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Due vite

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«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, così propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia.
Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice,quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».

87 pages, Kindle Edition

First published May 28, 2020

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About the author

Emanuele Trevi

90 books113 followers
Emanuele Trevi (Roma, 7 gennaio 1964) è un critico letterario e scrittore italiano.
Figlio dello psicoanalista junghiano Mario Trevi, è editor e autore di saggi e romanzi. Ha debuttato nella narrativa nel 2003 con I cani del nulla, uscito presso Einaudi Stile Libero. È stato direttore creativo (con Arnaldo Colasanti) della Fazi editore, ha curato una collana presso Quiritta editore e, con Marco Lodoli, l'antologia scolastica Storie della vita edita da Zanichelli. Ha inoltre curato le edizioni di:
- la Tavola ritonda, classico italiano del XIV secolo
- Amore, figura e intendimento: osservazioni sull'allegoria in Cavalcanti e nella «Vita nuova» (di Dante Alighieri)
la Storia di fra' Michele Minorita di anonimo fiorentino
- l'introduzione a Charles Perrault, I racconti delle fate e Le fiabe francesi della Corte del Re Sole a Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi
- le Istruzioni per l'uso del lupo, una lettera alla critica italiana, in due edizioni
- Altri saggi vanno dall'introduzione a Il mio Carso di Scipio Slataper, all'intervista per «Paris Review» a Milan Kundera, dalla collaborazione per la parte delle prose all'edizione di Lucio Felici delle opere di Giacomo Leopardi, alla presentazione di una collezione di saggi di Viktor Borisovič Šklovskij, e ancora di opere di Emilio Salgari, John Fante, Gabriella Sica, Goffredo Parise, Giosetta Fioroni, Giorgio Manganelli, Alexandre Dumas, Ferenc Molnar, Edmondo De Amicis (i viaggi), Henri Michaux ecc.

Con il libro reportage sul poeta Pietro Tripodo, "Senza verso. Un'estate a Roma" edito da Laterza ha vinto il Premio Sandro Onofri.

Collabora con Radio 3 e ha scritto su diverse riviste come Nuovi argomenti, Il caffè illustrato e su quotidiani quali la Repubblica, la Stampa e Il Manifesto.

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January 14, 2023
PIA E ROCCO COME LI CANTA LUI

Kazimir Malevič: Sportivi (1930 – 1931).

Ho visto orme sulla spiaggia.
E il mare non le aveva ancora cancellate.
Le ho seguite. Ho cercato di ricalcarle.
Ma i miei piedi sono più lunghi e snelli, lasciavano altre impronte.

È l’immagine che mi ha stimolato il ritratto che Trevi fa di Rocco Carbone.


Kazimir Malevič: Autoritratto (1933).

Ho conosciuto Rocco. Una breve frequentazione. E forse per questo sentivo l’acuto bisogno di leggere chi l’ha conosciuto meglio, lo ha frequentato più a lungo, gli è stato intensamente amico. Con la speranza, e l’illusione, che mi svelasse qualcosa, facesse luce.
Ma forse, soprattutto, sentivo l’acuto bisogno di leggere qualcos’altro di Trevi. Ché i suoi scritti sono viaggi dell’anima: si torna arricchiti. Dopo essersi divertiti. Che chiedere di meglio?
Forse meglio di tutti l’ha posta un mio amico di Maremma: Trevi mangia il fumo alle schiacce.


Kazimir Malevič: Ritratto della moglie (1933).

E poi Pia Pera, per me “questa sconosciuta”. Ma ora non più, grazie alla “giusta distanza” che Trevi sa subito individuare:
L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità.
Ora conosco anche Pia, la sento amica.


Kazimir Malevič: donna con un rastrello (1928 - 1932).

A ciglio asciutto e a cuore aperto, Trevi traccia due ritratti in parallelo di due suoi amici, due scrittori morti prematuramente: Carbone a quarantasei anni, nel 2008, in un incidente stradale, Pia Pera di sla a sessant’anni, nel 2016.
Per il primo usa e riusa, elabora e amplia la lunga ricca prefazione scritta al romanzo di Rocco uscito postumo, Per il tuo bene.
Il fatto è che Rocco era una persona in grado di stare bene – anche più di molti suoi simili. Se bruciava la vita con una pericolosa intensità, come se fosse dotato di una miccia più rapida di quella degli altri, è proprio perché la capacità di godere era in lui altrettanto rigogliosa che quella di soffrire.


Kazimir Malevič: Casa rossa (1932).

La vicinanza tra chi scrive e chi è descritto, la conoscenza e frequentazione, l’affetto e l’amicizia che legava i tre è palpabile, è palpitante: più che scoprire chi erano coloro che non ci sono più, viene raccontata la storia di una lunga bellissima amicizia. Che per forza di cose, e per fortuna, coinvolge chi scrive, non lo relega sullo sfondo, ma lo implica protagonista tanto quanto.
C’è affetto, e amore, in queste pagine, struggimento e nostalgia. Genera strazio e struggimento. Produce bellezza.


Kazimir Malevič: Due figure maschili (1930).

Io non ci credo, non ammetterò mai che un dolore o una malattia servano a qualcosa, è solo una consolazione moralistica, e comunque rinuncerei volentieri a questi famosi frutti della sofferenza. Non siamo nati per diventar saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po’ di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi.


Kazimir Malevič: Ragazze nel campo (1928 - 1930).

PS
Pia Pera collaborò con Gianna Nannini alla composizione dei testi per album Pia come la canto io, incentrato sulla figura di Pia de’ Tolomei che Dante incontra nel V canto del suo Purgatorio.


L’incontro tra Dante e Pia de’ Tolomei nel canto V del Purgatorio dantesco illustrato da Gustave Doré.
Profile Image for Pavel Nedelcu.
389 reviews122 followers
January 27, 2024
LE DUE VITE COMMOVENTI MA UN PO’ SBILANCIATE



Mi è stato confermato gran parte di quello che avevo letto nelle recensioni su questo libro: soprattutto la versatilità di Trevi, che passa dalla narrativa al saggio, alla critica letteraria, alla confessione e all'autobiografia in un battibaleno – e senza, per questo, stonare!

Ma se la storia dell’amico Rocco emoziona, crea empatia, sembra completa e vicina, almeno quanto la prossimità dei due (Rocco Carbone ed Emanuele Trevi) nella vita reale, per quanto riguarda invece Pia Pera le cose non funzionano proprio allo stesso modo.

Le due vite non sono equamente descritte, e questo un po’ spiace, soprattutto nelle parti in cui Pia viene descritta in rapporto alla sua bellezza e alle sue relazioni amorose, mentre di Rocco questo si menziona solo marginalmente. Poi, si percepisce anche in generale un certo ritegno nella descrizione di Pia. Quindi, se da un lato Rocco risulta afferrabilissimo al lettore, dall’altro Pia è alquanto sfuggente.

