Fabio Simplicio PalermoGetty Images

La nuova vita di Fabio Simplicio: è l'agente di Fuzato, ha un parco coi dinosauri

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Nella galleria dei ricordi calcistici di chi ama la Serie A ci sono dei volti che restano lì per sempre, indipendentemente dalle loro qualità e dai loro successi. È il caso di Fabio Simplicio, peraltro ottimo giocatore al punto di meritarsi la maglia della nazionale del Brasile, un privilegio per pochi. E tuttavia con un palmarés assolutamente scarno, con soli 3 titoli statali paulisti in bacheca, vinti quando era poco più che ventenne.

Eppure Simplicio 'bucava' lo schermo, con quel suo faccione bonario, ed era anche oggetto di aste combattute in sede di fantacalcio, in quanto centrocampista col 'vizietto' del goal. In 7 anni di Serie A ne realizzò 43 in 242 partite, con le maglie di Parma, Palermo e Roma.

"L'Italia era un Paese completamente diverso dal Brasile. Sono arrivato ad agosto e c'era tanto caldo, a Parma non c'era quasi nessuno per le strade: alle 10 di sera era tutto chiuso. Quando sono arrivato mi sono sentito un po' perso".

Cominciò così, nell'estate del 2004, l'avventura italiana di Simplicio, raccontata a 'Il Posticipo'. Sembrava una pessima partenza, invece Parma sarà il trampolino di una solida carriera. Nato in Brasile nel 1979, il centrocampista brasiliano arriva in Europa dunque a 25 anni, nel pieno della maturità, dopo essersi fatto un nome in patria con la maglia del San Paolo.

In quel San Paolo di inizio anni 2000 ci sono con lui in squadra anche Kakà e Julio Baptista e proprio con Kakà (e il santista Robinho) Simplicio condivide nel 2002, a 21 anni, il riconoscimento individuale più prestigioso della sua carriera, la Bola de Prata, ovvero l'inclusione nella formazione dei migliori undici giocatori del campionato brasiliano. Due anni dopo viene convinto da Arrigo Sacchi - che all'epoca collaborava col Parma - ad accettare l'offerta della società ducale, che se lo assicura a parametro zero alla scadenza del contratto col club paulista.

Pizarro Simplicio Parma InterGetty Images

Un buon biennio quello in Emilia, con una semifinale di Coppa UEFA nella prima stagione e un settimo posto in campionato in quella successiva. Simplicio si afferma come uno dei migliori centrocampisti del campionato e diventa uomo mercato: nell'estate 2006 se lo assicura il Palermo di Zamparini. In Sicilia resta per 4 anni, lasciando ottimi ricordi prima di trasferirsi nel 2010 a parametro zero alla Roma, dopo che l'arrivo di Pastore gli aveva ridotto gli spazi in rosanero.

"L'esperienza al Palermo è stata uno spettacolo. Quando torno in Italia devo farci un salto sempre. Stimo tantissimo la città e la sua gente che mi ha sostenuto tanto mentre giocavo. Ho giocato con Amauri, Miccoli e Cavani: erano fortissimi. A Palermo è nato il mio secondo figlio e con quella maglia ho conquistato anche la convocazione nel Brasile. Per me è stato difficile partire: sapevo che non sarei più tornato a Palermo se fossi andato via. Ero sicuro di questo, per questa ragione mi sono messo a piangere. Ho lasciato persone molto importanti per me".

Fabio SimplicioGetty Images

A Roma Simplicio disputa due stagioni avare di risultati per la squadra - un sesto e un settimo posto in campionato, dopo che l'anno prima era stato sfiorato lo Scudetto con Ranieri - ma si guadagna un posto nel cuore dei tifosi grazie ai tre derby vinti nel suo primo anno capitolino (due in campionato ed uno in Coppa Italia). Il brasiliano è infatti decisivo in tutte e tre i successi, con un goal e due rigori procurati.

"Segnare in quelle partite ed esultare sotto la curva è la cosa più bella del mondo: mi era successo a Palermo contro il Catania, ma segnare nei derby romani è qualcosa di splendido. Giocare con Totti è stata una delle cose più belle della mia vita. In un derby di campionato Francesco ha calciato un rigore che mi ero procurato. Totti ha segnato e abbiamo vinto il derby: per me è stato bellissimo, un momento indimenticabile. Quando sono arrivato a Roma, De Rossi mi ha dato una grossa mano. All'inizio non ero in forma perché mi ero infortunato a Palermo, Daniele è sempre stato vicino allo staff medico e voleva sapere quando sarei rientrato. De Rossi è il numero uno. Mi tolgo il cappello di fronte a lui perché è veramente un signore".

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Final da copa São Paulo de futebol sub 20 Internacional x Grêmio estádio Pacaembú

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Simplicio rescinde il contratto con la Roma nel 2012, dopo che i difficili rapporti col Ds Sabatini già si erano palesati l'estate precedente, quando era stato estromesso dal ritiro precampionato e lasciato ad allenarsi nella capitale, salvo poi recuperare posizioni e minutaggio durante la stagione, con Luis Enrique in panchina.

"Il mio problema a Roma si chiamava Walter Sabatini - racconterà a 'Teleradiostereo' - A Palermo quando sono andato via già avevamo avuto degli scontri perché lui voleva portare dei giocatori argentini, mentre io ero extracomunitario ed occupavo una casella che magari per lui era scomoda. Sono andato via da Palermo e dopo un anno è arrivato Sabatini alla Roma, già con l'idea di portare via tutti i brasiliani: alla fine siamo andati via io, Juan, tutti gli altri. Anche Taddei è dovuto andare via. Sabatini aveva questa cosa di portare i giocatori argentini, ed è normale nel calcio, ma per me il grande problema nella Roma è stato questo: l'ho rispettato, sono tranquillo, ma è così".

A 33 anni Simplicio dice di fatto addio al grande calcio: va in Giappone, dove gioca per 3 stagioni - con Cerezo Osaka e Vissel Kobe - prima di infortunarsi al ginocchio e decidere di ritirarsi a fine 2014. Dopo un anno di inattività, torna a giocare nel febbraio del 2016 con la maglia del Batatais Fc, club militante nel Campeonato Paulista Série A2. Poche partite in condizioni di forma rivedibili, poi il definitivo addio al calcio nel mese di maggio, a quasi 37 anni.

Appesi gli scarpini al chiodo, Simplicio decisamente non si annoia, come racconta sempre a 'Il Posticipo' nel 2019.

"Sono diventato un procuratore: lavoro insieme al fratello dell'ex portiere Doni che si chiama Joao. Lui si trova in Italia, io in Brasile. Voglio portare bravi ragazzi nel vostro Paese: fare l'agente è la cosa che mi dà più soddisfazione. Daniel Fuzato è il terzo portiere della Roma e ce l'ho portato io insieme ai miei colleghi. Fuori dal calcio ho aperto un parco per bambini insieme a Doni: è qualcosa di completamente diverso rispetto a quello che facevo prima. Ci sono dinosauri giganti, è davvero uno spettacolo. Proprio bello. Ho anche un ristorante in Brasile".

Inoltre Simplicio è nella dirigenza del Miami Dade FC, società calcistica che milita nelle serie minori americane: assieme a lui anche un altro ex romanista, il Puma Emerson. E ancora, è socio di un'impresa che si occupa di rifiniture di case, negli Stati Uniti. Giocatore intelligente in campo, persona brillante nel post carriera. Non tutti ci riescono, Simplicio è ben avviato.

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