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Com'era bello l'inizio della fine

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In oltre sessant'anni da cronista, Vittorio Feltri si è imbattuto in molte personalità celebri e importanti. È inevitabile quando il tuo mestiere è rendere pubblici gli affari altrui. «A un certo punto» scrive «sono divenuto uno di questo clan, senza neppure rendermene conto né tantomeno volerlo.» Oggi, in questo «volumetto» di ritratti, il suo ricordo torna ad alcuni dei tanti nomi incontrati durante la sua lunga carriera, nomi famosi che non hanno certo bisogno di presentazioni, ma che la maggior parte di noi conosce solo attraverso immagini cristallizzate dalla stampa o dalla televisione, spesso infarcite di luoghi comuni. Dietro la facciata ufficiale, Feltri ha invece avuto modo di entrare con loro in un rapporto più intimo, fatto di cene, telefonate, lettere, talvolta anche confronti accesi, scoprendo che nell'animo e nei modi privati non sono affatto come si pensa che siano. Ecco allora il garbo e la gentilezza di Fausto Bertinotti accanto allo spiccato senso dell'umorismo di Umberto Veronesi, alle dissertazioni filosofiche di Giulio Giorello sul whisky scozzese, alle intemperanze linguistiche del collega Paolo Isotta, alla disarmante spontaneità di Ornella Vanoni, alle schermaglie con Antonio Di Pietro, alla nostalgia per l'entusiasmo contagioso di Nadia Toffa. Ironico e sagace come sempre, Vittorio Feltri condivide con il lettore «fatti e parole, verità taciute che, in fin dei conti, rendono giustizia a persone che meritano di uscire dai quadri appesi nelle gallerie dei presidenti e delle star trattate come statue di cera, che in queste pagine si sciolgono rivelando un volto sconosciuto».

132 pages, Hardcover

First published April 1, 2022

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Vittorio Feltri

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Profile Image for Antonio Gallo.
Author 6 books48 followers
May 4, 2022
Vittorio Feltri può piacere o non piacere, a seconda dei gusti, delle idee politiche, dell’età, e di tutto quanto fa giornalismo e comunicazione. Sono anni che lo leggo, ne ho scritto in diverse occasioni e, lo confesso, invidio la sua capacità di farti capire anche quello che non deve essere capito. Siamo quasi coetanei, anche se i cinque anni in più che mi ritrovo possono fare la differenza.

Lo considero molte cose, come uomo, giornalista, scrittore, politico, un gaudente, un viveur, un irregolare, un narciso, un gaffeur, di tutto e di più, ma sopratutto un maestro di scrittura, un moderno Montaigne che, guarda, caso proprio in questi giorni sto rileggendo i suoi famosi “Saggi”. Mi propongo di leggere anche il suo ultimo libro che vedete qui sopra. Ne ha scritti molti, e sa anche venderli, a dire il vero. Sempre presente, ovunque, distribuisce i suoi pensieri in maniera magistrale. Ecco la presentazione editoriale. Sono convinto che non l’ha scritta l’editore, se l’è scritta lui stesso, Narciso com’è.

Ma veniamo alla ragione di questo post. Lo scopo che mi sono proposto ha una natura, per così dire, tanto linguistica quanto personale. Sto leggendo in formato kindle il suo libro, ma leggo anche il suo giornale LIBERO sul quale in questi giorni ha pubblicato uno strepitoso articolo sulla “guerra scema all’italiano”. Suddiviso in diverse sezioni, mi sono preso la briga di digitare quella riferita a tutto quello che lui sostiene “non si può dire” oggi nel mondo e nel nostro Paese.

Ci sono riferimenti umani, politici, culturali, sociali, religiosi, la sintesi delle nostre anomalie e patologie. E’ una scrittura quanto mai esaustiva ed esemplare, di tendenza letteraria, degna di un Montaigne, appunto. Feltri scrive dopo di avere scritto che: “il politicamente corretto applicato al linguaggio è il male del mondo. E’ necessario difendere il vocabolario dalle femministe che minano ma nostra identità linguistica”:

“Oggi non si può dire “negro” al negro. Non si può dire che l’integrazione con gli islamici è impossibile. Non si può dire che i terroristi islamici sono “bastardi”, altrimenti vieni rinviato in giudizio. Non si può dire che l’accoglienza va limitata o evitata. Non si può dire che gli extracomunitari pisciano nelle aiuole e deturpano le città, cose che avvengono in quanto la sinistra buonista accoglie chiunque salvo poi gettare gli esseri umani in strada come se fossero rifiuti. Non si può dire che una guerra è di religione o di civiltà. Non si può dire che lo Stato etico è una roba da Medioevo e che il Corano ispira violenza. Non si può dire “zingaro” nè “rom” nè “nomade”. Non si può dire “frocio” nè “finocchio” nè “culattone”, a meno che tu stesso non sia omosessuale, in tal caso diventa lecito. Non si può dire che l’aborto è un orrore. Non si può dire che l’utero in affitto è orribile. Non si può dire che i bambini devono avere una mamma e un papà. Non si può dire che gli infanticidi sono un prodotto di crudeltà. Non si può dire che i femminicidi sono omicidi tali quali i vecchicidi e gli omicidi. Non si può dire che la difesa è sempre legittima. Non si può dire che il Mezzgiorno è arretrato rispetto al Nord. Non si può dire che la scuola è diventata un ammortizzatore dove non si impara niente. Non si può dire che molti giovani sono disoccupati perchè non hanno voglia di lavorare. Non si può dire “bamboccioni”. Non si può dire che la famiglia è l’unico baluardo della società. Non si può dire che le parrocchie sono migliori delle moschee. Non si può dire che è meglio credere in Dio che in Allah. Non si può dire che le donne rompono i coglioni. Non si può dire che gli uomini fanno altrettanto, o forse questo sì. Non si può dire che la natura non è democratica per cui tutti non tutti gli uomini sono uguali e che l’uguaglianza, di fatto, è un mito. Non si può dire che la scuola non deve insegnare l’educazione sessuale ma soltanto a leggere e scrivere. Non si può dire che il comunismo era una schifezza. Non si può dire che il fascismo ha fatto cose buone. Non si può dire che il comunismo e il nazismo pari sono. Non si può dire gli israeliani hanno più ragione dei palestinesi. Non si può dire che uno è “cieco”, se mai è un “non-vedente”. Non si può dire “sordo”, al massimo “audioleso”. Non si può dire “spazzino” ma solo “operatore ecologico”. Non si può dire “bidella” ma “operatrice scolastica”. Non si può dire che il clima cambia da sempre e che le glaciazioni si sono da sempre susseguite sul pianeta. Non si può dire che i sindacati fanno male sopratutto ai lavoratori. Non si può dire che destra e sinistra fanno entrambi schifo. Non si può dire che il Sud è meno evoluto del Nord. Non si può dare del terrone al terrone mentre è corretto dare del polentone al polentone. Non si può dire che i partigiani hanno infoibato tanti italiani. Non si può dire che a guerra finita i rossi hanno continuato ad uccidere. Non si può dire che gli Italiani hanno votato per anni la DC per paura dei rossi. Non si può dire che i terroristi rossi erano più pericolosi di quelli neri. Ma sopratutto non possiamo dire che tutto questo tartufismo ci ha arci-stufato.”

MEDIUM - https://angallo.medium.com/tutto-quel...
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