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La composizione in fotografia : principi e tecniche di base

Indice dei contenuti:

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- Cos'è la composizione

- I principi della composizione

        - Il contrasto

        - Il bilanciamento

- Elementi e tecniche di composizione

        - Soggetto e sfondo

        - La posizione del soggetto nell'immagine

        - La regola dei terzi

        - Linee orizzontali

        - Linee verticali

        - Linee diagonali

        - I cerchi

        - Cogliere il momento giusto

        - La prospettiva

Cos'è la composizione

Conoscere e capire le basi tecniche della composizione è un passaggio fondamentale per tutti fotografi o aspiranti tali, come in realtà anche per chiunque sia interessato alle arti visive in generale.

 

Partiamo da capire cosa si intenda per composizione. La composizione è fondamentalmente l’organizzazione degli elementi grafici presenti in un’inquadratura. Conoscere le tecniche di base della composizione è uno dei primi passi per ottenere immagini in cui i soggetti ripresi siano ordinati in maniera armonica. Questo non garantisce che la foto sia piacevole all’occhio dell’ osservatore, e questo non dovrebbe essere neanche l’obbiettivo finale, ma offre al fotografo degli strumenti per pianificare l’immagine che vuole creare.

 

Per quanto esistano delle tecniche compositive codificate, bisogna sempre fare attenzione a non interpretarle come dogmi. Ma come per tutte le tecniche in campo artistico, è necessario prima conoscerle e poi, eventualmente, interpretarle o addirittura trasgredirle. Principi e regole riportati in questo articolo sono quindi da interpretarsi come una guida generale utile ad orientarsi nel processo creativo di una fotografia, non come una serie di regole prescrittive ed assolute.

I principi della composizione

I due principi fondamentali da comprendere per capire la composizione sono due, il contrasto e il bilanciamento. Vediamo adesso piú nel dettaglio a cosa ci riferisce con questi du concetti generici.

 

Il contrasto

La piú importante teoria del contrasto fu elaborata negli anni ‘20 da Johannes Itten, uno degli esponenti piú importanti della Bahaus, la famosa scuola d’arte fondata a Weimar in Germania nel 1919. La teoria dell’immagine elaborata da Itten sosteneva che qualisiasi composizone fosse caraterrizzata principalemente da un solo elemento : il contrasto.

 

Nella teoria di Itten, il contrasto ha molteplici accezioni, non solo quella piú comune del contrasto fra chiaro e scuro. Tutti i contrasti sono utili a comporre e dare forze ad un’ immagine : contrasti fra colori, fra soggetti trasparenti ed opachi, piccole e grandi, lunhgi e corti, ruvidi e lisci, e cosí via..Il contrasto, in una di queste forme, é praticamente presente in ogni immagine ben riuscita.

 

Il bilanciamento

Anche in questo caso ci si riferisce ad un significato molto generico, ovvero alla correlazione dinamica che si crea tra gli elementi all’interno dell’inquadratura. Una foto perfettamente bilanciata è una foto in cui tutti gli elementi visivi hanno lo stesso peso, creando un senso di equilibrio. Se gli elementi non sono disposti in modo bilanciato, si crea una tensione visiva. Attenzione: non necessariamente per essere gradevole una foto deve essere perfettamente bilanciata, anzi. Molto speso, sbilanciamenti voluti e ben calibrati rendono le foto molto interessanti. Armonia e tensione visiva sono due principi ugualmente utili al raggiungimento di foto ben composte, tutto dipende dall’obbiettivo che si vuole ottenere

Elementi principali della composizione

SOGGETTO E SFONDO

 

Il soggetto e lo sfondo sono due elementi basilare della composizione fotografica, tanto che spesso la distinzione fra questi due concetti viene data per scontata.

Il soggetto é quell’elemento dell’immagine su cui poniamo la nostra attenzione, ciò che in definitiva guardiamo. Lo sfondo é il contesto nel quale é collocato il soggetto.

