"Palagonia è storicamente una città votata all'accoglienza e alla solidarietà"

  • di Redazione Il Solidale
  • 1 set 2015
  • OPINIONI

"Palagonia è storicamente una città votata all'accoglienza e alla solidarietà"

L’orrore invade Palagonia catapultandola agli onori macabri dei media nazionali. Un proscenio che ha già calcato nel passato facendole guadagnare una fama immeritata di città difficile: almeno stavolta ne è completamente vittima e nessuno dei suoi figli è coinvolto in questo oltraggio alla natura umana.
Palagonia, una città eppure votata all’accoglienza e alla solidarietà, una Comunità laboriosa che è transitata da una passato di assoluta povertà a un presente di ricchezza grazie alla testardaggine dei suoi figli che però, per certi versi, rimangono ancorati a quella cultura contadina intrisa di diffidenza e chiusura verso lo sconosciuto.
Una cittadina, la nostra, formata per una larghissima percentuale da immigrati che, negli anni sessanta, hanno lasciato i propri paesi per trasferirsi da noi e che si sono integrati diventando più palagonesi dei palagonesi ma mutuando, nel contempo, quella forma di resistenza verso le novità che è tipica delle civiltà contadine.
Anche chi scrive è palagonese al 50 per cento!
Una cittadina che continua ad accogliere nel silenzio: nord africani, rumeni, bulgari oramai costituiscono ampie comunità che i palagonesi hanno accolto anche in questo periodo di forte crisi economica che ha buttato nella disperazione tante famiglie; la comunità musulmana ha una sua moschea e a nessuno è venuto in mente di lamentarsi o di puntare il dito contro la libertà di culto come in tante altre città della nostra Italia.
Immigrati dell’ultima ora che hanno sostituito, in molti magazzini ortofrutticoli della ricca filiera agrumicola della città, la manovalanza locale facendosi apprezzare non per la predisposizione a farsi pagare meno o in nero ma per la serietà nel lavoro e nel rispetto delle regole comuni e delle leggi del nostro Paese.
Palagonia, una città dove la solidarietà e l’aiuto verso il prossimo si esercita con costanza ma sempre nel silenzio… eppure anche una città che si sente abbandonata a se stessa, dove il senso di impotenza e di frustrazione pervade gli abitanti costretti a convivere spesso con microcriminalità dilagante contro cui le armi della Legge e del buonsenso sono spuntate ed inefficaci.
Una città che nasconde dietro quell’atteggiamento spocchioso e irrispettoso le proprie paure, quel senso di inadeguatezza che non riesce a spiegarsi pienamente e che la porta ad essere la più critica ed intollerante verso… se stessa; una città che è passata dal primato di prima in Sicilia nel dotarsi di strumenti di pianificazione edilizia a città principe nell’abusivismo.
Ora questo orrendo omicidio che potrebbe innescare un percorso di ribellione verso un comune nemico: tutti uniti contro il capro espiatorio individuato in questo “diverso” che non fa in alcun modo parte del tessuto sociale; un diverso che fruga tra la spazzatura, che staziona davanti ai centri commerciali, che gira con quelle biciclette di cui nessuno sa spiegarsi la provenienza. Il cittadino comune non aspetta risposte per queste domande, non gli interessa capire: gli basta aver individuato quel diverso verso cui incanalare le sue paure.
Navigando su internet sembra di scorgere un paese chiamato alle armi contro l’odioso straniero, ma basta sbirciare su Facebook per accorgersi che ai tanti fomentatori di odio, ai molti arrabbiati che invocano vendetta, a tutti questi fanno da contraltare quanti si soffermano sulla Pietà verso le due povere e innocenti vittime chiedendo vera Giustizia.
Ecco che la complessa identità dei palagonesi viene fuori a dispetto di quanti cavalcano l’onda del terrore e del sensazionalismo pro domo sua e con estremo cinismo; il sarcasmo verso il buonismo a tutti i costi, l’ironia che fa da paravento alla certezza che la pena non sarà adeguata al delitto: questa la vera rabbia esternata dai più… ma, come al solito, è chi grida di più che passa sui giornali… è chi alimenta l’aspettato clima di odio razziale e di esasperazione verso questi migranti –oggi tanto di moda e leit motiv a tutte le ore in tutte le trasmissioni- che fa veramente notizia perché mira alla pancia delle persone fregandosene della realtà fatta di due vittime innocenti, di una Comunità ferita, di familiari basiti e desiderosi di Giustizia.
La vera rabbia è per la mancanza assoluta di sicurezza a cui i pochi Vigili Urbani e i Carabinieri con estrema difficoltà tentano di mettere una pezza, a quel senso di certezza nell’impunità per chi delinque che assurge a verità tra i palagonesi.
Palagonia, forse l’unico paese che vive al di fuori di quel Patto per la Sicurezza che avrebbe dovuto tutelare le Comunità del territorio, forse l’unico paese a non avere un vero impianto di videosorveglianza, forse l’unico paese lasciato a se stesso perché… incontrollabile.
Eppure Palagonia è, forse, l’unico paese che ha fatto dell’accoglienza e della solidarietà la vera forza del suo progresso economico. Pippo Tasca