L’interpretazione dei sogni

1899, 3-9, Prefazione alla 1a, 2a, 3a, 4a,5a, 6a, 8a edizione e alla 3a edizione inglese e americana

Nella prefazione alla seconda edizione (1908) Freud sottolinea come questa si sia resa necessaria prima ancora del compiersi di un decennio. La teoria dell’interpretazione del sogno – dice Freud presentando la terza edizione (1911) – si è sviluppata in una direzione alla quale nella prima edizione era stato dato troppo poco rilievo, perché nel frattempo sono state apprezzate più equamente l’ampiezza e l’importanza del simbolismo nei sogni. Nella prefazione alla quarta edizione (1914) si dà notizia della traduzione inglese dell’Interpretazione da parte del dottor A. A. Brill di New York. Nella prefazione alla quinta edizione (1918) Freud sottolinea che l’interesse per l’opera non si è spento neppure durante la guerra mondiale; anzi, nella prefazione alla sesta (1921), precisa: “La mia supposizione che questo libro, dopo quasi vent’anni di vita, avesse assolto il suo compito non ha dunque trovato conferma.” Nella prefazione all’ottava edizione (1929) viene annunciata la pubblicazione delle Gesammelte Schriften, nell’intervallo di tempo tra la settima e l’ottava. La terza edizione inglese e americana (1931), seppure riveduta, riporta sostanzialmente invariato quel contributo alla psicologia che “sorprese il mondo quando venne pubblicato. Esso contiene, anche secondo il mio giudizio di oggi, la più valida di tutte le scoperte che io abbia mai avuto la fortuna di fare. Intuizioni come questa càpitano, se càpitano, una sola volta nella vita”.

11-19, La letteratura scientifica sui prblemi del sogno

Il rapporto tra sogno e veglia

La concezione prescientifica del sogno, negli antichi, era in piena armonia con la loro concezione del mondo, che era solita proiettare all’esterno, come realtà, ciò che aveva realtà soltanto all’interno della vita psichica. Nell’ingenua opinione della persona che si sveglia il sogno, se pure non proviene da un altro mondo, ci rapisce tuttavia, mentre dormiamo, in un altro mondo. Freud illustra due tesi sul rapporto tra la vita onirica e la veglia: 1) l’anima nel sogno è isolata e quasi senza ricordo del contenuto normale della vita vigile; 2) il sogno è la continuazione dello stato di veglia, i nostri sogni si allacciano sempre alle rappresentazioni presenti poco prima nella coscienza. Circa il contrasto, che pare irriducibile, tra queste due opinioni, viene ricordata la posizione di Hildebrandt, per il quale le caratteristiche del sogno non possono essere descritte se non come “serie di contrasti che in apparenza si acuiscono sino a vere contraddizioni”. L’esperienza del sogno si presenta come un fatto estraneo, inserito fra due periodi di vita che sono perfettamente contigui e si prolungano l’uno nell’altro.

20-29, il materiale onirico. La memoria nel sogno


Tutto il materiale che costituisce il contenuto del sogno deriva in qualche modo da ciò che abbiamo vissuto e viene riprodotto, ricordato nel sogno. Tale connessione non risulta però immediatamente. Può darsi, per esempio, che il contenuto onirico ci presenti un materiale che durante la veglia non riconosciamo come nostro, come parte della nostra conoscenza ed esperienza. Una delle fonti a cui il sogno attinge per la sua attività riproduttiva elementi in parte non ricordati né utilizzati dall’attività psichica dello stato di veglia, è la vita infantile. Numerosi studiosi fanno osservare che nella maggior parte dei sogni è possibile riscontrare elementi del periodo che immediatamente li precede. La caratteristica più strana e incomprensibile della memoria nel sogno è costituita dalla scelta del materiale riprodotto: degni di ricordo non sono soltanto i fatti più importanti, come si verifica nella vita diurna, ma anche quelli più indifferenti e insignificanti. Si capisce facilmente come la strana preferenza della memoria, durante il sogno, per ciò che di indifferente, e quindi di inosservato, è contenuto nelle esperienze diurne, abbia portato perlopiù a far misconoscere la dipendenza del sogno dalla vita quotidiana, e poi a renderne quanto meno difficile la dimostrazione nei singoli casi. Il comportamento della memoria durante il sogno è senza dubbio di enorme importanza per ogni teoria della memoria in generale.

30-49, Stimoli e fonti del sogno

Esistono quattro tipi di fonti del sogno: 1) stimoli sensoriali esterni (oggettivi); 2) stimoli sensoriali interni (soggettivi); 3) stimolo corporeo interno (organico); 4) fonti di stimolo puramente psichiche. Esistono molti stimoli sensoriali durante il sonno, da quelli che lo stato di sonno inevitabilmente comporta o deve solo casualmente ammettere, sino allo stimolo fortuito che risulta idoneo o destinato a svegliarci. Gli stimoli sensoriali soggettivi hanno su quelli oggettivi il vantaggio di non dipendere, come fonti di immagini oniriche, da cause esterne. Il corpo, nello stato di eccitamento o di malattia, diventa per noi una fonte di stimoli. Nella maggior parte dei sogni, gli stimoli somatici e le sollecitazioni psichiche agiscono contemporaneamente.

50-53,Perché si dimetica il sogno dopo il risveglio

Che al mattino il sogno “si dissolva”, è proverbiale. Sono validi anche per il sogno tutti quei motivi che provocano la dimenticanza nella vita vigile. Molte immagini oniriche vengono dimenticate perché troppo deboli, mentre si ricordano immagini, a esse vicine, più forti. In genere le assurdità si ricordano difficilmente e raramente, come tutto ciò che è disordinato e confuso. Ora, nella maggior parte dei casi, i sogni mancano di comprensibilità e di ordine. Le composizioni oniriche non hanno in sé la possibilità di essere ricordate (perché in esse le raffigurazioni non sono vive, uniche e disposte secondo un ordine continuo e logico), e vengono dimenticate perché in genere si scompongono sin dai primi momenti. Infine, sempre a proposito dell’oblio dei sogni, quasi tutti gli uomini mostrano per essi scarso interesse.