Il soggetto é posto davanti e rappresenta la parte fondamentale della fotografia, spesso né la ragion d’essere dell’immagine che vogliamo riprendere. Lo sfondo é posto dietro, ed é necessario per occupare il resto della fotografia non “coperto” dal soggetto.

Ovviamente, la relazione tra sfondo e soggetto é determinante per la buona riuscita di una fotografia. Nelle foto migliori, lo sfondo ha la capacitá di valorizzare il soggetto. In alcuni casi lo sfondo risulta così significativo che la distinzione fra sfondo e soggetto può risultare ambigua. La tensione fra sfondo e soggetto fa sì che l’immagine non sia immediatamente interpretabile, e che per questo risulti interessante.

LA POSIZIONE DEL SOGGETTO NELL' IMMAGINE

 

Un primo passo nella composizione di una buona fotografia consiste nel posizionare il soggetto principale. Molti, soprattutto all'inizio, tendono sa scegliere un solo elemento di interesse primario relegando tutti gli altri a un ruolo secondario.

Inoltre, un altro approccio molto diffuso fra chi non ha molta esperienza con la fotografia, é quello di collocare il soggetto principale al centro dell’immagine. Cosa che non né di per sé sbagliata, sopratutto se si vuole dare un senso di armonia ed equilibrio. Nella maggior parte dei casi, però, la collocazione centrale del soggetto tende a creare a creare foto appiattite e poco dinamiche. E’ quindi preferibile collocare gli elementi chiave della scena in una posizione deliberatamente e visibilmente decentrata. Lo squilibrio così indotto porta a risultati più dinamici. Numerose regole sono state elaborate nel corso dei secoli dai pittori per definire il punto esatto in cui disporre gli elementi principali di un quadro. Anche se un fotografo generalmente ha molto meno tempo per applicare in maniera rigorosa queste regole. La più famosa ed utilizzate di queste regole, e senza dubbio ne avrete già sentito parlare, é la regola dei terzi.

Posizione soggetto immagini.jpg

LA REGOLA DEI TERZI

 

La regola dei terzi è una tecnica che è stato utilizzato per secoli dai pittori e che tutt’ora viene utilizzata come accorgimento nella composizione di una fotografia. Alla base di questa tecnica fotografica, c'è un concetto molto semplice: dividendo l'immagine in terzi, orizzontalmente e verticalmente, tramite delle linee immaginarie chiamate “linee di forza”, il campo fotografico viene suddiviso in 9 aree di identica dimensione. I punti di intersezione di queste linee immaginarie vengono generalmente chiamati punti “di forza” o “di interesse”. Spiegandolo a parole può sembrare complesso, ma basta guardare nel mirino di una fotocamera per capire di cosa stiamo parlando. Sono le linee che tracciano quella sorta di “griglia” che vedete nel mirino o sullo schermo LCD di qualsiasi fotocamera moderna. Ecco, secondo la regola dei terzi, collocando il soggetto in uno dei punti di intersezione di queste linee, si ritiene che l'immagine risulti più dinamica ed armonica rispetto a una composizione che pone il soggetto al suo centro.

Regola dei terzi.jpg

L'UTILIZZO DELLE LINEE

 

Quando si parla di composizione, l’utilizzo delle linee è una delle tecniche piu utilizzate. In fotografia, le linee appaiono all’occhio umano in maniera implicita, non scontata. Spesso creiamo delle linee immaginarie unendo i diversi punti o soggetti all’interno di una foto, oppure tramite l’utilizzo del contrasto tra chiaro e scuro, tra superfici differenti, tra colori diversi e così via..

A seconda del loro orientamento, le linee possono suggerire diverse associazioni mentali.

