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I segreti di Icon of the Seas, la nave da crociera più grande del mondo

Varata a Miami l'incredibile Icon of the Seas, ammiraglia di Royal Caribbean: una città galleggiante con 10mila persone a bordo. Che suscita polemiche sulla sostenibilità promessa

Maurizio Bertera

È grande cinque volte il Titanic, lunga 365 metri, (più di tre campi di calcio messi in fila), ha venti ponti, 250.800 tonnellate di stazza lorda e può portare 7600 passeggeri più 2.350 persone di equipaggio: Icon of the Seas è la più grande nave da crociera al mondo, fa parte della Royal Caribbean International, ed è partita da Miami per il primo tour in Atlantico. Il padrino, per la cronaca, è stato il calciatore Lionel Messi. Costruita nei cantieri finlandesi Meyer Turku, The Icon of the Seas è costata quasi due miliardi di dollari ed è sostanzialmente un parco acquatico galleggiante: sette piscine, nove vasche idromassaggio, 40 tra bar e ristoranti, una mega piscina, simulatori di surf e scivoli d’acqua, una cascata alta una ventina di metri. E ancora l’AquaDome Area con un anfiteatro da dove osservare l’oceano come davanti a un maxischermo cinematografico e 28 tipi di cabine diverse, alcune così lussuose da far impallidire un hotel cinque stelle. 

GIOIELLO

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Nessun dubbio che siamo di fronte a un'opera tecnologica e navale mai tentata prima ma qualcuno, in modo irriverente, l’ha definita una “lasagna umana” paragonando i ponti agli strati del piatto e i passeggeri come il ripieno. In realtà, Icon of the Seas è finita da tempo nel mirino degli ambientalisti che contestano quanto sostenuto da Royal Caribbean: è una nave di ultima generazione, alimentata a gas naturale liquefatto - con sei motori Wärtsilä che generano 67.500 kW totali di potenza - ossia il carburante più pulito da usare in navigazione, che è sempre più usato da tutte le maggiore compagnie. In più è dotata di un sistema che permette alla nave di collegarsi alla rete elettrica dei porti in cui approda, in modo da evitare di tenere accesi i motori e inquinare.

i dubbi

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Ma vari studi condotti da organizzazioni ambientaliste, confrontando l’impronta di carbonio di una vacanza di una settimana in una crociera europea con quella in cui si prende un volo e si soggiorna in un hotel, hanno concluso che una nave da crociera simile consuma una quota di otto volte superiore quanto a emissioni di carbonio. Come è stato notato che due porti su cento attualmente sono attrezzati per consentire a 'giganti' del genere di attaccarsi alla rete elettrica.

Dati differenti

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Il maggiore dubbio, meno ideologico ma tecnico, l'ha sollevato Bryan Comer, direttore del programma marino presso il Consiglio Internazionale sui Trasporti Puliti (Icct). "Dalle nostre stime, l'utilizzo del Gnl come combustibile marino emette oltre il 120% in più di emissioni di gas serra nel ciclo di vita rispetto al gasolio marino" ha affermato. E ha portato numeri che fanno discutere: le navi da crociera più efficienti emettono circa 250 g di CO2 per passeggero-chilometro. Utilizzando la stessa metodologia, l’intensità di carbonio di un volo a corto raggio è di circa 110 g di CO2 per passeggero-chilometro. Da qui l’Icct ha calcolato le emissioni di una navigazione di cinque notti e 2.000 chilometri negli Stati Uniti sulla compagnia di crociere più efficiente e lo ha confrontato con un volo di andata e ritorno e un soggiorno della stessa durata in un hotel. Si è scoperto che la persona che sceglie la crociera genererebbe circa il doppio della quantità totale di gas serra della persona che prende un volo, senza considerare che molte persone utilizzano l’aereo per raggiungere il porto di partenza della nave. In più Corner ha espresso preoccupazioni circa potenziali perdite di metano dal tipo di motori Gnl. "Questo gas serra estremamente potente ha impatti sul clima più di 80 volte maggiori della CO2 in 20 anni". Sul fronte opposto, Royal Caribbean afferma che Icon of the Seas è il 24% più efficiente dal punto di vista energetico rispetto a quanto richiesto dall'Imo (Organizzazione Marittima Internazionale) per le navi moderne e prevede di introdurre un'unità a zero emissioni entro il 2035. Il dibattito sulla sostenibilità delle navi di queste dimensioni è solo all'inizio: mai dimenticare però un dato che ha un fortissimo peso. Una stima di Future Market Insights sottolinea che entro il 2032 il turismo crocieristico avrà un valore di circa 17,4 miliardi di dollari, tre volte quanto registrato dieci anni prima. Grazie anche e soprattutto alle 13 mega ammiraglie con una capacità di oltre 4.000 passeggeri, che entreranno in funzione da qui al 2028.

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