Come fa una persona diversamente abile ad ascoltare l’omelia nella chiesa madre di Petronà?
Domanda legittima, risposta non proprio scontata. Il luogo di culto di Petronà, costruito più di un secolo fa, presenta invalicabili barriere architettoniche per chi convive con una qualsivoglia forma di disabilità fisica. Non solo: anche gli anziani palesano enormi difficoltà a varcare la porta della Chiesa, dovendo fare le scale e non pochi gradini. La storia è arcinota.
Il parroco don Giorgio Rigoni vorrebbe aggirare le barriere con una porta laterale da collocare sul lato destro della Chiesa, la Soprintendenza dei Beni culturali di Cosenza dice però che non è possibile realizzarla.
Ne è scaturita una diatriba infinita tra la Parrocchia di Petronà e i Beni Culturali della Città bruzia. La parola fine della vertenza è ancora lontana: “Si parla tanto di disabilità, ma – argomenta sulla sua pagina facebook don Giorgio, sacerdote di origini venete, da 25 anni prete del paese presilano – constato solo tanta ipocrisia. A Petronà si sta negando un diritto sancito dalla legge ed è quello di abbattere le barriere architettoniche. Il tutto nell’indifferenza di politici, prelati e mass media. Non solo per i diversamente abili, l’opera serve anche a tanti cittadini anziani che si arrampicano ansimando su quella maledetta gradinata. L’ipocrisia si taglia a fette: i diritti dei cittadini non si calpestano.” La porta laterale c’è già, il progetto anche, ma l’opera ancora non si può fare. E le istanze di disabili e anziani? Disattese, inevase e procrastinate alle calende greche.
Enzo Bubbo