LINEE ORIZZONTALI

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Le linee orizzontali generalmente inducono una sensazione di calma e stabilità, quelle verticali di movimento e velocità, quelle diagonali suggeriscono dinamismo. Queste associazioni possono essere piú o meno forti a seconda della fotografia, ed in generale sono sempre secondarie rispetto al soggetto. Sono comunque elementi utili ad indirizzare la percezione dell’immagine da parte dell’osservatore. Vediamo adesso come funzionano i diversi tipi di linee.

La linea orizzontale può essere considerata un fondamento della composizione fotografica. Il sistema visivo dell'occhio umano ha per sua natura una forte componente orizzontale. Tendiamo a ad osservare le immagini da un lato all’altro seguendo un asse orizzontale, e l’orizzonte rappresenta per tutti la linea di riferimento più comune. In termini psicologici, le linee orizzontali suggeriscono un’idea di calma, stabilità e pace. In termini spaziali, una percezione di ampiezza e vastità.

Linee orizzontali.jpg

LINEE VERTICALI

 

Le linee verticali, al contrario di quelle orizzontali, suggeriscono un idea di movimento e velocità. Questo perché la verticalità è istintivamente associata alla forza di gravità ed alla caduta in generale. E’ importante anche notare che linee verticali ed orizzontali sono complementari. Usate congiuntamente conferiscono un senso di equilibrio e stabilità all’immagine.

linee verticali.jpg

LINEE DIAGONALI

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Infine le linee diagonali. Questo tipo di linee puó avere varie direzione, e forniscono un punto di vista in piú all’immagine: l’angolazione. Per questo motivo, le diagonali sono il tipo di linee con un effetto visivo più marcato ed il livello di dinamismo che richiamano é piú forte rispetto a quello delle linee verticali. Questa capacitá di creare “movimento” é dovuta al fatto che le linee diagonali non hanno un loro equilibrio, la loro angolazione le fa sembrare sempre in procinto di cadere, e questo crea tensione nell’immagine. Inoltre, un altro fattore che determina la sensazione di dinamismo apportata dalle linee diagonali, né il non allineamento con il formato rettangolare della fotografia: la divergenza ed il mancato parallelismo con i margini dell’i quadratura, portano inevitabilmente ad un tensione dinamica della fotografia. Un altro elemento da tenere in considerazione, é che le diagonali sono associate alla prospettiva ed il loro utilizzo marcato accentua la sensazione di profondità della scena.

Linee diagonali.jpg

I TRIANGOLI

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I triangoli sono, per diverse ragioni, le figure più utili nell'ambito della composizione fotografica. La loro frequenza è dovuta in parte alla facilità di costruirli o di suggerirne la presenza (per i vertici bastano tre punti disposti in qualsiasi modo) e in parte al fenomeno della convergenza (un effetto prospettico che rende molto comuni le diagonali convergenti, specie nelle foto scattate con obiettivi grandangolari). Il triangolo è anche la figura geometrica più elementare, ovvero quella con il minor numero di lati. Inoltre, presenta un'interessante combinazione di dinamismo (dovuto alle diagonali e agli angoli) e stabilità (purché uno dei lati sia orizzontale). La forma del triangolo ha un notevole impatto visivo ed è quindi molto facile da individuare. Spesso sono sufficienti due sole linee: la terza può essere soltanto suggerita oppure sostituita da un lato dell'inquadratura. Quanto ai vertici, bastano tre elementi di richiamo, soprattutto se simili per contenuto, colore o grandezza. A differenza dei rettangoli e dei cerchi, le cui parti costitutive devono essere disposte in un certo modo, i triangoli si formano comunque siano posizionati i tre punti, salvo nel caso in cui risultino allineati. Un ritratto di tre persone, per esempio, darà vita quasi inevitabilmente a una struttura triangolare con ai vertici i tre volti.

