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Uvaspina

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Una voglia sotto l’occhio sinistro, scura come un acino maturo incastonato nella pelle chiarissima: è nato così, Uvaspina, tanto che si è abituato presto a essere chiamato con quel nome che lo identifica con la sua macchia. A quasi tutto Uvaspina è capace di abituarsi: al notaio Pasquale Riccio, suo padre, che torna a casa solo per i pasti e si vergogna di lui; alla Spaiata, sua madre, che dopo aver incastrato Pasquale Riccio con le sue arti di chiagnazzara non si dà pace di aver perduto il proprio fascino e finge di morire ogni volta che lui esce di casa. Ma soprattutto Uvaspina è abituato a sua sorella Minuccia, di poco più piccola. Fin da bambina, Minuccia è abitata da un’energia capace di esplosioni imprevedibili, che proprio su Uvaspina misurano il proprio potere: Minuccia tiene in scacco il fratello con la sua forza fisica, con le sue ripicche crudeli, con l’acume di chi sa colpire nel punto di massima fragilità, come quando gli dice: “Avevano ragione i compagni tuoi, sei veramente un femminiello.” Eppure solo Uvaspina conosce l’innesco profondo che rende la sorella uno strummolo, una trottola capace di ferire con la sua punta di metallo vorticante. E solo Minuccia intuisce i sogni di Uvaspina, quando lo strummolo la tiene sveglia e può scrutare i suoi finissimi lineamenti nel sonno. Intorno a loro, Napoli: la città dalle viscere ribollenti, dai quartieri protesi verso il cielo, dai lunghi tentacoli immersi in quel mare che la fronteggia e la penetra, fin dentro le grotte del Palazzo Donn’Anna. È proprio su questo confine tra la città e il mare, tra la storia e il mito, che Uvaspina incontra Antonio, il pescatore dagli occhi di due colori diversi, che legge libri e non ha paura del sangue, che sa navigare fino a Procida e rimettere al mondo un criaturo che dubitava di se stesso. La purezza del loro incontro, però, non potrà nascondersi a lungo nelle grotte di Palazzo Donn’Anna: la città li attira a sé, lo strummolo gira e il suo laccio unirà per sempre i loro destini.

432 pages, Paperback

Published February 22, 2023

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Monica Acito

1 book9 followers

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192 (36%)
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23 (4%)
1 star
13 (2%)
Displaying 1 - 30 of 100 reviews
Profile Image for Ilaria Panaiia.
17 reviews
May 1, 2023
Da quanto tempo non leggevo una storia che mi si conficcasse con prepotenza fin sotto la pelle. Un romanzo d'esordio potente, una narrazione feroce, di una durezza necessaria. Salato come l'acqua del mare di Posillipo, che brucia e disinfetta. Ci ho trovato dentro di tutto: l'amore, la disperazione, la ricerca di sé, il disprezzo, l'ossessione, la vita, la morte. Uvaspina, "o femminiello" è un ragazzino nato per essere spremuto, soprattutto da sua sorella Minuccia, lo "strummolo", una di quelle trottole di legno che si alimenta di crudeltà, scherno e ambiguità. La madre dei due ragazzi, Graziella la Spaiata, chiagnazzara e forcellara, finge di morire ogni mercoledì sera quando suo marito Pasquale esce di casa senza di lei. Questa è la storia di una famiglia disfunzionale, in una Napoli che piange lacrime dal basso, ma è anche il racconto di un primo amore, quello che lascia sul collo "macchie del colore del mosto" e ha l'immagine di una vela incisa sulla pelle.
Profile Image for Giulia Campana.
125 reviews15 followers
March 18, 2023
Questo è un libro fatto di acqua, di aria salmastra in bottiglia. Di pesci aperti e serviti in tavola, di ossa masticate, di carni vive che scottano. Uvaspina fa male, graffia, taglia, scava nel dolore degli altri e nel proprio. Incide cicatrici a forma di barca a vela.

È un libro in cui abita una donna spaiata, con niente al posto giusto, un uomo piccolo e miserabile, una ragazza arrabbiata, uno strummolo che travolge tutto con la sua furia, persino se stessa.
E ci sta anche un ragazzo, troppo aggraziato in tutta quella bruttura, diafano, bello, fuori posto. Sbagliato. E Uvaspina lo sa che lo strummolo gira, lo ferisce, gli lascia segni di sangue addosso. Sa anche che a Napoli tutti lottano contro i numeri della smorfia per far quadrare un destino traballante, ma la città tentacolare, che scorre viscida verso il mare, li ingoia, li apre, li fa diventare parte di quelle crepe che segnano Napoli e poi li mastica e li sputa finché non rimane più nulla di loro e del loro amore. Ma Uvaspina, il femminiello, quello diverso, macchiato da sempre, schiacchiato come gli acini di cui è fatto, resiste, si alza etereo.
Eterno, come la città che abita.