D’altronde, la qualità letteraria di Trevi è altissima e su questo non ci piove. Quando ben bilanciata, la sua prosa limpida, nonostante la mole di informazioni, non annoia affatto, anche in mancanza della trama: ha un che di umano, di sensibile, di universale e arcaico.

La lettura di questo libro ci metterà sulle labbra un sorriso malinconico, e nel cuore tutta l’amara inevitabilità di un destino umano fragile e imprevedibile:

“E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno”.
Profile Image for Gabril.
834 reviews190 followers
February 24, 2021
“Non siamo nati per diventare saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po’ di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi.”

Questo breve libro, racconto e memoria sentimentale intorno a due vite che si sono spente troppo presto, è dotato di una concentrazione e di una intensità che lasciano il segno; non solo: risvegliano in chi legge analogie di sentimenti, sfavillio di pensieri, fanno intravedere scorci di paesaggi e cominciamenti di sentieri che senza scampo e senza deviazioni portano dritti all’anima.

Trevi afferma che “la letteratura deriva la sua stessa ragion d’essere dal rifiuto di ogni generalizzazione: è sempre la storia di quella persona, murata nella sua unicità, artefice e prigioniera della sua singolarità”.
Ed è proprio rispettando questo principio che ci parla della sua amicizia con Rocco Carbone e Pia Pera, ci partecipa del suo sguardo su di loro, celebrandone l’essenza con pochi, individuati aggettivi: incantevole Pia, saturnino Rocco.
Entrambi complessi, sfaccettati, diversi, ma forse resi simili “da questo compagno segreto, da quest’ombra vanificatrice, da questa orrenda succhiasangue che è l’infelicità.”
Plateale per Rocco, più sottile e meno visibile per Pia.
Molto differente fu invece la loro morte: improvvisa per lui, lenta e disgregante per lei.
Le loro opere testimoniano la preziosità del loro talento, e questo libro ne offre un appassionato omaggio.

Ma ecco che leggendo ci accorgiamo che l’affermazione testé riportata, sulla singolarità della letteratura, si trasforma e addirittura si capovolge nel suo opposto, perché in questo racconto non ci sono soltanto gli intrecci individuali tra le persone che ne rappresentano i soggetti narrativi (Rocco, Pia, l’autore), ma c’è anche un respiro più ampio, il ritmo di un passo più universale, se così si può dire, ovvero più schiettamente e genericamente umano.

“Noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene.”

È questa seconda vita che Trevi, scrivendo, ci induce a sperimentare, non solo per Rocco e Pia, che non abbiamo personalmente conosciuto, ma anche per tutti coloro che abbiamo amato e perduto e che sopravvivono in una zona umbratile del cuore.

“La scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti e consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso: non pensarlo ma scriverne”... accorgendosi così che la scrittura è una vera e propria chiamata, una convocazione dello e nello spirito.

E per finire (ma molte sarebbero ancora le citazioni significative):

“I nostri amici sono anche questo, rappresentazioni delle epoche della vita che attraversiamo come navigando in un arcipelago dove arriviamo a doppiare promontori che ci sembravano lontanissimi, rimanendo sempre più soli, non riuscendo a intuire nulla dello scoglio dove toccherà a noi, una buona volta, andare a sbattere.”

Inaspettatamente, leggendo questo piccolo limpido libro, io mi sono commossa.
Profile Image for Laura Gotti.
432 reviews559 followers
March 7, 2021
Chi ama la letteratura italiana non può non amare Emanuele Trevi. La qualità di scrittura di quest'uomo è qualcosa che, ogni volta che lo leggo, capisco perché io non sono capace di scrivere. Le scelte lessicali accurate ma mai pretenziose, il prosare fintamente lieve, i periodi lunghi che implicano riflessioni di giorni. Ho letto questo libro ieri pomeriggio. Un paio d'ore sono sufficienti. Poi non credo mi libererò delle sue parole nei prossimi due mesi.

La scusa è il raccontare due amici che non ci sono più: Rocco Carbone (che non conoscevo) e Pia Pera che con il suo ultimo romanzo, Al giardino ancora non l'ho detto, mi aveva straziato a partire dal titolo preso a prestito dalla Dickinson (I have not told my garden yet). Ma non serve conoscere le persone di cui Trevi parla, almeno non a me. Non serve perché basta cogliere l'amore delle sue parole legate al ricordo, alla vita andata, alla sorte e alla letteratura.

p. 35 'In una certa misura (...) la felicità dovrebbe consistere in una sempre minore attenzione a se stessi. Altro che cura di sé! Meno sai chi sei e cosa vuoi, meglio stai'.

Potrei andare avanti tutto il giorno, anche nei prossimi mesi. Invece mi limiterò a dire che ieri sera ho aperto una bottiglia di Negramaro. L'ho sorseggiato lenta, facendo riaffiorare i ricordi di chi non c'è più, lasciando andare la tristezza e pensando solo ai sorrisi mancati e alle mani che non posso stringere più.
Profile Image for Evi *.
368 reviews264 followers
July 30, 2021
Stregata dallo Strega?
No.

Autofiction, autoreferenzialità, mista ad una certa dose di critica letteraria, in questo romanzo, memoir, revival non so come chiamarlo...si parla anche di Lolita, di Puskin e del suo Onegin, di Bellow, di Burnett l'autore de "Il giardino segreto" etc etc, e a noi lettori piace sempre quando uno scrittore parla di altri scrittori, crea degli imperativi subliminali verso gli autori citati.
Ma gli scrittori italiani finiscono quasi sempre per impaludarsi nel romanzo di autofiction e ciò mi scuora sempre, ma nel complesso "Due vite" è una storia scritta in modo raffinato e pacato e delinea l'amicizia tra l'autore Emanuele Trevi e due scrittori realmente esistiti, ma prematuramente scomparsi, Pia Pera e l'ancora meno noto Rocco Carbone, con grande delicatezza e nostalgia.
Fino a ieri ero del tutto ignara dell'esistenza di entrambi, ma Trevi è stato sufficientemente bravo a instillare in me il desiderio di approfondire la loro conoscenza.
Provvederò soprattutto con Pia Pera perché la sua sensibilità, che seppe coniugare la passione letteraria con quella per il giardinaggio, non può non farmi trovare sua alleata discreta.
In quanto alla caduta nell'autofiction, EmanueleTrevi sembra quasi volersi giustificare quando dice:

Scrivere di una persona reale e scrivere di un personaggio immaginato alla fine dei conti è la stessa cosa: bisogna ottenere il massimo nell'immaginazione di chi legge utilizzando il poco che linguaggio ci offre
Profile Image for Emilio Berra.
253 reviews234 followers
February 21, 2022
- Pia e Rocco -
"La scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti"