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I CERCHI

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Gli elementi che entrano in una fotografia sono di ogni foggia e dimensione, ma spesso sono le forme più semplici a essere visivamente più efficaci nella composizione. Triangoli e linee diagonali hanno una riconosciuta capacità di aggiungere intensità e tensione all'immagine. Cerchi e linee curve hanno un effetto opposto e comunicano in genere un senso di armonia. Una forma circolare dominante nella composizione attira immediatamente l'attenzione, ma soprattutto tende a tenerla concentrata su di sé. La simmetria perfetta di un cerchio non entra in conflitto con i lati del fotogramma, per cui può comparire ovunque nell'immagine. Una forma circolare si presta particolarmente bene a fungere da sfondo.

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SCELTA DEL PUNTO DI RIPRESA

 

Una solida padronanza dei principi della composizione consente di ricavare una varietà di vedute da una scena sostanzialmente identica. Nell'affrontare un soggetto, soprattutto se di grandi dimensioni come un edificio, osservatelo da tutti i punti di vista accessibili. Ciò significa non solo un'esplorazione tutt'intorno, ma anche inquadrature attraverso diversi obiettivi e, se possibile, da diverse altezze. Scoprirete P'esistenza di un numero quasi infinito di combinazioni tra cui scegliere. Cambiando posizione della fotocamera vedrete il soggetto sotto nuove angolazioni, ma troverete mutamenti significativi anche nei rapporti tra elementi in primo piano e sfondo. Uno spostamento laterale anche di pochi metri, per esempio, può trasformare completamente il primo piano inquadrato da un grandangolare. Analogamente, avvicinarsi o allontanarsi dal soggetto, o cambiare obiettivo, può comportare trasformazioni radicali dello sfondo. Via via che ci si sposta, entrano nel campo visivo elementi diversi, utilizzabili come complemento del soggetto o per incorniciare lo scatto. L'illuminazione stessa cambia, fornendo ulteriori opportunità di trasformazione della scena: senza contare i mutamenti relativi all'ora del giorno o alla stagione, che offrono altri spunti per nuove idee.

COGLIERE IL MOMENTO GIUSTO

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La composizione non riguarda solo la disposizione degli elementi nell'inquadratura, ma anche il momento esatto in cui premere il pulsante. Senza tempismo, parte dell'energia di un'immagine può andare perduta. In alcuni generi di fotografia gli attimi decisivi sono ovviamente noti, per esempio quando un atleta taglia la linea del traguardo. In questi casi, la preparazione e l'esperienza contano quanto la fortuna. In altre situazioni, meno prevedibili, si possono presentare momenti magici in cui le condizioni ambientali e le persone concorrono a creare una composizione piena di energia, forza e bellezza. Momenti del genere si verificano quando due o più elementi si combinano in un certo modo. Con un cielo temporalesco, per esempio, un edificio particolarmente interessante potrebbe essere illuminato da un raggio di sole, con un effetto che forse non si ripresenterà una seconda volta. Per cogliere questi momenti decisivi, oltre che pazienza, occorre saper prevedere quello che potrebbe accadere ancor prima che accada.

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LA PROSPETTIVA

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Gli effetti prospettici, con un aumento o una diminuzione delle distanze apparenti in funzione della composizione, rappresentano uno dei metodi preferiti dei fotografi per gestire la profondità delle immagini. Esistono diversi tipi di prospettiva, ma la più nota è la prospettiva lineare, che crea l'illusione ottica per cui i lati di una strada diritta sembrano convergere in lontananza. Mentre un pittore deve imparare la tecnica per impostare le proprie opere con una prospettiva corretta, la fotocamera normalmente raggiunge lo stesso risultato senza interventi da parte del fotografo. Tuttavia, la lunghezza focale dell'obiettivo modifica vistosamente l'aspetto di una fotografia. Un grandangolare comporta una rapida convergenza delle linee parallele che fa sembrare più grandi gli oggetti vicini all'obiettivo e più piccoli quelli lontani. Un teleobiettivo invece elimina dall'inquadratura molti elementi del primo piano che potrebbero fungere da riferimento e comprime Pimmagine in modo che elementi tra loro distanti appaiano vicini.

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