Castello di Castel Ritaldi – Castel Ritaldi (PG)

Luogo incantevole adagiato sulle colline.

 

Cenni Storici

Le origini di Castel Ritaldi sono avvolte nell’oscurità, fu, probabilmente, uno dei molti pagi che popolavano particolarmente le zone submontane.
Nei pressi del santuario della Bruna, nella primavera del 1890, fu scoperto un importante ripostiglio di monete italiche primitive, presso la diruta chiesa dedicata a San Quirico, fu rinvenuto il celebre cippo con il testo di una legge relativa al rispetto di un bosco sacro.
La pianta del castello, un perfetto rettangolo incluso in un sistema circolare, fa pensare come esso si sia potuto sviluppare sull’impianto originario di un nucleo romano, forse una grande villa rustica o un castrum.
Castel Ritaldi fu feudo imperiale fino alla fine del XII secolo, capoluogo della Normannia, un vasto territorio alle falde dei Monti Martani; fu poi organizzato in comune, su cui però gravavano i diritti dei Cattanei e dei Litaldesi, ricordati in un documento del 1180, nonché quelli della Chiesa che, fin da quando, nel 1198, divenne padrona del Ducato, ne rivendicava il possesso diretto, manuale, e vi teneva un visconte o vicario, il quale amministrava la giustizia, riscuoteva i pedaggi ed altri tributi.
Pochi anni dopo il 1213 la Comunità passò sotto il diretto controllo della Curia di Roma, che tramite un vicario vi amministrava la giustizia e riscuoteva i tributi, fermi restando i diritti su di essa da parte di consorterie di famiglie feudali quali i Lambardi, i Cattanei e i Litaldesi.
Nel corso del medesimo secolo il castello fu oggetto della politica aggressiva ed espansionistica del vicino Comune di Spoleto, che lo distrusse.
Il cardinale Capocci, nel novembre del 1247 riconobbe il territorio come parte del distretto spoletano. Da un documento del 9 giugno 1254, si apprende che le famiglie feudali cedettero a loro volta al Comune di Spoleto i diritti che vantavano sul castello, rinnovando l’atto di sudditanza, secondo clausole già in precedenza imposte.
La Chiesa cercò di ostacolare questa espansione, per cui nel 1281 il comune di Spoleto presentò un reclamo al rettore del Ducato con cui riaffermava il possesso di Castel Ritaldi e di tutta una vasta zona che andava sotto il nome assai significativo di Normannia; nel contempo vietava agli abitanti di ricostruire un palazzo pubblico sul poggio.
Ma quel palazzo comunale fu costruito ugualmente, sicché, nel 1298, il castello fu risottomesso con la forza dagli spoletini che demolirono la costruzione realizzata contro la loro volontà.
La curia del Ducato intentò immediatamente una causa giudiziaria contro il comune di Spoleto: l’8 dicembre 1305 i rappresentanti delle parti furono convocati nella cattedrale di Foligno ad un incontro con Guglielmo Duranti vescovo di Cavaillon, e con Pilifort di Ravesteyn, cappellano pontificio e abate di Lombez ma la città ducale, nel pieno della sua floridezza e della sua fortuna, ne uscì con una assoluzione piena, destinata a far pesare per secoli la sua signoria sul grosso castello.
Nel secolo XIV il castello era ancora chiamato Castro Litaldi; nel 1308 due residenti del luogo, Paulus Transarici e Petrus Leonardi, di professione notai, furono al seguito del podestà di Perugia Piccando Manente da Spoleto.
Il 22 ottobre 1310, cessato per sempre ogni pericolo di altre insubordinazioni, gli abitanti di Castel Ritaldi furono autorizzati ad iniziare i lavori per la costruzione del palazzo comunale sul poggio.
Nel 1318 il castello fu occupato dai ghibellini fedeli al conte Federico I da Montefeltro che stava transitando in Umbria con migliaia di soldati: Castel Ritaldi divenne una delle basi operative dove si rifocillavano uomini e animali.
Nel 1360 il cardinale Egidio Albornoz lo munì di una robusta cinta muraria per difenderlo dalle feroci compagnie di ventura che infestavano la zona.
In quello stesso anno il cardinale nominò senatore romano Tommaso Pianciani da Spoleto.
Nel 1439 Giovanni ser Giovanni da Castel Ritaldi “civis et alumnus civitatis Fulginei” fungeva da notaio, giudice ordinario e cancelliere di Corrado XV Trinci.
Per alcuni anni il castello passò sotto il dominio dei Baglioni, fu in questo periodo che alcuni distinti civiles di Castel Ritaldi occuparono importanti cariche pubbliche a Perugia al seguito dei capitani del popolo.
Nel 1461 Periohannes Francisci fu chiamato come miles sotius da Boniperto Boniperti di Novara, carica che aveva già ricoperto nel 1458 con Piergiovanni Aldobrandini.
Nel 1478 Fabritius ser Donati, notaio, lavorò con Antonio Vituleoni da Osimo.
Nel 1485 Cristoforo di Berardo Fulignoli fu chiamato a Perugia dal podestà Giovanni Francesco Aldovrandi di Bologna a ricoprire la carica notaio.
Nell’agosto del 1498, il castello ospitò per il alcuni giorni Lucrezia Borgia, reggente di Spoleto, Foligno e delle loro contee, arrivata per lenire la calura estiva.
Al tempo del podestà Giuseppe Fontani di Spoleto, tra il 1572 e il 1585, sotto il pontificato di papa Gregorio XIII, sette statutari compilarono gli statuti comunali; forse si tratta di una riedizione di più antichi statuti.