54-69,La peculiarità del sogno
Nell’esame scientifico del sogno partiamo dal presupposto che sia un risultato della nostra attività psichica. Una delle peculiarità fondamentali della vita onirica si manifesta già al momento di prendere sonno, e va dunque considerata un fenomeno che introduce al sonno. Il sogno pensa prevalentemente per immagini visive, ma si serve anche di immagini uditive. Nei sogni l’attività psichica soggettiva appare oggettiva, perché la facoltà percettiva concepisce i prodotti della fantasia quasi fossero vive impressioni sensoriali. Il sonno è una sospensione dell’esercizio dell’autorità dell’Io. Per addormentarsi occorre dunque una certa passività. Nella letteratura sulle caratteristiche psicologiche dei sogni, la scala di valutazione del sogno come prodotto psichico è molto estesa: va dalla riduzione più radicale all’intuizione di un valore non ancora svelato, e arriva fino a innalzare il sogno molto al di sopra delle capacità della veglia.

70-77, I sentimenti morali nel sogno,

Alcuni assicurano che il sogno nulla sa delle esigenze etiche; altri che la natura morale dell’uomo permane nella vita onirica. Per tutti coloro che nel sogno costatano lo sgretolamento della personalità morale dell’uomo, l’interesse per i sogni immorali dovrebbe considerarsi a questo punto esaurito. Coloro che sostengono il permanere della moralità si guardano bene dall’assumere la piena responsabilità dei propri sogni. Il sorgere di impulsi estranei alla nostra coscienza corrisponde al fatto che il sogno dispone di materiale rappresentativo che manca allo stato vigile, o vi svolge una parte insignificante. Lo sviluppo degli affetti nel sogno non ammette la valutazione che si concede al rimanente contenuto onirico, e ci troviamo di fronte al problema di che cosa può essere reale nei processi psichici del sogno, vale a dire che cosa può aspirare a essere inserito fra i processi psichici della veglia.

78-90, Teorie oniriche e funzioi del sogno
Secondo alcune teorie (per esempio quella di Delbœuf) nel sogno continua la piena attività psichica dello stato vigile. La psiche non dorme, l’apparato psichico rimane intatto; ma, posta nelle condizioni dello stato di sonno, che sono differenti da quelle della veglia, essa deve fornire, funzionando normalmente, risultati differenti da quelli della veglia. Altre teorie, al contrario, presumono nel sogno una riduzione dell’attività psichica, un allentamento dei nessi, un impoverimento del materiale significativo. Secondo queste teorie il sonno presenterebbe una caratteristica psicologica del tutto diversa, per esempio, da quella attribuitagli da Delbœuf. In un terzo gruppo si possono riunire quelle teorie che attribuiscono alla psiche in sonno la facoltà e la tendenza a particolari prestazioni, che invece, allo stato di veglia, essa non è in grado di effettuare, o comunque soltanto in misura incompleta. Dall’esplicarsi di queste facoltà risulta di solito una funzione utile del sogno. Il tentativo più originale e più ampio di spiegare il sogno come una particolare attività della psiche che soltanto nello stato di sonno può liberamente svilupparsi, è quello intrapreso da Scherner nel 1861. Secondo questo autore l’attività psichica definibile come fantasia, libera da ogni controllo dell’intelletto e quindi esente da rigide delimitazioni, regna sovrana nel sogno; il materiale impiegato dalla fantasia per la sua attività artistica è prevalentemente quello degli stimoli corporei organici, così oscuri durante il giorno.

91-95, Rapporti tra sogno e malattie mentali

Chi parla del rapporto tra sogno e disturbi mentali può intendere tre cose diverse: 1) rapporti etiologici e clinici, per esempio quando un sogno si sostituisce a uno stato psicotico, lo introduce o lo segue; 2) mutamenti che la vita del sogno subisce in caso di malattia mentale; 3) rapporti interni tra sogno e psicosi, analogie che alludono a un’affinità essenziale. Non v’è dubbio che un giorno i medici si occuperanno non solo della psicologia, ma anche della psicopatologia del sogno. In casi di guarigione da una malattia mentale, appare spesso singolarmente evidente che, nonostante la normalità della vita diurna, la vita onirica può appartenere ancora alla psicosi. La concordanza tra sogno e disturbo mentale, che è indiscutibile e si spinge sino ai particolari più caratteristici, è uno dei principali capisaldi della concezione medica riguardo alla vita onirica, secondo la quale il sogno rappresenta un processo inutile e perturbatore ed è l’espressione di un’attività psichica ridotta.

99-107, Il metodo di interpretazione del sogno.

Analisi di un sogno campione

I sogni sono interpretabili. Il mondo dei profani si è sforzato da tempo immemorabile di “interpretare” il sogno, tentando a questo scopo due metodi essenzialmente diversi. Il primo considera il contenuto del sogno nella sua totalità e cerca di sostituirlo con un altro contenuto comprensibile e sotto certi aspetti analogo (questa è l’interpretazione simbolica del sogno). Il secondo metodo potrebbe essere definito metodo di decifrazione, perché tratta il sogno come una specie di linguaggio cifrato in cui ogni segno viene tradotto, secondo una chiave prestabilita, in un altro segno di significato conosciuto. Questi due procedimenti popolari d’interpretazione dei sogni sono inutilizzabili per la trattazione scientifica dell’argomento. Non bisogna fissare l’attenzione sul sogno nella sua totalità, bensì soltanto sui singoli elementi parziali del suo contenuto.