(Questo libro va direttamente tra i miei preferiti, l'ho amato moltissimo. Leggetelo, c'è dentro il mondo intero.)
Profile Image for Francesca Mondino.
163 reviews4 followers
February 20, 2023
Questa è sicuramente una storia di forte impatto, tanto per le vicende quanto per la scrittura.
Siamo nella Napoli degli anni '70 e si percepisce molto bene dai termini dialettali usati dall'autrice, oltre che dal pregiudizio di fondo dei personaggi di contorno rispetto ad Uvaspina, ragazzo ventenne gay dalla personalità fortemente debole. Uvaspina è circondato da una famiglia totalmente disfunzionale: il padre lo considera alla stregua della carta da parati, la sorella ha scatti d'ira violentissimi soprattutto nei suoi confronti e la madre (ex "chiagnazzara" con l'andazzo del dramma) sa dire solamente al figlio "Sopporta".
L'autrice è immensa nella sua analisi verticale dei protagonisti e delle relative vicende, fa sì che il lettore non arrivi tanto ad empatizzare con loro, quanto più a provarne disprezzo (almeno, questo è il sentimento principale che ha pervaso la mia lettura del libro).
Quello che non ho apprezzato molto sono gli allungamenti di brodo nella narrazione: bellissime le sue metafore, ma ripetitive e troppe: spesso per interi paragrafi o addirittura capitoli non succede praticamente nulla; e comunque, l'arco temporale non è lunghissimo, si tratta di mesi, forse un anno.
È quasi un romanzo in dialetto, il napoletano è molto presente e all'inizio si può fare un po' di fatica, ma poi ci si abitua; inoltre i toni sono fortissimi, veraci, grezzi: se si è sensibili a certi tipi di scrittura, dove sono presenti temini violenti e descrizioni altrettanto violente, non è il caso di leggere questo libro.
Ma nel complesso trovo che sia un esordio bello e molto valido.
Profile Image for Rosaria Luisa D'Angelo.
164 reviews44 followers
November 30, 2023
Non mi imbattevo da un po' in una storia così potente, risucchiante, che ti tira dentro e tu non puoi fare nulla per sottrarti, puoi solo abbandonarti. Non ti accompagna dolcemente per mano in un altro mondo, ma ti strappa dal tuo, di mondi, e ti butta in un’altra dimensione. È materica, profonda, sporca di quello sporco che sa di vita e sopravvivenza, volgare e cesellata. Non ha paura. È sgranata, feroce, non si sottrae dal rendere i suoi personaggi persone vere, di carne e di sangue e di sudore, non ne sfuma i contorni, non li abbellisce con una perfezione che non è reale. Sono le mani nelle viscere la sua potenza, non la distanza dalla vita, sono le cose che non si dovrebbero fare, non si dovrebbero dire, non si dovrebbero confessare quelle che ti colpiscono come un pugno allo stomaco, e ti rimangono appiccicate addosso come miele dorato, come sangue rappreso.
E “Uvaspina”, per me, è una storia d’amore.
Anzi, una storia di tanto amore e di tanti amori.
Un amore da meritare e di cui esser degni, un amore necessario, un amore che ti riporta in vita, che fa scorrere la linfa in una carne condannata ad essere esangue, un amore che ti fa finalmente respirare, un amore che allaga, che riempie tutto, che punge, un amore che ti dice "sono tuo", un amore che ti fa sentire finalmente intero, che ti regala una pelle vera, che ti fa sentire che esisti, che ti fa sentire vivo, che ti strappa il cuore dal petto e ti ficca mille spilli in gola, e ti ferisce, e butta il sale su quelle ferite, un amore desiderato, negato, un amore che disseta, tormenta, rassicura, disorienta, un amore che non è amore, un amore che diventa odio, un amore pazzo, puro, disperato, incomprensibile, trascinante, arreso, oscuro, un amore che sa di peccato e sacrificio e redenzione.
I baci, le botte, la saliva, gli umori.
La dolcezza e la ferocia.
La crudeltà e la tenerezza.
Le vittime e i carnefici.
Una Napoli che sa d’acqua salata fa da sfondo alle vicende della famiglia Riccio, che con le famiglie delle pubblicità non c’entra proprio un bel niente.

