August 11, 2020

Categoria: Poteri

BOTTA E RISPOSTA. Maschio contro Femmina. Tempo di scazzotata: 2 min.

BOTTA MASCHILISTA

Belle le donne dipinte da Botero? Belli i corpi delle donne obese immortalate dalla fotografa Mariana Godoy? Belle le donne della trasmissione “vite al limite” che stentano a camminare e dormono su megaletti rinforzati? Certo, i gusti sono gusti, ma la risposta è NO. Le donne grasse sono belle come è bello il camion, se vogliamo fare un paragone automobilistico, rispetto ad una Ferrari. Se sorvoliamo sul fatto che essere sovrappeso non è cosa buona per la salute, penso che ci sia anche un problema di etica. Ovvero: una grossa fetta del mondo stenta ad avere il cibo a sufficienza e voi, donne grasse, vi permettete di dire che siete belle anche piene di piadine e cannoli alla crema pasticcera? Ricordo il mio primo viaggio in Africa, quando nell’entroterra del Togo, incontrai due volontarie bianche. Erano lì per fare del bene, in buona fede di sicuro, ma grasse com’erano mi fecero venire il voltastomaco. Cioè, volete portare aiuti umanitari ai bambini magri di una zona depressa, dove c’è carestia e povertà, esibendo addomi da ippopotamo e natiche elefantine, doppi menti e lobi delle orecchie piegati dal largo collo? Credibilità zero. Poi però, scoprii che agli occhi dei maschi neri, magri, le grasse ippopotame bianche erano appetibili più delle loro antilopi nere e secche. Chissà, forse, e non del tutto a torto, ancora persiste in certe zone d’Africa il pensiero remoto DONNA GRASSA = RICCA = FECONDA = CHE POTREBBE SFAMARE MARITO E TANTA PROLE. Ok, ma tornando a voi, cercate di regolarvi per favore, togliendo il cibo dalla lista delle vostre ossessioni quotidiane. Non siamo nel deserto! Non siamo in guerra! Non siamo in carestia! Basta acqua in borsetta! Basta cibi per dopo. Basta fiumi di caffè e barrette energetiche dopo 20 metri di corsa.

RISPOSTA FEMMINISTA

Ma davvero devo replicare? Mi sono forse persa una versione di “Vite al limite – speciale femmina”? Non pensavo che solo noi fossimo adatte a diventare dei camion e a vivere su megaletti… e mi fa abbastanza ridere che la metafora proposta per associare, o meglio, dissociare bellezza e grassezza sia di stampo automobilistico. Mi risulta infatti che l’auto sia considerata il prolungamento dell’ego maschile, che necessita di un numero sfacciato di cavalli sotto il cofano per compensare la totale assenza di materia nelle mutande. Oh, mi limito a riportare una diceria. Non lo sto sostenendo io. Se il bello di cui stiamo parlando fa rima con “salute”, allora siamo d’accordo, se fa rima con “Ferrari”, allora ti dico che preferisco essere una Panda scalcagnata che non riempie nessun vuoto cosmico e non mi fa prendere multe per eccesso di  minchiate (le ippopotame bianche in Togo? Io vedo dottori MASCHI che predicano i pericoli del colesterolo con il ventre sporgente come il balcone di Giulietta, che facciamo?). Piuttosto diciamo le cose come stanno: essendo io una Panda, sono nata con un baricentro che mi impone il ristagno di liquidi (la cellulite, uhuuuu che pauraaaa) e un metabolismo tale per cui, se mangio, ingrasso, se faccio la fame, rientro nei tuoi standard di “bellezza”, ma poi mi accusi di avere degli scatti d’ira funesta, che tu chiameresti menate mestruali, dovuti al fatto che “porca pu***na, ho fame!!!”. Meglio una Panda oggi, 4×4, resistente agli urti e bella come sono belle le cose pratiche, che una Ferrari domani, effimera, creata solo per stare nei musei o spiaccicarsi sulle autostrade, ricordatelo. E prova a dirmi che son gelosa della Ferrari, che ti investo in retro.

Pier VS Giulia

Condividi l'articolo con i tuoi amici

Exclusive Content

Be Part Of Our Exclusive Community