Storia del Comune

BREVI CENNI STORICI SUL COMUNE DI MONTICELLI PAVESE E SULLA CASCINA COLOMBINA:
 
 
La storia di Monticelli Pavese, come quella di molti altri paesi situati a ridosso del fiume Po, vedeva queste terre di confine impegnate su due fronti, la battaglia tra gli uomini e il fiume che metteva in gioco la sopravvivenza stessa di queste terre rivierasche e quella umana per la loro dominazione.
Monticelli in tutto questo presenta una sua singolarità, la presenza continuativa e costante, seppur contrastata, di una potente abbazia benedettina, che vi ha esercitato il suo dominio dal Secolo X fino ai primi decenni del 1800.
Il “Castrum” di Monticelli fece parte, e questa è la prima volta che viene citato, di una grande donazione concessa verso la metà del Secolo X dall’Imperatrice Adelaide, figlia di Re, sposa, madre, nonna di Imperatori, all’abbazia di San Salvatore fuori le mura di Pavia.
Si tratta della donazione di ben 36 terre delle quali appunto una è quella di Monticelli.
Per tanto l’Abate dell’abbazia del Salvatore ebbe qui a Monticelli signoria e giurisdizione per circa mille anni.
Dai documenti che per fortuna ci furono conservati, si può rilevare che la Signoria del Monastero del Salvatore nei secoli XI e XII fu limitata e contrastata a causa delle lotte per la contesa del dominio su questo lembo di terra.
I motivi sono parecchi: Monticelli insieme con Olubra, ora Castel San Giovanni, Parpanese, Mondonico e San Marzano era come una terra di confine, contesa ai pavesi dai piacentini e ciò per il fatto che Monticelli si trovava allora sulla riva destra del Po e per tanto in territorio piacentino.
A partire dal secolo XIII i monaci cominciano ad avere una signoria meno contrastata e più larga su tutto il territorio di Monticelli e vi nominano un massarius, un rettore e un podestà.
All’ombra della potente abbazia benedettina nasce nel XIII secolo il Comune di Monticelli Pavese.
Le cose continuarono così fino al XV secolo quando Galeazzo Maria Sforza, figlio e successore di Francesco Sforza, sposo di Bianca Maria Visconti, duca di Milano decide di deviare il percorso del fiume Po.
L’opera di rettifica e deviazione ebbe inizio nel 1466 e fino a quel momento Monticelli si trovava sulla riva destra del grande fiume in territorio piacentino, mentre alla fine degli stessi lavori nel 1476 si ritrova sulla riva sinistra in territorio pavese.
I motivi principali che spinsero il duca di Milano a cimentarsi in un’impresa così grande furono quelli di risolvere in maniera definitiva la questione del territorio, conteso tra pavesi e piacentini, nonostante la riconosciuta appartenenza pavese da parte di Federico I nel 1164, e quello di togliere dalla minaccia del Po il principesco castello di Chignolo Po.
Nonostante che, dopo il 1476 il paese di Monticelli si sia venuto a trovare in territorio pavese, bisogna attendere il 1815, perché entri a far parte col trattato di Vienna del regno Lombardo-Veneto e solo nel 1820 passò dalla diocesi di Piacenza a quella di Pavia.
Nei primi anni del 1800 sotto la bufera rivoluzionaria, ormai sconvolte e annullate tutte le proprietà feudali i monaci benedettini furono cacciati.
 
La storia della Cascina Colombina è una storia relativamente recente e come quella dell’intero paese strettamente legata alla sorte dei monaci benedettini che qui dominarono a lungo.
Dall’analisi cartografica la costruzione della Cascina così come si presenta oggi con le due corti, dovrebbe risalire alla fine del 1700.
Il paese di Monticelli che non trova rappresentazione nell’atlante topografico del principato di Pavia del 1730, dove viene ancora citato come “Monticello Piacentino”, si può ritrovare invece nelle mappe del Catasto Teresiano.
Nella prima stesura del Catasto Teresiano 1722/1744 nella zona, dove oggi sorge la cascina, vi sorgono due piccoli fabbricati e non v’è traccia nemmeno del nome, nella seconda stesura, invece, del 1870 si riconosce la cascina nella forma attuale con i due cortili e con l’unica differenza che il fabbricato attualmente adibito a stalla aveva la dimensione degli altri corpi di fabbrica presenti nel cortile secondario e ne manteneva pure l’allineamento.
Dall’analisi delle carte del catasto storico edizione 1815/1840 la Cascina Colombina viene indicata come “ORATORIO” il che confermerebbe le testimonianze e la tradizione verbale degli abitanti di Monticelli che indicano l’attuale cascina come Monastero.
Purtroppo a conferma di tale tesi non si ritrovano altri documenti, come invece accade per la sede più antica dei Monaci nel paese, ovvero la Cascina Palazzo.
La Cascina Colombina si presenta oggi come una tipica cascina lombarda, riproponendo lo schema a doppia corte chiusa.

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