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Steve Jobs non abita più qui

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Molti luoghi del mondo sono macchine del tempo, quasi sempre rivolte al passato. Poi ce ne sono alcuni – pochissimi – che portano direttamente, se non al futuro, a quello che del futuro riusciamo a immaginare. Uno è la California di Michele Masneri. Non importa dove Masneri si aggiri, né con chi parli: che ascolti un autista di Uber descrivergli nei particolari la startup che lo renderà miliardario, registri le lagnanze dei vicini di casa di Mark Zuckerberg, tormentati dalle sue perenni ristrutturazioni di interni, esplori quanto sopravvive dell'un tempo gioioso ecosistema gay, o si faccia spiegare molto bene da Jonathan Franzen dove il pianeta dovrebbe andare per salvarsi, quella che Masneri scrive qui è una lunga, movimentata, esilarante prova provata di quanto ci avesse visto lungo Frank Lloyd Wright, quando sosteneva che tutto quanto sul pianeta non abbia un ancoraggio sufficientemente solido prima o poi comincerà a scivolare verso la California.

253 pages, Paperback

Published July 30, 2020

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About the author

Michele Masneri

10 books40 followers
Michele Masneri è bresciano e vive prevalentemente sull’alta velocità tra Roma e Milano. Scrive schizofrenicamente di cultura, società e architettura. Come molti italiani ha scritto un romanzo, si intitola "Addio, monti", non c'entra con l'ex premier, ed è edito da minimum fax. Sono usciti in volume (Steve Jobs non abita più qui) i suoi reportage dalla Silicon Valley, dove è stato inviato per il quotidiano "Il Foglio".

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8 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 69 reviews
November 18, 2022
ANCHE SENZA FIORI TRA I CAPELLI


Fotografia di Gregory Halpen.

Michele Masneri ci ha recentemente regalato un breve struggente magnifico ricordo di Alberto Arbasino, tenero e appassionato. E per quello gli sarò sempre grato.
Un po’ meno grato per questo reportage dalla California a partire dal 2016 - periodo delle elezioni vinte da Trump (con illimitata speranza che siano le prime e ultime) - perché il modello Arbasino è talmente presente da risultare quasi plagio. Vero è che un grande – credo fosse il solito insuperabile Oscar Wilde, ma potrebbe essere qualcun altro, e/o più di uno – consigliava di rubare anziché copiare, indicando in questo aspetto la differenza tra grandi e piccoli artisti: qui però, si ruba e si copia, si plagia.
Ma lasciamo perdere, visto che il modello è alto, e da me oltremodo amato, mi sta bene plagio, furto e copiatura.


Fotografia di Gregory Halpen.

Un po’ meno bene mi sta la costante attenzione, e annotazione, degli elementi estremi, colorati, sopra le righe. Pittoreschi. (Esotici?) Come se la California fosse costruita solo su quelli. Ora, siccome trattasi di una terra che amo molto assai tanto, dove ho vissuto qualche anno, per poi tornare qualche mese proprio nello stesso anno di Masneri, proprio durante le elezioni rubate da Trump (Hillary Clinton ebbe più voti), erano le mie trasmissioni preferite alla radio della macchina, io conosco e ho ritrovato una California anche con meno hype, anche più “normale”, low key: diversa, per fortuna quello sì, decisamente diversa, ma non necessariamente eccentrica.
E quindi, un pochino l’atteggiamento dominante di Masneri mi ha irritato. Un po’ come se per un reportage sull’Italia si parlasse di sole pizza amore mandolini olgettine. Un po’ come facevano certi americani incontrati nel mio primo lungo soggiorno che mi chiedevano dell’Italia alla fine degli anni di piombo dando l’idea di immaginare un paese in stile far west, pallottole nell’aria a go go.
Un po’ come voler raccontare la Storia attraverso matrimoni reali, funerali di stato, e inaugurazioni olimpiche.


Fotografia di Gregory Halpen.

Altri due aspetti non proprio positivi: la brevità dei capitoli, mediamente sulle sette pagine, comporta una difficoltà d’approfondimento, e quindi una generale tendenza alla superficialità.
Che ben si sposa con il ritmo e l’umorismo e i commenti, meno con la conoscenza, più col divertimento che con un vero arricchimento.
Ma forse l’aspetto meno riuscito è che la tendenza al sarcasmo di Masneri lo conduce a sentirsi superiore alle cose o persone che incontra o descrive: tutto sommato sembra che la Silicon Valley e la California intera sia popolata da bambini viziati e mentecatti con l’estro per fare soldi. Ma nulla più.
Si scalda solo per Ettore Sottsass e il design italiano. E più avanti si dedica con dedizione al capitolo su Alice Waters e la sua cucina: e qui marciamo in parallelo, conosco quel ristorante, e la penso come lui sulla cucina californiana (prezzi inclusi).


