verbo “ballo” che significa “gettare”. Letteralmente, dunque, significa “mettere insieme”. Poiché ogni forma è diversa, ogni forma si mette in contatto con un diverso potere del divino, un differente insegnamento. Le forme, infatti, sono il linguaggio della natura e dell’anima. Pur non potendo capire razionalmente l’insegnamento con cui una determinata forma, dissolvendosi, ti unisce, puoi, però, sentirlo come emozione. Ogni forma che si dissolve sprigiona una vibrazione e ti dona una emozione diversa.

3- Hai sperimentato tu stessa il cammino di 9 giorni di cucina immaginale descritto nel libro? Puoi raccontarci la tua esperienza?

Il percorso del digiuno immaginale mi ha permesso molte volte di digiunare disintossicando mente e corpo senza avere un calo di energia, anzi, il metodo è così efficace che ogni volta che pratichi il percorso dei nove giorni ti trovi con una energia aumentata e una più lucida chiarezza di visione, grazie all’eliminazione delle tossine, ma non solo. Digiunare è un viaggio nell’underworld, la dimensione dell’invisibilità, il regno dell’anima, dove puoi recarti per prendere tutto ciò di cui hai necessità, doti, talenti, energie che hai, magari, perduto per strada: è un recupero dell’anima!
Io l’ho fatto molte volte e ho condotto numerosi ritiri in varie parti del mondo durante i quali ho applicato il metodo del digiuno immaginale con i partecipanti. Tutti hanno raggiunto i loro obiettivi di miglioramento della relazione con il corpo e con il cibo che sono durati nel tempo, dando vita, nei giorni, nei mesi, negli anni a venire e più luce e consapevolezza.
Il bios immaginalis è uno stile di vita che si instaura con il rituale dei nove giorni ma che, una volta fatto tuo, ti accompagna in ogni momento dandoti ispirazione, chiarezza di visione e energia; esso migliora anche la qualità del sonno e della vita sessuale.

4- Che consigli puoi dare al lettore per potersi approcciare al libro in modo corretto?

Il libro è molto semplice, è pieno di ricette basate sulla semplicità di esecuzione e la salute, soprattutto è molto pratico. Dunque, consiglio al lettore di leggerlo mettendone in pratica i consigli. Se ci sono domande, in fondo al libro si può trovare l’indirizzo del mio sito internet dove ci sono i recapiti delle tutor che possono rispondere ad eventuali domande dei praticanti. Nel leggere il libro e nel metterne in pratica i consigli ci si ritrova uniti ad una bella comunità, e anche questo è un grande aiuto.

5- Qual è il tesoro che possiamo portare a galla grazie alla lettura del tuo libro?

Quando si tratta di cibo e si rischia di essere sommersi, di annegare nelle teorie, bisogna affidarsi all’equilibrio, che è moderazione, sobrietà, umiltà, ritmo.
Non è possibile alimentarsi in modo corretto e condurre una vita sana se non si ama la natura, perché il nostro Io e la nostra mente non possono imporre uno stile di vita al corpo e all’anima, nemmeno declinandolo con le più convincenti teorie. Lo stile di vita spirituale, che ci eleva, il bíos immaginalis non può che essere fatto nostro attraverso l’amore.
Mentre mangi, ricordati di chiedere al cibo che ingerisci di poter servire la missione per la quale esso è cresciuto e maturato: questa è anche la missione della terra, dell’acqua e del sole che l’hanno nutrito.
Il cuore è la sede del coraggio e vi abbiamo accesso quando interroghiamo la natura con senso di sacralità, con l’intenzione di chiedere il permesso. Allora sì che riusciamo per davvero a mangiare per avere un corpo sano, per prevenire e per curare le malattie, ma anche per provare emozioni serene, per essere fisicamente e psicologicamente equilibrati, per realizzare i piccoli e grandi obiettivi della vita, per coltivare le relazioni in modo positivo, per avere un lavoro gratificante, per sviluppare un pensiero critico e una volontà ferma così da non essere manipolabili dalle teorie di massa. Mangiare per essere liberi e soprattutto per amare ed essere amati è il tema centrale della filosofia del digiuno immaginale.

La prima presentazione ufficiale di “Digiuno Immaginale” si terrà giovedì 14 marzo alle ore 18.30 a Milano presso la libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele II.

Segui Selene su Instagram —> www.instagram.com/selenecalloniwilliams

Questi gli altri libri di Selene ospitati tra le pagine di Eticamente:

—> “Kintsugi”, il libro di Selene C. Williams che insegna a riparare le ferite dell’anima

—> Guerrieri Immaginali: il nuovo libro di Selene C. Williams

—> “Daimon”: il libro per guarire le ferite dell’anima grazie ai miti

—> Mudra e Meditazioni per Viaggiare Tra i Mondi: l’ultimo libro di Selene Calloni Williams

—> Wabi Sabi, lo splendore della vita imperfetta





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