C’è Uvaspina, fragile e delicato come un chicco d'uva che a difendere la polpa dolce e fresca ha solo una pellicina sottile sottile sottile, un personaggio che ispira tenerezza e protezione, continuamente attaccato e ferito, spremuto, drenato, schiacciato, tormentato da chi dovrebbe amarlo e dal mondo, che non lo accoglie né comprende: la sorella che lo vessa, la madre che gli dice "sopporta, sopporta e stai zitto", lui mendicante di avanzi di un amore al quale non è concesso vivere alla luce del sole. E, nonostante tutto, è come se risplendesse di una luminosità quasi sovrannaturale, come se fosse un martire o un angelo.

C’è Minuccia, sorella di Uvaspina, che invece si fa odiare, che è sempre troppo o troppo poco, una trottola senza controllo che gira e gira e gira, spietata e velenosa, che ferisce e distrugge, feroce e violenta, che gode nell’umiliare gli altri e nell’avere il potere. E tutto questo basta per detestarla, ho pensato. Ma poi mi sono fermata un istante, un secondo solo, e ho guardato un po’ più in là... tra le tempeste, i lampi e i tuoni ho visto una ragazzina che avrei voluto abbracciare dicendole “va tutto bene”. Io credo che Minuccia si difenda come può dallo schifo del mondo, dalle mani che la frugano, dal proprio sentirsi “non abbastanza”, dal suo sentirsi sempre meno di tutti, più grassa, più volgare, più imperfetta; e credo anche che lo strummolo la ripari dalla propria insicurezza, rendendola contemporaneamente vittima e carnefice di se stessa.
Lei si protegge da tutto e da tutti nel modo più sbagliato e cieco, ma forse quello è l’unico modo che conosce.

C’è, poi la madre di Uvaspina e Minuccia, la Spaiata, che ogni volta che si sente abbandonata annuncia “io muoio”, in una specie di ricatto senza fine.

C’è il padre, Pasquale Riccio, sempre più assente e lontano e ingarbugliato in cose più grandi di lui.

C’è Antonio, il bel pescatore dagli occhi di due colori diversi, che legge tanto e racconta storie; con lui Uvaspina ha finalmente la propria bolla d'incanto, di ebrezza da felicità, di ubriacatura d'amore sconosciuto, un mondo suo, in cui non essere soltanto la vittima di Minuccia. Antonio insegna a Uvaspina a respirare, finalmente.
E poi ci sono il mare e l'acqua e l'odore di salmastro che permeano e impregnano tutto, tanto da dare l’impressione di esserci immersi, di averli addosso, sulle mani, sulla faccia, nelle narici, ovunque.
E c’é Napoli, che l’autrice ama di un amore profondissimo, che trasuda da ogni pagina, da ogni parola.

Leggetelo subito.
(Anche i ringraziamenti finali sono un'opera d'arte, balsamo per il cuore, lo scaldano e lo fanno sciogliere)
Profile Image for Edythe.
38 reviews1 follower
April 18, 2023
Sono combattuta per questo libro, è pesante e intriso di sofferenza. In parte mi è piaciuto leggere della vita di Uvaspina e della sua famiglia.

Mi sono arrabbiata e ho sofferto con i personaggi, fin troppo. Quello che mi è piaciuto un pò meno è il finale, che avrebbe potuto essere molto diverso, gli ultimi capitoli hanno lasciato decisamente l'amaro in bocca.

Questa lettura mi ha lasciato un senso di ansia e irrequietezza per le storie raccontate ma a tratti anche noia poiché dovevo fermarmi spesso per recuperare quei tantissimi termini dialettali che se non si conoscono interrompono la lettura, avrei preferito delle piccole note per spiegarne il significato magari.

Un'altra cosa che non ho apprezzato non sta nella crudezza delle scene ma la scelta singolare dei termini utilizzati, a volte troppo viscerali e descrizioni a volte troppo lunghe e ripetitive .

Avevo alte aspettative su questo libro che purtroppo non sono state soddisfatte, non sono riuscita a vederlo come un capolavoro e nonostante penso sia un bel libro mi rendo conto che non è una storia che leggerei di nuovo ma c'è da dire che forse non è nemmeno il mio genere.