Fotografia di Gregory Halpen.

Ciò non toglie che un po’ meno voglia di fare lo spiritoso e un pochino più d’umiltà avrebbe grandemente giovato.
Fatta la debita tara, ma il blog di Selvaggia Lucarelli è poi tanto diverso?
Però, alla fine, vuoi perché sto rivalutando Selvaggia Lucarelli grazie al suo podcast sulle dipendenze affettive, vuoi perché il modello d’ispirazione mi è particolarmente caro, vuoi perché Masneri è intelligente e parla di una terra che amo in modo speciale, mi sono divertito a leggerlo. Anche se non proprio appassionato.


Gregory Halpern: Los Angeles e dintorni (Copertina).


Slim Aarons: Poolside Gossip (1970, Kaufmann House di Palm Springs).


Julius Shulman: Kaufmann House, Palm Springs.
Profile Image for piperitapitta.
994 reviews392 followers
September 11, 2020
Una cosa divertente che non farò mai più



Viene da pensare, leggendo questo gaudente reportage di Michele Masneri, giornalista per Il Foglio - nato a Brescia che “poi si è esoticamente trasferito a Roma perché, come sostiene Alberto Arbasino, bisogna vivere nella capitale dello stato di cui si è cittadini” - già autore a partire dal 2016 di questi articoli (riveduti e corretti quando il passare del tempo li aveva resi anacronistici - ”Questi scritti” - scrive Masneri nei ringraziamenti finali - ”nascono da una specie di tardivo Erasmus pensato insieme al «Foglio» e poi da una serie di viaggi e soggiorni più o meno continui a San Francisco e in California dal 2016”), viene da pensare, dicevo, che se è vero quanto affermava Frank Lloyd Wright* che “Capovolgi il mondo, e tutto ciò che non ha solide radici atterra a Los Angeles”, forse è vero anche che quella Faglia di Sant’Andrea, che l’attraversa, e sotto spinge, corruga e increspa con una potenza devastante pronta a esplodere, ha creato un humus immateriale che ha reso quella terra fertile di idee, catalizzatrice di pensieri e persone straordinari, la terra dove tutto è possibile.





Fricchettoni e hippy
Startuppari e siliconvallici
VIP, nerd e organic people
Cultura e controcultura
Homeless di prima e seconda generazione, gaytudine e summer in love, case mobili, fortini, ville in stile pompeiano e ”barocchetto californiano, coi balconcini, il ferro battuto, il portichetto, la fazenda”, surfisti pirati e guru dell’hi-tech, del food e del one-bedroom, dei vini della Napa Valley, Stanford e Berkeley, SF, LA, e tutte le località set cinematografici naturali o del jet-set, da Santa Cruz a Santa Monica, da Malibù a San Simeon, da Hollywood a Palm Springs.
Ebrei, europei, italiani, siciliani di Mezzojuso, banchieri dei poveri (italiani, Pier Amedeo Giannini, fondatore della Bank of Italy, quello del “molo degli italiani” andato a fuoco pochi mesi fa) e poi i ritratti - Sottsass (colpo di fulmine, dove il designer David Kelley, che abita ora nella villa californiana da lui progettata, racconta di quando il designer italiano, ricoverato in ospedale insieme a Fernanda Pivano (marito e moglie! Ma perché io non lo sapevo, così come non sapevo che lui lavorasse per Olivetti, alla cui figura sono arrivata per altri percorsi?), fondò la rivista “Room East 128 Palo Alto Chronicle”, mentre lui scriveva e la Nanda usciva per incontrare Ferlinghetti & co., la narrazione di Masneri e la mia emozione si congiungono e toccano vette altissime), Franzen, Jack O’Neill (il re pirata del surf, ideatore della muta in neoprene reso orbo mentre progettava il leash!), Bachardy e Isherwood, Hearst, Getty, Easton Ellis (che non andrebbe nemmeno citato perché si rivela un trombone come sempre, anche se questa volta un trombone con venature malinconiche)- su tutto e su tutti stagliano la Starship di Apple e la vista Facebook, LinkedIn, Google, Airbnb, Uber etc. della valle, nei pressi di quella valle che i pionieri di Steinbeck affacciarono per la prima volta trovando i pascoli del cielo. Che si tratti veramente dell’Eden, dove tutto convive, si distrugge e si ricrea in armonia con il pianeta Terra e le sue esigenze? Lo spirito di Steve Jobs, e la sua visione colorata del mondo - think different - su tutto, è il mantra da ripetere a se stessi.









