Il Tirreno

Pisa

i campionati europei 

In 1.300 si sfidano a Pisa al gioco più antico del mondo

Andrea Chiavacci
In 1.300 si sfidano a Pisa al gioco più antico del mondo

Da tutta Europa e dall’Asia ai tavoli di Go, inventato in Cina 4000 anni fa e diventato strumento anche per “esercitare” l’intelligenza artificiale

07 agosto 2018
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PISA

Pisa la capitale europea di “Go” , uno dei giochi più antichi al mondo. Il campionato europeo di questo nobile gioco da tavola, giunto alla 62esima edizione, si svolge infatti fino al 12 agosto al Palazzo dei Congressi e vede protagonisti 1.300 giocatori in rappresentanza di tutti i livelli di forza (da 1q a 20q). Oltre a 900 giocatori continentali che si batteranno per il titolo, sono presenti anche 400 professionisti di Go provenienti dall’Asia.

Go si gioca tra due concorrenti su un Goban, una specie di scacchiera con delle pietre come pedine, di forma concava e di colore bianco e nero. Il “campo di battaglia” è un reticolo di 19 linee per 19 formanti, 361 intersezioni e la sfida può durare fino a un massimo di tre ore. Una volta posizionate, le pedine non possono essere mosse ma solo catturate e rimosse se (una o un gruppo) vengono circondate da quelle avversarie. Lo scopo del gioco è controllare la maggior parte della tavola.

La leggenda narra che Go sia nato in Cina nel 2000 a.c.A. C. per volontà dell’imperatore Yao che aveva un figlio sciocco e voleva educarlo e renderlo forte in battaglia. Yao chiamò il ciambellano di corte e gli ordinò di pensare qualcosa per svegliare l’erede dal torpore, fu così che il servitore dell’imperatore iniziò a pensare a un gioco che ricordasse un po’ gli schemi per il controllo dei territori. Vi sono tracce di partite di Go in vasi dipinti intorno al 600 a.c.. Il gioco è stato poi migliorato in tempi più recenti dalla Corea Del Sud e soprattutto dal Giappone, dove è una vera “fede” . In vari Paesi asiatici si trovano ancora oggi persone che giocano a Go nei locali pubblici ad ogni ora del giorno, un po’ come da noi si gioca a briscola o a scala 40.

In Europa Go si è diffuso nel secolo scorso, diventando negli anni settanta oggetto di uno studio per la soluzione di problemi legati all’intelligenza artificiale. Si tratta infatti di un gioco con molteplici combinazioni, ma al tempo stesso è un gioco di costruzione con regole semplici che ne hanno favorito l’uso in contesti terapeutici. Per molti esperti è una disciplina utile per aumentare l’attenzione e la concentrazione.

«È un gioco aperto a giocatori di tutte le età– spiega Olivier Turquet uno dei pionieri del Go in Italia – Puoi trovare il ragazzino di 10 anni come campioni del calibro di Lee Sedol, uno dei più forti giocatori al mondo che nel 2016 è stato sconfitto a Go da un’intelligenza artificiale, ovvero Alpha Go. In pratica un algoritmo sviluppato dalla farm DeepMind acquistata da Google nel 2014». Non era la prima volta che si sfidavano un umano e un robot, ma lo scontro organizzato da Google ha segnato il primo punto a favore della tecnologia dopo tantissimi tentativi.

In Italia ci sono meno di 300 agonisti ma il gioco è in forte crescita: «La Toscana è e Pisa in particolare vantano i club più numerosi – sottolinea Turquet. – Probabilmente perché ci sono molti studenti universitari, oltre a molti artisti e scrittori. Questi ultimi due sono tra le “categorie” rimaste maggiormente colpite dal fascino del Go, che vanta pure una letteratura molto variegata».

La Federazione italiana gioco Go (Figg) è nata negli anni 80 e il primo club venne fondato a Firenze proprio da Olivier. «Il gioco per certi versi è trasversale. Piace molto ai buddisti, lo considerano un grande strumento di meditazione, ma anche agli appassionati di arti marziali». —

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