È stata un'avventura singolare... Sicuramente lo consiglio, nonostante abbia dato un voto basso penso possa piacere a molte persone.
Profile Image for Sara maria Serafini.
Author 5 books36 followers
July 19, 2023
Uvaspina è scritto con l'acqua azzurra del mare del Golfo di Napoli. Con quel sale che pizzica le voglie e poi le purifica.
Il racconto di una famiglia disfunzionale si mescola ai vicoli stretti, all'odore di pesce e all'unto dello strutto, ai riti arcani e allo scuorno di un amore troppo affamato per poter lasciarne pezzi interi.
Monica Acito ha una scrittura sonora, ogni parola ti spreme come un chicco d'uva, ti attira a sè come il filo dello strummolo impazzito.
Questo esordio ha la potenza delle cose che vengono da dentro e devono essere vomitate fuori perché non le riesci a trattenere, in nessun modo.
Uvaspina è un libro bellissimo, Minuccia e La Spaiata sono personaggi indimenticabili.

"La Spaiata portava ancora la riga in mezzo: quella riga le tagliava in due il cranio, con la stessa geometria con cui Spaccanapoli divideva la città antica tra nord e sud.
A nord della testa della Spaiata ci stavano i malapensieri, le sigarette di contrabbando e le puntate di Febbre d'amore; a sud, tutti i funerali della vita sua, in cui l'avevano pagata per chiagnere e fottere, e che le avevano lasciato un talento naturale per la sceneggiata e l'arte di sapersi fingere morta o viva a seconda di come cambiava il colore della pummalora nel ragù."
Profile Image for Ilaria Quercia.
319 reviews88 followers
January 7, 2024
Non mi ha tanto impressionato la trama quanto la potenza e intensità della scrittura e la profondità dei personaggi, veri e allo stesso tempo macchiette fra mito e verità. Napoli emerge come una città affascinante, potente e intrisa di antiche superstizioni, profumo di cipolla e delizie al limone, musica, dialetto e poesie di Di Giacomo, tutto in un equilibrio sottile tra la bellezza e il fascino del passato e la tristezza e il frastuono del presente. Luoghi e miti come Posillipo e Nisida, il Palazzo Donn'Anna, insieme alla leggenda del Chiummo e il mistero del mare nero, sono teatro conturbante di tutta la narrazione fatta di soprannomi e metafore. La spaiata, lo strummolo e l'uvaspina sono i soprannomi dei tre protagonisti, tre umanità incompiute e difficili, ognuna con la propria croce da portare, ognuna attaccata al personaggio da rappresentare. Chiudo il libro con una sensazione di malinconia.
Profile Image for Esdra.
30 reviews1 follower
March 1, 2023
La storia è bella, i personaggi pure, ma sono rimasto contrariato dal finale. Il nostro protagonista non trova una realizzazione, viene spremuto al sangue fino alla fine - coerente con il suo personaggio, ma mi aspettavo una sorta di riscatto visto che c’era un accenno di trama in questa direzione.

Scrittura impeccabile e dura anche se ho avuto difficoltà a comprendere le espressioni dialettali napoletane - ma questo è un limite mio perché non le conosco. Ottimo esordio per una penna che risulta già molto matura.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Mariachiara Montera.
64 reviews106 followers
June 22, 2023
Una scrittura lavica per una storia senza sconti: quanto ho fatto fatica a staccarmi da questo libro.
Napoli, l’amore, la famiglia, in una storia che parla di pesi e legami: c’è una triste claustrofobia in questi personaggi che sembrano impossibilitati a scegliere una felicità fresca. Così vividi, così accecati e affamati. Cambiano, ma non fuggono. La vita li aggredisce, senza scampo.
Mi sono innamorata di tutto, della lingua e della crudezza. E dello sguardo compassionevole di Acito nei confronti dei suoi personaggi.
Profile Image for Elalma.
816 reviews86 followers
March 2, 2024
Un ottimo esordio, anche se non è il tipo di lettura che amo, in queste pagine non esiste pacatezza e moderazione, c'è passione dolore ed esagerazione, una "sguaiatezza" voluta ma scritta con una lingua molto originale.
Profile Image for Ferliegram.
197 reviews63 followers
June 26, 2023
“il destino dell'uvaspina è lo stesso dalla notte dei tempi: essere spremuta, schiacciata e pestata per farci sciroppi che guariranno le malattie degli altri.”

È sempre difficile parlare di un romanzo che ti è piaciuto, anzi spesso riusciamo a essere più lucidi e verbosi per quelli che ci hanno deluso perché abbiamo sempre chiaro ciò che non abbiamo gradito.

Per cui parto dicendo che Uvaspina è unicum nel panorama contemporaneo italiano, non credo di aver mai letto un romanzo di esordio negli ultimi decenni - peraltro scritto da una autrice giovanissima- così ricco di tradizione popolare, di amore per la propria terra d’origine, di legami indissolubili che la terra crea e disgrega.
Leggendo queste pagine ho percepito tutta l’attaccatura alla propria città ma anche l’idiosincrasia per le brutture e lo storture in lei insite e irradicabili.