Con una scrittura apparentemente easy, ma che cela spesso e volentieri dietro alla friendlytudine riferimenti culturali che spaziano dall’arte al design, dal cinema alla letteratura, dal gergo giornalistico a quello più letterario, Masneri, per dirlo con parole sue, parla di “sesso e startup, #Metoo e cancel culture, surf e decadenza. Tutto quello che volevate sapere sulla California e non vi hanno mai detto, vabbè”, e in quel vabbè c’è tutto l’entusiasmo, scoppiettante, lo stupore, effervescente di un DFW (al quale ammicca spesso) di casa nostra.

Il più nominato?
Forse Peter Thiel, cofounder di PayPal, “è considerato una delle persone più ricche del mondo secondo Forbes 400 e uno dei pochi miliardari a essersi dichiarato apertamente gay. Attivista per il movimento LGBT [ho scoperto che esiste anche una “I” ma questo, forse, sarà un altro reportage] è uno dei primi investitori esterni di Facebook.”

La scoperta più scoperta fra tutte?
Il microdosing di LSD per esaltare la creatività (e sostenere ritmi di lavoro creativo h24).

Il più simpatico?
Joe Gebbia, cofounder di Airbnb, l’impero nato affittando un materasso ad aria, originario di Mezzojuso alla ricerca delle proprie radici in una Sicilia solare, barocca e un po’ cialtrona.



E un’unica certezza, la cucina italiana: tutti gli chef delle aziende multimiliardarie della Silicon Valley sono italiani: “una lobby culinaria italiana nella Valle?” - chiede Masneri a Fedele Bauccio, origini palermitane e fondatore dell’impero Bon Appétit - “non saprei se è proprio una lobby. Però siamo tanti, sì”, con buona pace dei francesi, il cui nome della società sa tanto di sberleffo.



*quelle dell’Architettura e dell’interior design sono passioni evidenti di Masneri (e questa bella intervista su Elle Decor lo conferma), così come lo sguardo che rivolge al mercato immobiliare, sia nel tour conclusivo delle ville d’epoca hollywoodiana a Palm Springs, che nella drammatica situazione a San Francisco, città dove non è più possibile né costruire (a causa delle restrizioni urbanistiche), né acquistare (a meno di essere miliardari), né affittare (idem, se non camere in case di altri), che è il motivo per cui la popolazione è divisa in ricchi e homeless (dove fra gli homeless si includono anche gli studenti di Berkeley e i tanti impiegati delle aziende della Silicon Valley - la città mobile di Santiago Villa è un esempio di povertà di prima generazione che convive con nerd ben pagati di seconda - ”È però interessante il mischione che si è creato tra vecchie e nuove utenze. Antiche Toyota scassate accanto a Prius ibride nuove di zecca. Due signore sudamericane con grosse catene d’oro e un pitbull al guinzaglio escono dalla loro casa tipo Gomorra, mentre un ragazzo con la tuta strappata, zoppicante, si trascina verso l’ingresso. Finalmente un vero homeless. Macché: auricolari Apple senza filo e badge Google alla cintura. Si infila in una Tesla da centomila dollari. Si chiama Marc, ha ventisette anni. «Ma dove lo trovo un altro posto così vicino e comodo?» dice.”), situazione già raccontata da Francesco Costa in Questa è l'America. Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro futuro, reportage di taglio giornalistico più tradizionale (con sguardo più ampio rivolto agli Stati Uniti in generale con focus sulla situazione sociale e politica in particolare) che considero lettura complementare a questa.

Ah, e The Circle (di Dave Eggers) non lo abbiamo capito.









Profile Image for Laura Gotti.
436 reviews564 followers
August 20, 2020
Io, premetto, sono di parte perché grido al capolavoro per quasi qualsiasi articolo scrive Masneri, mi piace proprio, la sua testa, il modo in cui scrive, l'ironia, la capacità di raccontare. Quindi, inutile aggiungere quanto mi sia piaciuto questo libro. Perché è ben scritto, perché ho imparato un sacco di cose, perché ho riso, perché la California non sarà mai il mio sogno. Basta?

Una vita fa ho girato un mesetto per la California e, l'anno dopo, ci sono tornata per raggiungere un biologo molecolare di cui mi ero invaghita. In entrambi i momenti, prima Thelma e Louise e poi con gli occhi a cuore, non ho mai amato quella parte di America. Mi sono solo leggermente invaghita (comunque sempre più che del biologo) di San Francisco. E mi ci ero invaghita per un po' di motivi che ho trovato in questo libro. Poi adesso sono diventata una quaranticinquenne stufa e ciao che mi sparerei 14 ore di aereo per tornare a vedere cos'è cambiato. Quindi, quale estate migliore di questa che sono inchiodata a un lettino sotto casa per viaggiare insieme a uno bravo?

