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16 Novembre 2023
16:53

Le eruzioni vulcaniche storiche in Islanda

Le eruzioni vulcaniche hanno fatto parte della storia dell'Islanda da quando l'isola è sorta nel Nord Atlantico milioni di anni fa, plasmando il paesaggio del paese.

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Le eruzioni vulcaniche storiche in Islanda
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L'attenzione di questi giorni per una possibile eruzione vulcanica imminente in Islanda ci ricorda che quest'isola è una delle aree vulcanicamente più attive della Terra. In media sperimenta un evento vulcanico ogni 4 anni, ma sembra che la frequenza stia aumentando. Pensate che dalla fine dell'ultima era glaciale, circa 10.000 anni fa, un terzo di tutta la lava che i vulcani hanno rilasciato sulla superficie terrestre è stata eruttata in Islanda.

Ci sono circa 30 sistemi vulcanici sull'isola, ma gran parte dell'attività proviene da diversi vulcani che eruttano frequentemente, tra cui Grímsvötn, Hekla e Katla. Alcune eruzioni sono abbastanza intense da provocare una diffusa caduta di cenere, che è stata ritrovata nelle torbiere e nei sedimenti in Scozia e in altre parti del nord Europa.

L'Isola è anche testimone di alcune delle eruzioni vulcaniche più durature, come la storica eruzione del vulcano Laki del 1783-84 che durò 8 mesi ed ebbe conseguenze catastrofiche a livello locale. Vediamo le principali, partendo proprio da questa.

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Mappa dei sistemi vulcanici islandesi. Credits: Icelandic Met Office.

Laki (1783)

L'eruzione di Laki nel 1783 è una delle eruzioni più letali e potenti della storia dell’uomo. L’eruzione di tipo freatomagmatica è durata otto mesi, rilasciando circa 14,7 km³ di lava di basalto e enormi quantità di gas tossici, tra cui anidride solforosa e idrogeno fluoruro, che ha provocato una foschia che si è diffusa in tutta l'Islanda e fino all'Europa continentale. In Islanda, le conseguenze sono state devastanti. Si stima che circa 10.000 persone, o circa il 20-25% della popolazione, siano morte a causa della carestia e dell'avvelenamento da fluoro causato dalle ricadute delle ceneri. L'eruzione ha anche avuto un impatto significativo sul bestiame, uccidendo circa l'80% delle pecore, il 50% dei bovini e il 50% dei cavalli, il che ha ulteriormente contribuito alla carestia. Inoltre, l'evento ha avuto effetti in tutto il mondo. Le colture sono state distrutte e il bestiame si è impoverito in tutto il continente, con effetti avvertiti anche in Nord Africa e Asia.

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Katla (1918)

L'ultima vera eruzione del vulcano Katla avvenne nel 1918; la sua caldera ha il diametro di circa 10 km ed erutta con una cadenza variabile tra i 13 e gli 80 anni, dunque l'eventuale nuovo fenomeno è  piuttosto in ritardo, in quanto sono passati 105 anni dall'ultima eruzione, rendendo i brontolii del vulcano sempre più minacciosi, e per questo che il cratere viene costantemente monitorato.

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Surtsey (1963-67)

L'isola di Surtsey si è formata attraverso eruzioni vulcaniche che hanno avuto luogo dal 1963 al 1967 e ha concesso agli scienziati una rara opportunità  cioè quella di assistere alla nascita di un'isola in tempo reale.Durante le eruzioni, furono rilasciati frammenti di roccia e particelle, lava e gas vulcanici, formando l'isola. Inizialmente, l'isola aveva una dimensione di circa 2,7 chilometri quadrati, tuttavia, è stata gradualmente erosa a causa dell'azione delle onde, e dal 2021 le sue dimensioni sono di circa 1,3 chilometri quadrati.

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Isole Westman (1973)

L'eruzione ha causato una grave crisi per i residenti dell'isola. Tuttavia, grazie a un piano di emergenza ben costruito, tutti sono stati evacuati in modo sicuro nel giro di poche ore e solo una persona ha perso la vita a causa di questo tragico evento. L'eruzione durò fino al luglio dello stesso anno, durante il quale la lava e la cenere cambiarono significativamente il paesaggio dell'isola. Circa un terzo delle case della città sono state sepolte sotto lava e cenere, e le dimensioni dell'isola sono aumentate di circa 2,24 chilometri quadrati a causa dei nuovi campi di lava.

