Giocattoli rari e vintage: valutazione, consigli per chi vuol vendere e collezionare

Questo sito sui giocattoli vintage e da collezione è rivolto a un pubblico di lettori comuni e non di esperti collezionisti. A chi si è imbattuto casualmente in un baule pieno di giocattoli vecchi o gadget, a chi desidera comprare nuovamente il big Jim di quando era piccolo o a chi vuole vendere i propri giochi: sempre meglio che buttarli o lasciarli marcire altri 50 anni all’umido, come capitava dolorosamente in passato, prima che internet ci avvertisse che il nostro usato per qualcuno ha ancora un valore. Il settore dei giocattoli da collezione però è davvero un labirinto: intere generazioni di bambini e bambine hanno giocato con robot, pupazzi di gomma, giochi da tavolo, trenini, macchinine, bambole o action figures; tutti prodotti fantastici e che ci hanno fatto sognare, ma che oggi sono loro a sognare, riposti in qualche soffitta o armadio, da anni, in attesa che un eroe li salvi dall’oblio e li faccia rivivere.
giocattoli vintage
Fra queste pagine troverai descrizioni, foto, curiosità sui giocattoli vecchi che hanno caratterizzato l’infanzia di tanti fra noi. Particolare attenzione è rivolta ai giocattoli anni 80, 70 e 60, senza però trascurare quelli fra le due guerre o dei primi del 900.
Potrai inoltre contattarmi per chiedermi una valutazione dei tuoi giocattoli o per propormi una vendita. Tutto ciò che non interessa a me personalmente, proveremo a proporlo al collezionista in grado di apprezzarlo. Quello che non interessa proprio a nessuno magari tornerà in fondo al baule e chissà che un giorno non arrivi anche il suo tempo!

Quando un giocattolo vecchio è considerato raro e di valore?

La produzione di giochi e giocattoli dagli inizi del 900 ad oggi è sterminata. Paesi come Germania, Stati Uniti, Francia, Giappone, Regno Unito e Italia hanno dato lustro al giocattolo, producendo in alcuni casi dei pezzi da museo. Ma, senza con questo voler distruggere i sogni di gloria di nessuno, la maggior parte dei giocattoli vecchi ha un valore affettivo e non economico. Ed è anche giusto così: se tutti I giocattoli più vecchi di 30 anni costassero cifre elevate, i collezionisti sarebbero indebitati fino al collo. Questa passione intramontabile sarebbe prerogativa soltanto di una ristretta elite. E noi non vogliamo questo, è giusto?

Cosa rende un giocattolo più raro e ambito di un altro?

Un giocattolo acquista valore nel tempo, se viene considerato un simbolo della nostra infanzia o di una generazione.
Pensate alla a chi è cresciuto fra gli anni 80 e i primi anni 90, la cosiddetta generazione Y. Cosa vi viene in mente? Cartoni animati e robot giapponesi, Mazinga, Tartarughe ninja, merendine, cacao sprint buonissimi ma che non voglio neanche sapere come fossero fatti, Candy Candy, telefilm, eroi super forti come He-man, film come Guerre stellari, acchiappafantasmi, le pubblicità GIG che in un minuto ti convincevano che tu DOVEVI AVERE quel transformers anche a costo di ritrovarti a 8 anni con la fedina penale di O. J. Simpson; Cristina D’avena (ormai simbolo di qualunque generazione), le prime console come il commodore, Nintendo, Sega Mega drive. Insomma, non ve lo devo spiegare io quanto era divertente essere bambini e spensierati in quegli anni. Un quarantenne medio di oggi, nato negli anni 80, tende a collezionare I masters e He man, oppure i Ghostbusters o Goldrake. E’ ad essi che associa i suoi ricordi più lieti. Non al giocattolo degli anni 20 – perché non era nato – e neanche al giocattolo didattico anonimo e made in China di pezza che forse ha rimosso dalla memoria.
L’iconicità rende il giocattolo un simbolo, una macchina del tempo che riporta un adulto oberato da guai a quel momento in cui sotto l’albero trovava il giocattolo che desiderava.
Le aziende più importanti si chiamavano Mattel, Kenner, Bandai, Modern Toys, Atlantic, Ledraplastic, Hasbro, Takara, Marx, Mebetoys, Ingap, Schuco, giusto per citarne alcune. E non producevano soltanto due o tre pezzi da regalare ai parenti, ma abbastanza da soddisfare la richiesta di diversi bambini nel mondo.
giocattoli rari

Perché un giocattolo diventa raro?