Due scrittori molto amici fra loro e con l'Io-narrante, Rocco Carbone e Pia Pera, entrambi prematuramente scomparsi.
Rocco amava l'essenzialità : "così come esiste l'orrore del vuoto, certi individui patiscono una vera e propria fobia dell'ornamento".
Pia era "una persona intensa", particolarmente protettiva nel prevenire litigi tra gli amici.
Lui pareva votata all'infelicità. "Lo assalivano sciami di pensieri, come le cavallette della maledizione biblica".
Lei nota traduttrice e studiosa di letteratura russa ; "ai miei occhi, Pia è stata sempre un essere incantevole". Era però, "nella sfera sentimentale, un'inveterata masochista" ; come succede a varie persone, anche lei destinata ad "ottenere molta più felicità dall'amicizia che dall'amore" .
Tra loro due, pertanto, ci "fu un legame fino all'ultimo trasparente e felice, come accade quando Eros, quell'ozioso infame, non ci mette lo zampino" .

Un libro analitico e abbastanza profondo, con l'io-narrante anche ponderatamente autocritico.
Avendo precedentemente letto di E. Trevi "Sogni e favole", testo affascinante e di corale bellezza, le mie aspettative erano decisamente alte. Non posso dire propriamente che siano state deluse, ma ho dovuto constatare il più modesto livello di questo "Due vite", sicuramente più angusto e meno vario.
Profile Image for Kalliope.
691 reviews22 followers
November 17, 2022


I had no idea what this book was about, nor anything about the author, but I want to read more contemporary Italian writers, and this received the renowned Premio Strega in 2021. I have read it two times.

I first thought it was a novel, but it turned out to be a sort of dual elegy-biography. Emanuele Trevi (born 1964) is writing about his two, deceased, friends: Pia Pera (1956-2016) and Rocco Carbone (1962-2008). Both were writers. At times it felt somewhat uncomfortable to read it because it borders on the indiscreet. It certainly does not have the typical tone of an elegy. Trevi is often critical, more so of Carbone, but in the end an authentic appreciation of his two friends comes to the fore. I wonder what the two friends would have thought had they been able to read this.

A few brushstrokes on the two writers:

Pia Pera was both a writer and a translator of Russian and English. Trevi says that her translation of Onegin is written in such a superb Italian that I am thinking of ordering it. Of her fiction Diario di Lo, from 1995, stands out. This is a rewriting of Lolita from the point of view of Lolita herself. Trevi tells us that Nabokov’s son attacked Pera for using his father’s theme, without understanding that this rewriting was a homage to the original work - Lolita having become a mythological figure. Pera later turned to write about gardens; she suffered and died from MS.

I plan to read Diario di Lo.

Rocco Carbone was closer in age to Trevi, but the three were friends; with no shadows of sexuality dimming their camaraderie. There is a photograph of Rocco and Pia in the book. Carbone sounds like a more problematic personality, prone to obsessions, but as the friendship between the two men had its up and downs the reader may wonder how reliable Trevi is. Carbone seemed to be headed towards an academic career, but he changed his mind and dedicated himself to fiction. After one of the slumps in their friendship, Trevi read in one sitting the latest of Carbone’s books, L’Apparizione, and was enthralled. He called his friend, and their friendship was restored. Not long after though, Carbone died instantly in an accident with his motorcycle. This book is written at least ten years after the death of Carbone.

I plan to read L'apparizione.

The tripartite friendship developed in Rome, although Pia lived in Milan. I have enjoyed following in the map the various Roman sites mentioned (my first read was while in Rome). The most striking site is where Rocco lived for a while – on the Via di Santo Stefano del Cacco, where there is a foot in stone on the corner of the street.



Even if at times I felt uncomfortable by how close we get to both Pia and Rocco, I have enjoyed Trevi’s acuity of analysis. He says that in writing about somebody else what is key is finding the right distance, as it happens with an impressionist painting. Trevi’s sharpness of observation does not come as a surprise when one learns that both his parents were psychotherapists. In thinking about his friends, and their attitudes to life (Pera’s inclination towards masochism and Carbone’s towards sadism), Trevi seems to be examining a more general goal – the human search for happiness. One of his conclusions (surprising, given the profession of his parents) is not to pay too much attention to oneself.

An attractive aspect of the book, one that I always enjoy, is tracking all the rich literary references. The writers mentioned were several of the Russians (Pushkin, Gogol, Chekhov, Bulgakov), but also figures such as Hemingway, Frances Hodgson Burnett, and Patrick Leigh Fermor. Out of the Italians, apart from Dante, Carlo Emilio Gadda’s book Pasticciaio stands out. This latter book I first heard of in a wonderful bookshop in Naples and ever since it hovers over my wished list.

But before tackling Gadda, I would like to read more books by Emanuele Trevi.
1 review2 followers
June 7, 2021
Ho trovato questa storia di amicizia poco coinvolgente.
Inoltre non sono riuscita a ignorare il tono paternalistico dell'autore nei riguardi della produzione letteraria di Pia (tono che guarda caso Trevi non ha nei confronti di Rocco) e le varie affermazioni sulla letteratura femminista o sulle scrittrici:
1)
"A onore di Pia, bisogna anche aggiungere che almeno, nella sua volontà di vedere la storia dal punto di vista di Lolita non c'erano assurde pretese di un risarcimento "femminista" del personaggio, come oggi va tanto di moda"
2)
"Le piaceva scrivere di sesso, in modo molto disinvolto, vale a dire senza sfumare quando i personaggi arrivano al dunque. [...] preferiva all'occasione modi che stavano più dalla parte della pornografia che di quell'ipocrita erotismo da quattro soldi di tanti romanzi per signore"
[...]
"Il decoro [...] è una delle forme più insidiose della bruttezza e della velleità in letteratura, e Pia ne era molto più consapevole della maggioranza delle sue colleghe"

A quanto pare, secondo Trevi, i romanzi rosa sono scritti solo da donne.

3)
"Gli ingredienti insomma ci sono tutti ma, come dice lo chef Cracco ai concorrenti terrorizzati di Hell's Kitchen, Pia non è riuscita a <>"
Quanto è BRUTTA questa similitudine!

Nella prima parte del romanzo c'è una chicca, manna dal cielo per la pagina menwritewomen, ossia quella che io ritengo essere la descrizione fisica di un personaggio femminile più brutta che abbia mai letto:
"Aveva sulle gambe dei peli così lunghi da far pensare a una splendida creatura fiabesca, una gocciolante donna-capra delle foreste del Caucaso"
Profile Image for Carmine.
601 reviews71 followers
March 23, 2023
L'impersistenza della memoria

"Io non ci credo, non ammetterò mai che un dolore o una malattia servano a qualcosa, è solo una consolazione moralistica, e comunque rinuncerei volentieri a questi famosi frutti della sofferenza. Non siamo nati per diventare saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po' di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi."