107-20, Analisi di un sogno campione (Premessa e sogno)
Freud descrive l’analisi di uno dei propri sogni, del 23-24 luglio 1895. Quell’estate aveva avuto in trattamento psicoanalitico una giovane donna legata a lui e ai suoi da viva amicizia. La paziente compare nel sogno come figura centrale (Irma). Il sogno, analizzato punto per punto, esaudisce alcuni desideri destati in Freud dagli avvenimenti della sera precedente. Dal sogno risulta che il colpevole delle persistenti sofferenze di Irma non è il sognatore (Freud) ma Otto (un giovane collega). Questi lo aveva irritato parlandogli dell’incompleta guarigione di Irma, e ora il sogno si vendica, ritorcendo il rimprovero su Otto. Il sogno presenta anche altri temi, il cui rapporto con il tentativo onirico di Freud di discolparsi di fronte alla malattia di Irma è meno evidente: la malattia della figlia e quella di una sua paziente dello stesso nome, l’azione nociva della cocaina, la malattia della paziente durante un viaggio in Egitto, le preoccupazioni per la salute della moglie, del fratello e del dottor M., i suoi disturbi fisici personali, le preoccupazioni per l’amico assente che soffre di suppurazioni nasali. La conclusione di Freud è questa: terminato il lavoro d’interpretazione, è possibile riconoscere che il sogno è l’appagamento di un desiderio.

121-30, Il sogno è l’appagamento di un desiderio
È facile dimostrare che i sogni spesso rivelano palesemente il loro carattere di appagamento di desiderio. In un sogno di comodità, all’agire si sostituisce il sognare, come del resto succede in altre occasioni della vita. Nelle più svariate condizioni sono frequentissimi i sogni che possono essere intesi solo come appagamento di desiderio e che mostrano apertamente il loro contenuto. Si tratta perlopiù di sogni brevi e semplici, che differiscono piacevolmente dalle confuse e sovraccariche composizioni oniriche che hanno maggiormente attirato l’attenzione degli studiosi. I sogni dei bambini piccoli sono spesso semplici appagamenti di desideri e quindi, in confronto a quelli degli adulti, per nulla interessanti. Vengono descritti alcuni sogni di bambini con le relative interpretazioni.

131-55, La deformazione nel sogno


La concordanza, che si spinge sino ai minimi particolari, tra i fenomeni della censura e quelli della deformazione onirica autorizza a supporre per essi condizioni determinanti analoghe. Si possono dunque supporre nell’individuo, come cause della strutturazione del sogno, due forze psichiche, una delle quali plasma il desiderio espresso dal sogno, mentre l’altra esercita una censura su questo desiderio, provocando a forza una deformazione della sua espressione. I frequentissimi sogni che sembrano contraddire la teoria freudiana poiché hanno per contenuto lo scacco di un desiderio oppure qualcosa di palesemente indesiderabile, possono essere raccolti sotto la denominazione di sogni di controdesiderio e riportati a due princìpi: uno è il desiderio che l’analista abbia torto; l’altro è inerente alla componente masochistica della costituzione sessuale di molte persone. Vengono chiamati masochisti “ideali” coloro che non cercano il piacere nel dolore fisico loro inflitto, bensì nell’umiliazione e nella sofferenza psichica. Queste persone possono avere sogni di “controdesiderio”, nonché sogni spiacevoli, che tuttavia per loro non sono altro se non appagamenti di desideri, in quanto soddisfano le loro tendenze masochistiche. Rimangono i sogni d’angoscia, come particolare sottospecie dei sogni di contenuto doloroso. Non si tratta di un nuovo aspetto del problema del sogno; si tratta piuttosto, in questo caso, di comprendere l’angoscia nevrotica in generale. L’angoscia che proviamo in sogno si spiega solo in apparenza con il contenuto del sogno. Sia nella fobia sia nel sogno d’angoscia, l’angoscia è soltanto saldata alla rappresentazione che la accompagna e ha un’altra origine. Poiché l’angoscia nevrotica proviene dalla vita sessuale e corrisponde a una libido deviata dalla sua destinazione e non utilizzata, se ne può dedurre che i sogni d’angoscia sono sogni di contenuto sessuale, la cui libido si è trasformata in angoscia.

156-78, Il materiale e le fonti del sogno

Il materiale recente e indifferente nel sogno

Il sogno preferisce chiaramente le impressioni degli ultimi giorni e compie una scelta in base a princìpi diversi da quelli della memoria vigile, ricordando cioè non l’essenziale e l’importante, bensì il marginale e l’inosservato. Il sogno dispone delle nostre primissime impressioni infantili e riporta alla luce persino particolari di quel periodo che ci sembrano banali e che da svegli ritenevamo di aver dimenticato da molto tempo. In ogni sogno della cronaca personale onirica esposta da Freud, è possibile ritrovare un collegamento con le vicende del giorno precedente. Per ogni sogno esiste uno stimolo tratto dalle vicende delle quali si può dire che non ci si è ancora “dormito sopra”. Il sogno può scegliere il suo materiale da qualsivoglia momento della vita, purché esista un collegamento fra le esperienze del giorno del sogno e quelle più lontane. L’analisi rivela la vera fonte del sogno, quella psichicamente importante nella vita diurna, benché l’accento si sia spostato dal ricordo di quella fonte su un ricordo indifferente. Fonte del sogno possono essere: a) un’esperienza recente e psichicamente significativa; b) numerose esperienze recenti, significative, che il sogno fonde in unità; c) una o più esperienze recenti e significative che vengono rappresentate, nel contenuto onirico, dall’accenno a un’esperienza dello stesso periodo, ma indifferente; d) un’esperienza intima significativa rappresentata regolarmente nel sogno da un’impressione recente ma indifferente. In questa serie si rileva che, ai fini della formazione del sogno, l’elemento psichicamente significativo ma non recente può essere sostituito da un elemento recente ma psichicamente indifferente, purché 1) il contenuto onirico si allacci all’esperienza recente; 2) l’elemento suscitatore del sogno rimanga un processo psichicamente significativo. La conclusione è che non esistono elementi suscitatori di sogni che siano indifferenti, e quindi non esistono sogni innocenti.

