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Ha ragione Padre Georg. Il diavolo esiste ed è il registro elettronico

Ha ragione Padre Georg. Il diavolo esiste ed è il registro elettronico

Ha ragione Padre Georg. Il diavolo esiste. E ha un’arma potente: il registro elettronico.

Accessibile in ogni momento, ad ogni ora, minuto, secondo, manda segnalazioni nell’app posizionata nel telefono di ogni genitore (a cui accedono i figli) e mostra tutto, compiti, movimenti, lezioni, ma soprattutto mostra un voto riassuntivo, la media matematica di tutti i voti in tutte le materie con salite e discese in un numero solo. Un bel numeretto che sale e scende in un diagramma modello borsa di Milano o emissione di bot o btp.

Da un lato abbiamo la scuola che “deve insegnare il senso critico, le intelligenze multiple, l’empatia, il cooperative learning che riflette l’organizzazione in rete, il futuro, le soft skills, la responsabilità nella libertà, il benessere della persona a partire dall’infanzia e dall’adolescenza…”

Dall’altro la batteria di produzione della fabbrica fordista riprodotta tale e quale nella scuola tradizionale. Che, al netto delle chiacchiere, impera ancora oggi e di cui l’aggeggino di cui sopra è la prova macroscopica.

Il registro elettronico, malgrado la sua digitalità, di fatto è uno strumento analogico, moltiplica, meccanicizza e quantifica azioni umane di per sé non quantificabili in un numero solo ripetuto continuamente e aggiornato fino all’ossessività, in millesimi, in quanti.

È il braccialetto del rider di Amazon, la app del magazzino che conta quanti pacchi e in quanto tempo e te lo segnala ovunque sei a tutte le ore. Disumanizzando.

Me lo dite voi a che serve quantificare per tutte le ore del giorno un/una ragazzino/a e mandare questa quantificazione millesimale del figlio in un app, a lui e ai genitori?

Si, dai, parliamo di ansia, depressione adolescenziale e bonus psicologo. Parliamo di bullismo e cyber bullismo, certo, come no. DI leggi, di norme e di prevenzione. Come sempre siamo di fronte agli idioti della valle, non a coloro che capiscono e prevengono, non i detentori del pollice opponibile.

Di grazia, possiamo togliere ai produttori di software il governo della scuola e riprenderlo dentro la scuola non abolendo strumenti digitali utili ma richiedendo strumenti e software che siano realmente aderenti alle belle parole e alle belle intenzioni? Vi do una notizia: non è il software che governa l’uomo ma viceversa.

Perché poi coloro che vietano il cellulare “perché fanno diventare decerebrati” finiscono con l’essere la prova vivente di ciò che dicono nell’avallare l’uso di questo strumento disumano per la semplice ragione dell’essere totalmente marziani di digitale. Uno strumento disumano. Che mette nello sconforto o nella sovraeccitazione a seconda del numeretto con gli stessi effetti emotivi dei like dei social. I decerebrati che vietano agli altri software dalle modalità tossiche e malate, della dipendenza, della depressione, dell’ansia, che essi stessi propongono, utilizzano e impongono esattamente a quei ragazzi e ragazze a cui sostengono di volerne salvaguardare la crescita. E li fai crescere così? O santa pazienza.

Al signor Argo (o chiunque sia) possiamo chiedere software differenti. Che siano esito di una scuola differente, per una società differente. Si può e si deve fare. Attenzione, con il supporto del digitale. La domanda chiave è se vogliamo possiamo pensare e fare una società differente? Meno simile a un magazzino Amazon? Perché, comunicazione di servizio, l’assetto sociale è causa ed esito di quello scolastico.

Quanto vali oggi? 6.81. Corri ragazzo! Corri! Dice il diavolo.

Buongiorno da Roma e Buona Befana a voi.

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