I giocattoli erano prodotti industriali, quindi oggi dovrebbero esserci tanti giocattoli per poter accontentare tutti quei pazzi nostalgici che vogliono comprare di nuovo la loro collezione. Purtroppo però la realtà è diversa. Dovete sapere che I miei capitan Harlock, Mazinga, He man, l’uomo tigre non avevano paura di niente e sconfiggevano qualsiasi nemico, tranne uno: mia madre.
Per qualche misterioso complotto, le nostre madri arrivati a un certo punto della nostra vita ricevevano una specie di vocazione, un richiamo di Mary Poppins, che le proiettava verso il bidone della spazzatura a buttare tutti I giocattoli che non usavamo più. Le più generose le regalavano a qualche asilo dove nel giro di poche ore sarebbero diventati sabbia.

Ecco in sintesi uno dei motivi per cui I nostri vecchi giocattoli oggi sono diventati rari: ce li hanno buttati, tutti. E più generazioni di mamme, nonne, bisnonne, zie, sono passate sopra questi giocattoli, più loro sono rari. Pensate a una macchinina di latta Ingap anni 40 a quante mattanze di parenti ha dovuto resistere per arrivare ai giorni nostri.
Ma la rarità è sorella della richiesta. Se il giocattolo nessuno lo vuole, non è raro, perché tutti quelli che vengono messi in vendita rimangono fermi e quindi la nostra macchinina ha fatto tutta questa fatica per niente. Se invece lo vogliono in tanti, appena ne esce uno, in men che non si dica verrà adottato dal collezionista più sveglio.

Giocattoli con buone valutazioni sul mercato

masters of the universe
Esistono serie che sono oggettivamente rare e il loro valore è rimasto più o meno costante nel tempo.
Altre che hanno sofferto molto il passaggio generazionale. Vediamo quali sono le tipologie di giocattoli e le serie più rappresentative in epoca moderna.

Dalla fine dell’800 agli inizi del 900

I giocattoli di questo periodo sono oggetti di antiquariato.
In questi anni le industrie più attive sul mercato sono tedesche e francesi. Le bambole in biscuit sono il fiore all’occhiello della produzione dell’epoca, con ditte come S.F.B.J, Armand Marseille o Heubach le cui bambole oggi sono ancora molto quotate.
L’azienda tedesca Steiff ha ottenuto successo producendo animali – in particolare orsetti – di pezza. Sempre tedesca è la Marklin, che parallelamente alle bambole per le bambine, lancia le prime linee di trenini per I maschi.
Compaiono I primi giocattoli di latta ed è la Germania a poter vantare notevole cura nei dettagli e nei particolari. Aziende come Lehmann realizzano prodotti in latta litografata molto ricercati dai collezionisti, come automobili, personaggi e animali. Non sono giochi elettronici ne a batteria (ancora) ma sono “animati” e funzionano a corda, con meccanismi interni assimilabili a quelli di un orologio. Altre aziende tedesche del periodo sono Gunthermann e Tippco, che hanno prodotto e distribuito auto in latta e moto oggi molto richieste.

Giocattoli dagli anni 20 fino agli anni 50

Non solo la Germania, ma anche l’Italia vanta una produzione di giocattoli d’epoca notevole. A partire dagli anni venti un’azienda di Padova, la Ingap, realizza piccoli giocattoli, macchinine, motorini, aeroplani, a corda o frizione.
A Bologna abbiamo la ditta Marchesini (I suoi giocattoli hanno la sigla AMB). In Italia le automobili giocattolo sono anche a misura “bambino”, nel senso che I più piccoli potevano entrarci dentro e guidarle. Le auto a pedali Giordani sono le più famose, ma già nel primo dopo guerra altre marche come Rosca o Pines facevano agguerrita concorrenza. La Zax, altra marca italiana, si segnala per I suoi giocattoli in legno, oggi molto rari se integri. Negli Stati Uniti la Marx Toys produce soldatini e giocattoli in latta e porta nelle case di tutto il mondo I personaggi dei fumetti o dei cartoni animati Disney.
Il Giappone predispone le basi di quella che sarà a tutti gli effetti una vera rivoluzione sul mercato: I robot giocattolo giapponesi.

Dagli anni 50 alla fine degli anni 70: il dominio giapponese, l’affermazione del modellismo e la Mattel

Negli anni 50 marchi inglesi come Dinky toys e Corgisi affermano fra i leader nel settore del modellismo e delle macchinine giocattolo, principalmente scala 1 / 43.
Il Fermodellismo, cioè il modellismo ferroviario, prende piede.
Se all’estero Lionel, Marklin, Hornby, Fleischmann la fanno da padrone, in Italia Lima, Rivarossi e Conti non sono certamente inferiori. I nostri marchi di automobiline giocattolo che vanno per la maggiore sono Mebetoys, polistil e in un secondo momento Burago. I soldatini Nardi e Atlantic forgiano col fuoco di tante battaglie i bambini che si immedesimano nei grandi generali o in un capo cowboy contro gli indiani. L’Inghilterra anche nella produzione dei soldatini è all’avanguardia con marchi come Britains, Timpo, Crescent toys etc. etc.