Leggetelo, c'è molto da imparare. Rosè in accompagnamento, perché l'autunno è vicino, e i rossi si stapperanno presto.
Profile Image for Come Musica.
1,758 reviews484 followers
August 20, 2020
Michele Masneri, giornalista e scrittore, ha raccolto i vari suoi articoli pubblicati, a partire dal 2016, su giornali e riviste e li ha riscritti, dando vita a questo volume (che prende il titolo da uno degli articoli), che diventa così un lungo reportage sulla Silicon Valley, realizzato a più riprese con i suoi viaggi.

Il reportage inizia con le elezioni del 2016 di Donald Trump per poi passare al Castro gentrificato, espressione dell'emancipazione omosessuale, ai paradisi fiscali, ai computer quantici, al sistema sanitario americano, ai Signori delle multinazionali che dominano la Valle.

Attraverso questi suoi racconti ho imparato e al tempo stesso riso (ma voi sapevate che Medium è la piattaforma sanfranciscana derivata di Twitter?).

Sembra che la Gilead, produttrice di un farmaco (PrEP) che dovrebbe sostituire il profilattico per evitare il contagio delle malattie sessualmente trasmissibili (AIDS, sifilide, ecc...), per la profilassi che mette in atto con la somministrazione del farmaco, abbia anche trovato un farmaco efficace contro il COVID: “Fra l’altro la Gilead è anche produttrice di un farmaco che pare efficace contro il COVID, il remdesivir (e, a posteriori, anche un dubbio: essendo stati gli antiretrovirali da qualche parte utilizzati in via sperimentale come cura per il morbo cinese, vedi mai che i sanfranciscani, oltre che contro l’AIDS, siano vaccinati anche contro il Coronavirus?).”

Le scene che ho trovato divertenti sono quelle in cui ha tirato fuori il romano che è in lui.
Come quando parla delle lenti a contatto (per comprare una confezione da 20$ si è trovato a spendere 120$): “Vuole la fornitura da due, sei o dodici mesi?» mi chiede. Veramente ne volevo solo una scatola. Le lenti mi fanno capire un po’ di più dell’America e del suo sistema economico: tu con la tua ricetta paghi l’ottico, che si è indebitato a vita per laurearsi nella sua primaria università; il macchinario forse inutile tiene in vita un pezzo di industria medica; tu invece che spendere venti dollari ne hai spesi centoventi. È così che si diventa una grande economia. (Da allora, quando entro dal mio ottico a Roma, provo un commovente senso di appartenenza alla vecchia Europa).”

Oppure come quando parla di Uber: “Così, alla fine, pur di fronte agli immani risparmi, ecco crescere in me un lamento: aridatece il tassinaro becero e analogico, con cui possiamo, ricambiati, comportarci malissimo. E soprattutto stare zitti, senza dover fare conversazione e senza essere giudicati. Proprio volendo «condividere», però, c’è anche modo di monetizzare.”

Oppure quando parla dei chewing-gum al caffè: “Ma il più buono è il Go Cube, il cubetto al caffè. Lo mastico bovinamente per ore, e in effetti ti tiene sveglio (be’, essendo al caffè). Peccato solo che sappia di caffè di San Francisco, quello verdastro. Così a un certo punto sperimento, improvvisamente, una grandissima nostalgia: per i Pocket Coffee, nootropics senza tanti fronzoli che tutti abbiamo sempre preso molto sottogamba.”


Interessante la domanda che Masneri rivolge a Enrico Moretti: il populismo non è venuto fuori alla fine dalla Silicon Valley?
“In fondo nasce qui l’idea che uno vale uno: Uber si basa sul concetto che il tassista non vale niente, ti porto io con la mia macchina; Airbnb significa che la mia casa è meglio dell’albergo professionale; e così via. «Uhm. È una domanda interessante» dice. «Quello che so è che il programma di Hillary Clinton avrebbe portato a un grande trasferimento di ricchezza dalla prima America, cioè da dove siamo noi adesso, verso la seconda, quella in crisi. La Clinton prometteva grandi investimenti sulla scuola, un aumento delle tasse sui più ricchi e redistribuzione aggressiva a vantaggio dei redditi bassi». Quindi hanno votato contro i loro interessi? «Non c’è alcun dubbio».”