“per tutti Uvaspina era 'o femminiello, e quella parola continuava a sgusciare nelle bocche dei compagni, che la alternavano con ricchione, e in quelle parole racchiudevano tutta la loro paura e curiosità per ciò che non era ovvio, per chi osava avventurarsi oltre i confini netti e violenti tracciati dai genitori. In quegli insulti confusi i compagnielli trovavano l'unica libertà, l'unica trasgressione che Chiaia potesse concedere.”

Ciò che invece ho gradito meno ma che magari leggendo altre opinioni o ascoltando le presentazioni a cui andrò o semplicemente lasciando sedimentare il tutto dentro di me è la frettolosità degli ultimi capitoli, in netto contrasto con la delicatezza e la flemma del resto dell’opera.
Ho trovato il finale un po’ raffazzonato e posticcio oltre che un po’ illogico, ma ciò ha un posto molto minore nella mia mente perché da sempre sono convinto del fatto che quando ci si immerge in una lettura non importa tanto il punto di inizio o la peculiarità del finale (certo con le dovute eccezioni) quanto, soprattutto, ciò che hai provato lungo tutto il percorso.
E Uvaspina ha suscitato in me emozioni forti, talvolta anche fastidiose che solo una penna esperta e ben calibrata poteva provocare.


“quella era una croce che portavano tutti e due insieme, ma a Uvaspina erano usciti i calli alle mani, dallo stringere troppo il legno.”

Leggetelo perché al di là del gusto personale è un romanzo che educe e arricchisce: tra leggende locali, mito, molibdomanzia e sapienti commistioni linguistiche abilmente costruite non sarete più gli stessi di inizio lettura!
Profile Image for lee.
137 reviews8 followers
January 26, 2024
Ho scelto di leggere "Uvaspina" senza averne mai sentito parlare, ma catturata dalle poche parole che ero riuscita ad afferrare sfogliandolo in libreria.

Mi sono bastate quelle poche parole per essere colpita dal magnetismo di questo romanzo, che mi è piaciuto molto ma che al contempo non mi è proprio piaciuto leggere, non nel senso stretto del termine. È un romanzo feroce, graffiante, un po' sadico perchè un po' si crogiola nell'impatto dei suoi colpi e no, non è sempre piacevole. Non è, insomma, un libro che penso di riaprire in futuro, per riviverlo e riviverne le ambientazioni; eppure l'ho letto in pochissimo tempo, e quando lo prendevo in mano non riuscivo a non divorare almeno un centinaio di pagine per volta. Perchè “Uvaspina” è tutto una malìa, una cantilena dal sentore antico che un po’ turba ma che non si riesce a smettere di ascoltare. E in questo sta la sua inquietante magia.

Gran parte del gioco lo fa la scrittura brillante e ponderata di Acito, che a mio parere fa un uso coraggioso e intelligente della lingua in questo suo esordio. Niente è casuale o superficiale nella prosa dell'autrice, dalla scelta di ricorrere a termini e locuzioni dialettali (che, da un certo punto di vista, sono certa rendano la lettura più difficoltosa a chi il napoletano non lo conosce, ma che aiutano tantissimo a entrare in contatto con la storia e i personaggi), all’asprezza e violenza delle parole in determinati passaggi, fino alle bellissime metafore e similitudini che rendono Napoli la vera protagonista silenziosa di questa storia.
Storia che forse, privata di questo elemento, sarebbe stata una fra altre e invece no, vive di vita propria, si anima e reclama attenzioni, graffia.

E vive proprio nelle parole di Acito, che scolpisce i suoi personaggi con mano (penna?) abile e ne dà una caratterizzazione tanto ben rifinita e così tangibile, che si potrebbe dire essere poi il vero punto focale di questo romanzo: “Uvaspina” non è tanto una storia, un racconto, un fatto, quanto è concretizzazione dei suoi personaggi. "Uvaspina" si legge per conoscere Carmine Riccio con quella voglia tonda sotto l'occhio, per toccare con mano "lo strummolo", ovvero la sorella Filomena, e ferirsi le dita, per sentire le urla della "Spaiata" Graziella, e sopportare l'inedia provocata dall'esistenza di tale Pasquale Riccio, padre marito e soprammobile mancato. Insomma, questo libro è tutto i ritratti dei suoi protagonisti. Tanto che se fosse terminato dopo le prime 100 pagine sarebbe stato ugualmente bello, perchè è proprio lo spessore e la presenza quasi ingombrante di questi personaggi così accuratamente portati alla luce, che lo rendono un romanzo speciale. I personaggi di “Uvaspina” sono statue immobili nella loro tridimensionalità, vividi e a tutto tondo, sempre uguali a sé stessi, gloriosi e perennemente incastonati su quello sfondo di paesaggi napoletani che ne rispecchiano le contraddizioni e rappresentano insieme libertà e ossessione, corrispondenza e solitudine, amore e tradimento.