"Scrivere di una persona reale e scrivere di un personaggio immaginato alla fine dei conti è la stessa cosa: bisogna ottenere il massimo nell'immaginazione di chi legge utilizzando quel poco che il linguaggio ci offre."

"E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno."

Ho imparato a mie spese, nel corso degli anni, di non essere adatto a categorizzare le opere fruite: Due vite è un memoir? Auto-fiction? Un autobiografico parziale?
Il fatto è che l'opera di Trevi, vincitrice del Premio Strega 2021, è innanzitutto un bel libro. Questo il punto d'inizio che potrebbe anzitempo conchiudersi come punto di fine.
Esistono i mestieranti della scrittura, scrittori o scrittrici dotati ovvero di buone capacità affabulatorie; gran conoscitori delle opere miliari e meritori di finalizzare esercizi di mimesi o rielaborazioni personali.
Poi esistono scrittori e scrittrici che sono la lingua che parlano; dall'interno ne modellano la struttura, e ogni loro scelta è un tributo d'amore che quasi glorifica l'esistenza di quella lingua.
Anche se rimanesse un solo Landolfi, un solo Manganelli o un Mari a scrivere l'italiano su questa terra, la verità è che ne sarebbe comunque valsa la pena. Probabilmente Trevi è un grande.

Due vite non è un racconto di due vite: è il ricordo di due vite. Ricordo fatidico, poiché i fantasmi rivivono nella penna di chi è stato costretto a comprendere quanto breve sia stato il tempo.
Ricordo anche spietato, nella misura in cui la memoria può rivelarsi insuperabile avversario dinnanzi al desiderio - umano, troppo umano - di ricostruire fedelmente il passato.
La verità è presto rivelata: siamo finiti nel tempo e nello spazio; un caduco passaggio sulla terra che possiamo solo raccontare, con i pochi mezzi a disposizione.
Trevi riporta alla vita Pia Pera e Rocco Carbone, due amici che affastellano i momenti ricordati e forse anche quelli dimenticati, gli attimi immortalati in una fotografia e i decisivi allontanamenti.
Non ha della tempesta l'impeto, la prosa di Trevi; è più una marea, lenta e costante, che guadagna in altezza: e costringe alla resa.

Un'opera preziosa, scritta da una persona che all'irreparabilità del destino contrappone la sola scrittura per rievocare il sentimento.

"«I haven't told my garden yet» dice la poetessa, non l'ho ancora detto al giardino che mi tocca morire, penetrare nell'«ignoto». Presto, troppo presto! Come farà il giardino a capire perché la giardiniera non viene più ad accudirlo? Meglio nascondergli la verità, meglio nasconderla anche all'ape che ronza tra i cespugli, alle foreste e alle praterie dove Emily ha tanto amato camminare. Queste sono cose da esseri umani, vincolati alla coscienza delle regole del gioco, non da api e giardini che nulla sanno della morte."
Profile Image for Enrique.
448 reviews225 followers
July 29, 2022
Me ha parecido un libro sencillo, cortito, bien escrito. Me ha gustado el estilo contenido y nada lacrimoso del autor, creo que buscando huir de la sobreactuacion en un tema tan dado a ello por la cuestión que trata, la muerte. La muerte de los amigos, en concreto.
El título despista, creo que se debería titular Tres vidas, ya que el propio E. Trevi es un personaje más de la historia.
Yo lo calificaría como una especie de réquiem nada espectacular, pero sí muy bello.
También habla de la amistad, de su conservación y cuidado.
Dejo un párrafo del libro, que aparte de gustarme mucho (y de no saberlo interpretar cuando leí la Odisea, tal como lo explica Trevi aquí), creo es un buen resumen de lo que intenta transmitirnos:
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"Hay un personaje menor de la Odisea que siempre me ha conmovido: un compañero de Ulises que se llama Elpénor. Aparece en el poema y enseguida sale de él de manera tristísima. Liberados del hechizo de Circe, los griegos se disponen por fin a zarpar. Elpénor, que después de las celebraciones, duerme la mona en el tejado de una casa, al oír que los llaman despierta, pero sin recordar dónde se acostó, en lugar de usar la escalera, cae del tejado y se mata. Paf, como en los tebeos. Hemos participado en la guerra de Troya, hemos acompañado a Ulises en todas sus travesías, navegando por mares que la cólera del mismísimo dios del mar agitaba, y acabamos así. No hay tiempo ni para llorar al pobre Elpénor.Deben partir antes de que esa vieja loca de Circe cambie de idea. Elpénor demuestra el gran arte de Homero. Porque nadie mejor que él encarna lo humano. A los seres humanos nos ocurre que salimos de pronto de nuestra historia por una momentánea y ridícula distracción, por un instante de mala suerte. Es algo insignificante que se impone sobre todo lo demás. Desde ese momento la onda expansiva de lo absurdo se extiende hacia atrás y abarca todo el pasado, hasta el primer día".
Profile Image for Come Musica.
1,750 reviews482 followers
June 29, 2020
Emanuele Trevi sfoglia l'album dei suoi ricordi e si sofferma su due amicizie a lui molto care: Pia Pera e Rocco Carbone. Nel ritratto che Trevi fa di Pia Pera, l'ho riconosciuta: ho letto alcuni dei suoi libri, a partire da "Al giardino ancora non l'ho detto" fino ad arrivare a "Diario di Lo". Rocco Carbone non lo conoscevo come scrittore, invece.

Tre amici, tre personalità diversissime, in tensione e in equilibrio instabile sull'altalena della infelice felicità o della felice infelicità. Anche il romanzo oscilla tra memoir e saggio, in memoria di questi due scrittori (amici) scomparsi e per evocarne il ricordo, per renderli presenti, Emanuele Trevi scrive di loro: "Siamo sempre in due, infatti, a essere inquadrati, mentre il terzo adopera una di quelle macchinette usa e getta che si portavano a sviluppare nei negozi di ottica."

Due personalità spigolose, legate indissolubilmente alla vita di Emanuele Trevi: un "Fenomeno inspiegabile, ma non così raro", Rocco Carbone; e “Pia, questa incantevole «signorina inglese»”.

"Edoardo Albinati tentò una sintesi del carattere della traduttrice che vale sia sul piano dello stile che su quello della psicologia, ammesso che sia possibile distinguere: «per tradurre Onegin bisogna almeno essere lievi, ribelli, fatui, coraggiosi, profondi, svelti, un po’ scervellati, e molto minuziosi»."

