Rinpoce inizia chiedendo: “Qual è lo scopo della tua vita? E perché fai le cose che fai?” Poi spiega con molti esempi gli inconcepibili meriti che si accumulano con lo studio, la fede, lo scrivere, stampare, offrire agli altri, recitare o insegnare la Prajnaparamita, la Perfezione della Saggezza.

Anche se si mantiene la corretta moralità di corpo, parola e mente e la si mantiene in maniera immacolata per eoni, l’ascoltare anche solo una parola sulla vacuità e il generare fede negli insegnamenti della Prajnaparamita genera molti più meriti. Inoltre, spiega Rinpoce, se induci personalmente tanti esseri senzienti quanti sono i granelli di sabbia nel fiume Gange a domare le loro menti, a realizzare il sentiero, cessare tutte le afflizioni grossolane e il karma (e quindi far sì che tutti quegli esseri senzienti diventino Arhat), si accumulano molti più meriti scrivendo testi della Prajnaparamita, stampandoli per altri, conservandoli e facendo loro offerte, insegnando la Prajnaparamita ad altri o ascoltando quegli insegnamenti.

Il modo meno pericoloso e più protetto per meditare sulla vacuità, il modo corretto, spiega Rinpoce, è meditare sul sorgere dipendente – non quello solo grossolano, ma anche quello sottile. Meditare su questo aiuta a condurre alla profonda visione della vacuità Prasangika. Quando mediti sul significato del sorgere dipendente, sei protetto e non rischi di cadere nell’errore del nichilismo o dell’eternalismo.

È la stessa cosa che è detta nel Sutra del Cuore “La forma è vuota, la vacuità è forma”: meditando sulla vacuità dell’ “io” arrivi alla conclusione che l’ “io ‘è vuoto, la vacuità è l’ “io”. “Vuoto” significa che non esiste dalla sua parte. Comprendere questo elimina l’eternalismo. Nemmeno un atomo di ciò che appare esiste dalla sua parte. Quello in cui credi è totalmente inesistente. Ciò che è vuoto, ecco cos’è l’ “io”. Non c’è un “io” reale, è semplicemente etichettato, è una proiezione mentale. Non solo l’ “io” esiste come mero nome, ma tutto esiste come mero nome, incluso il Samsara, la sofferenza, tutto. Ci aggrappiamo alla visione totalmente opposta, che è un’allucinazione. Ciò che è vuoto dalla sua parte esiste come mero nome ed è unificato con il sorgere dipendente, non separato.

Quindi il vuoto si manifesta nel sorgere dipendente, il sorgere dipendente si manifesta nella vacuità.

L’ “io” che è vuoto esiste come mero nome, semplicemente etichettato dalla mente, ma ha una base valida. Gli aggregati esistono, quindi esiste la base da etichettare, così esiste anche l’ “io” etichettato. Quindi l’ “io” è vuoto, ma non è completamente inesistente. Questo è vero per tutto ciò che succede: creare meriti come mero nome, creare karma negativo come mero nome, sperimentare felicità come mero nome, sperimentare sofferenza come mero nome, sperimentare Samsara come mero nome, sperimentare Nirvana come mero nome, sperimentare l’inferno e i reami inferiori come mero nome, sperimentare l’Illuminazione come mero nome.
Questo è molto importante per capire come esiste l’ “io”. Esiste come mero nome, semplicemente etichettato dalla mente valida, perché c’è una base valida, gli aggregati validi. Quindi esiste, ma solo nel nome. Comprendere questo elimina il nichilismo, che dice che non esiste proprio nulla.

Gli insegnamenti su come l’ “io” è vuoto e su come esiste come semplice nome mostra la Via di Mezzo, Madhyamaka. Solo la corretta realizzazione di quanto descritto sopra, secondo la visione di Prasangika, può eliminare la radice del tuo Samsara, l’ignoranza.
Quando l’ “io” ti è apparso come esistente dalla sua parte, la tua mente allucinata si afferra a questo e ci crede al 100%. Questo vuoi eliminarlo. E’ da qui che viene tutta la sofferenza – mal di testa, diarrea, depressione – tutto viene dall’ignoranza, da una visione distorta.
Solo la visione Prasangika può eliminare l’ignoranza che è la radice del Samsara. Ecco perché è importante comprendere la visione Prasangika: imparare e meditare su questo è molto importante.

Rinpoce parla di come la visione Cittamatra, o “Solo mente“, dica che nulla esiste senza dipendere dalle impronte lasciate sulla coscienza, da cui sorgono sia il soggetto che l’oggetto. Quindi parla di come la visione di Svatantrika asserisca che nulla esiste veramente senza la mente che lo etichetta, ma esiste da dalla parte dell’oggetto. Infine Rinpoce spiega come il punto di vista di Prasangika (corretto) asserisce che l’ “io” esiste come semplice nome, che è una visione molto sottile.

Insegnamento, registrato il 21 ottobre 2020, al monastero di Kopan in Nepal

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Traduzione e doppiaggio: Ven. Siliana Bosa

In questa foto: Lama Zopa Rinpoce al Monastero di Kopan, Nepal, Settembre 2020.

Foto del Ven. Lobsang Sherab.

Vi invitiamo ad approfondire gli argomenti presentati qui, guardando il video degli insegnamenti di Lama Zopa Rinpoce: