Castel di Casio, gruppo di amici salva dalla chiusura l’unico bar

Lanciata una sottoscrizione e creata una società: la locanda funziona e s’ingrandisce

Castel di Casio, gruppo di amici salva dalla chiusura l’unico bar

Castel di Casio, gruppo di amici salva dalla chiusura l’unico bar

Castel di Casio (Bologna), 4 novembre 2018 – Il bar chiude? E noi lo compriamo e lo riapriamo! E’ andata così a Castel di Casio, borgo medievale sull’Appennino bolognese famoso per le feste medievali e per la torre sbrecciata che domina il centro storico. Quattro amici, quattro compagni di briscole e tressette, che di fronte al fallimento della gestione dell’unico bar del capoluogo e alla saracinesca abbassata, hanno deciso di mettere mano al portafoglio e lanciare una sottoscrizione per rilevarlo, riaprirlo e migliorare la sua offerta. Primo presidente Roberto Tovoli. Operazione riuscita, perchè ora questa locanda-bar-trattoria ‘La piazza di Casio’ non solo è regolarmente aperta tutti i giorni, ma ha aumentato il numero delle camere, ha allargato il ristorante, ed ora si prepara ad una nuova sottoscrizione per aumentare la sua attività. Insomma una cooperativa.

“No, una srl che prima è arrivata a 51 soci, poi cresciuti fino agli attuali 65. Un capitale da 390mila euro diviso in 780 quote da 500 euro ciascuna”, spiega il presidente Orlando Molinati. “E c’è anche chi ci ha messo tutti i suoi risparmi e per arrivare alla quota si è fatto prestare dei soldi” aggiunge il vice presidente Marco Gualandi, per dare la misura del valore che questo locale riveste per il paese.

“La società l’abbiamo intestata a Girolamo da Casio, un personaggio storico di rilievo nella nostra storia. Era tosto e noi non vogliamo essere da meno. Qui abbiamo fatto le cose per bene”, precisa Roberto Arienti, appassionato di storia e progettista della bella ristrutturazione. Sullo sfondo un paese che perde abitanti e servizi: “I negozi chiudono e ci hanno tolto anche il bancomat. La gente se ne va e anche per le feste avevamo bisogno di un posto così”, dice il presidente della pro loco Fabrizio Lenzi.

Il sindaco Mauro Brunetti promette di comprare una quota: “E’ un esempio di attaccamento al paese che va incoraggiato. Noi facciamo il possibile. Il governo ci ha promesso un contributo da 600mila euro sul bando per i borghi antichi”. Merito del successo del locale è certamente anche dei gestori: per tanti anni Assunta Salerno ed ora Federica Cerè. Se non ci fosse questo bar qui sarebbe un deserto... Pensi che la Saeco era nata qua, si chiamava Gls, poi non ha avuto lo spazio per svilupparsi ed è andata via...adesso ha chiuso anche l’unico benzinaio” aggiunge Dante Trigari, presidente per due mandati. Ci crede Paolo Bergonzoni, ex vice presidente della Pubblica assistenza di Sasso, residente a Casalecchio ma deciso a trascorrere qui buona parte dell’anno: “Aria buona, tranquillità, ambiente bellissimo. Ci sto. Comprerò una quota anch’io”, promette.

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