Due personalità così diverse tra loro, stroncate da una fine lenta per Pia e cruenta per Rocco: "Tiranneggiata com’è dalla ripetizione, la nostra vita ha ben poche possibilità reali di evoluzione, meno ancora di guarigione."

Dopo la morte di entrambi, le vite di Pia e di Rocco si rendono presenti attraverso la Natura: "Nella mia mente quell’alberello fiero e rigoglioso, che cresce isolato come una sentinella che sorveglia qualche avamposto [un alberello piantato in corrispondenza del posto in cui Rocco Carbone perse tragicamente la sua vita], ha finito per associarsi al giardino di Pia, come una sua lontana propaggine, una specie di succursale metropolitana."

Nel caso di Pia Pera, Emanuele Trevi sente lo scorrere del tempo che si assottiglia e che la vita della sua amica si sta dissolvendo: "La sabbia della sua clessidra si stava riducendo a un filo così sottile da diventare quasi invisibile."
Nel caso di Rocco Carbone, no. Emanule Trevi non era preparato alla sua morte, aveva avuto dei segni premonitori, ma come si fa a credere a questi segni, quando preannunciano la morte di qualcuno a cui si vuole bene?

"Quella che mi si fa incontro è un’immagine della totalità della vita, un’immagine che racchiude in sé ciò che è possibile sapere e ciò che non si può sapere, il giorno e quella parte della notte che, come nelle sonate di Chopin, non diventa mai la luce dell’alba, non passa, permane."

description

"Le cime degli alberi fremevano leggermente nella brezza che si era alzata al calare del sole. Il verde scuro dei sempreverdi, tanto amato da Pia, prendeva il sopravvento nel teatro di ombre del crepuscolo.

Un odore misto di resina, terra smossa ed erba tagliata penetrava nella stanza. E se lei non poteva più curarsi di lui, era il giardino adesso a prendersi cura di lei."

Cosa non ha funzionato in questo romanzo, secondo me? Il cambio di stili. Credo però sia un meccanismo di difesa per esorcizzare il dolore e per apparire distaccato.
Profile Image for Ilaria Quercia.
322 reviews88 followers
July 13, 2021
Se un libro non si giudica dalla sua copertina, 𝗶𝗹 𝗯𝘂𝘀𝘁𝗼 𝗱𝗶𝘃𝗶𝘀𝗼 𝗶𝗻 𝗱𝘂𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗞𝗮𝘇𝗶𝗺𝗶𝗿 𝗠𝗮𝗹𝗲𝘃𝗶𝗰̌ 𝗲̀ 𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗗𝘂𝗲 𝗩𝗶𝘁𝗲.
Mi sembra di riconoscere il profilo di Rocco Carbone fatto di picchi emozionali e colori e quello simmetricamente opposto, delicato ed essenziale di Pia Pera, le due metà complementari dell'amicizia.
𝗩𝗶𝗻𝗰𝗶𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗿𝗲𝗴𝗮 𝟮𝟬𝟮𝟭 è un viaggio esistenziale che ripercorre legami e amicizie negli aspetti più intimi, anche di allontanamenti e riconciliazioni col filo conduttore comune della passione per la scrittura.
E' stato inoltre di 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗮𝗿𝗿𝗶𝗰𝗰𝗵𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 e l'aspetto che ho più apprezzato è stata la 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 anche laddove ho incontrato riferimenti particolari, Gadda tanto amato da Carbone, ma anche Omero con il personaggio genialmente umano di Elpenore nell'Odissea.
Molti aspetti mi hanno toccata e commossa, 𝗹❜𝗮𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲̀ 𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗲 𝘀𝗶 𝗻𝘂𝘁𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗮𝗻𝗲𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘃𝗶𝗱𝗶.
Un bel libro!
Profile Image for SCARABOOKS.
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July 9, 2021
Lo dice ad un certo punto del libro:

“Scrivere di una persona reale e scrivere di un personaggio immaginato alla fine dei conti è la stessa cosa: bisogna ottenere il massimo nell’immaginazione di chi legge utilizzando il poco che il linguaggio ci offre. Far divampare un fuoco psicologico da qualche fraschetta umida raccattata qua e là.”

Fare romanzo è esattamente quello: la capacità di accendere quel fuoco intorno ad una storia e lasciare il lettore a guardare e pensare, nel silenzio e nella solitudine. Ancor meglio se al buio: di Rocco Carbone e Pia Pera sapevo poco o niente e credo che mi sia piaciuto di più, per questo.

Come Sogni e favole, una consolazione per il lettore. Trevi ormai è una garanzia.
Profile Image for Chiara F..
490 reviews31 followers
October 10, 2021
L’amicizia regna sovrana in quest’opera in prosa di Trevi che in certi momenti sembra sfiorare la lirica e la poesia...eppure... non ho capito il senso di questo romanzo, che non può proporsi come biografia degli amici dello scrittore, così diversi eppure così affini nell’amore verso la letteratura, nè si può annoverare tra quei romanzi con una trama ben architettata o con un intento ben preciso.

Questo suo ibridismo, la scelta di far ruotare tutto il racconto attorno alle vicissitudini che hanno caratterizzato il legame tra autore e protagonisti, altro non è che un mezzo per permettere a Trevi di dare sfoggio alla sua qualità di raffinato scrittore, concedergli la scena indiscussa, offuscando le personalità degli amici e persino la loro fama.

La confessione di questa relazione amicale è quindi un atto retorico di autocompiacimento per la propria maestria, che pur fornendo ritratti originali ed inediti di Rocco Carbone e Pia Pera, non coinvolge pienamente il lettore, irretito dalla prosa a tratti fluente e leggera, a tratti cólta e stratificata.
Le emozioni slittano quindi in secondo piano difronte ad una lezione camuffata sull’arte dello scrivere.

Comprendo l’ossequio dei critici e la vittoria dello Strega, ma sinceramente è un testo che ha troppo da insegnare e poco da dare...
Profile Image for Ubik 2.0.
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November 18, 2022
Due vite: “la vita fisica, fatta di sangue e respiro…e quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene”

Avevo accantonato questo libro nel suo periodo di massima esposizione, quanto tutti ne parlavano lodandolo o, in minor misura, criticandolo soprattutto per l’impostazione più vicina a un saggio biografico che ad un’opera di narrativa degna di essere consacrata dallo “Strega” o altri riconoscimenti letterari.
Non avevo la minima conoscenza di Emanuele Trevi, se non per sentito dire, e meno ancora, cioè zero, dei due scrittori protagonisti delle “Due vite” in questione, nè ero particolarmente interessato alle vicende del mondo letterario romano e al contesto in cui si svolgono gli eventi.

In quest’ottica pregiudizialmente sfavorevole avevo fatto i conti senza l’elemento risultato a posteriori determinante: la qualità della scrittura di Trevi, limpida, trascinante, equilibrata, elegante, complessa senza essere complicata, meticolosa senza essere pedante.