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Dopo l'eruzione, ebbe luogo uno scavo su larga scala e uno sforzo di ricostruzione, e la maggior parte dei residenti dell'isola fece ritorno nelle proprie case.

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Eruzione del Krafla (1975-84)

Il vulcano Krafla si è risvegliato alla fine del 1975, periodo caratterizzato da numerose eruzioni accompagnate da deformazione del suolo e attività sismica. L'eruzione  iniziò la mattina del 20 dicembre del 1975 vicino a Leirhnjúkur nella caldera di Krafla, vicino a Mývatn. Questo luogo è una zona vulcanica ben nota, parte della zona vulcanica attiva dell'Islanda. Questa lunga eruzione dal 1975 al 1984, con alcuni intervalli più brevi o più lunghi tra singole eruzioni, è molto simile ai cosiddetti incendi di Mývatn che hanno avuto luogo nella stessa area 1724-1746. Oggi il vulcano è caratterizzato dal cratere "Vìti".

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Eyjafjallajokull (2010)

Eyjafjallajokull ha eruttato nel 2010, generando un vasto pennacchio di cenere che si è diffuso fino 9 chilometri in altezza. La nuvola di cenere, portata dai venti, si diffuse in gran parte del Nord Europa, portando al più grande arresto del traffico aereo dalla seconda guerra mondiale. La chiusura è durata circa una settimana a causa delle preoccupazioni che la cenere fine potesse causare gravi danni ai motori a reazione. L'interruzione ha colpito circa 10 milioni di viaggiatori e ha causato perdite economiche significative, con la sola industria aerea che ha perso circa 1,7 miliardi di dollari.

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Grimsvotn (2011)

Grimsvotn è un vulcano sub-glaciale situato sotto la calotta glaciale di Vatnajokull. È il vulcano più attivo dell'Islanda, con oltre 70 eruzioni nell'ultimo millennio. L'eruzione pliniana iniziata nel 2011 è stata potente e intensificata a causa dell'interazione tra magma e acqua glaciale che ha portato a una significativa produzione di cenere. La nuvola di cenere dell'eruzione di Grimsvotn ha raggiunto i 20 chilometri in altezza; tuttavia, a causa delle differenze nella composizione delle ceneri e nei modelli meteorologici, l'interruzione dei viaggi aerei è stata molto meno grave rispetto all'evento del 2010.

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Holuhraun (2014-2015)

Holuhraun si trova all'interno del  più grande sistema vulcanico d'Islanda il "Bardarbunga", lungo circa 200 chilometri e largo 25 chilometri. L'eruzione del 2014-15 iniziò lentamente, coprendo una vasta area con un mare di lava che fuoriusciva da più fessure. Dopo tre mesi, la quantità di lava rilasciata era maggiore di qualsiasi altra osservata in un'eruzione islandese da quella di Laki nel 1783.

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Fagradalsfjall (2021-22)

L'eruzione di Fagradalsfjall nel 2021 non ha sorpreso il popolo islandese, in quanto era stato avvertito da oltre 50 mila tremori nelle settimane precedenti, molti dei quali sono stati sentiti fino a Reykjavik. La prima eruzione di tipo effusiva è iniziata il 19 marzo da una fessura lunga fino a 700 metri nella valle di Geldingadalur. Il 3 agosto 2022 si ha una seconda eruzione, questa volta nella valle del Meradalir;  come per l'eruzione precedente, è stata preceduta da molteplici tremori. Le eruzione sono stata piuttosto uno spettacolo da vedere da gente accorsa da tutto il mondo.

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Litli-Hrutur (2023)

L'ultima eruzione riguarda il vulcano Litli-Hrutur;  nell'estate del 2023 la penisola di Reykjanes ha iniziato a tremare ancora una volta ed in seguito esattamente il 10 luglio si aprì una spaccatura dalla piccola montagna di Litli-Hrutur. Dalla nuova fessura, grande circa 900 metri, ebbe inizio un’attività molto più forte e intensa delle eruzioni a Fagradalsfjall, che è durata poco meno di un mese, terminando il 5 agosto.

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