Il gioiello trovato nel fiume Una spada di 3.500 anni fa

Il reperto scoperto da un giovane nel febbraio del 2017 sulle sponde del Ticino. Dopo il restauro della Soprintendenza, torna provvisoriamente a Turbigo.

Il gioiello trovato nel fiume  Una spada di 3.500 anni fa

Il gioiello trovato nel fiume Una spada di 3.500 anni fa

di Giovanni Chiodini

La storia, si sa, è costellata di eventi fortuiti. Uno di questi ha visto protagonista, nel febbraio del 2017, un giovane turbighese, Antonio Rialti. Quel giorno stava camminando lungo la sponda sinistra del Ticino, in località Tre Salti, quando ha visto adagiato sul fondo, tra i ciotoli, un inserto ferroso accuminato.

Era una spada risalente all’età del Bronzo (XIV secolo avanti Cristo). Qualche giorno più tardi, con il livello del Ticino che andava aumentando, non la si sarebbe più trovata e forse la si sarebbe persa per sempre.

Il reperto è stato portato in Comune e poi passato, per il minuzioso lavoro di restauro durato alcuni anni, alla Soprintendenza archeologica della Città metropolitana. Venerdì sera la spada è provvisoriamente tornata a casa, portata dai tecnici che l’hanno studiata in questi anni, il professor Giorgio Baratti dell’università Cattolica e Tommaso Quirino della Soprintendenza.

I turbighesi l’hanno potuta osservare adagiata su un cuscino, sotto le luci di alcuni riflettori, con l’attenzione che merita un oggetto di grande valore.

Il docente della Cattolica ha spiegato che la spada - in bronzo, con codolo a spina, la cui lama ha una sezione romboidale e costolatura mediana, conosciuta come tipo Monza - certamente non era stata abbandonata o persa da alcuno durante l’attraversamento del fiume. Molto più probabile l’ipotesi che quella spada fu conficcata a fondo nel terreno per trattenere, ed ancorare, una corda che sarebbe servita al traghettamento di barche da una sponda all’altra del Ticino. Proprio per questo sarebbe rimasta per tantissimi secoli in quel tratto di fiume, senza che le piene la potessero spostare. Una tesi avvalorata da altri ritrovamenti avvenuti nei decenni passati, che testimoniano la presenza in quel tratto di fiume di una pila romana che permetteva il trasbordo da una sponda all’altra delle barche usando corde poste lungo l’asse del Ticino.

Dopo questa celebrazione, la spada di Turbigo - un oggetto raro, ma non un unicum nel suo genere (se ne conoscono almeno altri sette esemplari simili) - tornerà alla Soprintendenza, in attesa che si scelga il luogo più idoneo dove poterla lasciare.

In paese ne resteranno tre prototipi, realizzati da Sinthesi engineering di Parabiago. "La spada è certamente un nostro tesoro, che vorremmo poter condividere con tutti, ma soprattutto presentare ai bambini delle scuole, che rappresentano il futuro della nostra comunità. Grazie alla sponsorizzazione con l’azienda parabiaghese, ne saranno realizzate tre copie diverse – spiega l’assessore Manila Leoni – una simile a quella rinvenuta in Ticino, una più maneggevole da far vedere ai ragazzi nelle scuole e una che definirei più vicina all’originale, in cui sarà riprodotto anche il manico di legno che, purtroppo, in questi secoli è andato perduto. I ragazzi saranno coinvolti anche con iniziative che si svolgeranno nelle prossime settimane e che culmineranno domenica 26 marzo con una visita guidata al museo civico archeologico di Sesto Calende".