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9 Marzo 2022
14:44

La rete idrica italiana è un colabrodo: il 36% dell’acqua viene persa lungo il tragitto

In occasione della giornata mondiale dell'acqua andiamo a vedere qualche dato in merito alla rete idrica italiana, in particolare sulla quantità delle perdite.

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La rete idrica italiana è un colabrodo: il 36% dell’acqua viene persa lungo il tragitto
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No, non avete letto male. In media il 36% di tutta l'acqua immessa in rete in Italia diventa una perdita e non raggiunge la destinazione prevista. Se questa percentuale di acqua dispersa vi sembra alta considerate che in alcune province d'Italia questo valore raggiunge supera il 70%!
In questo articolo andiamo ad analizzare la situazione della rete idrica in Italia, facendo un confronto tra regioni e province in merito alla quantità di acqua estratta e perdite lungo la rete idrica.
Per farlo prenderemo come riferimento l'ultimo report dell'ISTAT disponibile, uscito a fine 2022.

Le fonti di acqua dolce nel mondo e in Italia

Prima di vedere la situazione della rete idrica nazionale è giusto fare una breve panoramica sull'acqua dolce in generale. La superficie della Terra, come tutti sappiamo, è coperta per la maggior parte da acqua, anche se di questa circa il 96% è salata mentre solo il 4% circa è dolce (dati: USGS). Di questa piccola fetta di acqua dolce, i ghiacciai ne costituiscono il 68% circa, seguiti da acqua di falda (30%) e laghi di acqua dolce (0,3%). La piccola fetta rimanente è divisa tra altri tipi di fonte come permafrost, umidità nel suolo, fiumi e paludi.

E l'Italia da quali di queste fonti preleva la propria acqua dolce? La stragrande maggioranza proviene dalle acque sotterranee che, da sole, coprono circa l'84,8% delle acque prelevate - infatti a livello nazionale ogni regione ha una percentuale di prelievo da questa fonte superiore al 75%, fatta eccezione per la Sardegna che si attesta attorno al 20%.

Le perdite della rete idrica

Uno dei tasti più dolenti è quello relativo alle perdite della nostra rete idrica: mediamente in Italia circa il 36,2% dell'acqua trasportata dalla rete idrica non raggiunge il consumatore finale. Nel 2020 (ultimi dati ISTAT disponibili) ne sono stati immessi in rete 2,4 miliardi di metri cubi e, di questi, 0,9 sono andati dispersi - il che equivale ad una perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi.

Come possiamo vedere anche dalla mappa italiana, le perdite non sono distribuite in modo omogeneo sul territorio. Se da una parte il nord-est della penisola ha valori piuttosto contenuti, lo stesso non si può dire del centro-sud e isole. In particolare Abruzzo, Basilicata, Sardegna, Molise e Sicilia si posizionano tra i primi posti in termini di perdite idriche con valori superiori al 50%.
Se invece andiamo a considerare le perdite idriche per ciascuna provincia, si vede chiaramente come i valori peggiori siano quelli di Latina (73,8% di perdite), Belluno (70,6%) e Siracusa (67,6%). Le più virtuose invece quelle di Macerata (9,8%), Pavia (11,8%) e Como (12,2%).

Ma per quale motivo le perdite sono così grandi? La rete di acquedotti italiani si estende per 425 mila chilometri, che passano a 500 mila se si considerano anche i vari allacciamenti, e la sua costruzione è piuttosto antiquata. Come riportato anche dal FAI, il 60% della rete è stato posizionato oltre trent'anni fa, e il 25% supera i 50 anni: pensate che all'attuale tasso di rinnovo si stima che occorreranno 250 anni per sostituire l'intera rete!

Il prelievo di acque in Italia e in Europa

In Italia nel 2018 sono stati estratti 9,2 miliardi di metri cubi d'acqua, posizionando l'Italia al primo posto tra i Paesi dell'UE per il prelievo di acqua dolce prelevata per uso potabile. Anche se andiamo a considerare il prelievo di acqua pro capite, l'Italia è tra i primissimi posti con 153 metri cubi annui di acqua per abitante, dietro solo alla Germania (157 metri cubi). Dopo l'Italia troviamo a distanza Irlanda (128), Bulgaria (119) e Croazia (111). La maggior parte degli altri Stati dell'UE ha effettuato prelievi tra i 45 e i 90 metri cubi pro capite, con l'unica eccezione virtuosa di Malta con 30 metri cubi.

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Prelievo di acqua dolce pro–capite (credit: Istat/Eurostat).
Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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