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Alfredo Fabbrocini, capo della Squadra Mobile di Napoli, promosso: diventerà Questore

Il capo della Squadra Mobile di Napoli, Alfredo Fabbrocini, promosso a dirigente superiore, primo passo verso la promozione a Questore.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Alfredo Fabbrocini, capo della Squadra Mobile di Napoli. Foto Fanpage.it
Alfredo Fabbrocini, capo della Squadra Mobile di Napoli. Foto Fanpage.it

Alfredo Fabbrocini promosso a dirigente superiore: per il capo della Squadra Mobile di Napoli, dunque, inizia l'iter che lo porterà a diventare Questore. Napoletano, con una lunga militanza nelle squadre mobili di diversi capoluoghi meridionali, ha legato il suo nome negli ultimi anni ad importanti arresti e nella lotta alla criminalità organizzata.

Napoletano di 51 anni, cresciuto nel quartiere di Posillipo e laureato in Giurisprudenza, aveva "lasciato" Napoli nel 1993, per insediarsi come capo delle Squadre Mobili di Foggia, Bari e Parma, oltre all'esperienza all'interno del Reparto Prevenzione Crimine di Locri e Rosarno, in Calabria, e al Servizio Centrale Operativo. Tornato a Napoli come nuovo capo della Squadra Mobile nell'aprile 2020, in pieno lockdown per la pandemia Covid, aveva già all'attivo parecchi arresti eccellenti come quello di Johnny Lo Zingaro (alias di Giuseppe Mastini) e quello di Giuseppe Pacilli, detto Peppe ‘u Muntanaro, boss pugliese super ricercato e considerato tra i 15 latitanti più pericolosi d'Italia, alla guida del clan Libergolis attivo nel territorio del Gargano.

A Napoli fin dal primo giorno ha portato avanti una lotta senza quartiere alla criminalità organizzata e alla violenza di genere. In particolare, ha portato avanti la lotta contro l'Alleanza di Secondigliano e contro il clan Mazzarella, ed è riuscito ad assicurare alla giustizia il potente narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale e il suo socio Bruno Carbone. Ha legato il suo nome anche al recupero del Salvator Mundi, dipinto del XV secolo appartenente alla scuola di Leonardo da Vinci e rubato dalla Basilica di San Domenico Maggiore, oltre ai sequestri di ingenti quantitativi di droga sul territorio cittadino. Negli ultimi tempi, è riuscito ad assicurare alla giustizia anche i responsabili delle morti di due giovani innocenti come Francesco Pio Maimone, il pizzaiolo 18enne ucciso per caso durante una lite tra gruppi di giovani cui il giovane non faceva neppure parte, e Giovanni Battista Cutolo, il giovane musicista dell'Orchestra Scarlatti assassinato in piazza Municipio per uno scooter parcheggiato male.

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