IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Morte e Rinascita tra il  mito  e la filosofia dell’ Eterno Ritorno di Fabrizio Manco (2/8)

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Morte e rinascita

Morte e rinascita

Il concetto filosofico dell’ Eterno Ritorno : dalle Brhadanyaka Upanisad (  Nono / Ottavo Secolo A. C. ) a Friedrich Nietzsche (  1844- 1900 ) .  

Da questo racconto si apprende che Tezuka ha inserito in questa storia due elementi principali : Il concetto dell’ Eterno Ritorno e la metamorfosi della vita. Inoltre Tezuka, attraverso la figura della fidanzata terrestre di Makimura, che viene riprodotta sottoforma di ologramma, ha evidenziato come nelle oscurità dell’ Inconscio, si nasconde il femminile Dionisiaco e Oscuro.

 Il concetto filosofico dell’ Eterno Ritorno o  dell’ Eterno Ritorno dell’ uguale, è un pensiero che ha origini antichissime e permea tutta la realtà.  Ogni cosa segue un tempo circolare, non rettilineo e lineare, ma circolare, poiché questa è la vera forma del tempo e dell’ Universo. Dai ritmi biologici di nascita, crescita e sviluppo degli organismi viventi  fino al ciclo infinito delle stagioni della terra, dalla forma di molti esseri viventi fino alla struttura degli atomi, degli elettroni, delle stelle e delle galassie e dell’universo stesso, tutto sembra seguire una forma circolare.  La ciclicità è quindi anche un qualcosa di frattale. Di tutto questo ne parleremo dopo.  Nel pensiero umano la concezione del tempo ciclico e della ciclicità dell’ universo, appare per la prima volta nella dottrina Indiana dei testi teologici della Brhadanyaka Upanisad ( Nono/ Ottavo Secolo A. C. ). È in questo testo teologico Indiano che compare forse per la prima volta nella storia del pensiero umano, il concetto di Tempo Ciclico.  Prima delle Upanisad, nemmeno le dottrine dei testi dei Veda, avevano mai accennato ai cicli infiniti della morte e della rinascita. Come spiega la studiosa Francese delle religioni Indiane, Anne Marie Esnoul ( 1908- 1996 ) , nel suo Dizionario delle Religioni ( 9 ) , prima delle Upanisad,  sia nei Veda che nelle civiltà Indiane, non si fa nessun riferimento né sul ciclo della morte e della rinascita, né sulla sofferenza del mondo e ne tanto meno sulla via da percorrere per imboccare i vari percorsi per liberarsi dalla sofferenza, ma bensì soltanto ed esclusivamente sul godere la vita. Ma con il pensiero espresso nelle Upanisad troviamo la concezione della morte e della rinascita in maniera ciclica ed eterna: infatti il testo delle Brhadanyaka Upanisad afferma che tutti coloro che conquistano  le dimensioni dei mondi celesti con il sacrificio e con l’ ascesi, passano nel regno del fumo, dal quale entrano nella notte e dalla notte nel regno della luna e dalla luna al sole e poi di nuovo nel regno della luna…..

“ Giunti nel regno della luna , essi diventano nutrimento e gli dei che dimorano nella luna se ne cibano, e si nutrono anche della luna mentre pronunciano le parole : “ accresciti e riduciti!” ….. dopo che hanno terminato questa sosta passano nello spazio e dallo spazio nel vento e dal vento alla pioggia e dalla pioggia alla terra. Una volta arrivati sulla terra si trasformano di nuovo in cibo e di nuovo sono sacrificati in quel fuoco che è l’uomo e di nuovo rinascono in quel fuoco che è la donna…. Attraversando i diversi mondi  continuano così il loro ciclo, ma coloro che non conoscono queste due vie , rinascono come vermi, larve e insetti….. “

Questa è quindi la ruota del Samsara, il concetto ciclico dell’ infinita morte e rinascita che si trova espresso nelle principali espressioni religiose Orientali come il Buddismo, Giainismo e Induismo. Questo concetto di Samsara è di conseguenza unito al concetto Induista di Karma, il quale lo troviamo sia nelle dottrine dei Veda che delle Upanisad, che prevede la continua morte, rinascita e incarnazioni,  a seguito delle azioni svolte sulla terra.

Friedrich Nietzsche ( 1844 – 1900) e il Samsara.   

Il filosofo Tedesco Friedrich Nietzsche (1844 – 1900 ) , è alla dottrina del Samsara che si è ispirato per scrivere il famoso Aforisma 341 contenuto nel libro La Gaia Scienza uscito nel 1882 :

“ Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai sempre vissuta, dovrai riviverla ancora una volta e innumerevoli volte ancora, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore ,ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita, dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione. E così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami , e così pure questo attimo e io stesso. L’ eterna clessidra dell ‘ esistenza viene di nuovo capovolta e tu con essa, granello nella polvere….. “ ( 11) .

Nietzsche con questo aforisma ha interpretato il tempo come un’eterna ruota che gira circolarmente ed eternamente su se stessa….. il tempo quindi non è lineare e rettilineo, ma bensì ciclico e circolare; e di conseguenza la sua forma è quella di un cerchio; il tempo quindi per il Samsara e per Nietzsche,  è di forma circolare. Non a casonel libro  Cosi parlo’ Zarathustra, Friedrich Nietzsche fa dire ad un nano malefico che tutto ciò che ha una tendenza rettilinea, uniforme e lineare è una bugia, perché non corrisponde alla realtà e alla sua Natura,  la quale è in realtà curva e circolare  :

“ Tutte le cose dritte mentono !”, borbotto’ sprezzante il Nano, 

“ Ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo!”…. ( 12 ).

Inoltre l’interpretazione di Friedrich Nietzsche , mostra non solo un tempo con una struttura ciclica, ma anche ripetitiva: tutti gli eventi si ripetono esattamente uguali nel corso della sua evoluzione circolare. Ed in modo inquietante, le stesse battaglie, le stesse rivolte , le stesse leggi, le stesse strategie, le stesse persone e le stesse identiche città e civiltà del passato, un giorno al termine del primo ciclo, tornano di nuovo , e di nuovo e di nuovo in eterno….. qui ci troviamo in un polo opposto rispetto all’ interpretazione della storia del filosofo e giurista Italiano Giambattista Vico  ( 1668- 1744)   con la sua tesi dei Corsi e ricorsi storici espressa nella sua opera La Scienza Nuova ( 1725): in questa grande opera della filosofia Italiana, Giambattista Vico non interpreta la storia come un ripetersi infinito degli stessi avvenimenti, come avviene nella concezione dell’ Universo dell’ Eterno Ritorno dell’ Eguale e della dottrina del Samsara, ma bensì ciò che intende Vico è che la storia, non è una infinita ripetizione di avvenimenti, ma sono le forme istituzionali ,  politiche ,  sociali e storiche che si ripropongono nel corso delle epoche ( La Scienza Nuova : Corsi e ricorsi storici, Capitolo 4: Del corso che fanno le nazioni).

La terza parte sarà online il 15 di giugno.


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