La vera rivoluzione che parte negli anni 50 però è giapponese. Il Sol levante si abbandona incondizionatamente al fascino dei film di fantascienza di quegli anni come Il pianeta proibito o Ultimatum alla terra e introduce in vendita I primi robot di latta. Sono a corda, frizione, a batteria (battery operated) o filoguidati. Hanno nomi come “robby the robot” o “astronaut robo” o “piston robot”, “Jupiter robot”, “Gear robot”. Potevano camminare, emettere luci e suoni, un vero spasso per i bambini dell’epoca!
robot di latta giapponese
Insieme a loro, ma principalmente dopo lo sbarco dell’uomo sulla luna, I giapponesi producono giocattoli spaziali come astronavi, satelliti e missili. La aziende nipponiche produttrici di queste meraviglie che in breve tempo invaderanno tutto il mondo, sono Masudaya Modern Toys, Yonezawa, Yoshiya, Alps, SH Horikawa, Nomura, ASC, Bullmark e tante altre oggi dimenticate.
Noi italiani manteniamo un profilo più basso e al robot moon explorer preferiamo paperino, Topolino o Mago Merlino in gomma rigorosamente Ledra / Ledraplastic. Il giocattolo americano però invade anche il mercato italiano: il colosso Mattel porta nelle nostre case prima le Barbie, poi Big Jim. La Hasbro, altra azienda americana, produce Gi Joe ed Action Man.

Una nuova era di robot giapponesi

I robot giapponesi negli anni 70 poi cambiano forma e materia. Se inizialmente i giapponesi attingevano parzialmente dai film di Fantascienza americani, adesso è il Giappone stesso la fonte di ispirazione del merchandising. Nascono I primi anime con I robottoni “Mecha” di Go Nagai, per intenderci Mazinga Z, Jeeg Robot D’acciao, Goldrake ufo robot, Getter, che avranno un successo planetario. Aziende come Popy (in seguito Bandai), Clover, Takatoku, produrranno molti robottoni televisivi. La Mattel curerà una propria distribuzione di Shogun Warriors in vinile, che arriveranno anche in Italia. I vecchi robot in latta a frizione sono già diventati dei pezzi vintage.
E le bambine? Le barbie non sono le uniche bambole di quel periodo. Negli anni 60 si afferma un altro marchio nostrano: Furga, con le sue altamoda Susanna, Sylvie e Sheila, ma anche le “TRE P”, le minis e gli accessori.
Un’altra epoca sta per chiudersi e qualcosa di nuovo attende bambini e adolescenti, fra una merendina del mulino bianco e un cartone animato di Bim Bum Bam…
shogun warriors

Il giocattolo anni 80

Il benessere degli anni 80 ha portato con se’ anche tanti giocattoli ed entusiasmanti divertimenti. Un nuovo passatempo forse fin troppo coinvolgente stravolge le vite degli adolescenti di quegli anni: I videogiochi. Non si trattava di una novità di per se, ma il decennio vide affermarsi I principali marchi di console: intellivision Mattel, il “biscottone” commodore 64, amiga, Nintendo e poi le console Sega. Molti di questi prodotti oggi sono ufficialmente relegati al mercato del vintage e quindi del retrogame, ma Nintendo e Sega hanno saputo sopravvivere alla feroce concorrenza rinnovandosi continuamente. Non solo console però. I giocattoli più iconici vanno di pari passo con film e serie tv. Masters of the universe su tutti, Transformers, Ghostbusters kenner (e Filmation), le tartarughe ninja, I puffi, Sectaurs Coleco, Dino riders, solo per citarne alcuni. Non dimentichiamoci però dei Micronauti o dei piccoli Exogini, che pur non avendo una serie tv tutta loro hanno invaso I negozi dell’epoca nascosti nelle loro bustine.
console Nintendo Gig

Valutazioni giocattoli e compravendita

Sono consapevole che molti giocattoli che sicuramente ricorderete come fedeli compagni della vostra infanzia, su questo sito non vengono neanche menzionati.
E ciò non significa che siano meno importanti di altri. Va preso atto che l’inventiva di tutte queste aziende creatrici di universi fantastici è talmente sconfinata che non è impresa semplice coprire con delle guide ben fatte tutta la produzione.
Pertanto se cercavate una valutazione ma siete rimasti delusi perché non avete trovato alcun aiuto, potete comunque scrivermi alla mail personale infograffitiblog@gmail.com e proverò a rispondere (è gratis).
Se invece desiderate vendere sappiate che io acquisto anche e potete propormi tutti I giocattoli che rientrano nel periodo di mio interesse e cioè fino agli anni 90.