Mi è piaciuto molto il racconto in cui Masneri incontra Franzen (lo scrittore de Le correzioni) e tra gli argomenti trattati dai due viene fuori anche l’incontro mancato tra Franzen e Roth: più volte Masneri si ripeterà mentalmente di non parlare di uccelli (argomento di cui Franzen è patito).
“Sono le diciassette e trenta. Franzen scatta in piedi e ringrazia. Il tempo è scaduto e lui alla fine pare felice quassù nel suo ordine creato contro il caos, su questo cucuzzolo tra i surfisti. Ma, insomma, questa California gli piace davvero? «Io mi immaginavo un posto in cui tutti avevano un hot tub sul terrazzo, e bevevano vino rosso. In diciannove anni che son qui, non ho mai ceduto: mai finito in un hot tub». E «Aggravation» è il suo wi-fi? «Certo. Funziona malissimo. Ecco. Il wi-fi è l’unica cosa che mi manca di New York». Lo ringrazierò con una mail a cui lui risponderà con qualche giorno di ritardo. Meglio: sarà una lunga mail.”


Nota stonata che mi ha disturbata durante tutta la lettura: troppi anglicismi non tradotti. Ma perché? Il tradurli sminuiva il fatto che sappia parlare bene in inglese e che sia stato in America per un po'?
Una reiterata violenza alla lingua italiana. E termini come "startapparo" proprio non si possono leggere: hanno un suono orribile!!! E mi verrebbe da mettere 3 stelle solo per questo. Però poi sarei troppo severa: perché al di là degli anglicismi, il materiale c'è ed è tanto.
Profile Image for MartaMP.
90 reviews25 followers
December 29, 2021
3.5/3.7 su 5
Volume che raccoglie gli annedoti, usi e costumi della California, dei suoi abitanti e di chi arriva per cercare di far fortuna fondando la start-up perfetta.
Il mio personale parere è: lettura molto piacevole e divertente che fa scoprire diverse curiosità, modi di vivere e stamberie di San Francisco, Silicon Valley, Malibu, Palm Springs, Los Angeles e quindi anche di colossi come Google, Apple, Facebook, Twitter, Linkedin etc. Senza tralasciare interviste a personaggi come Jonathan Franzen e Bret Easton Ellis.
Mi è piaciuta molto la parte high tech che parla del meccanismo delle Start-up e dei giovani che cercano di crearne una perché avendo vissuto in prima persona queste atmosfere, l'autore racconta anche con una certa ironia tutto l'intorno.
Molto gradevoli ed interessanti anche le interviste a grandi scrittori e ad Alice, colei che ha rivoluzionato la dieta d'America.
Tutti gli altri capitoli/argomenti mi hanno interessata meno e quindi ogni tanto avevo l'impressione di "perdermi" ed annoiarmi (non in senso negativo), credo che su alcune tematiche si dilunghi forse troppo.
Tutto sommato consiglio la lettura e lo consiglio anche come regalo da fare a chi ama l'America, la California e a chi vuole conoscere qualcosa in più sul grande, intricato e ricco territorio della Silicon Valley.
(Il titolo è un pochino fuorviante).
Profile Image for Mosco.
400 reviews40 followers
November 14, 2021
3,5*, 7/10

Ci ho messo un po' a abituarmi allo stile scoppiettante di Masneri, all'inizio un po' fastidioso, ma poi mi sono anche divertita. Molti anglicismi, alcuni inutili, diversi neologismi, decisamente inutili, tipo startupparo.
Profile Image for Camilla C..
106 reviews18 followers
November 4, 2020
Raccolta di racconti. A mio parere, alcuni molto interessanti, altri meno.
Profile Image for KnownAsLavinia.
225 reviews
March 4, 2021
Ma solo a me sembra che gli americani della Silicon Valley e dintorni ne escano malissimo da questo libro/raccolta di articoli?
Da come ne parla Masneri emerge un quadro un po' preoccupante, di certo non un luogo piacevole dove andare a vivere.
Profile Image for Azzurlini.
35 reviews12 followers
October 30, 2020
Arbasino avrebbe apprezzato. E l’intervista a Franzen - che mi ha spinto a leggere il libro- merita tantissimo. California, oh cara! bravissimo l’autore, una goduria

Profile Image for Claudio C.
81 reviews6 followers
November 6, 2020
Prolisso e ridondante: nel lessico e nei contenuti.
Su tutti, due soli i capitoli godibili: quelli dedicati a Franzen e Bret Easton Ellis. Sono interviste, dialoghi: che il merito sia da attribuire a questi immensi scrittori piuttosto che all’autore di un libro che, nel complesso, si colloca ben al di sotto della mediocrità?
Profile Image for Massimiliano.
315 reviews72 followers
April 21, 2021
Sullo stato delle cose in California

Bello, bello, bello, mi è piaciuto molto questo lungo reportage dalla West Coast.
Con uno stile giornalistico tutto sommato intrigante, il giornalista bresciano (come me!) Masneri delinea un quadro a 360° della Bay Area e della Silicon Valley in particolare.

