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Riscaldamento climatico: meno nuvole e temperature folli, così finirà il XXI secolo. Su Nature la "catastrofe del clima"

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Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature rivela che entro il 2100 la temperatura globale salirà di 4 gradi, determinando una vera e propria catastrofe climatica.

Lo studio, condotto da ricercatori australiani, peggiora le previsioni fornite finora dai climatologi e mette in guardia i governi di tutto il mondo: se le emissioni di gas serra non verranno drasticamente tagliate, l'umanità vivrà un caldissimo fine secolo. Con conseguenze devastanti: “La vita diventerebbe difficile, se non impossibile, in molte zone tropicali e garantirebbe lo scioglimento della calotta artica in Groenlandia e in Antartide”, ha riassunto al quotidiano britannico The Guardian il ricercatore australiano Steven Sherwood che con la sua équipe dell'università del New South Wales ha messo a punto un nuovo modello climatico dando per la prima volta un ruolo centrale alle nuvole.

Fino a questo momento, infatti, il ruolo delle nubi nella previsione climatica era incerto. La ricerca ha ora scoperto che l'innalzamento delle temperature diminuisce la formazione delle nuvole, fondamentali per riflettere i raggi solari verso lo spazio. La loro diminuzione dunque contribuisce all'innalzamento del termometro terrestre, in un preoccupante circolo vizioso.

Lo studio inoltre aumenta la probabilità – messa in discussione dagli scettici – che i gas serra siano davvero determinanti nel global warming. Secondo gli autori, se la produzione di Co2 raddoppierà nei prossimi cinquant'anni – così come è probabile se il trend non subirà flessioni – la temperatura del pianeta salirà dai 3 ai 5 gradi. Una previsione più pessimista di quella ormai stabilita da vent'anni, secondo la quale la Terra si sarebbe scaldata dai 1,5 ai 5 gradi.

Sherwood allontana anche le probabili critiche di coloro che mettono in dubbio il catastrofismo climatico: “Gli scettici possono pure riferisci allo 'iato' di temperature in atto dalla fine del ventesimo secolo, ma esistono prove sempre più evidenti che questo 'iato' non è visibile nelle altre misurazioni del sistema climatico, ed è quasi sicuramente temporaneo”.

In effetti il riscaldamento globale sembrava aver rallentato dal 1998, ma uno studio apparso lo scorso anno ha stabilito che in realtà il fenomeno continua inesorabilmente, e l'innalzamento della temperatura riguarda soprattutto gli oceani che assorbono oltre il 90% del calore extra, mentre soltanto il 2,3% di questo calore riguarda l'atmosfera.

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