Enzo Decaro in viaggio tra Napoli e Parigi con il Moliére «immaginato»

La prima nazionale il 30 giugno a Napoli per il Campania Teatro Festival

Enzo Decaro in «L’Avaro Immaginario»
Enzo Decaro in «L’Avaro Immaginario»
Martedì 27 Giugno 2023, 13:30
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«Tutto è finto, ma niente è falso»… Una massima che al teatro sembra andare a pennello. Il confine tra vero, falso, finto, verosimile, fa parte dell’eredità di giganti come Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière: per lui «il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita come teatro, anche vissuto nella realtà quotidiana, è stato davvero sottile» scrive Enzo Decaro nelle note di regia de “L’Avaro Immaginario”.

Tratto da Molière/Luigi De Filippo, il testo viene adattato e messo in scena da Decaro, che lo interpreta con Nunzia Schiano e sei attori della Compagnia Luigi De Filippo; le musiche sono di Nino Rota, tratte da “Le Molière immaginarie”, mentre quelle di scena si ispirano a villanelle e a canzoni popolari del 600 napoletano.

Prodotto da I due della città del sole, “L’Avaro Immaginario” debutta in prima nazionale il 30 giugno nella Villa Floridiana di Napoli, nell’ambito della XVI edizione del Campania Teatro Festival.

Dopo la presentazione napoletana il lavoro, tra ottobre e dicembre, girerà nei maggiori teatri italiani.

Come se avesse tra le mani una macchina del tempo, Decaro porta il pubblico indietro nei secoli, a quell’era leggendaria che è stato il Seicento. E, se non bastasse, lo incrocia con gli innesti del teatro napoletano di De Filippo. In sette quadri, un prologo e un epilogo lungo un atto unico, l’attore e regista napoletano ci porta in viaggio nel mondo di Molière in primo luogo, ma non soltanto… È anche un percorso in un secolo pieno di guerre, epidemie, grandi tragedie e anche di profonde intuizioni e illuminazioni che non riguardano solo “quel” tempo.

«Il progetto - scrive Decaro - nasce soprattutto da una curiosità ‘artistica’, a sua volta originata dalla constatazione che, a un certo punto della loro carriera, i De Filippo (Peppino e Luigi in particolare) hanno sentito l’esigenza di confrontarsi con il teatro di Molière e il suo genio innovativo, rimasto forse nel suo genere ancor oggi ineguagliato e vivissimo. A riprova, il fatto che, dopo oltre quattro secoli, in occasione della recente ricorrenza del quattrocentenario dalla nascita, si son tenute ovunque celebrazioni, studi e ricerche dedicate al suo teatro e alla sua mai tramontata “comédie humaine”. In particolare, “L’ Avaro” e “Il Malato Immaginario” sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana».

«L’Avaro immaginario» è soprattutto il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno, da Nola, e la sua famiglia, che è poi anche la sua compagnia viaggiante di teatranti: è la tipica «carretta dei comici» tanto cara sia a Peppino che a Luigi De Filippo. È il tragitto verso Parigi, verso il teatro, verso Molière. Ma anche una fuga: dalla peste, da una terribile epidemia che li ha costretto a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza. Lungo il percorso, quando «la Compagnia» arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, ecco che il «carretto viaggiante» diventa palcoscenico e «si fa il Teatro». 

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