179-205, Gli elementi infantili come fonte di sogni
Le vicende infantili intervengono anche in sogni il cui contenuto non suggerirebbe tale supposizione. L’analisi di una serie di sogni dimostra che il desiderio stesso che provoca il sogno – rappresentazione dell’appagamento di quel desiderio – ha origine nella vita infantile, per cui si ritrova nel sogno il bambino che continua a vivere con i suoi impulsi. Quanto più a fondo si penetra nell’analisi dei sogni, tanto più spesso si è condotti sulla traccia di vicende infantili che nel contenuto onirico latente fungono da fonti del sogno. Anche da sogni la cui interpretazione appare in un primo tempo completa, perché ne sono facilmente reperibili le fonti e gli spunti di desiderio, si dipartono importanti fili di pensiero che giungono fìno alla primissima infanzia. Spesso il sogno sembra avere più di un significato; non soltanto possono trovarsi riuniti, uno accanto all’altro, vari appagamenti di desideri; ma un significato o un appagamento di desiderio possono coprirne altri, sinché alla fine s’incontra l’appagamento di un desiderio della prima infanzia.

206-24, Le fonti somtiche del sogno
Si distinguono tre tipi di fonti di stimolo somatiche: gli stimoli sensoriali oggettivi, provenienti da oggetti esterni; gli stati di eccitamento interno degli organi di senso, a base puramente soggettiva; gli stimoli somatici provenienti dall’interno del corpo. L’importanza degli eccitamenti oggettivi degli organi di senso è garantita da numerose osservazioni e trova conferma in via sperimentale. La parte degli eccitamenti sensoriali soggettivi sembra dimostrata dal ritorno delle immagini sensoriali ipnagogiche nei sogni. Il riferimento delle nostre immagini e rappresentazioni oniriche a uno stimolo somatico non è dimostrabile in tutta la sua estensione, ma può trovare appoggio nell’influsso, a tutti noto, esercitato sul contenuto dei nostri sogni dallo stato di eccitamento degli organi digestivi, urinari e sessuali. Quando gli stimoli nervosi esterni e quelli somatici interni sono abbastanza intensi da forzare verso di sé l’attenzione psichica, rappresentano un punto fisso per la formazione del sogno, un nucleo del materiale onirico, per il quale viene cercato in modo analogo un corrispondente appagamento di desiderio. Se le fonti di stimolo somatiche durante il sonno non sono eccezionalmente intense, svolgono nella formazione del sogno una parte analoga a quella delle impressioni recenti, ma indifferenti, del giorno precedente.

225-31, Sogni tipici: il sogno d’imbarazzo per la propria nudità
Esiste un certo numero di sogni che in quasi tutti compaiono nello stesso modo, e che quindi siamo abituati a supporre abbiano per tutti lo stesso significato. Il sogno di essere nudi o poco vestiti in presenza di estranei si verifica a volte con la caratteristica aggiuntiva di non provare affatto vergogna o simili. Ma al sogno di nudità compete il nostro interesse soltanto quando in esso si prova vergogna e imbarazzo, quando si vuol fuggire o nascondersi, e quindi si soggiace alla caratteristica inibizione a muoversi, sentendosi incapaci di mutare la situazione penosa. Di solito le circostanze per cui ci si trova a essere spogliati sono poco chiare. Le persone dinanzi alle quali ci si vergogna sono quasi sempre estranei con fisionomie lasciate indeterminate. I sogni di nudità sono sogni di esibizione, il cui nucleo è costituito dalla figura di chi sogna, vista non come un bambino ma come appare nel presente, e con un abbigliamento insufficiente che riesce poco chiaro per il sovrapporsi di tanti successivi ricordi di négligé, o a causa della censura. Nel sogno di esibizione interviene la rimozione; infatti la sensazione penosa del sogno è la reazione del secondo sistema psichico al fatto che il contenuto della scena di esibizionismo, da esso rifiutato, è giunto ciò nondimeno alla rappresentazione.

231-52, Sogni tipici: I sogni della morte di persone care
Un’altra serie di sogni è costituita da quelli che hanno per contenuto la morte di un caro congiunto, genitore, fratello o sorella, figlio e così via. Questi sogni vanno suddivisi in due classi: gli uni, nei quali non si è colpiti da tristezza, tanto che al risveglio ci si meraviglia della propria insensibilità; gli altri, nei quali si prova profondo dolore per quella morte, e lo si manifesta durante il sonno con calde lacrime. Analizzando i sogni del primo gruppo si trova che significano altra cosa da quel che contengono e che sono destinati a coprire qualche altro desiderio. Il significato del secondo gruppo di sogni è quello enunciato dal loro contenuto, il desiderio cioè che la persona indicata muoia. L’infantile desiderio di morte nei confronti dei fratelli si spiega con l’egoismo del bambino, che gli fa concepire i fratelli come concorrenti. I sogni della morte dei genitori si riferiscono in grande prevalenza al genitore dello stesso sesso del bambino che sogna. Grosso modo, è come se si facesse valere precocemente una predilezione sessuale, come se il bambino vedesse nel padre, la bambina nella madre, il rivale in amore, dalla cui eliminazione può derivare solo un vantaggio.

