Mondovì: arte, storia e cultura nel cuore delle Langhe

Tra le rigogliose colline delle Langhe e la pianura, circondata dalle maestose cime delle Alpi, sorge Mondovì, un vero tesoro d’arte e cultura con i suoi due bellissimi centri storici, i suoi edifici e la sua straordinaria tradizione enogastronomica. Il centro abitato si sviluppa su più livelli, seguendo la conformazione del territorio, che va dalla collina alla pianura, dove scorre il torrente Ellero, uno degli affluenti del Tanaro.

Una città dalle origini antichissime, come dimostra l’etimologia latina del suo toponimo, che deriverebbe dall’unione dei termini latini Mons, ovvero Monte, e Vicus, strada o villaggio, mentre il termine “monregalesi”, con cui vengono indicati i suoi abitanti, sarebbe nato da Mons Regalis, che in passato identificava la parte più alta e più antica della città.

? L. Garnero (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)

Un tuffo nella storia di Mondovì

I reperti archeologici confermano che il territorio di Mondovì era abitato già in epoca preistorica e che, successivamente venne occupato, prima dai Liguri Bagienni, provenienti dalla vicina Liguria, e poi dai Romani che, a partire dal II secolo a.C., costruirono la vicina Augusta Bagiennorum, l’attuale Bene Vagienna.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, Mondovì divenne un importante avamposto bizantino, il cui compito era limitare l’avanzata dei longobardi, che progressivamente stavano imponendo il loro dominio su gran parte del Piemonte e si stavano spingendo verso la Liguria.

Dopo la distruzione di Bredolo, sopraffatta dall’avanzare delle popolazioni barbariche, i suoi abitanti si rifugiarono su una collina vicina e fondarono la città di Mondovì nel 1198, liberandosi da qualsiasi vincolo feudale.

Purtroppo, l’indipendenza fu molto breve e già nel 1200, Mondovì finì sotto il controllo del Vescovo di Asti e del Marchese di Ceva, che la espugnarono e la distrussero in pochissimo tempo. I cittadini non si diedero per vinti e trovando l’appoggio dei comuni di Milano, Cuneo e Savigliano, fecero risorgere la città e resistettero a un nuovo tentativo di occupazione da parte del Vescovo astigiano.

Nel 1260, Mondovì entrò a far parte dei possedimenti di Carlo I d’Angiò, ma pochi anni dopo venne nuovamente acquisita dal Vescovo di Asti e solo nel 1290, la città riuscì ad ottenere l’autonomia, dietro il pagamento di un riscatto in denaro.

Da quel momento e per tutto il Medioevo, la città venne chiamata Mons Regalis per sottolineare la sua indipendenza e gli ampi diritti e privilegi, diventando anche sede della Diocesi del Monte Regale nel 1388, per la fedeltà dimostrata al Papa nel corso dello Scisma d’Occidente.

Dai primi anni del XIV secolo, il controllo di Mondovì passò attraverso diverse nobili dinastie, dagli Angiò che tornarono una seconda volta a dominare le terre piemontesi, fino ai Visconti, ai Marchesi del Monferrato, agli Acaja e infine ai Savoia, che la ottennero nel 1418 e favorirono la sua crescita fino a farla diventare la città più popolosa del Piemonte durante tutto il Cinquecento.

Il Ducato Sabaudo rivestì un ruolo fondamentale nella storia di Mondovì, che fu al centro delle “guerre del sale”, una serie di insurrezioni popolari che intendevano evitare un governo di tipo assolutistico da parte dei Savoia. Dopo i successi iniziali, la nobiltà locale cedette alla volontà dei Savoia e diverse località vicine, tra cui l’odierna Vicoforte, Montaldo, Monastero Vasco, Briaglia e Frabosa furono distrutte e le loro popolazioni deportate altrove con il divieto di ritornare nelle proprie case. Questi eventi portarono allo smembramento del territorio di Mondovì, che cadde in una profonda crisi economica.

In questo stesso periodo, si insediò una piccola, ma fiorente comunità ebraica, che riuscì a sopravvivere fino alla Seconda Guerra Mondiale e di cui oggi rimangono l’antico ghetto, la sinagoga e il cimitero, che si trova dietro a quello cittadino.

Verso la fine del XVIII secolo, la città venne occupata dalle truppe napoleoniche. I piemontesi vinsero una battaglia contro i francesi, grazie a uno stratagemma, ma ben presto il Monregalese venne riconquistato e devastato dai napoleonici, finché non ci fu la decisiva Battaglia di Marengo nel 1800 e il ritorno dei Savoia nel 1814 con la Restaurazione.

Per collegare la parte bassa con la zona più alta della città, nel 1880 venne costruita una funicolare, ritornata a funzionare nel 2006, dopo un lungo periodo di chiusura. Inoltre, dall’inizio del Novecento, la città iniziò ad espandersi nella zona dell’altipiano che fronteggia la collina, dove venne costruita la nuova stazione ferroviaria e i quartieri di Ferrone e Altipiano, uno dei più popolosi della città.

L’occupazione tedesca, a partire dalla proclamazione della Repubblica Sociale Italiana nel 1943, fu molto dura e vide molti cittadini di Mondovì passare tra le file della Resistenza. I rastrellamenti, le violenze, la fame e le difficoltà colpirono gravemente la popolazione di Mondovì, che si ritrovò devastata e distrutta.