E se la caratterizzazione è il punto focale di questo romanzo, non c’è caratterizzazione più travolgente di Napoli. Una città che si fa personaggio, onnipresente e volubile, coinvolta nelle storie dei protagonisti come una divinità marina, a tratti crudele e a tratti benevola. Ho amato la ricchezza di simboli con cui viene descritta la città (che mi è natale, quindi ho forse apprezzato ancor più) e al contempo la capacità di Acito di rendere perfettamente la realtà di Napoli, nonostante l’uso di metafore fantasiose e immaginifiche.

Come qualcuno che la città l’ha vissuta sulla propria pelle, Acito riesce a catturare di Napoli e ancor di più della napoletanità quel qualcosa di ineffabile, quella sfumatura di colore unica che le è propria, e che forse risulta pienamente decifrabile solamente a chi a questa terra ci è appartenuto, anche solo per un po’.
Profile Image for La Libridinosa.
569 reviews195 followers
March 23, 2024
3 stelle e mezzo

Non so bene cosa non abbia funzionato tra me e questo romanzo, ma più andavo avanti con la lettura e più aumentava in me la sensazione di star leggendo "la solita storia partenopea", coi soliti personaggi "sbagliati", con la solita Napoli e i soliti problemi.

La recensione completa nel blog
Profile Image for Sabrina Petronio.
29 reviews6 followers
June 3, 2023
In questo romanzo, come afferma l’autrice, c’è “tutta la mia fame d’amore, quello desiderato e quello negato”.
É l’amore, infatti, distratto, assente, talvolta crudele, che muove i personaggi di questa vicenda, li trasforma in belve fameliche, li disorienta e li rende succubi, egoisti, affranti, vittime e allo stesso tempo carnefici.
Fa da sfondo alla storia Napoli, con la sua bellezza dirompente e straniante, fatta di contrasti e di eccessi, che si riflette nel perenne senso di inadeguatezza dei personaggi.
La lingua, ricca di termini gergali, colorita, esuberante ci catapulta in pieno in questa storia ricca di luci ed ombre, a tratti poetica nella sua scarnezza.
Profile Image for Morgana ☾.
14 reviews
March 17, 2023
Se dovessi indicare la degna erede di Elena Ferrante, non esiterei a dire Monica Acito. Ma immagino che ogni scrittore preferisca essere erede solo di se stesso. Quindi lasciatevi fagocitare dalla storia di Uvaspina e Minuccia, da una Napoli che profuma di mare e miseria. Una Napoli dove si chiagne e si fotte, ma soprattutto si ama la vita con una violenza antica e ancestrale.

Nei ringraziamenti l’autrice cita se stessa da piccola, ricordando quando si vergognava di avere questo demone della scrittura che le bruciava nel corpo. Io dico, e meno male che ha continuato a bruciare, regalandoci questo meraviglioso frutto di mare napoletano che è Uvaspina!
Profile Image for sus ⊹⟡₊⋆∘.
139 reviews1 follower
August 9, 2023
ALLORA.
Molto da dire su questo libro: gli do 3 stelline (in veritá sarebbe 3½ ma ho deciso che vado contro la mia regola di quest'anno di arrotondare per eccesso) e nello stesso tempo in certi momenti l'ho davvero odiato.

Ingranare con l'inizio è stata dura — sono arrivata persino a pensare di mollarlo all'inizio — perchè se ci sono dei personaggi che ti fanno proprio voglia di voltare la testa davanti a dei personaggi, alla loro bruttezza, alla loro cattiveria, ma anche al loro dolore ecco questi sono tutti i personaggi di Uvaspina.

Eppure. Eppure Monica Acito scrive in modo impressionante, e nonostante le difficoltà date dal perenni utilizzo del napoletano, non si riesce a non apprezzare quella che a mio parere è oggettivamente bravura letteraria (e che fai? Non la conti in un voto?).
C'è anche da dire che i personaggi sono stati sempre coerenti con loro stessi, e in verità anche interessanti MA IO ODIO TE, TE, E SOPRATTUTTO TU MINUCCIA.

