In questa fase delicata, il mindset diventa strategico in quanto permette di conoscere il proprio valore e comunicarlo con decisione e chiarezza, in modo da riuscire a trasmettere la propria motivazione e convinzione al recruiter dell’iter selettivo.
È bene ricordare come il colloquio di lavoro, a prescindere dalla conclusione dello stesso, offra una serie di possibilità:
- Conoscere l’azienda
Incontrarsi con i referenti aziendali all’interno di un colloquio permette di poter conoscere l’azienda da un punto di vista interno, offrendo così la possibilità di una visione differente rispetto a quanto si possa carpire da un sito aziendale o dai social media. Conoscere il “come” si vive in un’azienda nel quotidiano può costituire un buon punto di partenza per approcciarsi al mondo del lavoro.
• Incrementare il proprio network
Un iter selettivo vede al suo interno diversi interpreti, tra cui si annoverano recruiter, Hr manager, Manager del business, etc.
Può capitare pertanto che, al netto del parere positivo da parte del recruiter, l’iter possa non concludersi positivamente nel momento in cui non si convinca del tutto una delle precedenti figure.
Tuttavia, dare una buona impressione permette eventualmente al recruiter di poter segnalare il profilo internamente, aprendo spesso altre nuove opportunità successive, anche da un colloquio concluso con esito negativo.
• Acquisire esperienza
Dopo un colloquio è sempre utile ripensare alle dinamiche dello stesso, focalizzandosi su eventuali momenti di difficoltà avuti.
Porsi degli interrogativi su tali momenti permette di affrontare sempre al meglio il colloquio successivo, incidendo positivamente anche in ottica di sicurezza di sé e gestione dell’intervista.
Nel corso dell’evento Le professioni più ambite in campo Technology & Innovation: soft skills indispensabili e tips per superare il colloquio con successo sono stati approfonditi i tre step chiave per affrontare in maniera ottimale un colloquio:
1. Prepararsi a un colloquio
- Aggiornare il CV
Il curriculum vitae è lo strumento indispensabile per entrare in contatto con le aziende, in quanto costituisce il proprio biglietto da visita.
Proprio per tale ragione è necessario sempre “costruirlo” a seconda della posizione lavorativa, mettendo in evidenza tutte le esperienze allineate con la mansione a cui si aspira, oltre tutte le competenze utili per il ruolo, sia soft che hard skills.
Il curriculum deve essere scritto in ordine cronologico discendente (dall’esperienza più recente alla meno recente), sintetico, preciso e completo nelle sue parti.
Informazioni personali, esperienze professionali, istruzione e competenze tecniche costituiscono il corpo principale; a completare il curriculum seguono attestati conseguiti, competenze linguistiche e passioni personali.
- Studiare l’azienda
La funzione del colloquio è individuare la risorsa giusta sulla quale investire professionalmente.
Conoscere l’azienda per cui si affronta un iter selettivo è un indice sempre apprezzato da parte del recruiter, in quanto è sintomatico di interesse verso quella specifica realtà.
Concentrarsi sui valori e sulla mission aziendale può costituire una carta vincente, soprattutto se tali informazioni vengono fatte emergere all’interno di una eventuale lettera di presentazione.
- Essere pronti alla modalità di colloquio
Oggi fa parte della nostra quotidianità affrontare un colloquio digitale: il rischio che si corre è quello di adagiarsi sulla sicurezza data dall’ambiente casalingo e dimenticarsi della “etiquette” di un iter di assunzione.
Preparare la postazione di colloquio con una buona luce, un ambiente silenzioso, uno sfondo neutro e un abbigliamento pulito ed ordinato sono elementi essenziali per affrontare al meglio un colloquio.
- Prepararsi qualche domanda sulla posizione e sull’azienda
Uno spazio sempre presente all’interno dell’iter selettivo è dedicato alle possibili domande da parte del candidato: questo costituisce sempre un ottimo indice legato alla motivazione, motivo per cui è sempre bene avere qualche domanda pronta sulla mansione che si andrà a ricoprire o su elementi aziendali non desumibili dal sito aziendale o dall’annuncio a cui ci si è candidati.
2. Sostenere un colloquio di lavoro
- Mostrare tranquillità
Il controllo emotivo di un colloquio è una componente molto importante all’interno dello stesso: mostrare tranquillità aiuta sia nella fase espositiva, sia nella gestione delle domande scomode.
Uno stato emotivo alterato, infatti, porta sempre a rispondere in maniera frettolosa o non ponderata, situazione che indirizza il più delle volte il colloquio in direzioni poco confortevoli per i candidati.
Tenere presente che il colloquio è un momento di conoscenza reciproca e non di giudizio, secondo un rapporto sinallagmatico, aiuta ad avere il giusto approccio.
- Costruire una presentazione
19 colloqui su 20 avranno la fatidica domanda: “raccontami di te”.
Avere una propria presentazione (non seguendo un testo preimpostato, quanto piuttosto avendo in mente dei punti chiave ordinati), costituisce un’ottima prassi con molteplici risvolti positivi:
- Permette di trasmettere sicurezza nel racconto
- Permette di dare un ordine cronologico agli eventi presenti nel curriculum (con eventuali integrazioni non desumibili dallo stesso)
- Permette di indirizzare il colloquio, dando maggiore enfasi a specifici argomenti di interesse
- Gestire le domande scomode
Può capitare all’interno di un iter selettivo di ricevere delle domande che portano lontani dalla propria confort zone: qualcosa relativo a zone d’ombra del proprio curriculum, una domanda tecnica di cui non si conosce una risposta, una domanda relativa alla gestione di un conflitto emerso durante l’intervista.
Prendere consapevolezza dei propri punti di debolezza permette di poter ipotizzare domande scomode sulle stesse e prepararsi delle risposte.
In caso di domande di cui non si conosce la risposta, è sempre bene tentare di raggiungere una plausibile risposta ragionata piuttosto che mostrarsi arrendevoli o semplicemente non rispondere.
3. Cosa fare dopo un colloquio di lavoro
- Ripensare alle dinamiche del colloquio
Come precedentemente accennato, ripensare alle dinamiche del colloquio permette di migliorare la gestione dello stesso.
La consapevolezza di sé stessi genera sicurezza: una domanda difficile e non gestita correttamente permette di avere la risposta pronta alla stessa qualora questa si riproponga successivamente.
- Mandare un feedback del colloquio
Una delle pratiche più sottovalutate dai candidati consiste nel mandare un semplice feedback al recruiter il giorno seguente all’avere sostenuto il colloquio.
Scrivere a mezzo e-mail o messaggistico un feedback sul colloquio, argomentando l’interesse sulla posizione e sull’azienda, viene infatti valutato sempre positivamente.
Attenzione a non commettere un errore molto comune: chiudere il messaggio chiedendo novità sull’iter selettivo sposta l’attenzione su quest’ultima richiesta vanificando di fatto il messaggio.
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