La formula è abbastanza semplice, il libro è una raccolta di reportage, che hanno la lunghezza da articolo di giornale, tutti accomunati dal setting, ma ognuno incentrato su un tema/sobborgo/personaggio specifico.
Attraverso le pagine del libro si entra in contatto con la vita di San Francisco e la sua area metropolitana, che Masneri paragona a una novella Firenze rinascimentale, per la concentrazione di cervelli e invenzioni.

Si passa dunque da visite agli stabilimenti principali di Google e Facebook ai quartieri LGBT di SanFran, per finire con visite a musei meno conosciuti e a fare quattro chiacchiere con i maggiori start-upper (divertente il capitolo dedicato a Joe Gebbia, fondatore di AirBnB, e alla sua visita nella Sicilia delle sue origini familiari).
Senza escludere alcune vere e proprie interviste con attori e scrittori, tipo Jonathan Franzen e Bret Easton Ellis.

Da tempo non facevo una lettura così interessante.
Profile Image for Serena.
21 reviews1 follower
February 4, 2021
4 stelline e mezzo!
All'inizio ero un po' affaticata dall'abuso di anglicismi ed espressioni a volte tradotte e a volte no (devo ancora capire con che criterio, temo un criterio assolutamente arbitrario), ma dopo un paio di articoli Masneri sembra riprendere le redini (oppure ci si abitua) e scorre tutto liscio (e divertente!).
Gli articoli sono interessantissimi e si destreggiano tra cultura e controcultura del presente e del passato, ma punto di forza della raccolta sono le persone che Masneri racconta e i ritratti pungenti e simpatici che ne sa fare: bellissime le interviste a Franzen, Bret Easton Ellis e Don Bachardy. C'è anche qualche italiano illustre, nascosto in piena vista.

Consigli di lettura:
- Non da leggere tutto d'un fiato
- Da leggere invece con un motore di ricerca sottomano (ho googlato qualsiasi cosa perché sentivo l'impulso irrefrenabile di approfondire, è stato bellissimo)
Profile Image for Francesco.
Author 3 books75 followers
February 16, 2021
Un libro reportage brillante, acuto e pieno di spunti. Ottimo per farsi un'idea degli Stati Uniti oggi, partendo dal micro(macro)mondo di San Francisco, in cui c'è una comunità gay molto rinomata e un mucchio di geniali inventori di start up. Masneri ha un occhio cinico e ironico, si mette in discussione e in un attimo siamo lì con lui, fra solarium e centri medici, parlando di sesso e politica.
Un libro-reportage pieno di vita che fa riflettere senza prendersi troppo sul serio, senza inutili moralismi.
Profile Image for Marilù Cattaneo.
155 reviews39 followers
August 14, 2020
Alcune parti (poche per la verità) interessanti, molte buttate lì un po’ a caso, un po’ per far pagine, un abuso di parole tipo STARTUPPARI, alcune parole tradotte altre no, arbitrariamente? Forse perché fa figo? E tanti tantissimi troppi cliché
Profile Image for Vito Alberto.
62 reviews1 follower
August 7, 2020
Ci si aspettava più Masneri e meno reportage, oltreché magari un po' di roba nuova.
Mi sono molto divertito però.
Profile Image for Marcella Rossi.
321 reviews13 followers
August 30, 2020

Reportage del giornalista ed autore Michele Masneri sulla Silicon Valley o meglio sulla striscia di California fra San Francisco, Santa Barbara e Los Angeles. Interessante, perché fa il punto su tutte le società che abbiamo visto esplodere economicamente in pochissimo tempo (da Airbnb a Uber alle misteriose società di bitcoin), sulle startup e sui rapporti fra università, Stato ed economia privata. Non solo: visto che tendiamo a copiare tutto quello che nasce da queste parti, dalle diete agli sport e alla medicina, molto acuti sono i capitoli dedicati alla guerra allo zucchero, alla competizione fra profilattici e farmaci retrovirali assunti stabilmente, all’ uso dei nootropics, o smart drugs, cioè superintegratori non per il fisico ma per il cervello.
Per gli amanti dei libri ci sono due interviste a Franzen e a Bret Easton Ellis, poco convenzionali e intriganti.
Il libro è anche divertente quando il buon senso italiano si scontra con gli eccessi californiani.
Per i miei gusti il libro si perde un po’ in descrizioni e riporta in maniera acritica alcuni cliché; è davvero troppo genuflesso e ammirato sulle enormi ricchezze che si creano dal nulla nelle società della innovazione , registra la continua emorragia del settore manifatturiero senza porsi quello che è il drammatico problema che tutto questo genera, cioè la perdita dei posti di lavoro e il problema della redistribuzione delle ricchezze.


