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9 Dicembre 2023
8:00

“Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”: quanto è accurato il famoso proverbio?

Quando il cielo inizia a coprirsi di tante nuvolette bianche o grigiastre, simili a pecorelle o a batuffoli di cotone, intervallati da spazi di sereno, il tempo volge davvero a un peggioramento?

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“Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”: quanto è accurato il famoso proverbio?
cielo a pecorelle

A livello di notorietà, “cielo a pecorelle, pioggia a catinelle” dà letteralmente del filo da torcere a uno tra i più inflazionati di sempre a livello nazional popolare, ovvero “rosso di sera, bel tempo si spera”. Il proverbio in questione si riferisce a una particolare forma assunta da un certo tipo di nuvole. Andiamo a scoprire se c'è un fondo di verità in questo proverbio.

Come si formano le nuvole a “pecorelle”

Le nuvole di cui si parla in questo proverbio sono quelle che in meteorologia vengono classificate come altocumuli. Essi fanno parte della famiglia delle nubi medie, collocati tra i 2000 e i 7000 metri di quota, composte da piccole gocce d'acqua, cristalli di ghiaccio, talvolta anche acqua sopraffusa, ovvero acqua allo stato liquido con temperature dell’aria inferiori allo zero, una condizione che si verifica abbastanza frequentemente nella media troposfera, dove la temperatura ambientale scende fino a –20/–30 °C e dove si formano questo tipo di nubi.

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Gli altocumuli hanno un'ombra propria e sono costituiti da fiocchi più grandi e più scuri, che possono estendersi per un’ampia porzione di cielo visibile. Si tratta di nubi poco spesse le quali, se tendono a coprire buona parte o per intero la volta celeste avanzando dal suo settore occidentale, rappresentano l'avanguardia di una perturbazione, in particolare il suo ramo freddo.

Più precisamente, questi ammassi nuvolosi si formano quando una grande massa di aria calda e umida viene sollevata dal suolo verso l’alto (fino a quote di circa 3-5 km) all’approssimarsi del fronte freddo piuttosto attivo. Sappiamo inoltre che le precipitazioni legate al ramo freddo sono in prevalenza individuabili in acquazzoni o temporali, con poche schiarite e rinforzi del vento.

La spiegazione scientifica del proverbio

Per chiarire bene le idee ci affidiamo a un esempio pratico: immaginiamo che il fronte freddo arrivi da ovest (rispetto al nostro punto di osservazione, dunque dalla parte di orizzonte celeste dove tramonta il sole). La conseguenza più evidente riguarderà il vento in quota, che spirerà mediamente da sud verso nord, in quanto tutte le perturbazioni provenienti dall'Atlantico (quindi da ponente) sono precedute da un flusso di correnti meridionali (prima sud-est, poi sud e sud-ovest).

Se la corrente in quota è piuttosto tesa, e si trova a dover superare un ostacolo (per esempio una collina, una montagna, un massiccio o addirittura semplicemente una corrente che spira in senso contrario), sarà costretta a salire verso l'alto, favorendo il raffreddamento della massa d’aria in ascesa e dunque la condensazione del vapore acqueo al suo interno, dando origine a una striscia nuvolosa. Sul versante sottovento del rilievo, invece, la massa d’aria tornerà a scendere, favorendo la dissipazione della nube.

Questo movimento ondulatorio si ripeterà diverse volte, dando vita a lunghe strisce nuvolose parallele fra di loro, disposte nella direttrice ovest-est. Se però lungo il fronte freddo si sono generati temporali molto intensi, il movimento di salita e rapida discesa dell’aria che si sarà sicuramente verificato all’interno dei cumulonembi (attraverso i cosiddetti “moti convettivi”) si propagherà verso est, generando una sorta di disturbo anche in corrispondenza delle nubi prima descritte (le strisce nuvolose), e provocando in pratica il loro dissolvimento in alcuni punti equidistanti fra di loro (dando quindi vita alla “scacchiera”).

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Il proverbio è affidabile?

In definitiva, quindi, quando vedete il cielo “a pecorelle” e sapete che è in arrivo una perturbazione, siete anche in grado di dire che:

  • le nubi temporalesche lungo il fronte sono piuttosto intense (o lo sono state poche ore prima) e molto numerose;
  • il vento in quota è teso;
  • entro 12-24 ore con buona probabilità il tempo tenderà a peggiorare anche in prossimità del vostro punto di osservazione.

Dunque, il proverbio è vero molto spesso: ha quindi un buon grado di affidabilità.

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