Giancarlo Giannini: smoking nero, con tanto di papillon nero, occhiali neri, scarpe di vernice nere. Giancarlo Giannini a Hollywood, in procinto di ricevere la sua stella, la 2752esima stella, della Walk of Fame. E che appena sceso dall’auto si accende una sigaretta e si ferma a parlare con i fan italiani. “A Hollywood mi danno la stella, a Venezia non mi hanno dato neanche un gatto nero”, ha dichiarato come riportato in un lungo articolo di Rolling Stone Italia. A 80 anni l’attore tra i più iconici e rappresentativi del cinema italiano ha scoperto l’iconica piastrella con la stella rossa su cui è inciso il suo nome a caratteri d’ottone. Grande emozione per l’interprete, era mattina a Los Angeles, le 22:00 in Italia.

Eppure sono solo due gli attori italiani che hanno una stella sulla Walk of Fame: Giannini e Rodolfo Valentino. “Erano tre anni che aspettavo questa notizia, al punto che me l’ero già fatta da solo nella mia villa. L’ho scolpita sul vialetto d’accesso a casa, in campagna. Vada come vada, mi sono detto, questa non me la leva nessuno… Me la sono fatta con queste mani, di granito e con una composizione d’oro, senza nome, solo la stella. Era un premio al quale tenevo tanto”.

Giannini che ha lavorato con tanti, quasi tutti, i più grandi registi. Scola, Risi, Zurlini, Corbucci, Visconti, Monicelli, Petri, Virzì, Nanni Loy, Francis Ford Coppola, Ridley e Tony Scott, Arau, Richard Brooks, Citti, Cristina Comencini, Bolognini. Il suo pensiero però va alla regista che lo ha consacrato, con una manciata di titoli. “Voglio dedicare questa stella a una regista leggendaria. Il suo nome è Lina Wertmüller, la vera responsabile di questa onorificenza, senza di lei non sarei esistito. Sono sicuro che mi sta aspettando, e una volta raggiuntala faremo altri ottimi film”.

Giannini che ha lavorato con le più grandi attrici del cinema italiano e non solo. Sophia Loren, Anna Magnani, Monica Vitti, Mariangela Melato, Claudia Cardinale, Laura Antonelli, Rossana Podestà, Agostina Belli, Marisa Merlini, Dalila Di Lazzaro, Julianne Moore, Eva Green, Hanna Schygulla, Goldie Hawn e Susan Strasberg. Il suo rimpianto è non aver mai lavorato con Gina Lollobrigida. “Faccio questo mestiere per caso, sono stato fortunato perché ho fatto un anno di Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, ed è lì che Beppe Menegatti mi ha fatto fare il Sogno di una notte di mezza estate in teatro, ballavo con Carla Fracci, Gian Maria Volonté… Per me era un avventura, ero simpatico a tutti, ero molto ginnasta, facevo salti e capriole. Mi piacque subito il calore e l’applauso del pubblico, al punto che fu lì che decisi di diventare attore. Capii che mi pagavano per non far nessun lavoro, anche se avevo un back-up plan come perito elettronico in Brasile, a studiare i primi satelliti artificiali, o in IBM, a lavorare sui primi computer”.

La stella arriva a coronamento di una carriera lunghissima e brillante. “Sono stato candidato all’Oscar, ho vinto a Cannes, tanti David di Donatello e Nastri d’argento, ma mai un Leone. In genere si dice “Danno premi a cani e porci”, ma evidentemente non è così. Ultimamente poi premiamo i nomi stranieri. Abbiamo un sacco di italiani bravissimi, vedi Eduardo de Filippo, noi che abbiamo inventato la commedia dell’arte, l’opera … Mi è scappata questa frase durante un’intervista e tutti mi hanno attaccato come bestie: scusatemi De Niro, Pacino, Scorsese… Quando Spielberg fece E.T. andai con lui alla proiezione e, una volta finito, gli feci i complimenti dicendogli che bellissima idea aveva avuto. E lui mi disse, scioccandomi: ‘Ma che idea e idea, l’ho copiata da voi, da Miracolo a Milano, ho sostituito le scope di De Sica con le biciclette dei bambini’“.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.