252-56, Sogni tipici: Altri sogni tipici
Di altri sogni tipici nei quali si vola con piacere o si cade con senso d’angoscia, Freud afferma di non avere esperienza personale. Dai ragguagli che si possono ricavare dai trattamenti psicoanalitici bisogna concludere che anche questi sogni ripetono impressioni dell’infanzia, vale a dire si riferiscono a quei giochi di movimento che esercitano sul bambino una straordinaria attrazione. Non è lo stato della nostra sensibilità cutanea durante il sonno, e neppure sono sensazioni di movimento a provocare i sogni di volo e di caduta, ma queste sensazioni vengono riprodotte in base al ricordo cui il sogno si riferisce: sono quindi contenuto, e non fonti, del sogno. Tutte le sensazioni cutanee e di movimento di questi sogni tipici vengono destate appena qualche motivo psichico lo esiga e possono essere trascurate quando non venga loro incontro tale necessità. Anche il riferimento alle esperienze infantili sembra risultare chiaramente dagli indizi ricavati dall’analisi di soggetti psiconevrotici.

254-56, Sogni tipici: Il sogno d’esame
Chiunque abbia concluso con l’esame di maturità i suoi studi superiori si lamenta dell’ostinazione con cui è perseguitato dal sogno angoscioso di essere stato respinto, di dover ripetere un anno ecc. Per chi invece possegga un titolo accademico, questo sogno tipico è sostituito da un altro, che gli rinfaccia di non aver superato l’esame di laurea; contro di esso, già nel sonno egli vanamente obietta che ormai da anni esercita la professione, che è libero docente, oppure alto funzionario. L'”angoscia dell’esame” dei nevrotici trova il suo rafforzamento in quest’angoscia infantile. L’angoscioso sogno d’esame avrebbe scelto nel passato un’occasione in cui una grave angoscia si dimostrò ingiustificata e venne contraddetta dal risultato. Sarebbe questo un esempio molto vistoso di erronea comprensione del contenuto del sogno da parte dell’istanza vigile (la persona che sogna).

257-81, Il lavoro onirico

Il lavoro di condensazione

Tutti i precedenti tentativi di risolvere i problemi del sogno si rifacevano direttamente al contenuto onirico manifesto, dato nel ricordo, e si sforzavano di ricavare da questo l’interpretazione del sogno. Per Freud, fra il contenuto del sogno e i risultati del lavoro onirico si inserisce un nuovo materiale psichico: il contenuto latente, o pensieri onirici, ottenuto per mezzo del procedimento psicoanalitico. Pensieri onirici e contenuto onirico manifesto si presentano come due esposizioni del medesimo contenuto in due lingue diverse. Il contenuto manifesto appare come una traduzione dei pensieri onirici in un altro modo di espressione, di cui si deve imparare a conoscere segni e regole sintattiche, confrontando l’originale con la traduzione. Noti questi, i pensieri onirici riescono senz’altro comprensibili. Il contenuto onirico è dato per così dire in una scrittura geroglifica, i cui segni vanno tradotti uno per uno nella lingua dei pensieri onirici. La prima cosa che appare chiara a chi confronti contenuto onirico e pensieri onirici è che è stato fatto un enorme lavoro di condensazione. Il sogno è scarno, misero, laconico, in confronto all’abbondonanza e alla ricchezza dei pensieri onirici. Il lavoro di condensazione riesce particolarmente evidente quando il sogno sceglie a suoi oggetti parole e nomi. Le deformazioni verbali del sogno somigliano molto a quelle che si riconoscono nella paranoia, e che non mancano nemmeno nell’isteria e nelle rappresentazioni ossessive. Se nel sogno appaiono discorsi, che vengono esplicitamente distinti come tali dai pensieri, vale come regola senza eccezioni che il discorso del sogno deriva da un discorso ricordato nel materiale onirico.

282-85, il lavoro di spostamento
Il sogno è per così dire diversamente centrato: il suo contenuto è imperniato su altri elementi, diversi dai pensieri onirici. Viene fatto di pensare che nel lavoro onirico si manifesti una forza psichica che da un lato spoglia della loro intensità gli elementi dotati di alto valore psichico, e dall’altro crea, dagli elementi di minor valore, mediante sovradeterminazione, nuovi valori che giungono poi nel contenuto del sogno. Se le cose stanno in questo modo, nella formazione del sogno hanno luogo un trasferimento e uno spostamento delle intensità psichiche dei singoli elementi, da cui la differenza esistente fra il testo del contenuto onirico e quello dei pensieri onirici. È possibile supporre che lo spostamento si attui per influsso della censura della difesa endopsichica. Gli elementi del pensiero onirico che giungono nel sogno devono sottostare a una seconda condizione: devono essere sottratti alla censura della resistenza.

286-311, I mezzi di raffigurazione del sogno
Nella trasformazione del materiale ideativo latente in contenuto manifesto del sogno operano due fattori: condensazione e spostamento. Le relazioni logiche tra i pensieri onirici non trovano nel sogno una raffigurazione particolare. Là dove si riscontri nel sogno una contraddizione, si tratterà di una contraddizione rivolta contro il sogno o tratta dal contenuto di uno dei pensieri onirici. Il sogno rende giustizia al nesso che innegabilmente esiste fra tutti i brani dei pensieri onirici, riassumendo questo materiale in una singola situazione o avvenimento. Somiglianza, concordanza e possesso di attributi comuni vengono raffigurati dal sogno, in genere, tramite la concentrazione in un’unità che è già presente nel materiale onirico, oppure viene creata ex novo. L’identificazione, nel primo caso, o la formazione mista di persona, nel secondo caso, serve dunque nel sogno a più scopi: in primo luogo, alla raffigurazione di un elemento comune a entrambe le persone; in secondo luogo alla raffigurazione di una comunanza spostata; in terzo luogo all’espressione di una comunanza soltanto desiderata. Tutti i sogni della stessa notte appartengono, secondo il loro contenuto, allo stesso insieme; la loro suddivisione in più parti, il raggruppamento e il numero delle parti hanno un significato e possono essere considerati un brano di comunicazione che proviene dai pensieri onirici latenti.

