Il valore degli emigrati per la rigenerazione di Settefrati
Una proposta innovativa che vuole diventare una best practice, un modello, che vuole collegare le comunità italiane all’estero, specie dall’America del Nord, e l’Italia; così come vuole creare un ponte generazionale e rivitalizzare una cittadina in spopolamento costante. Questo, in sintesi, è il progetto di “Rigenerazione di Settefrati attraverso il Turismo delle Radici”, presentato questo pomeriggio alla Camera promosso dalla deputata di Forza Italia eletta in Centro e Nord America, Fucsia Fitzgerald Nissoli. All’iniziativa ha partecipato, oltre a Claudia Bettiol, del Premio Town Ambassador nonché coordinatrice del progetto, Riccardo Frattaroli, il Sindaco di Settefrati, Tony Malizia, del Canneto Society di Toronto, e Giampaolo D’Andrea, Consigliere del Ministro Beni culturali e Storico, anche il Consigliere d’Ambasciata – Responsabile del Progetto “Turismo delle radici” del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Giovanni Maria De Vita.
Un progetto che coinvolge i giovani originari di Settefrati che vivono all’estero, i discendenti degli emigrati che devono dare nuovi stimoli e nuove emozioni a una città in cui i giovani sostanzialmente non ci sono, stabilendo così delle relazioni continuative con il loro paese di origine. Un progetto “interculturale, intergenerazionale, internazionale e inclusivo di tutti gli operatori di eccellenza della Valle di Comino”. Un progetto il cui cuore si basa sull’arrivo di alcuni giovani italiani all’estero che si recheranno nella cittadina laziale coordinati da tutor senior per rivitalizzare in diversi settori la zona.
Per due mesi, i Town Ambassador di Settefrati, Tony Malizia dal Canada, Antonia di Preta e Antonio Vitti Jr dagli USA, coordinati da Claudia Bettiol, si sono incontrati digitalmente cercando di risolvere tutte le delicate questioni che nascevano da questa sfida.
Questo progetto rappresenta infatti “una proposta che unisce le diverse sponde dell’oceano e le diverse generazioni con un ponte di amore e di opportunità di impresa per ripopolare Settefrati”, ha spiegato Claudia Bettiol, che ha aggiunto: “ci sono più giovani settefratesi in Canada che nel territorio della cittadina laziale. Frequentando e avendo parlato con tantissimi di questi giovani settefratesi all’estero, ci siamo detti: “servono loro per rianimare il paese”. E per questo volevamo attrarre i nomadi digitali, li abbiamo coinvolti, specie quelli provenienti da USA, Canada, Inghilterra e Scozia. I giovani dall’America sono venuti in Italia per lavorare in vari settori, a partire da quello culturale, svolgendo i loro compiti come tutori. Un progetto ampio che coinvolge giovani. Abbiamo fatto tutto con amore, per il territorio, per i giovani e per il futuro”.
Il Sindaco Frattaroli, prendendo parola, ha evidenziato come “non vedesse l’ora di poter attuare questo progetto con gli emigrati. Stare lontano dal proprio paese fa capire l’animo dei connazionali all’estero. Andare negli USA o in Canada e parlare coi giovani di questi progetti ha avuto una risposta fortissima. Con questo progetto si è sfondata una porta già aperta, e per questo bisogna ringraziare Claudia Bettiol. Da quando abbiamo lanciato questa idea, questi giovani sono impazziti. Non mi lasciano in pace neanche la notte. È sorprendente l’entusiasmo di tutti i partecipanti, di tutte le età, che hanno voglia di stare in Italia. Una catena che va rafforzata. Perché questi settefratesi all’estero non vengono qui per “prendere”, ma vengono per “dare”. Io credo che la soluzione di questo progetto sarà un qualcosa di esplosivo. Noi stiamo mettendo una miccia. I giovani italiani all’estero vogliono considerazione. E diventano soldati, non solo del turismo delle radici, ma dell’economia del Paese”.
Dal Canada è intervenuto poi Tony Malizia, che ha esposto il valore dell’emigrazione nel Paese nordamericano: “siamo rimasti italianissimi, anche se da lontano. Io come tanti altri sono riuscito a intervenire nelle nostre comunità per tenere acceso la fiaccola dell’amore per il nostro Paese. Ho provato a trasferire questo amore alle seconde e terze generazioni. Siamo nella fase di fare questo, abbiamo un successo quasi incredibile, con queste nuove generazioni che sono pronte a riscoprire le radici. Il nostro scopo è stato ri-inseminare l’amore per l’Italia. E loro si stanno facendo trovare entusiasti”. “I giovani all’estero sono ansiosissimi di visitare la Val Comino e il Lazio – ha concluso -. Portano nel cuore il paese. E ci occorre una spinta affinché l’Italia accolga questi ragazzi, perché sennò sarà un’occasione che si perderà”.
La deputata Nissoli, promotrice dell’iniziativa odierna, ha spiegato in apertura come questa iniziativa possa diventare una best practice: “la prima volta che ho sentito di questo progetto è stato da una persona di Toronto. È un progetto ponte che unisce le due sponde dell’oceano, ma anche intergenerazionale. Un progetto di creazione di nuovi legami fra generazioni, che unisce. Un passaggio di testimone fra generazioni, le cui ultime vogliono conoscere le loro origini, ma spesso incontrano ostacoli insormontabili, e non riescono a sfruttare i vantaggi della loro doppia cultura”.
Per il MAECI ha preso parte a questa presentazione il Consigliere De Vita: “il Ministero è coinvolto in questa iniziativa in virtù del legame che ha con le comunità all’estero. Questo è un progetto di investimento che vuole consolidare una nuova sensibilità sull’argomento. È già emersa nei territori, questa sensibilità. E i territori guardano al MAECI come punto di riferimento e di coordinamento. Le comunità all’estero sono una realtà importantissima, non ci stancheremo mai di dirlo. Quasi 80 milioni sono gli italo-discendenti nel mondo e fanno parte di questa realtà perché conoscono e vivono il sentimento dei viaggi delle radici. Come MAECI vogliamo creare un’offerta strutturata di turismo delle radici. I fondi che noi gestiamo per questo tipo di turismo (20 milioni) guardano infatti ai piccoli borghi e al loro rilancio. Speriamo che quella del Turismo delle Radici sia un’opportunità per far conoscere non solo l’Italia alle comunità italiane all’estero, ma anche il valore delle comunità all’estero agli italiani in Italia. Per questo stiamo mettendo a punto un progetto di investimento per creare una situazione coordinata che passerà anche dagli enti locali. E questo di oggi può essere uno strumento importante per cementificare i rapporti tra comunità all’estero e l’Italia”. “Creare una collaborazione continuativa è lo scopo del nostro progetto – ha infine concluso -. L’Italia è fatta di campanili, e noi vorremmo che questi campanili funzionino da basi per creare un ponte. Per questo c’è grande bisogno di iniziative concrete come quella presentata oggi”. (l.m.\aise)