Steve Jobs non abita più qui
Michele Masneri


Profile Image for Maison Koala.
284 reviews8 followers
May 20, 2022
Una piacevole sorpresa dopo un paio di capitoli un po' MEH: la mitica Silicon Valley raccontata dalla penna, colta e arguta, di un viaggiatore di lungo corso.

Capitoli brevi ma densi, talora grotteschi, non di rado folgoranti, restituiscono un affresco attualissimo di questo ecosistema nel sistema, di colonia di hipster alla conquista, spesso solo su carta, della mecca scintillante della rivoluzione digitale, tra grandi ambizioni e amare disillusioni.

Giudizio tecnico: basta, ora apro anch'io la mia Startup. La chiamerò "Giudizi tecnici De Noiartri" :-)
Profile Image for Marzia.
148 reviews2 followers
March 28, 2021
Super interessante. Pieno di spunti, informazioni, nomi, luoghi tutti da scoprire e approfondire per conoscere un pò meglio la fantomatica california
Profile Image for alielle.
23 reviews
September 16, 2020
Maledetto Goodreads che non permette di mettere voti intermedi. Per me 4 stelle e mezza.
Il libro è una raccolta di articoli pubblicati sul Foglio a partire dal 2016, in cui Masneri descrive con sagacia e ironia la Silicon Valley e gli U.S.A. ("il paese che utilizza l'adesivo automobilistico come medium di comunicazione preferenziale").
In particolare modo ho apprezzato le interviste a Franzen e a Bret Easton Ellis.

Consigliato a chi vuole saperne di più sulla Summer Of Love, sugli startuppari, sulla guerra allo zucchero e sul cibo organic, sulle smart drugs e il microdosing e sulle presunte origini siciliane di Joe Gebbia (uno dei fondatori di AirBnB).
Profile Image for Tassia.
102 reviews52 followers
December 6, 2020
Una serie di aneddoti curiosi e affascinanti sulla California, un ritratto umano, geografico ed economico di una terra sempre più sperimentale e innovativa, ma allo stesso tempo ancora profondamente segnata dalle proprie origini e dalla propria storia. Interessantissime le interviste a personaggi del calibro di Jonathan Franzen e Bret Easton Ellis.
Profile Image for Giuli .
36 reviews2 followers
April 27, 2024
avrei voluto continuare a leggere i suoi articoli sulla west coast all’infinito, in un loop spazio-temporale
Profile Image for Darik14.
29 reviews
April 1, 2022
Un tuffo nella California. I racconti di Michele Masneri ti fanno venire voglia di prendere un aereo il giorno stesso e cominciare un tour della costa californiana.
October 3, 2021
La Silicon Valley non è più quella dei geni che inventano il futuro dell'umanità nel garage della casa dei genitori.
La Silicon Valley di oggi, raccontata da Michele Masneri - che ha raccolto e rimpolpato una serie di articoli pubblicati su Il Foglio -, è quella del mostruoso mercato immobiliare di San Francisco.
Quella degli impiegati di Google o di Apple, con RAL a cinque zeri, costretti a vivere in tenda o nella propria automobile, gomito a gomito con una quantità gargantuesca di veri senzatetto.
Quella di Uber, del #metoo e del rifiuto categorico (e un po' ossessivo) del junk food.
Quella in cui tutti vanno con in testa "un'idea per una startup" e in cui molti restano dopo aver aperto un bar o una pizzeria.
E, comprese nel pacchetto, ci sono anche un'intervista a Jonathan Franzen e una a Bret Easton Ellis. Mica male.
Profile Image for Chiara F..
492 reviews31 followers
December 15, 2023
Un reportage sulla cultura californiana, che spazia dalle interviste a scrittori anticonformisti come Franzen o B.E.Ellis, alla penuria di alloggi nella Silicon Valley, dalle nuove frontiere degli integratori, della Prep (nuova pratica medica che sdogana l’amore libero) e delle microdosi di Lsd alle spiagge battute dal vento e da famosi surfer, spesso bisex che qui trovano l’onda perfetta.

Se in prima istanza il volume poteva sembrare molto simile al più vecchio “Rete padrona” di Rampini, complice anche un titolo fuorviante, nel prosieguo, Masneri non si limita a descriverci la vita dopo la rivoluzione di Apple, tra le ville di Zuckerberg e il Googleplex, tra le poliedriche start up sempre in raccolta fondi e le caserme dei pompieri di cui è ricca la zona, ma ci fornisce un quadro più ampio della vita a San Francisco, nella vicina Stanford, nella Los Angeles più festaiola e nell’entroterra dai climi variegati.

Un vero viaggio ad occhi aperti in quella che è la patria dell’orgoglio gay, la culla delle più grandi aziende tecnologiche e il polo precorritore di tutte le tendenze, pur presentando un’urbanistica decadente e un anacronistico voyeurismo tra machi e fricchettoni che gareggiano al Burning Man.