Nel 1580 divenne roccaforte del bandito Petrino Leoncilli.
All’epoca della Repubblica romana Castel Ritaldi era Comune, al pari delle sue attuali frazioni di Castel San Giovanni e Colle del Marchese, faceva parte del Cantone di Trevi, sottoposto al Dipartimento del Clitunno, con capoluogo Spoleto.
Dal 1809 al 1814, nell’ambito dell’Impero francese, la nuova municipalità era costituita da un maire, da un primo ed un secondo aggiunto e dal consiglio.
La comunità, che rimase dipendente del medesimo Cantone di Trevi, era subordinata amministrativamente al Circondario di Foligno, sede di sottoprefettura, a sua volta dipendente dal Dipartimento del Trasimeno con capoluogo Spoleto, retto dal prefetto Roederer.
A seguito delle riforme amministrative del cardinale Ettore Consalvi del novembre 1817, Castel Ritaldi, dipendente dalla Delegazione apostolica di Spoleto, fu retta da un gonfaloniere e da un vicegovernatore ed ebbe come comunità appodiate Colle del Marchese, Morcicchia e Moriano.
Dopo la parentesi rappresentata dalla Repubblica romana del 1849 e la successiva restaurazione delle preesistenti magistrature, avvenuta nella Delegazione di Spoleto ad opera di monsignor D’Andrea, commissario straordinario pontificio, la situazione politico amministrativa rimase invariata sino all’Unità d’Italia.
In seguito alla conquista dell’Umbria da parte delle truppe piemontesi, il regio commissario straordinario generale per le provincie dell’Umbria, Gioacchino Napoleone Pepoli, con decreto n. 7 del 17 settembre 1860, dichiarava sciolte le rappresentanze comunali esistenti ed ordinava la formazione di commissioni municipali provvisorie, che dovevano rimanere in carica fino allo svolgimento di nuove elezioni comunali.
Successivi provvedimenti uniformarono la legislazione dei territori umbri alla normativa dello stato unitario, vincolando le amministrazioni comunali ad alcuni obblighi, quali la redazione di una lista dei giurati, l’elezione dei membri della congregazione di carità, in virtù della legge 18 agosto 1860, la nomina di revisori dei conti della gestione comunale, la revisione degli inventari dei beni mobili e immobili e delle carte di archivio.
In base alla legge n. 2248 del 10 marzo 1865, il Comune di Castel Ritaldi, con una popolazione residente di soli 1196 abitanti, rischiava la soppressione e l’aggregazione al Comune di Montefalco.
Con delibera dell’11 febbraio 1875, il consiglio comunale si espresse contro questa soluzione, dichiarando che, a prescindere dal numero degli abitanti, effettivamente di poco inferiore a quello previsto dalla legge, Castel Ritaldi poteva vantare altri importanti requisiti: la dotazione di un fabbricato ad uso di residenza municipale dal 1870; l’inclusione, tra i salariati comunali inscritti a bilancio, di un segretario comunale, di un medico chirurgo con annuo assegno di 2000 lire, di un postino; l’esistenza di scuole elementari miste nel capoluogo e a Colle del Marchese.
Fu inoltre rimarcato il fatto che era assai più comodo, per i suoi abitanti, recarsi a Spoleto, piuttosto che a Montefalco, per la presenza in tale città di essenziali pubblici servizi ed uffici, come la Sottoprefettura, l’Esattoria consorziale, la Pretura, il Tribunale, l’Ufficio del registro e delle ipoteche, l’Agenzia delle imposte e istituti di istruzione di vario grado e per l’esistenza dei mercati settimanali.
La temuta soppressione fu scongiurata in virtù di un r.d., datato 29 giugno 1875, che faceva eco ad una precedente deliberazione del Consiglio provinciale dell’Umbria del 12 settembre 1868, con cui il Comune di Castel San Giovanni di Spoleto era aggregato a Castel Ritaldi; risultato di questa fusione fu che il numero complessivo degli abitanti comunali salì a 1658.
Nella seduta consiliare del 15 agosto 1875, fu presentata dal sindaco Giuseppe Alessandrini la lista elettorale amministrativa riformata dalla giunta municipale per la costituzione del nuovo consiglio comunale.
La prima deliberazione consiliare dei due riuniti castelli fu del 12 settembre 1875 e fino all’anno 1927 l’intestazione che compare sugli atti ufficiali e sulle carte prodotte è “Comune dei Castelli Ritaldi e San Giovanni“.
Ciò che era stato evitato nel secolo precedente si verificò nell’anno 1927; con r.d. n. 337 del 10 marzo, pubblicato nella gazzetta ufficiale del Regno in data 24 marzo, nell’ambito di una razionalizzazione territoriale amministrativa, Castel Ritaldi, al pari di altri comuni minori come Campello sul Clitunno, Giano dell’Umbria, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino e Vallo di Nera, fu soppresso e trasformato in delegazione podestarile, dipendente dal Comune di Spoleto; fu definitivamente ripristinato pochi anni più tardi, nel 1932.
La figura del podestà, introdotta dal Fascismo, rimase fino alla liberazione dei territori umbri, quando furono reinsediati gli organi collegiali preesistenti al regime;in data 2 luglio 1944 si riunì il primo consiglio comunale post fascista.
Il decreto legislativo n. 1 del 7 gennaio 1946, restaurò i vecchi ordinamenti comunali ed in data 17 marzo 1946 si tennero le prime elezioni amministrative repubblicane.
 

