Lierna, "Troppi turisti in spiaggia. Ora serve più sicurezza"

Lierna, la riflessione del consigliere Marcelli dopo la tragedia di Riva Bianca. .

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di Daniele De Salvo

Lago di Lecco da paura. Nonostante ogni fine settimana d’estate bagnanti e villeggianti invadano a migliaia il ramo lecchese del Lario trasformandolo in sorta di riviera romagnola in Lombardia, su 75 spiagge censite dai vigili del fuoco, 35 sono da “bollino rosso“ lidi attrezzati compresi, anzi da “ombrellone rosso“, come segnato sulla mappa.

Sono spiagge pericolose a causa del fondale che si inabissa a picco o delle correnti insidiose, ma anche per gli accessi disagevoli o che in molti casi neppure esistono, rendendo difficile l’intervento dei soccorritori sia via terra sia via acqua. Mancano pure bagnini, punti di primo soccorso e postazioni di defibrillatori semiautomatici, che potrebbero segnare la differenza in caso di malori o annegati da rianimare, come accaduto sabato mattina alla Riva Bianca di Lierna, dove è affogato Patrizio Antonio Catena, 23 anni, di Pozzo d’Acqua, di cui ieri pomeriggio sono stati celebrati i funerali.

"La Riva Bianca è una spiaggia pubblica è vero, ma è frequentata da centinaia e centinaia di persone che meritano sicurezza – sostiene Nunzio Marcelli (nella foto a fianco), amministratore locale di lungo corso di Lierna, ora consigliere comunale di minoranza -. Quanto accaduto deve spronare i sindaci del territorio a trovare una soluzione per consentire agli ospiti dei nostri paesi di godere in tutta tranquillità di momenti di svago e relax sul lago". Uno dei pochi punti sorvegliati costantemente durante i fine settimana è la zona di Colico, dove ci sono i bagnini dell’associazione Amici di Claudio, presieduta da Patrizia Gobbi, mamma di Claudio Brunetti di Delebio annegato a 15 anni il 12 luglio 2007 al largo di Piona. A pattugliare tutto il resto del lago ci pensano gli Operatori polivalenti di salvataggio in acqua della Croce rossa lecchese, i pompieri e i volontari della Protezione civile di Gravedona impegnati nell’operazione “Lario sicuro“, che tuttavia molto sicuro appunto non sembra, stando tra il resti numeri da bollettino di guerra di settimana scorsa. Sabato al Moregallo è morto un ecuadoregno 26enne che si sarebbe tuffato in un punto proibito e mercoledì al largo di Onno di Oliveto un romeno sempre di 23 anni, mentre ieri il cadavere di una donna di 70 anni è stato ripescato dal Lago di Garlate sebbene si tratterebbe della vittima di un gesto estremo.