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FAVRIA. La sua storia è una perla rara che vale la pena di essere raccontata

FAVRIA. La sua storia è una perla rara che vale la pena di essere raccontata

Il signor Servais giunse in Piemonte nel 1850, non sono noti i motivi che lo condussero nella nostra  città, fu maggiordomo della Marchesa Alfieri di Sostegno, vedova del Marchese Carlo, senatore del Regno d’Italia.

E’ certo che fosse un cavaliere, che gli piacesse moltissimo Torino, a tutti dichiarava di amarla come sua patria,  sposò in prime nozze la marchesa Enrichetta Guasco  dei Carron di S. Tommaso, si disse in punto di morte con matrimonio morganatico, la marchesa era molto più anziana, ed il cavaliere era il suo segretario e bibliotecario.

Dalla marchesa il cav. Servais ereditò un grandissimo patrimonio immobiliare consistente: castello di Favria con tre cascine di oltre 360 giornate piemontesi di terreno, acquistate nel 1858 dal marchese Carlo Alfieri di Sostegno, castello di Borgo D’Ale con varie cascine, palazzi a Torino in via XX Settembre e in C.so Vittorio Emanuele, opere d’arte. Mobili del Piffetti, gioielli e molto denaro.

Nel 1878 ristrutturò il castello e la  “S” artistica che sovrasta, ancora oggi l’entrata principale, si pensa che abbia significato  SOSTEGNO (ALFIERI di) e in seguito Servais.

In seconde nozze il cav. Servais sposò il 18 aprile 1871 la giovanissima Rosalia Germano,  nata a Borgo d’Ale nel 1844 e morta a Favria il 24 ottobre 1919, figlia di un ufficiale di cavalleria dalla quale non ebbe figli. Alla morte del cav. Servais, l’apertura del testamento olografo da lui scritto il 10 aprile 1878, rivelò che un erede dei suoi beni era la città di Torino, alla quale veniva assegnato un lascito di lire 300.000, pari a circa euro 500.000,00 odierni. Di questa somma, e qui riportiamo la motivazione scritta da  Servais “la rendita annuale sia distribuita in tutto o in parte, sotto il titolo di premio Giovanni Servais,a coloro che, dotati di virtù attive, avranno compiuto atti straordinari di coraggio e di abnegazione, atti diretti specialmente a salvaguardare la vita delle sostanze e delle persone” .

Al Comune di Favria la somma di lire 30.000 per la costruzione dell’attuale asilo infantile Il 14 settembre 1893 uno degli esecutori testamentari, l’avv. prof. Michele Germano, trasmise al municipio di Torino copia del testamento Servais: la giunta comunale, riunitasi con prontezza il 20 settembre 1893, accettò il lascito, ringraziando pubblicamente gli eredi, e accettando di seguire le minuziosi disposizioni indicate dal testatore per l’amministrazione del legato.La condizione principale era la non riduzione del capitale originario, che depurato della tassa di successione, ammontò a lire 261.000 versate alla Civica  Amministrazione il 6 febbraio 1895: queste vennero convertite in un certificato di rendita vincolato di lit.14.085 annue. Nella riunione della giunta comunale del 13 maggio 1895, venne approvato un regolamento, che risulta agli atti del comune di Torino, e che fedele esecutore della volontà del Servais, tra l’altro istituisce un comitato composto di sei membri nominato ogni tre anni dal consiglio comunale e di un membro permanente appartenente alla famiglia Germano, con diritto di successione. Compito del comitato è di esaminare le domande. Determinare l’eventuale vincitore, o gli eventuali vincitori, dato che possono essere più di uno, del premio annuale, stabilirne l’ammontare, sempre badando alla conservazione del lascito originario o all’incremento dello stesso.

Rosalia Germano ereditò a sua volta questo grosso patrimonio dal marito ed alla sua morte fu diviso fra i nipoti figli di fratello e sorella. Il castello di Favria con le cascine fu lasciato al nipote Avv. Luigi Germano che lo mantenne tale fino al 1946. la svalutazione seguita alla seconda guerra mondiale aveva ridotto la possibilità  finanziaria dell’avvocato Germano che non potendo più mantenere i fasti del castello lo vendette ed acquistò  “Villa Peretti Martin Giorgina” chiamata poi “Villa Rosalia” in ricordo della zia castellana, attuale villa Pagliero.

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