Ho detto tutto; sinceramente non ne esco col proposito di leggere in futuro scritti di Rocco Carbone o di Pia Pera, mi basta questa lettura per non dimenticarli anche perché come dice lo stesso Trevi “…scrivere di una persona reale o scrivere di un personaggio immaginato alla fine dei conti è la stessa cosa: bisogna ottenere il massimo nell’immaginazione di chi legge utilizzando il poco che il linguaggio ci offre”.

E quando si dispone di un narratore o, se proprio si vuole mantenere la distinzione, di un biografo di questo livello, si può perfino trascendere il doloroso assioma per cui “…quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo”.

Va da sé che il dilemma che pare aver monopolizzato i commenti e i giudizi circa l’ammissibilità di un testo che si colloca in un territorio imprecisato fra saggio, biografia, romanzo, ricordi personali, avrà forse condizionato il mio approccio iniziale al libro, ma non ha influito sulla soddisfazione che infine ne ho ricavato.
Profile Image for Luca Masera.
246 reviews72 followers
August 24, 2021
Sarà che - ammetto tutta la mia ignoranza - conoscevo poco niente i due amici/scrittori sulla cui amicizia il libro è fondato...
Sarà che il genere auto-fiction (non so se è corretto inquadrarlo così, sicuramente è riduttivo), non è decisamente il mio...
Sarà che forse ho sempre più bisogno di una trama e di "cose che succedono"...
Sarà tutto questo, e sicuramente è colpa/mancanza mia, ma non mi ha convinto. Poi scritto benissimo e alcuni passaggi deliziosi, ma ho fatto fatica.
Profile Image for Ermocolle.
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December 23, 2021
" Questi aneddoti di Rocco erano tutti così, frammenti di un teatro dell'assurdo che ricavava dalla memoria e non si curava di ripetere per la millesima volta, come se la ripetizione li purificasse, li dotasse di un brivido profetico o di una insensata bellezza. E alla fine, quelle storie raccontate così spesso si insediavano stabilmente nella testa di chi le ascoltava."

" La Pia che molti ricordano, anche grazie a certi suoi bellissimi libri, la Pia matura e poi malata, mise in atto dei tali processi di semplificazione e di pulizia interiore, che si sarebbe quasi tentati di dire che le difficoltà della vita rendano le persone migliori e più forti. Io non ci credo, non ammetterò mai che un dolore o una malattia servano a qualcosa, è solo una consolazione moralistica, e comunque rinuncerei volentieri a questi famosi frutti della sofferenza."

Bellissima lettura che scaturisce da una scrittura ricca, colta e affettuosa.
Il ricordo di due amici, entrambi scrittori, morti prematuramente, che Trevi tiene con sé con il racconto, elabora il lutto con capitoli alternati dedicati alle due figure: Pia Pera che ho letto e apprezzato con "L'orto di un perdigiorno" e "Al giardino ancora non l'ho detto" , e Rocco Carbone, del quale ho in lista due opere per imparare a conoscerlo.

Una lettura stimolante che invita a prendere carta e penna e scrivere di amici, parenti, genitori, affetti che ci hanno accompagnato nella nostra vita e poi ci hanno lasciato il ricordo di loro.
Scriverne per rendere prezioso il loro passaggio, per celebrarli, anche se difficilmente lo stile potrà avvicinarsi alla scrittura ineccepibile di Trevi.

Due storie di vita raccontate in maniera magistrale, e che conducono ad altre letture in un percorso di formazione continuo.
Profile Image for Dolceluna ♡.
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December 23, 2021
"Perché noi non viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l'ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno."

Mi sono sentita un po’ ignorante di fronte alla magnificenza della scrittura di Trevi. Una penna colta e raffinata che ricorda, con tono intimo e sincero, la vita di due amici prematuramente scomparsi: Pia Pera, traduttrice e scrittrice, morta di malattia, e Rocco Carbone, scrittore, morto in un incidente. No, secondo me non c’entra nulla il fatto di conoscere o meno i due per poter apprezzare il libro, come ho letto in qualche recensione, la scrittura va al di là di quello, ti avvolge, ti perturba, bisogna “passare attraverso” le parole e assaporarle con calma per capire, un po’ come quando si è ad una mostra di quadri di un certo stile, e a un certo punto ci si accorge che no, non si può passarli in rassegna velocemente, bisogna sedersi, osservarli da ogni angolazione, farsi penetrare da ciò che vogliono comunicare.
E’ un libro che andrebbe riletto per essere capito e apprezzato ancora di più. E’ un libro che trasuda sano intellettualismo da ogni pagina.
Anche i commenti di chi l’ha bollato come ciofeca solo perché vincitore del Premio Strega mi trovano contraria (solito pregiudizio all'italiana): forse la popolarità ha aiutato, ma il libro è meritevole indipendentemente da questo motivo.
Ricercato, di alto spessore, non per tutti.

"Quando immagino Pia nel suo giardino, una cesta di vimini in una mano e una piccola zappa nell’altra, non mi viene in mente solo un essere umano che rende vivibile o addirittura bello uno spazio estraneo. Quella che mi si fa incontro è un’immagine della totalità della vita, un’immagine che racchiude in sé ciò che è possibile sapere e ciò che non si può sapere, il giorno e quella parte della notte che, come nelle sonate di Chopin, non diventa mai la luce dell'alba, non passa, permane".
Profile Image for Tommaso.
28 reviews5 followers
January 22, 2021
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Il ritratto di due scrittori, entrambi amici di Emanuele Trevi. Un libro non classificabile in un genere preciso: non è una biografia, non è esattamente un romanzo, ma è scritto benissimo; è quasi un saggio sulla scrittura, di certo è un libro, elegante, sull’amicizia.

In realtà le vite raccontate sono tre, c’è anche quella di Trevi. Se rileggo ciò che ho sottolineato c’è anche la mia.
Profile Image for Vincenzo Politi.
160 reviews150 followers
August 25, 2021
Le 'due vite' del titolo non sono solo quelle degli scrittori Rocco Carbone e Pia Pera, entrambi amici di Emanuele Trevi ed entrambi scomparsi in anni recenti; sono anche le vite di ognuno di noi. Abbiamo tutti due vite: quella che viviamo in prima persona e quella percepita e per certi versi 'evocata' nei ricordi altrui. Viviamo la nostra vita come una specie di sogno durante il quale sogniamo la vita degli altri. In questo libro che non si capisce se è un romanzo, un memoir, un saggio di letteratura italiana o una seduta spiritica, Trevi cerca di parlare con i fantasmi: quello di Carbone, quello di Pera e quello di sé stesso mentre sognava il mondo e la sua vita con i suoi due amici.