Una lettura godibile e illuminante: se non altro mi ha ispirato per la meta di un road trip very wild!
Profile Image for Mara Carron.
17 reviews
November 8, 2020
Questo libro raccoglie una serie di articoli dei reportage fatti da Masneri tra San Francisco, la Silicon Valley e LA. È un libro molto ironico però parla anche di cose molto serie da vari punti di vista: ideologici antropologici e urbanistici. C’è almeno un aneddoto per ogni start-up della Valley: Uber e i temuti rating dei drivers, Airbnb e il populismo dei mobili finnici e dell’estetica del bianco, la situazione immobiliare a San Francisco “ridiculously expensive” e i dirigenti di Google che vivono in camper bordo strada, Zuckerberg e i suoi vicini di casa e l’odio per gli arricchiti dal boom del tech, la lobby degli chef italiani, le droghe e gli integratori che fanno rimpiangere i Pocket Coffee, lo zucchero come nemico pubblico N.1. Parla anche di Trump, di architettura, degli hippy, del movimento #metoo, della comunità Lgbt, delle palestre i parrucchieri e le saune, il funerale in stile “surf” di Jack O’Neill, il Burning Man, Palm Springs e ci sono anche bellissime interviste agli scrittori Franzen e Bret Easton Ellis (American Psyco) e all’artista Don Bachardy.

Bellissimo viaggio TANTE le cose raccontate e il registro sadcom tiene insieme il tutto e evita che ci si senta sopraffatti dalla quantità.
Profile Image for Carlotta Micale.
282 reviews7 followers
March 21, 2021
L'onesto racconto, in stile reporting, della Silicon Valley, e di fenomeni a noi lontani. Spesso finiamo per essere colti dal clichè che "altrove sia meglio", o più nello specifico che la Silicon Valley sia una valle incantata di geni creativi che si uniscono in uno stimolante e meraviglioso brainstorming alla luce del tramonto californiano. Beh, non è così, e Masneri, ce lo racconta in modo impeccabile, ponendo l'accento sullo stile di vita, dimostrandoci nella pratica che cosa sia la gentrificazione, raccontandoci aneddoti divertenti e commentando la sua esperienza. Appare molto chiaramente come tutto serpeggi di assurdità (specialmente se non siamo mai stati negli stati uniti), ma non viene mai presentata un'opinione personale, ci sono mostrati soltanto i fatti, le interviste, i racconti fluidi attraverso il filtro dell'autore, ma senza giudizi. Una scrittura giornalistica ma molto personale, fluida, capace di passare da un'argomento all'altro senza creare confusione, ma anzi, dando l'impressione di star facendo un gigantesco tour guidato. Davvero una bella lettura, molto consigliata soprattutto agli "startupper" come me, che sono convinti che la Silicon Valley sia un paradiso a cui aspirare.
Profile Image for Chiara Riviera.
157 reviews8 followers
June 10, 2021
Libri di questo tipo sono la mia comfort zone, quindi non posso non amare tutto.
I temi trattati sono molti, dal problema immobiliare che San Francisco ha, fino all'impatto che le startup hanno avuto sulla California. A sorpresa ci sono anche due interviste a due autori americani molto famosi, Bret Easton Ellis e Jonathan Franzen, che a mani basse sono le mie parti preferite.
Masneri delinea un viaggione alla scoperta delle stranezze e delle peculiarità della Silicon Valley e della California più in generale, con uno stile estremamente ironico che contribuisce al senso di estraneo che si prova quando si legge di città come queste.
Questo libro smonta un po' tutte quelle illusioni che si hanno sulla California, contribuendo allo stesso tempo alla costruzione del suo mito. E' stato tutto molto interessante e divertente.
Profile Image for Elena Casari.
66 reviews3 followers
January 31, 2021
Ritratto imparziale ed onesto della San Francisco di oggi, in cui si capisce chiaramente poi il riferimento al titolo. Interessanti spunti sull’attualità in diversi ambiti: politica, la vita nella city, Google, apps, Franzen.. eppure mi ha annoiata. Alcuni capitoli mi hanno tenuta attaccata mentre in altri ho proprio fatto fatica a procedere.
Profile Image for Erikaconlakappa.
349 reviews10 followers
April 17, 2021
Completamente diverso da quello che mi aspettavo, ma mi è piaciuto. Mi affascinano queste storie "americane", sono talmente lontane da noi da sembrare incredibili, eppure al tempo stesso mentre le leggi ti rendi conto che veramente tutto può essere, e le contraddizioni di questo grande paese fanno sempre riflettere.
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