Castello di Sant’Urbano – Narni (TR)

 

Cenni Storici

Le prime tracce dell’insediamento risalgono all’epoca romana: sono stati rinvenuti nella zona alcuni frammenti in travertino di una base della statua della dea Fortuna (IV-V secolo).
Esistono numerose altre tracce di costruzioni romane, delle quali la più importante è l’acquedotto della Formina che ha fornito l’acqua alla città di Narni fino al 1924 ed ancora oggi alimenta alcune fontanelle.
Sito al di sotto del castello di Itieli, questo piccolo centro in epoca medievale era dominio della famiglia Castelli di Terni che nel 1038 lo donò per metà all’Abbazia di Farfa.
Anche Sant’Urbano, pur attraverso vicende a volte alterne, è sempre stato sotto la giurisdizione di Narni.
La prima notizia relativa a Sant’Urbano risale al 23 gennaio 1277, giorno in cui Pietro Iacobelli, sindaco del castello, sottomise in perpetuo la Comunità alla città di Narni.
Nel 1225 il paese si allea con le truppe di Onorio III, per ribellarsi ai narnesi, ma già nel 1227 ne torna sotto la protezione.
Nel 1291 fu colpito da interdetto, assieme ad altri paesi vicini, perché non volle pagare le tasse allo Stato Pontificio.
Gli Statuti narnesi del 1371 dispongono alcune norme relative al mantenimento del patrimonio boschivo di Sant’Urbano, impedendo di fatto il taglio della legna a ridosso dello Speco di San Francesco.
Tuttora i boschi risultano essere di proprietà collettiva.
Nel 1532 a Sant’Urbano si accampò brevemente Ippolito de’ Medici, che andava in guerra contro i turchi: tutta la sua carovana fu approvvigionata a spese del paese.
Nei secoli successivi il castello di Sant’Urbano, noto soprattutto per la presenza nei dintorni di un antico convento francescano, l’Eremo dello Speco, seguì le vicende storiche del Comune di Narni, da cui dipendeva.
Con l’ordinamento territoriale della Repubblica romana, disposto dalla legge del 22 marzo 1798, il “Romitorio“, nome con il quale si indicava il villaggio di Sant’Urbano, fu inserito nel Cantone di Narni; questo “status” di appodiato fu confermato con la successiva riorganizzazione territoriale dello Stato pontificio del 1810, 1816 e 1817.
In questi anni Sant’Urbano registra una popolazione di 505 unità, insieme alla vicina Gualdo.
Oggi Sant’Urbano è frazione del Comune di Narni.
Sant’Urbano condivide con Itieli l’uso delle “Indusse” durante la processione che si tiene in onore di San Michele Arcangelo, patrono del paese, l’ultimo sabato di Maggio.
In quell’occasione vengono distribuite ai partecipanti delle tipiche ciambelle salate con l’anice, che vengono impastate e cotte con metodi tradizionali.
Oltre alla Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Michele Arcangelo, da segnalare, nelle vicinanze, il piccolo edificio votivo dedicato a Sant’Onofrio e il famoso Speco di San Francesco.
 

Fonti documentative

http://siusa.archivi.beniculturali.it/

https://it.wikipedia.org/

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini
 

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