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Loranzè. 6, 7 settembre 2014 ANDAR PER CANTINE

Loranzè.  6, 7 settembre 2014  ANDAR PER CANTINE

Andar per cantine” 2014 viene riproposta nella formula della passata edizione, che ha riscosso molto successo di pubblico. La passeggiata enogastronomica è stata organizzata come un “pranzo itinerante” con prodotti ed ingredienti a Km zero accostati a vini locali.

Programma manifestazione

Il programma della manifestazione prevede sabato6 settembre alle ore 20.00 presso la Cròta dël Rusiët la “Cena tra i vigneti” (offerta gastronomica curata da “Panoramica Catering”)

Costo € 25,00 per bambini fino a 10 anni apposito menù ad € 15,00

Prenotazione, fino ad esaurimento posti, 340 3356713 - 347 821407

Loranzè Andar per Cantine 2013Domenica 7 settembre alle h. 11.00 dalla P.zza della Chiesa di San Lorenzo, accompagnati dalle note del “Quintetto ‘d Pierin” e dai “Cantori di Loranzè”, inizia il percorso che attraverso sentieri panoramici, freschi boschetti, vigne rigogliose porta i visitatori alla scoperta del Castello di Loranzè, delle vigne e delle cantine antiche del centro storico. La prima tappa del percorso è il cortile interno del Castel Rosso dove verrà servito l’aperitivo: stuzzichini e erbaluce di Caluso DOCG. La passeggiata prosegue per raggiungere la vigna del Belvedere, coltivata ad erbaluce. Già di proprietà dei Giacosa, era il luogo in cui i rampolli dell’illustre famiglia venivano a trascorrere il tempo libero nella tranquillità dei vigneti. Dalla spianata, su cui sorge un grazioso villino, si può godere uno splendido panorama. Qui si potrà assaggiare una selezione di antipasti canavesani. Si raggiunge quindi la Cròta dël Rusiet, circondata da verdeggianti vigneti. Oltre a gustare gli agnolotti alla piemontese e i vini bianchi e rossi i visitatori potranno apprendere dalla viva voce di Franco ‘d Neta i segreti “di neus vei” per ottenere nettari memorabili. Sono inoltre esposti torchi antichi come l’ottocentesco torchio a due teste, appartenente un tempo al comune di Ivrea, il torchio a due colonne e il torchietto per il passito. La passeggiata prosegue lungo una strada sterrata fino la Cascina ‘d Basana dove i visitatori troveranno ad attenderli un succulento spezzatino e salsiccia accostato alla polenta taragna di farina integrale di mais e grano saraceno di Moncrivello macinatia a pietra nel mulino di Piova. Nella Crota ‘d Beppe vino rosso e assaggi delle gustose tome della Valchiusella stagionate da Matteo Villa. La passeggiata si conclude nel Tinaggio di Villa Peona, locale in cui un tempo avveniva la pigiatura dell’uva, la fermentazione del mosto e la successiva torchiatura. Il Tinaggio è pregevole per la sua architettura: splendide volte, costruite in mattoni a vista, sono sostenute da colonne in pietra; si possono anche ammirare il grande tino ottocentesco di lt. 7.500 ed il torchio, anch’esso ottocentesco, posto su basamento di pietra. Qui oltre a trovare pesche e vino, dolci e caffè sarà possibile degustare i vini bianchi e rossi della Cantina Orsolani.

Con l’obiettivo di valorizzare il nostro territorio e le sue innumerevoli tipicità, tutti i cibi offerti sono preparati con prodotti ed ingredienti che appartengono alla tradizione canavesana e sono stati scelti con lo spirito del Km. zero per favorire la conoscenza di produttori locali e limitrofi.

Durante la manifestazione i bambini possono partecipare gratuitamente all’animazione con l’asinello di Gianni. Approfittando della scampagnata si possono visitare anche luoghi d’arte, ricchi di storia, che nel paese non mancano: la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo Martire, edificata nel XII secolo e poi ricostruita intorno al 1750, la seicentesca Cappella di San Rocco e la graziosa Cappella degli Alpini.

Le degustazioni delle specialità gastronomiche e dei vini saranno offerte ai possessori del “coupon” (disponibile in numero di 250) della manifestazione acquistabile in loco ad € 18,00. Sono previste riduzioni per i bambini al di sotto dei 10 anni

Per raggiungere Loranzè si percorre la provinciale Ivrea-Castellamonte, in direzione di Castellamonte. È impossibile non notarlo perché il Castel Rosso è ben visibile anche da lontano.

Per informazioni rivolgersi ai numeri 340 3356713 – 347 8214076

 

Cenni storici

Il Canavese è terra splendida, capace di offrire autentici contatti con la natura e le persone, un territorio che ha saputo salvaguardare in gran parte l’identità dei luoghi e dell’ambiente, ma anche tutti quegli aspetti “immateriali” come la cultura tradizionale e le diversità. Loranzè, adagiato a 404 m s.l.m. sulla morena laterale destra dell’anfiteatro Morenico di Ivrea, è un meraviglioso balcone naturale decorato dalla sagoma delle Alpi Graie ed inserito in una cornice di rigogliosi vigneti e verdeggianti boschi di castagno. Villaggio di origine celtica, arroccato sulla collina al riparo dai venti, è ricordato da Goffredo Casalis nel “Dizionario geografico – storico - statistico – commerciale” del 1841 come luogo in cui i vigneti allignano molto bene e la specie di uva, che si può dir indigena, è il nebbiolo a cui è stato affiancato “l’erbalus”. Vero profeta il Casalis! Già nel 1867, infatti, i vini del conte Cesare Francesetti furono apprezzati all’esposizione internazionale di Parigi. Nel 1887 poi alla famiglia Peona fu conferita la medaglia di bronzo nel concorso dei vigneti indetto dal Comizio Agrario di Ivrea che a sua volta nel 1898, grazie proprio ai vini del cav. Ignazio Peona, ottenne la medaglia d’oro alla mostra agricola di Torino. E non basta: l’erbaluce, secco e passito, prodotto dal conte Francesetti nelle vigne del castello di Loranzè, vinse premi e medaglie d’oro alle varie esposizioni e mostre nazionali svoltesi tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento. Questi grandi produttori erano affiancati dai contadini locali che con pazienza, dedizione e amore impiantarono i loro vigneti e li coltivarono come risorsa economica importante per la sopravvivenza familiare. Il paesaggio di Loranzè venne così ridisegnato dai pergolati, le tradizionali “topie”, che sfruttavano tutto il terreno disponibile, bordavano le strade e le ricoprivano formando suggestive “gallerie” nel verde. Il vino e le uve di Loranzè, tra la fine dell’’800 e per tutto il ‘900, raggiungevano le osterie e gli alberghi della Valle dell’Orco, della Val Soana, della Valchiusella e della Valle d’Aosta su carri trainati da cavalli o, più spesso, da muli. Il lavoro nella vigna era faticoso ma che gioia quando, sul finire di settembre, i grappoli maturi rilucevano sotto le foglie che ormai incominciavano a ingiallire! Era il momento della vendemmia: gruppi numerosi di “lavoranti” si ritrovavano nelle vigne armati di ceste e cominciavano a “staccare le uve”. Era festa grande, anche se di lavoro instancabile. Nelle vigne si portavano le ceste con il cibo, perché non si poteva perdere tempo a tornare a casa per il pranzo! Poi alla fine dell’inverno, quando si assaggiava il vino nuovo, era sempre una emozione che si esprimeva con una visita alle cantine allietata da suonatori di fisarmonica e clarino per sottolineare l’allegria del momento.

Descrizione di Loranzè

Giungendo da Ivrea Loranzè è facilmente visibile: basta alzare lo sguardo sulla collina per vedere le case che, vigili sentinelle ben allineate, si affacciano sul versante orientale, come a controllare ciò che accade nel piano.

Per giungere al centro storico occorre percorrere la strada che si inerpica per la collina. Questa, con ampi tornanti, prima entra in un verdeggiante bosco di castagni e di acacie, poi giunge ai vigneti rigogliosi e ben curati, impiantati là dove il sole riscalda i grappoli fin dal primo mattino. Sulla sinistra appare il Castel Rosso che, singolarmente, è stato costruito in posizione inferiore rispetto al paese antico e che, acquattato tra gli alberi, pare un falco intento a scrutare tutta la pianura sottostante.

Salendo il panorama si amplia e giunti sulla piazza prospiciente la chiesa di San Lorenzo Martire, patrono del paese, lo sguardo può spaziare sul sottostante bacino di Ivrea fino alle colline di Torino e del Monferrato e giù giù al Monviso, visibile nelle limpide giornate di sole. La peculiarità del centro storico è proprio questa: la possibilità di godere di un panorama straordinario qualsiasi sia il punto di osservazione: cambia l’angolo di visuale, ma non diminuisce la bellezza di ciò che la vista coglie!

Nel centro storico le case mantengono ancora la rustica architettura canavesana, con le caratteristiche “lobie” che si affacciano su cortili o giardini ben curati. Alcune sono costruzioni antiche, come villa Peona o villa Griva, altre sono meno prestigiose e non possono vantare di essere state dimora di personaggi importanti per il paese, ma questo non diminuisce il loro fascino. Non mancano le nuove abitazioni costruite intorno al nucleo originario: piacevoli villette che, con gusto e discrezione, ben si inseriscono nell’architettura globale.

L’alternarsi delle stagioni conferisce a Loranzè aspetti diversi. La primavera gli dona luminose giornate in cui il sole filtra nell’aria limpida a riscaldare le pallide foglioline appena nate. In estate la natura rigogliosa e i boschi che lo circondano stemperano la calura che sale dal piano; la brezza notturna poi contribuisce a renderlo un luogo in cui villeggiare. L’autunno è la stagione che lo arricchisce di colori: nelle vigne i grappoli maturi e le foglie, tavolozza di un invisibile pittore, lo rendono “speciale”. Infine l’inverno, con le sue uggiose giornate di nebbia, fa cogliere un’altra sua singolarità: quando il paesaggio pianeggiante sembra fasciato da una vischiosa marea bianca, il centro storico brilla sotto il sole ed emerge come uno scoglio ridente e sicuro.

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