Il Dopoguerra fu un periodo di rinascita per la città di Mondovì, che oggi può contare su una vivace economia e su un turismo che si basa sulle sue tante bellezze artistiche e architettoniche.

Cosa vedere a Mondovì?

Mondovì è una città davvero incantevole e che offre sempre tantissime opportunità a tutti coloro che la visitano, a partire dai suoi tesori d’arte fino alle sue architetture che hanno attraversato secoli di storia.

? D. Castagnino (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)

Mondovì e i suoi due centri storici

La particolare struttura urbanistica di Mondovì, che la rende unica e sicuramente affascinante, è un ottimo motivo per visitarla e scoprire tutti i suoi segreti.

Si può partire dal centro storico di Breo con la sua suggestiva Fontana dei Bimbi e la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, sormontata da un automa, che segna le ore sotto un elegante baldacchino, per risalire con la funicolare verso la zona più alta, dove si trovano Piazza Maggiore e la torre del Belvedere, che offre uno straordinario panorama su tutto l’arco alpino.

La Chiesa della Missione e l’”Infinitum”

A Mondovì, l’arte viene valorizzata anche attraverso le tecnologie più avanzate. Il progetto “Infinitum” permette di immergersi completamente nelle meraviglie barocche della Chiesa della Missione, grazie a dei visori multimediali che trasportano i visitatori in una dimensione nuova, magica e suggestiva.

Una massima espressione dell’arte e dell’architettura secentesca, che può essere visitata, seguendo diversi percorsi: utilizzando uno specchio rotante, che consente di avere una visione più chiara degli affreschi, o un futuristico visore 3D, che permette di ingrandire i dettagli e di entrare nei dipinti, stando comodamente seduti.

Un’ulteriore particolarità, che rende unica la Chiesa della Missione, è la macchina d’altare, fatta costruire dai Gesuiti per far lievitare la statua di San Francesco Saverio durante le celebrazioni. Inoltre, sulla volta della sagrestia, si possono ammirare le illusioni prospettiche utilizzate da Andrea Pozzo per affrescare la chiesa.

Il Museo della Ceramica

Fino al secolo scorso, Mondovì è stato uno dei centri più importanti a livello internazionale per la produzione di ceramiche, grazie alla molte fabbriche e manifatture presenti sul suo territorio, tra cui la Besio, la Richard Ginori, la Beltrandi e l’antica fornace di Francesco Perotti.

Per valorizzare questo importante aspetto dell’economia e della cultura del Monregalese, nelle sale del prestigioso Palazzo Fauzone di Germagnano, è stato allestito un bellissimo Museo della Ceramica, in cui si possono ammirare autentiche opere d’arte, testimoni di una tradizione secolare.

Gli oltre 600 pezzi ceramici, distribuiti tra le 17 sale del piano nobile, provengono dalle collezioni private di Marco Levi e di Carlo Baggioli, e rappresentano la più ricca raccolta di manufatti del distretto monregalese, oltre ad essere uno straordinario esempio di memoria storica.

? M. Nicosia (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)

Il Museo della Stampa

A pochissima distanza da Piazza Maggiore si trova anche il Museo della Stampa, che testimonia un’altra grande tradizione storica di Mondovì. Qui fu infatti stampato il primo libro del Piemonte nel 1472 e da allora furono moltissime le tipografie che nacquero in città e che alimentarono una prospera industria dell’editoria.

L’Antico Collegio delle Orfane, realizzato da Francesco Gallo nel XVII secolo, ospita torchi, presse, caratteri, inchiostri e oggetti, che ricostruiscono la storia della stampa in Piemonte fin dalle sue origini. Il percorso multimediale è un vero viaggio nel mondo della tipografia, tra manifesti, pubblicazioni e laboratori, in cui è possibile toccare con mano i vari processi e sentirsi “tipografo per un giorno”.

Cosa fare a Mondovì?

La vivacità di Mondovì è un turbine che coinvolge e riempie di emozioni. Sono tantissime le cose che si possono fare, ma alcune sono davvero imprescindibili e, soprattutto, indimenticabili.

Un giro in mongolfiera a Mondovì

Solcare il cielo a bordo di una mongolfiera è il sogno di tutti i bambini, e a Mondovì può diventare realtà! Questa bellissima città piemontese è considerata la Capitale Italiana del Volo ad Aria Calda e ogni anno, nel giorno dell’Epifania, accoglie uno dei più grandi raduni di mongolfiere del mondo.

Uno spettacolo che si ripete da oltre quarant’anni e che alimenta la passione dei visitatori di tutte le età, ma anche dei professionisti del volo.

? M. Alesina (Dal Gruppo Facebook Gite fuori porta in Piemonte)

Mondovì incanta i suoi visitatori con il suo mix unico di storia, arte e cultura. In questa città dalle mille sfaccettature, ogni gita fuori porta si trasforma in un’avventura indimenticabile. Quindi, che tu sia un appassionato di storia o un viaggiatore in cerca di autenticità, Mondovì saprà conquistare il tuo cuore, regalandoti ricordi che dureranno per sempre. Condividi la tua esperienza a Mondovì sui nostri canali social!

 

Credit foto cover   ? sito istituzionale del Comune di Mondovì

Caratteristiche

  • Collina
  • Interesse storico, artistico e culturale
  • Itinerari a piedi
  • Itinerari in moto