Alessio Fiorito morto lanciandosi dal Forcellino: l’incidente fatale alla fine del volo in tuta alare

L’esperto base jumper 62enne, che quel salto lo aveva compiuto decine di volte, avrebbe riscontrato un problema al momento di aprire la vela

Abbadia Lariana (Lecco), 22 febbraio 2024 – Uno scenario mozzafiato, un salto tecnicamente non banale ma neppure proibitivo e relativamente sicuro. Per questo il Forcellino piace a molti base jumper, come piaceva ad Alessandro Fiorito, il pilota di 62 anni di Gallarate che martedì mattina lì, durante un volo finito male, si è prima schiantato contro le rocce e poi è precipitato al suolo da un'altezza di oltre un centinaio di metri.

Il Forcellino

“Al Forcellino la verticalità garantisce buoni margini di uscita per un salto in sicurezza e l'altezza di 400 metri è sufficiente per partire in maniera normale, perché concede il tempo alla tuta alare di gonfiarsi senza rischi”, spiega Antonio Marino, 41 anni, jumper molto esperto con oltre 700 salti all'attivo. Antonio era anche amico di Ale e spesso da lì si sono lanciati insieme: “Era la nostra gita mattutina estiva”. “La pendenza dritto per dritto consente inoltre di volare con un rateo non esagerato – prosegue Antonio, che in un mostra quanto sostiene in un viedo girato durante un volo con la sua action cam –. Ci sono due o tre valli che permettono di scegliere diverse linee di volo in base alle performance individuali. Insomma è uno spot per base jumper di livello esperto ma non necessariamente al top. Per questo il Forcellino piace molto. Ale era maturo, responsabile, non superava mai il limite, non aveva un approccio spregiudicato. Per lui il Forcellino era l'ideale”. E' comunque un posto relativamente di nicchia. “Occorre salire fino ai Piani dei Resinelli in auto, poi affrontare una camminata di una mezz'oretta – spiega Antonio -. Una volta atterrati sulla spiaggia ad Abbadia Lariana bisogna poi ritornare ai Resinelli per recuperare la macchina. Bisogna quindi essere necessariamente in due e ci vogliono almeno un paio d'ore di tempo. E' una location che per movimentazione e logistica trattiamo con gelosia”.

Antonio e Alessandro dopo un volo insieme dal Forcellino
Antonio e Alessandro dopo un volo insieme dal Forcellino

L'incidente

Alessandro quel salto lo aveva compiuto decine di volte, senza difficoltà né problemi, anche perché da pilota veterano abituato a compiere una checklist prima di decollare, erano molto scrupoloso e controllava meticolosamente ogni aspetto. Martedì mattina probabilmente ha avuto un problema tecnico, perché le condizioni meteo era ideali: non una bava di vento e una temperatura gradevole, adatta a una lieve termica ascendente per sostenere ancora meglio la tuta alare. In base agli elementi disponibili e al luogo dell'incidente, si presume che, ormai alla fine del volo, al momento di aprire la vela per prepararsi all'atterraggio, Ale abbia esitato o magari non sia riuscito ad arrivare con la mano alla maniglia per dispiegare il pilotino, il paracadute più piccolo che poi avrebbe estratto la vela più grande vera e propria. Verosimilmente si è sbilanciato, ha perso l'assetto, ha cominciato a roteare e quando finalmente ha aperto il pilotino ormai era tardi, perché a quelle velocità e in quello scenario è questione di secondi. E' finito contro una parete di roccia e poi è precipitato. Comunque sia andata lassù, si è comunque trattato di un un incidente.

L’addio

Non risulta siano stati disposti ulteriori accertamenti, né sul corpo di Alessandro e nemmeno sulla sua attrezzatura. Il feretro di Ale è stato restituito alla moglie e al figlio adolescente e sabato mattina alle 10.30, a San Maurizio Canavese in provincia di Torino, familiari e amici gli augureranno “cieli blu”, il saluto riservato ai paracadutisti.