312-21, La considerazione della raffigurabilità
Il materiale onirico, spogliato in buona parte delle sue relazioni, soggiace a una compressione, mentre nello stesso tempo spostamenti d’intensità fra i suoi elementi vi inducono un mutamento di valore psichico. Esistono due tipi di spostamento. Uno di essi si è rivelato nell’analisi come sostituzione di una determinata rappresentazione con un’altra, in qualche modo contigua a essa da un punto di vista associativo, ed è stato posto al servizio della condensazione, perché in questo modo al posto di due elementi viene accolto nel sogno un elemento intermedio comune. L’altro tipo di spostamento si manifesta in uno scambio dell’espressione linguistica del pensiero corrispondente. Tra i diversi collegamenti secondari ai pensieri essenziali del sogno, sarà preferito quello che permette una raffigurazione visiva; il lavoro onirico non teme la fatica di trasfondere il pensiero grezzo in un’altra forma linguistica, purché ciò renda possibile la raffigurazione e ponga così fine al travaglio psicologico del pensiero compresso.

322-71, La rappresentazione per simboli nel sogno. Altri sogni tipici
Poiché il simbolismo è usato per la raffigurazione onirica di materiale sessuale, bisogna chiedersi se molti di questi simboli non si presentino con un significato fissato una volta per sempre. Il simbolismo non appartiene in modo esclusivo al sogno, ma alla rappresentazione inconscia, soprattutto del popolo. Lo si ritrova, più compiuto che nel sogno, nel folklore, nei miti, nelle leggende, nei modi di dire, nella saggezza dei proverbi e nelle battute correnti. Le seguenti rappresentazioni o oggetti illustrano la rappresentazione onirica per simboli: un cappello come simbolo del maschio, dell’organo genitale maschile; il bambino piccolo è l’organo genitale; l’essere investiti è un simbolo del rapporto sessuale; l’organo genitale è rappresentato da edifici, scale, pozzi; l’organo genitale maschile è simboleggiato da persone, quello femminile da un paesaggio. Quanto più ci si occupa della soluzione dei sogni, tanto più si deve essere pronti a riconoscere che la maggior parte dei sogni di adulti trattano materiale sessuale e portano a espressione desideri erotici. Per molti sogni un’accurata interpretazione riuscirà a stabilire che essi vanno intesi addirittura in senso bisessuale, in quanto consentono una sovrainterpretazione indiscutibile, nella quale compaiono impulsi omosessuali, vale a dire impulsi opposti alla normale attività sessuale di chi sogna. Alla base di numerosissimi sogni, che spesso sono colmi d’angoscia e hanno per contenuto il passaggio per ambienti stretti o la permanenza nell’acqua, stanno fantasie sulla vita intrauterina, sulla dimora nel ventre materno e sull’atto della nascita.

372-89, Esempi. Calcoli e discorsi nel sogno
Sono riportati alcuni esempi di modi di raffigurazione onirica particolarmente strani oppure insoliti. Ai fini della raffigurazione onirica, l’ortografia cede di gran lunga al suono delle parole. Per rappresentare visivamente i pensieri onirici, il lavoro onirico si serve di tutti i mezzi che gli sono accessibili, appaiano essi leciti o illeciti alla critica vigile. Spesso al lavoro onirico riesce anche la rappresentazione di un materiale assai ostico, quale per esempio i nomi propri, mediante l’utilizzazione forzata di riferimenti molto distanti. Il lavoro onirico non fa calcoli, né giusti né sbagliati; si limita a comporre in forma di calcolo numeri, presenti nei pensieri onirici, che possono servire come allusioni a un materiale non rappresentabile. Così facendo, esso utilizza i numeri come materiale per l’espressione dei propri intenti, al pari di tutte le altre rappresentazioni, compresi i nomi e i discorsi riconoscibili come rappresentazioni verbali. Il lavoro onirico non riesce neppure a creare un discorso nuovo. Per quanti discorsi e controdiscorsi possano esserci nei sogni, assurdi o sensati che siano, l’analisi mostra ogni volta che il sogno ha colto semplicemente dai suoi pensieri frammenti di discorsi effettivamente fatti o uditi.

390-420, Sogni assurdi. Le prestazioni intellettuali nel sogni
La frequenza con cui nel sogno le persone morte compaiono come vive, agiscono e hanno rapporti con noi, ha dato luogo a strane affermazioni nelle quali si rivela in modo evidentissimo la nostra incomprensione del sogno. Spesso ci capita di pensare che cosa farebbe, penserebbe o direbbe quella data persona “se” vivesse ancora. Questo “se” il sogno può rappresentarlo unicamente con il tempo presente, in una situazione determinata. I sogni che si riferiscono a persone care defunte pongono in genere all’interpretazione ardui problemi, la cui soluzione non sempre riesce soddisfacente. La ragione di ciò può essere cercata in un’ambivalenza sentimentale particolarmente spiccata che domina il rapporto tra il sognatore e il morto. Il sogno viene reso assurdo quando nel pensiero latente è contenuto tra gli altri elementi il giudizio critico “è un’assurdità”. L’assurdo diventa così uno dei mezzi con i quali il lavoro onirico rappresenta la contraddizione, al pari dell’inversione di relazione materiale tra pensieri e contenuto del sogno e dello sfruttamento della sensazione di inibizione motoria. Tutto ciò che si trova nei sogni come apparente attività della funzione di giudizio, non va affatto considerato come prestazione mentale del lavoro onirico, ma appartiene al materiale dei pensieri onirici, da cui giunge, come prodotto finito, nel contenuto onirico manifesto. Anche i giudizi che si danno sul sogno dopo il risveglio, e le sensazioni che la sua riproduzione evoca in noi, appartengono al contenuto onirico latente e vanno inclusi nell’interpretazione del sogno. L’atto di giudizio nel sogno è soltanto la ripetizione di un modello tratto dai pensieri onirici.