Emozionante, a tratti commovente, Due vite merita sicuramente i pieni voti anche se, devo ammettere, se un paio di anni fa non avessi letto Sogni e Favole forse mi sarebbe piaciuto di più. Se Due vite è 'un bel libro', per me Sogni e Favole è un vero e proprio capolavoro, di quelli che ti mancano le parole per descriverlo. Capisco che Due Vite, sia per la sua brevità che per la 'vicenda umana' raccontata, abbia più possibilità di raccogliere i consensi del largo pubblico, ma io sono certo che, nel lungo termine, Sogni e Favole è il libro di Trevi che, come si suol dire, "rimarrà".

Ciononostante, mi auguro sinceramente che Due Vite vinca il Premio Strega, e per diverse ragioni:

- Primo: perché è appunto un bel libro.

- Secondo: perché Emanuele Trevi è un grandissimo scrittore ma, ahimé, troppo poco conosciuto, troppo poco mainstream. Anni fa era già stato nella cinquina dei finalisti allo Strega e chissà che questa volta non gli diano il premio (ma, ripeto, non solo per il premio in sé, ma per la visibilità che il premio darebbe a uno scrittore sopraffino come Trevi).

- Terzo: perché sarebbe una delle rarissime volte in cui viene premiato un libro pubblicato da una casa editrice indipendente (l'ultima volta risale agli inizi degli anni Novanta, quando vinse Ninfa Plebea, pubblicata dalla casa editrice Leonardo, di Milano). Chiariamo una cosa: 'casa editrice piccola' non significa necessariamente 'casa editrice povera'. Tant'è che anche una casa editrice piccola può fare il 'botto', pubblicando uno o più best seller. Basti pensare alla Sellerio o alla E/O che hanno in catalogo, rispettivamente, i titoli di Andrea Camilleri ed Elena Ferrante, e che tuttavia sono case editrici piccole e indipendenti dai grossi gruppi editoriali. Allo stesso modo, la Neri Pozza è una signora dell'editoria italiana, con un catalogo di tutto rispetto (che include i titoli di Romain Gary, Eshkol Nevo e Giuseppe Berto), e con ambizioni enormi (basti pensare al generoso Premio Neri Pozza, di ben 20.000 euro: una casa editrice non organizza concorsi così se vuole passare inosservata). Insomma, la Neri Pozza non è né la prima venuta né una morta di fame, ma se vincesse il libro di Trevi sarebbe comunque un segnale forte da parte di un premio che dovrebbe essere letterario e non solo e non sempre editoriale. Sarebbe come dire, in altre parole, "Non esiste solo la Mondadori" (che, ironicamente, questa volta non è neppure in cinquina).

Infine, la parte più romantica e idealista di me spera che vinca Due Vite perché in questo modo non verrebbe premiato solo 'Emanuele Trevi', 'il suo bel libro' e 'la Neri Pozza'. In un certo senso, con la vittoria di Due Vite il Premio Strega andrebbe anche a Rocco Carbone e Pia Pera, due autori italiani dimenticati, per molti totalmente sconosciuti. Sarebbe veramente bellissimo.

UPDATE: Infine ha vinto. O meglio, hanno vinto.
Profile Image for Rosaria Luisa D'Angelo.
164 reviews45 followers
July 26, 2021
Vincitore del prestigioso Premio Strega, “Due vite” di Emanuele Trevi, l’avanguardia della letteratura italiana contemporanea, ha il merito indubbio di restituire al pubblico meno preparato la conoscenza di due autori: Pia Pera e Rocco Carbone, morti prematuramente e senza arrivare al grande pubblico. Non penso che l’intento primario fosse questo, perché dalla lettura del breve e gradevole scritto - grandi doti la sintesi e l’essenzialità - emerge invece un’operazione estremamente intima, necessaria e delicata. Fare i conti con i morti, ricordarli, analizzare nello sfumare della loro identità corporea, voluto dall’inesorabile passare del tempo, la loro essenza, la loro individualità. Una prosa narrativa, sul filo della memoria, capace di restituire gli umori del tempo, scandaglia quel che resta del ricordo, lo cerca, lo insegue, lo fissa e insieme lo analizza per giungere in fin dei conti a una autoreferenziale analisi di se stesso, del proprio essere, del proprio sentire. Diverso sarebbe stato leggere le biografie dei due, il taglio cronachistico avrebbe scandito le pagine, con dovizia di particolari, al fine di restituirle in un’immagine la più compiuta possibile, oggettiva. E invece no, qui si alternano i ricordi, certo separati, dei due, tranne i momenti di convivialità condivisi e raccontati: due diversi caratteri, due esistenze diverse, due ricordi diversi. L’uno a fare da contrappunto all’altra, per la distanza umana che li separa. Lui, Trevi, l’anello di congiunzione, quello che rimane a chiedersi quale il valore delle vite dei due amici, nella speranza, tutta umana, di migliorare la propria. Interessante scrittura che avvicina all’autore, perché in fondo questo scritto parla di lui.
Profile Image for Stefania.
412 reviews5 followers
November 8, 2023
Questo libro rappresenta perfettamente il motivo per cui di solito non leggo scrittori italiani, in particolar modo uomini. Mi capita purtroppo di non apprezzare i loro lavori perché spesso lo stile è pretenzioso e superbo. E in effetti anche in questo caso è accaduto. Secondo me la prosa è di una perfezione didascalica, più leggevo e più mi sembrava di assistere ad una lezione di scrittura creativa in una università, tra le righe mi sembrava di leggere il compiacimento di chi è bravo, sa di esserlo e vuole dimostrarlo a tutti. Questo difficile approccio praticamente mi ha reso la lettura fredda e a momenti noiosa, anche le parti più dolci, malinconiche e struggenti (soprattutto nelle pagine finali delle commoventi storie di Pia e Rocco) le ho affrontate con una distanza che non mi appartiene, rovinandomi di fatto l'esperienza di lettura.
Profile Image for Nicole.
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October 2, 2022
Prima ho provato in tutti i modi a farmelo piacere, poi ho dovuto provare in tutti i modi a finirlo. Senza successo.
All'inizio ho provato a farmelo piacere motivata dallo stile di scrittura: ricercato, elegante, curato. Anche quando non capivo cosa stessi realmente leggendo (un romanzo ?, un saggio? una biografia?, due biografie? un diario?) e la narrazione non mi coinvolgeva per niente, non mi dava alcuna emozione, ho resistito.
L'autore è un critico letterario e inizialmente mi destavano particolare interesse le perle di esegesi letteraria che trovavo tra le pagine... fin quando non ho capito che il libro sarebbe stato solo ed esclusivamente quello.
Non avrei mai pensato di muovere una critica del genere a un libro, visto che di solito apprezzo questo spirito (nella giusta misura), ma il testo è veramente troppo egoriferito e autocelebrativo. Il titolo è Due vite, ma pare che di parlare di queste due vite all'autore non interessi molto.
Sarebbe stato meglio scrivere un bel saggio per mettere in vetrina le indiscutibili conoscenze del Trevi, perchè qui del povero Rocco e soprattuto della povera Pia resta veramente poco.
Profile Image for Nixi92.
271 reviews64 followers
May 23, 2022
Il libro, vincitore del Premio Strega, è l'omaggio di Trevi a due suoi cari amici, Rocco Carbone e Pia Pera. Le due personalità, così diverse, vengono mostrate nelle loro vulnerabilità e nei loro successi. Nonostante la morte prematura di entrambi, il ricordo di Trevi è molto intenso, facendoci riflettere sulla pienezza della vita e sull'amore per essa. Ciò che viene descritto non è tutto rose e fiori: i ricordi della loro amicizia sono reali, soprattutto nelle descrizioni delle discussioni accese e dei caratteri che spesso si infiammano o si evitano. La scrittura è perfettamente calibrata: non eccede mai, né cadendo nel patetismo, né difendendosi dietro alla freddezza. Sicuramente merita il suo successo. Consigliato.
Profile Image for Daniele.
240 reviews57 followers
April 12, 2021
Un memoir intimo in cui Trevi rievoca i ricordi dei suoi amici scrittori Pia e Rocco.
Delicato e molto personale.