Penso il mio problema sia stato anche che io ero alla ricerca di una lettura pseudo-leggera/tranquilla per l'estate, mentre Uvaspina richiede un certo altro tipo di mood.

Oh però scritto bene è scritto benissimo, e a modo suo bello è bello. Mannaggiatuttiloro.


****SPOILER****

MINUCCIA ERO GIÀ PRONTA A SCRIVERE CHE TU TI MERITAVI DI MORIRE NON ALTRI, MA LA TUA VERA FINE INVECE TE LA MERITI ANCHE DI PIÚ MERDACCIA CHE NON SEI ALTRO
Profile Image for Day Vidix.
9 reviews
March 4, 2023
Crudo e dolce allo stesso tempo. Scritto benissimo.meraviglioso
Profile Image for Dave Given.
Author 6 books10 followers
July 1, 2023
Un romanzo di elegante kazzimma.
Uvaspina è un testo che ti travolge, capace di trascinarti in una Napoli senza tempo e riuscire a dare la possibilità di calarti in luoghi e usanze conosciute solo da chi ha vissuto e ama profondamente questa città. Lo stile dell'autrice è originale, dritto e graffiante... lascia il segno. Lo fa con una classe incredibile, una voce narrante molto ben gestita, senza fronzoli, perfettamente identificata con l'ambientazione, così come i personaggi un po' eroi ma soprattutto antieroi; che spaziano in tutta la gamma delle emozioni umane. Mi è piaciuto tanto il poter passare da un personaggio all'altro attraversando sensazioni come la pura, misteriosa, sonora cattiveria o la più profonda dolcezza, l'amore, la debolezza, il senso di smarrimento, l'inadeguatezza. La trama si incastra come un puzzle perfetto non tralasciando nulla di incompiuto e coinvolge il lettore riuscendo a regalargli anche diversi sussulti. Le descrizioni sono per me (ex aequo con il personaggio di Minuccia) il vero quid del romanzo e del tratto stilistico dell'autrice: forti, fuori dalle righe e con il giusto grado di eccentricità. Monica Acito nonostante abbia grandissima padronanza di linguaggio credo non conosca la parola cliché (tanta roba!) perché ho rivisto una Napoli vera, non edulcorata né "folklorizzata" proprio come la conosco e la vivo quotidianamente. Soprattutto ho amato come le descrizioni e lo sguardo sulla (e dentro) la città prendano caratteristiche diverse in base allo stato d'animo di chi la osserva, un vero colpo di classe [devo ammettere che in parte invidio (c'è sempre una percentuale d'invidia nell'ammirazione) l'Acito per questa sua dote e la naturalezza con cui lo riesce a esprimerla] proprio perché questo rende la storia concreta. Sembra quasi tu possa toccare quello che leggi, tutto diviene totalmente immersivo, più che verosimile proprio reale. Le città ti sembrano uguali con la pioggia o con il sole?
Profile Image for Silvia Maiorano il_mondodeilibri.
122 reviews10 followers
March 29, 2023
“D’altronde, il destino dell’uvaspina è lo stesso dalla notte dei tempi: essere spremuta, schiacciata e pestata per farci sciroppi che guariranno le malattie degli altri.”

Uvaspina, Carmine Riccio, è il protagonista del romanzo di Monica Acito, ed è proprio così, un ragazzo che si prendere tutti i dolori della famiglia, destinato a soccombere e ad accettare il male e la rabbia degli altri, in particolare della sorella Minuccia, insicura e gelosa.

La storia è ambientata a Napoli, la città che con tutti i suoi odori, le sue storie, le sue tradizioni, il mare, il Palazzo Donn’Anna che formano lo sfondo perfetto.

Sulla scena ci sono i personaggi principali, Uvaspina, Minuccia, La Spaiata, Pasquale e Antonio, che ho trovato pungenti, in alcuni momenti fastidiosi. In alcuni momenti sembra di empatizzare con loro, quasi facciano pena e vorresti quasi essergli vicino, invece si rivelano codardi, fragili, incapaci di affrontare se stessi.

Forse è proprio questo che mi ha infastidito, il continuo piegarsi alla volontà degli altri, degli eventi, non reagire oppure farlo in modo esagerato, violento sbagliato.

Tutto questo arriva con una scrittura forte, intrigante, scorrevole, che fa immergere nella storia a 360 gradi. In alcuni momenti mi sono sentita nella città partenopea, ho avvertito il caldo, l’odore della sigarette, il mare. È stato tutto molto inteso, come il linguaggio che arriva crudo e vero.

