Scanzi Quotidiani è la mia newsletter del venerdì. Ci troverete i migliori post della settimana usciti sulla mia pagina Facebook, gli articoli tratti dal cartaceo del Fatto Quotidiano e molte cose inedite. Per esempio il vino della settimana. Oppure un disco storico da (ri)ascoltare. Uno sportivo indimenticabile. Una serie tivù imperdibile. Le mie date teatrali. I link ai miei profili social. E tanto altro ancora. Vi ricordo che è in vendita il mio nuovo libro, I Cazzari del Virus (booktrailer) edito da Paper First, giunto alla nona ristampa (mentre siamo alla sedicesima ristampa de “Il cazzaro verde”). Buona lettura e, una volta di più, grazie di tutto!
Sportivo: Steven Bradbury
Ovvero una delle più grandi, e buffe, e splendide sorprese nella storia dello sport. Nel 2002, vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City, specialità short track 1000 metri. Australiano, la maniera con cui Bradbury vinse l’oro resta surreale ed esilarante. Nei quarti di finale arriva terzo, ma la squalifica del secondo lo fa accedere alle semifinali. In semifinale è staccatissimo, ma all’ultimo giro tre davanti cadono e un altro viene squalificato. Quindi finisce primo e va in finale. All’ultimo atto è ultimo, staccatissimo, ma all’ultima curva – non è uno scherzo – quelli davanti a lui cadono tutti. Come birilli. In piedi resta solo Bradbury, che vince. La Gialappa’s Band ne trasse un video esilarante, ma si dimenticò di raccontare che Bradbury era reduce da infortuni gravissimi e la federazione australiana lo aveva iscritto alle Olimpiadi quasi come mascotte: come risarcimento di una carriera sfortunatissima. Ancora oggi, nella sua terra, Bradbury è un mito, al punto tale che gli australiani dicono “doing a Bradbury” (fare il Bradbury) per indicare un evento clamoroso e imprevedibile.
Serie tivù: Lost
Ha cambiato la storia delle serie tivù. Le prime stagioni sono straordinarie e ci sono almeno cinque personaggi indimenticabili. Col passare degli anni divenne troppo cervellotica, ma resta imperdibile.
Disco: Alice In Chains, Unplugged
La serie dei concerti Mtv Unplugged fu uno dei più grandi capolavori della musica Anni Novanta. Tra i tanti live acustici imperdibili (Clapton, Young, Dylan, Nirvana), resta struggente il concerto degli Alice In Chains. Fu, di fatto, il testamento del cantante Layne Staley, uno dei tanti martiri del grunge. La sua voce, di per sé incredibile, tocca qui vette celestiali. Chi non piange ascoltando Down In A Hole ha problemi seri.
Vino: Sui Lieviti – Orsi Vigneto San Vito
Fermi tutti: mi sono imbattuto in un Pignoletto davvero convincente. Uno dei più convincenti che abbia mai provato. È il Sui lieviti di Orsi Vigneti San Vito. Lo distribuisce Bibo Potabile e l’ho trovato al Dietro le quinte di Arezzo. Sul sito aziendale si presentano così: “Vigneto San Vito si trova sui Colli bolognesi, nella frazione di Oliveto, ad un’altitudine di 200 metri. Su questa collina esistono antiche testimonianze della presenza di vini di qualità, risalenti a carteggi medievali con l’Abbazia di Nonantola. San Vito produce vino da una cinquantina d’anni. Da quando siamo subentrati io e mia moglie Carola nel 2005, ci siamo impegnati a valorizzare i vini tipici di questo territorio: volevamo produrre vini fortemente espressione del nostro terroir, che fossero distinguibili e non standardizzati. Crediamo che l’agricoltura biodinamica permetta di produrre vini più originali, più rappresentativi del luogo dove la vite è cresciuta, grazie alla sua capacità di rivitalizzare il suolo, stimolare le piante e produrre frutti con un forte legame con il territorio. Le viti non sono concimate o irrigate, ma l’humus naturale di una terra nuovamente viva è ottenuto in modo sostenibile, attraverso la riscoperta di tecniche antiche. Lo stesso approccio è utilizzato in cantina in modo da non disperdere questo patrimonio durante il processo di vinificazione. Le fermentazioni sono spontanee con i soli lieviti indigeni senza l’uso di quelli selezionati, e ai vini non vengono fatte chiarifiche né filtrazioni. La metamorfosi da uva a vino deve secondo noi avvenire nel modo più naturale possibile, accettando il margine d’imprevedibilità che ciò comporta, e il diverso carattere che ogni annata imprime”.
Orsi Vigneto San Vito produce tre bianchi e tre rossi. Al momento ho provato solo il Sui lieviti. È un Pignoletto fermentato coi suoi lieviti indigeni “in cemento o acciaio, senza chiarifiche o filtrazioni”. Tiraggio primaverile con il medesimo mosto conservato dalla vendemmia per la rifermentazione spontanea in bottiglia. Niente sboccattura, quindi il vino è un po’ torbido come larga parte dei vini glu glu che adoro.
L’ho scritto all’inizio e lo ripeto qui: uno dei migliori Pignoletto rifermentati su cui mi sia mai imbattuto.
Il mio ritorno in teatro
Sono tornato a teatro con quattro spettacoli:
– E pensare che c’era Giorgio Gaber
– Fuochi sulla Collina, con Filippo Graziani per una retrospettiva sull’artista Ivan Graziani
– Shine On – l’inaudita bellezza dei Pink Floyd
– Soundtrack of my Life con Bocephus King.
Il link Istagram agli spettacoli, tutte le date
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