421-46, Gli stati affettivi nel sogno
Nei sogni i contenuti rappresentativi non comportano quel risultato affettivo che ci attendiamo necessariamente nel pensiero vigile: tali contenuti hanno subìto spostamenti e sostituzioni, mentre gli affetti sono rimasti fissi. In un complesso psichico che ha subìto l’influsso della censura della resistenza, gli affetti sono la parte resistente, la sola che possa darci l’indicazione di come deve avvenire l’integrazione. In molti sogni l’affetto resta quanto meno collegato con il contenuto rappresentativo che ha sostituito quello che gli era pertinente. In altri, la dissoluzione del complesso procede oltre. L’affetto appare completamente slegato dalla rappresentazione corrispondente e si trova collocato in qualche altro punto del sogno, dove ben si inserisce nel nuovo ordinamento degli elementi onirici. Se nei pensieri del sogno si trova una conclusione importante, anche il sogno ne contiene una, ma la conclusione in sogno può essere spostata su materiale del tutto differente. Non di rado questo spostamento avviene secondo il principio del contrasto. Il lavoro onirico può anche trasformare gli stati affettivi dei pensieri onirici nel loro contrario. Nella psiche del dormiente può essere contenuta, come elemento dominante, un’inclinazione affettiva che noi chiamiamo “stato d’animo”, che può quindi contribuire a determinare il sogno. Questo stato d’animo può derivare da eventi e pensieri diurni, oppure può avere fonti somatiche. In entrambi i casi sarà accompagnato da corrispondenti percorsi ideativi.

447-64, L’elaborazione secondaria
La maggior parte degli spunti critici nel sogno non sono rivolti contro il contenuto del sogno, ma risultano essere parte del materiale onirico sussunta e opportunamente utilizzata. L’istanza censurante provoca nel contenuto onirico interpolazioni e arricchimenti. Queste interpolazioni si mantengono nella memoria per un tempo minore rispetto agli autentici derivati del materiale onirico; se il sogno soggiace alla dimenticanza, sono le prime a cadere. Le fantasie diurne hanno in comune con i sogni notturni una parte essenziale delle loro caratteristiche. Come i sogni, sono appagamenti di desideri; come i sogni, si basano in buona parte su impressioni di vicende infantili; come i sogni, godono per le loro creazioni di una certa indulgenza da parte della censura. Il lavoro onirico si serve volentieri di una fantasia che trova bell’e pronta, anziché comporne una con il materiale dei pensieri onirici. L’identificazione della funzione psichica, che intraprende la cosiddetta elaborazione secondaria del contenuto onirico, con il lavoro del nostro pensiero vigile risulta altamente probabile, in base alla considerazione seguente: il nostro pensiero vigile (preconscio) si comporta, nei confronti di un materiale percettivo qualsiasi, esattamente come la funzione anzidetta nei confronti del contenuto onirico. L’elaborazione secondaria è il momento determinante del lavoro onirico che è stato osservato e valutato nella sua importanza dalla maggior parte degli studiosi.

465-86, Psicologia dei processi onirici

L’oblio dei sogni

Ciò che ricordiamo del sogno e su cui esercitiamo le nostre arti interpretative è in primo luogo mutilato dall’infedeltà della nostra memoria, che sembra incapace di conservare il sogno e ha forse perduto proprio le parti più significative del suo contenuto. Il nostro ricordo restituisce il sogno in modo non soltanto lacunoso, ma anche infedele e falsato. All’interpretazione sono indispensabili proprio i tratti più insignificanti del sogno, e la soluzione del compito viene differita se vi si pone attenzione soltanto tardi. L’oblio dei sogni rimane impenetrabile sin tanto che non si fa intervenire nella sua spiegazione il potere della censura psichica. L’oblio dei sogni è tendenzioso e si pone al servizio della resistenza. La vita vigile dimostra l’evidente intenzione di dimenticare il sogno sia globalmente, subito dopo il risveglio, sia per frammenti, nel corso della giornata. Il fattore principale di questa dimenticanza è la resistenza psichica al sogno, che già durante la notte ha fatto del suo meglio contro di esso. Bisogna pensare che tutte le associazioni del lavoro d’interpretazione abbiano avuto luogo anche nel lavoro onirico notturno.

487-501, La regressione
La via che attraverso il preconscio porta alla coscienza di giorno è sbarrata ai pensieri onirici dalla censura di resistenza, ma di notte i pensieri onirici si procurano l’accesso alla coscienza. Nel sogno allucinatorio l’eccitamento prende una via retrograda. Anziché trasmettersi verso l’espressione motoria, si trasmette verso l’estremità sensitiva e giunge infine al sistema percettivo. Se chiamiamo progressiva la direzione nella quale il processo psichico procede dall’inconscio, durante la veglia, possiamo dire del sogno che ha un carattere regressivo. Con regressione intendiamo il fatto che nel sogno la rappresentazione si trasforma nelI’immagine sensoriale da cui è sorta in un momento qualsiasi. La regressione è un effetto della resistenza, che si oppone al procedere per vie normali del pensiero verso la coscienza, nonché dell’attrazione esercitata contemporaneamente sul pensiero da ricordi che esistono in forma intensamente sensoriale. Nel sogno si aggiungerebbe forse, a facilitare la regressione, il cessare della corrente diurna progressiva che deriva dagli organi di senso; questo momento ausiliario dovrebbe essere bilanciato, nelle restanti forme di regressione, da un rafforzamento degli altri motivi di regressione. Si distinguono tre varietà di regressione: a) topica; b) temporale; c) formale.