Aspetto

La pianta del castello è rettangolare, racchiusa in un sistema murario circolare con le torri esterne quadrate, le feritoie e le buche da bombarda.
Dopo il XIV secolo all’interno degli alti bastioni si formò il borgo con le sue caratteristiche vie.
Dalla piazza esterna, attraverso un’antica porta in selce ad arco acuto, si accede al castello che conserva pregevoli opere d’arte.
Verso la porta si trovano l’antica residenza del castellano e del corpo di guardia con tettoia e loggia del secolo XV che sovrastano un’imponente scalinata, e la bella Chiesa di Santa Marina .
Fuori le mura, sulla piazza principale, si trova la piccola Chiesa di San Nicola; nei pressi merita una visita l’antica Pieve di San Gregorio Magno .
 

Fonti documentative

AA. VV. Edicole Sacre nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano
AMONI DANIELE Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria di Quattroemme Editore 2010
ANGELINI ROTA G. Guida di Spoleto e del suo territorio, A.G. Panetto e Petrelli, 1929
CECCHINI CLARA Castel Ritaldi Storia leggende e altre tradizioni Guerra edizioni, 2004
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
GUERRINI G.-SENSI M. (a cura di), Tre comuni rurali e i loro statuti: Colle del Marchese, Castel San Giovanni, Castel Ritaldi, Regione dell’Umbria, Perugia, Editrice Umbra Cooperativa, 1985
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Montefalco, Itinerari Spoletini 2, Spoleto, 1974
Sacra visita di Carlo Giacinto Lascaris vescovo di Spoleto, 1715, in Archivio Storico Diocesano di Spoleto
Sacra visita di Pietro de Lunel vescovo di Gaeta, 1571, in Biblioteca Comunale di Foligno
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
SANSI A., Studi storici, Accademia Spoletina, Spoleto, 1869
SPERANDIO B., Chiese romaniche in Umbria, Quattroemme, Perugia, 2001
S.A.S.S., Archivio Notarile
S.A.S.S., Riformanze
TABARRINI M., L’Umbria si racconta, Editoriale Umbra, 1982
TABARRINI M., A Castel Ritaldi tra storia, arte e poesia Assisi, Tip. Porziuncola, 1986

https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=49090

 

Nota

Foto di Alberto Monti, testo di Raimondo Fugnoli e Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Marina
Chiesa di San Nicola
Pieve di San Gregorio Magno

Castel San Giovanni
Castello di Castel San Giovanni
Chiesa di Sant’Angelo de Assisibus
Chiesa di San Giovanni

La Bruna
Santuario della Madonna della Bruna

Colle del Marchese
Chiesa di San Pancrazio
Chiesa di Santa Maria della Stelletta
Chiesa della Madonna della Selva mattutina
Castello di Morcicchia
Castello di Clarignano

Mercatello
Chiesa di San Cassiano
Chiesa di San Donato di Buiano
Edicola della Madonna della spiga
 

Mappa

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