Non siamo nati per diventare saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po 'di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi.
Profile Image for Marianna.
174 reviews12 followers
July 1, 2021
Due presenze

“Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno”.

Modificando nella forma, ma non nella sostanza quello che Foscolo scrive nel suo famosissimo carme, questa lettura mi ha fatto pensare al fatto che la scrittura “vince di mille secoli il silenzio”. Beh, Trevi non parla di secoli, ha mire meno gloriose. “Due vite” è una breve, tratteggiata ricostruzione del ricordo di due amici suoi carissimi, scomparsi anzitempo: Rocco Carbone, morto in un incidente d’auto e Pia Pera, consumata dalla SLA.
Quest’anno è stato prolifico di libri che hanno ricostruito biografie di persone care scomparse, si è trattato in qualche modo sempre di opere celebrative.
Il libro di Trevi non cade nella retorica e nel memoriale, qui sta la sua bravura: egli ha scritto un libro in cui ricorda i suoi due più cari amici di gioventù, proponendo qualcosa di elegante e di nuovo. Niente dolore, niente rimpianti, non assenze, ma presenze e ciò grazie alla scrittura.

“La scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti, e consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso: non pensarlo ma scriverne, accorgendosi ben presto che il morto è attirato dalla scrittura, trova sempre un suo modo inaspettato per affiorare nelle parole che scriviamo di lui, e si manifesta di sua propria volontà, non siamo noi che pensiamo a lui, è proprio lui una buona volta”.

La scrittura come terapia dell’accettazione della perdita: non importa se durante o dopo l’elaborazione del lutto, la penna di Trevi, matura, equilibrata, sapiente ci racconta di Rocco e di Pia, uno scrittore perfezionista, una poetessa intelligente e anticonformista, così come li aveva conosciuti, indicando i momenti più importanti della loro amicizia. Attraverso la lettura di “Due vite” ho scoperto i titoli di opere meravigliose ormai fuori catalogo: gli scritti di Rocco e di Pia, raccontati da Trevi, sembrano dei capolavori perduti nelle nebbie del tempo e dell’incomprensione dell’editoria e del pubblico.
All’interno del libro c’è una foto che Rocco aveva scattato all’autore e a Pia: erano felici, forse anche un pò brilli, commenta Trevi. Quella fotografia che così generosamente l’autore condivide con noi lettori ci fa essere d’accordo con lui:

“Inspiegabilmente, alla fotografia si associa l’idea dell’«immortalare», ma è un modo di dire sbagliato, non c’è nulla che più della fotografia, in un modo o nell’altro sempre vincolata all’attimo e al presente, ci ricordi la nostra transitorietà e futilità”.

Anche la scrittura è vincolata all’attimo? Dipende, nel caso del libro, Trevi ci affida tantissimi attimi, attraverso i quali possiamo innamorarci anche noi di Pia, così fragile, ma dal carattere così forte, abile nel giardinaggio, scrittrice e poetessa senza censure. Proviamo simpatia per Rocco Carbone che nelle prime battute del libro, Trevi avvicina a Ciccio Ingravallo, celebre personaggio gaddiano “Non è affatto un’associazione arbitraria. Lui stesso si era totalmente identificato nel modello letterario, in quei primi anni di impatto e assimilazione di Roma. Fin dalla prima pagina, si era riconosciuto in quel commissario di polizia «misero e pertinace (…)”.

Ekphrasis finale, sigillo d’autore è l’elegante ed efficace chiusura ad anello del libro: il famoso e provocatorio dipinto di Courbet, “L’origine del mondo”, ammirato dal trio di amici in una mattina d’estate del 1995 al Musée d’Orsay apre il libro e, riprodotto in una cartolina un pò spiegazzata infilata tra il vetro di una credenza o tra i libri dello scaffale, ricordo di quella meravigliosa giornata insieme, lo chiude.
Profile Image for Libriletti.
295 reviews64 followers
December 17, 2021
Come sempre quando un libro vince un premio importante (in questo caso Il Premio Strega 2021) ho una fortissima curiosità di leggerlo e scoprire quale sia la mia opinione a riguardo.

"Due vite" mi è piaciuto molto, nonostante il genere e la trama (una breve biografia di due scrittori amici dell'autore e prematuramente scomparsi) non fossero tra quelli che mi ispirano di più. Emanuele Trevi scrive benissimo, trova la giusta parola da usare nella frase, crea una sintassi non scontata. Sono rimasta molto affascinata da questo libro e soprattutto la prima metà mi ha davvero colpita.

L'autore narra in breve alcuni momenti della vita di Rocco Carbone e Pia Pera, descrivendone in modo vividissimo il carattere e invogliando, perlomeno a me è successo, a leggere i loro libri e a scoprirli ulteriormente.

Credo che Trevi, con questo libro, abbia fatto un grande regalo ai due protagonisti, alla loro vita, alle loro opere e alla loro amicizia. Come scrive nelle pagine del libro, ognuno di noi ha due vite, quella che vive e quella che viene ricordata dopo la morte. Quando saranno scomparsi tutti quelli che hanno un ricordo di noi, allora anche noi avremo finito di esistere del tutto. Trevi sceglie di scrivere e raccontare attraverso delle pagine la vita dei suoi amici, contribuendo a far perdurare la loro memoria in tutti coloro che leggeranno la loro storia: questo è uno dei regali più grandi che si possano fare, soprattutto per degli scrittori.
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