Profile Image for Chiara.
34 reviews
July 13, 2023
Uvaspina ha una voglia sotto l'occhio sinistro e una sorella soprannominata Minuccia. Lei é la sua ombra, il suo respiro e nel complesso processo di crescita i due fratelli alternano amore profondo e odio indomito. Minuccia é più forte e robusta di Uvaspina che è sempre stato apostrofato come un effemminato. Lei, ne soffre terribilmente. Le punizioni che infligge a sé stessa e agli altri sono colme di una rabbia viscerale e primordiale.
Uvaspina é il romanzo di esordio di Monica Acito, scritto con un linguaggio chiaro ritmico e ricco di termini dialettali che sporcano leggermente la patina dei personaggi, caratterizzandoli e mai prevaricando nel dialogo. La Napoli che fuoriesce dalla sua penna é nuda e viva, un personaggio con il quale inevitabilmente imbattersi.
Spero scriva altri libri!
5 su 5 per me.
Profile Image for Valentina.
245 reviews9 followers
February 27, 2023
Uvaspina mi ha decisamente convinta.
La quarta stellina è stata guadagnata solamente perchè si tratta di un esordio e trovo che il libro meriti proprio per questo, visto che possiede la maturità di un testo da scrittrice affermata.

Monica Acito in questo libro dipinge la vita del giovane Uvaspina (ma non solo!) in quello che si rivela essere un macrocosmo di persone e peronalità ricche, complesse e sfaccettate.
I personaggi qui non sono solo strumenti per spiegare concetti e punti di vista, ma sono prima di tutto persone, emozioni, storie vere e palpabili.
Il personaggio che ho amato e odiato di più è probabilmente Minuccia, così ambivalente, così vera che non può fare a meno di coinvolgere il lettore nella suo moto, quello dello "strummolo" incessante.

La prosa del libro è ricca e viva, densa di termini ed espressioni napoletane, che aiutano ancora di più il lettore a immedesimarsi nella vicenda e ad empatizzare con i personaggi (anche se si tratta comunque di uno stile che richiede il suo tempo per essere compreso).

Finale coerente con la storia.
Nulla da dire.
Profile Image for Lucio Aru.
Author 1 book32 followers
May 2, 2023
Mi spiace ma questa scrittura è proprio brutta per quanto mi riguarda. L’ho trovata non solo spiacevole, ma anche forzata. Niente a che vedere con la realtà cruda che vorrebbe prendere voce o con il racconto del grottesco che ci si aspetterebbe da queste premesse.
Profile Image for Stellina.
168 reviews1 follower
August 19, 2023
All’inizio la scrittura di questo libro l’ho trovata un po’ forzata e confesso di aver fatto fatica ad andare avanti. Ma dopo un po’ di pagine ho capito la potenza di questo racconto, grottesco, forte, a volte dai toni assurdi. L’amore/odio di due fratelli, la loro madre così strana, sguaiata, “spaiata”, il loro padre, assente e distante. Gli amori impossibili, gli intrecci familiari difficili e grotteschi. Sullo sfondo di una Napoli un po’ fantasma, un po’ arrendevole, un po’ spietata. Questa storia è dalla pelle dura e sfuggente. Cruda e struggente. Sarebbe bello vederla indossata su una pellicola cinematografica.
Profile Image for Laura Gotti.
425 reviews555 followers
October 9, 2023
Mi è piaciuto. Intendo proprio la storia che mi ha raccontato, il dramma, la follia, la violenza, il linguaggio. Mi ha intrattenuto e faticavo a metterlo giù perché volevo vedere dove andava a parare. È un libro pazzesco? Beh, no. L'ho letto qualche settimana fa e già ne ho dimenticato larga parte, però credo sia stata una buona prova.
43 reviews1 follower
April 17, 2023
Un libro che resterà per sempre con me anzi, un libro che si è preso una parte di me, tanto da togliermi il fiato e non riuscire a riprendermi se non dopo diversi minuti dal termine della lettura.
Ho sentito un nodo nello stomaco quasi come se lo strummolo avesse colpito anche me.

Bellissima scrittura. Bellissime immagini. Una storia che non può lasciarti indifferente.
Profile Image for Fede Tironi.
84 reviews2 followers
June 25, 2023
Un romanzo intenso, crudo intriso di vecchie credenze, fattucchiere prefiche...
Uvaspina un ragazzo che vive nell'ombra il suo amore segreto e Minuccia sua sorella autolesionista estremamente fragile e probabilmente incompresa. Molte pagine le ho trovate superflue barocche pesanti un romanzo che resta dentro per la storia, meno per lo stile
Displaying 1 - 30 of 100 reviews

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