80 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“La piccola fiammiferaia”: una favola per questo Natale, per riscoprire la nostra umanità

“La Piccola fiammiferaia” di Hans Christian Andersen è una favola dura e difficile da leggere il giorno di Natale. Ma proprio oggi essa assume un significato nuovo, importante.
A cura di Federica D'Alfonso
80 CONDIVISIONI
La piccola fiammiferaia
La piccola fiammiferaia

Più o meno negli stessi anni in cui Charles Dickens scriveva il suo famosissimo “Canto di Natale”, Hans Christian Andersen pubblicava le sue “Nuove Fiabe”. Sono anni difficili, anni in cui la sofferenza e la povertà attanagliano il mondo e colpiscono anche chi non dovrebbero, ovvero i bambini. Anni in cui, attraverso la fiaba, la critica sociale si fa aspra, diretta, terribile. Attraverso la fiaba, la magia del Natale si dirada, per lasciar intravedere le zone d’ombra create dalle luci sfavillanti degli alberi in festa e delle tavole imbandite: attraverso questa fiaba, il Natale può assumere un valore diverso, più umano.

Ebbene c’è un racconto, contenuto in questa raccolta uscita nel 1848, che più di altri colpisce per l’estrema naturalezza con la quale descrive la vicenda di una piccola bambina, vittima della povertà più assoluta che, senza possibilità alcuna di redenzione, la notte dell’ultimo giorno dell’anno, muore.

Illustrazione ispirata alla Piccola Fiammiferaia di Andersen
Illustrazione ispirata alla Piccola Fiammiferaia di Andersen

È la notte di Capodanno. Una bambina vaga da sola per le strade innevate, al freddo, tentando di vendere i suoi fiammiferi. Ha perso le sue scarpe, parecchio più grandi del suo piedino infreddolito, e così è costretta ad affondare ogni passo nel freddo ghiaccio che copre tutta la strada. Per tutta la giornata non è riuscita a vendere neanche un fiammifero, ma non può tornare a casa: suo padre la picchierebbe sicuramente, vedendola rientrare senza un soldo in tasca.

Così vaga, in uno stato di confusione dovuto al freddo eccessivo, e sogna, distante, come appartenesse già ad un mondo altro, lontano. Cercando disperatamente di scaldarsi, la piccola accende un fiammifero, e immediatamente una visione le si para dinanzi: una grande stufa, il cui calore immaginario la riscalda immediatamente. "La piccina allungava già le gambe, per riscaldare anche quelle… ma la fiamma si spense, la stufa scomparve, – ed ella si ritrovò là seduta, con un pezzettino di fiammifero bruciato tra le mani".

Nel tentativo disperato di rubare ancora un po’ di calore, la bambina ne accende un altro, e poi un altro ancora: dapprima un tavolo imbandito, con un grosso tacchino ripieno, poi un bellissimo albero di Natale, gli appaiono. Ma ogni volta, a lei che non è destinata a queste meraviglie, tutto scompare.

Improvvisamente una stella cadente attraversa il cielo:

Qualcuno muore!", disse la piccola, perché la sua vecchia nonna (l’unica persona al mondo che l’avesse trattata amorevolmente, ma ora anche essa era morta) la sua vecchia nonna le aveva detto: "Quando una stella cade, un’anima sale a Dio."

Sua nonna, l’unico essere umano che le abbia voluto bene per davvero. Pur di trattenerla a sé, la piccola fiammiferaia accende uno dopo l’altro tutti i suoi fiammiferi, fino a non avere più nulla con cui scaldarsi. Ma la nonna è ancora lì, e ad un tratto la prende con sé, portandola in un luogo dove non più la fame, né il freddo, né la paura potranno farla soffrire.

Catherine Hessling ne "La piccola fiammiferaia" di Jean Renoir (1928)
Catherine Hessling ne "La piccola fiammiferaia" di Jean Renoir (1928)

Non c’è possibilità di redenzione in questa fiaba. Non una parola che sollevi l’animo dall’angoscia di veder morire la piccola, pian piano, fiammifero dopo fiammifero. “La piccola fiammiferaia” di Andersen non è un racconto semplice: parla di povertà, di sofferenza e di morte, temi a cui soprattutto a Natale nessuno di noi vorrebbe dover pensare. Ma in realtà si tratta di questioni che, soprattutto a Natale, dovrebbero essere ripensate, attraverso il velo scintillante di festa e spensieratezza ai quali ci costringiamo.

80 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views