502-22, L’appagamento di desiderio
Esistono sogni che si manifestano chiaramente come appagamenti di desideri, altri in cui questo appagamento è irriconoscibile e spesso celato. I sogni di desiderio non deformati sono stati trovati soprattutto in bambini; ma sogni di desiderio brevi, sinceri, sembrano verificarsi anche in adulti. Il desiderio ha tre possibili provenienze: primo, può essere suscitato di giorno e non essere stato soddisfatto, in seguito a circostanze esterne; secondo, può essere emerso di giorno, ma può essere stato respinto; terzo, può non aver riferimento con la vita diurna e far parte di quei pensieri che si destano in noi, dalla zona della rimozione, soltanto di notte. I sogni infantili dimostrano che un desiderio rimasto irrisolto durante la giornata può suscitare il sogno. Il desiderio conscio può diventare un suscitatore del sogno soltanto se riesce a destare un desiderio affine inconscio, con cui si rafforza. L’atto di sognare è un brano della superata vita psichica infantile. Passano in secondo piano, ai fini della formazione del sogno, gli impulsi di desiderio che permangono dalla vita vigile cosciente. I moti di desiderio inconsci tendono a imporsi anche di giorno, e sia il fenomeno della traslazione sia le psicosi ci dimostrano che essi vorrebbero farsi strada, passando per il sistema del preconscio, sino alla coscienza e al dominio della motilità. Si può dire che un sintomo isterico sorge unicamente là dove due appagamenti di desiderio opposti, ciascuno proveniente da un sistema psichico diverso, possono coincidere in un’unica espressione.

523-35 Il risveglio per mezzo del sogno. La funzione del sogno
Si deve supporre che il piano sensoriale della coscienza rivolto al preconscio venga reso dal sonno assai meno eccitabile di quello rivolto ai sistemi percettivi. Durante il sonno si ha una rinuncia all’interesse per i processi ideativi, mentre i desideri inconsci rimangono sempre attivi. Per ogni processo di eccitamento inconscio, esistono due vie d’uscita: l’eccitamento può rimanere abbandonato a sé stesso, e allora alla fine prorompe in qualche punto, e per quella volta crea al proprio eccitamento uno sbocco nella motilità; oppure, se soggiace all’influenza del preconscio, l’eccitamento viene legato anziché allontanato. Quest’ultima condizione è quella del processo onirico. L’investimento energetico che si fa incontro, da parte del preconscio, al sogno divenuto percezione, perché vi è stato indirizzato dall’eccitamento della coscienza, lega l’eccitamento inconscio del sogno e lo neutralizza come disturbo. La teoria del sogno d’angoscia fa parte della psicologia delle nevrosi. Stabilito che l’angoscia nevrotica ha origine sessuale, Freud sottopone ad analisi alcuni sogni d’angoscia per dimostrare il materiale sessuale esistente nel loro contenuto latente.

536,-54, Il processo primario e il processo secondario. La rimozione
La convinzione che il sogno continui le aspirazioni e gli interessi della veglia è stata confermata in modo assolutamente generale dalla scoperta dei pensieri onirici latenti. Nella teoria freudiana del sogno la funzione di motore indispensabile alla formazione del sogno è stata attribuita al desiderio che sorge dal materiale infantile. Il sogno sostituisce numerosi pensieri che provengono dalla vita diurna e sono connessi in modo completamente logico. Alla formazione del sogno partecipano due tipi di processi psichici, di natura diversa: uno crea pensieri onirici perfettamente corretti, equivalenti al pensiero normale; l’altro procede con essi in modo assai strano, scorretto. Dalla teoria dell’isteria si deduce il principio seguente: una tale elaborazione psichica anormale di una successione normale di pensieri si verifica solo quando questa costituisce il trasferimento di un desiderio inconscio che deriva dal materiale infantile e si trova in stato di rimozione. In virtù del principio di dispiacere, il primo sistema psichico è del tutto incapace di trascinare alcunché di spiacevole nella concatenazione ideativa. Non può far altro che desiderare. Il secondo sistema può investire una rappresentazione soltanto se è in grado di inibire lo sviluppo di dispiacere che ne deriva. Se qualcosa si sottraesse a questa inibizione, rimarrebbe inaccessibile anche al secondo sistema, e verrebbe tosto abbandonato in virtù del principio di dispiacere. Freud chiama processo primario il processo psichico che è ammesso unicamente dal primo sistema, e processo secondario quello che risulta dall’inibizione del secondo. Il secondo sistema è costretto a correggere il processo primario. Tra i moti di desiderio provenienti dal materiale infantile se ne trovano alcuni il cui appagamento è in rapporto di contraddizione con le rappresentazioni finalizzate del pensiero secondario. L’appagamento di questi desideri non provocherebbe più uno stato affettivo di piacere, bensì di dispiacere, ed è appunto questa trasformazione dello stato affettivo che costituisce l’essenza della “rimozione”. Il sogno dimostra che il materiale rimosso continua a sussistere anche nell’individuo normale e rimane capace di prestazioni psichiche. Il sogno stesso è una delle manifestazioni di questo materiale rimosso.

555-65, L’inconscio e la coscienza. La realtà
L’inconscio è lo psichico reale nel vero senso della parola, altrettanto sconosciuto nella sua natura più intima quanto lo è la realtà del mondo esterno, e a noi presentato dai dati della coscienza in modo altrettanto incompleto, quanto lo è il mondo esterno presentato dalle indicazioni dei nostri organi di senso. Il sogno va considerato come una forma espressiva di impulsi, sui quali di giorno pesa una resistenza, e che di notte hanno potuto attingere a rinforzi provenienti da fonti di eccitamento profonde. Per Freud dunque il valore teorico dello studio dei sogni consiste nei suoi contributi alla conoscenza psicologica e nelle conoscenze propedeutiche che fornisce allo studio delle psiconevrosi.

Estratto: Opere di Sigmund Freud (OSF) Vol 3. L’interpretazione dei sogni 1899, Torino, Bollati Boringhieri, 2002.