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L’Italia possiede il più grande patrimonio culturale a livello mondiale: insieme agli oltre 4.000 musei, 85.000 chiese, 6.000 aree archeologiche e 40.000 dimore storiche non dobbiamo dimenticare i luoghi abbandonati.
Si sta, infatti, spargendo a macchia d’occhio la tendenza dell’abandonalism, l’amore per la fatiscenza e i luoghi in disuso che ha ispirato Robin Brinaert, fotografo belga che per oltre otto anni ha viaggiato per l’Italia, immortalando in scatti surreali luoghi affascinanti e ormai dimenticati del nostro Paese, raccolti nel volume fotografico “Italia abbandonata”.
Quali sono questi luoghi?
Ville abbandonate in Italia: quali sono?
I vecchi castelli e palazzi sono ora quasi irriconoscibili. A indicarne lo splendore di cui godevano in passato solo alcuni resti di affreschi o scalinate, che donano a questi luoghi abbandonati un fascino unico.
Sono seminate un po’ in tutto il paese: in Emilia Romagna troviamo Palazzo di Gaia, risalente al XVI secolo e gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1944. Spostandoci nel Lazio, invece, c’è Villa Ponam, costruita nei primi anni del XVIII secolo e abbandonata in seguito al terremoto del 1997, che le inflisse danni consistenti.
In Piemonte e Lombardia, troviamo due grandi sorprese: Villa Romana in provincia di Torino, conosciuta anche come la “villa dalle cento finestre”, le cui pareti a tutt’oggi preservano dei meravigliosi affreschi con cavalieri armati, e Palazzo Athena, con la sua filanda che dava lavoro a moltissime donne della regione e che fu gravemente distrutta nel 1992 da un incendio.
Fabbriche, manicomi e chiese abbandonate in Italia
Tra i 7 milioni di edifici abbandonati in Italia ci sono anche le fabbriche, come l’antica distilleria Oculus in Emilia Romagna e il cementificio Sassi in Toscana; le chiese, per esempio la Chiesa di Verde in Liguria, e i manicomi.
Sono diversi i manicomi abbandonati in Italia: la loro storia si ferma nel 1978, quando entrò in vigore la legge Basaglia, che portò alla chiusura di tutte le strutture manicomiali e abolì l’utilizzo di pratiche violente per il trattamento dei disturbi psichici, come l’elettroshock.
Il manicomio di Q, in Liguria, ne è un esempio: aperto nel 1895, poteva ospitare più di 700 pazienti. Una struttura imponente, ora in stato di degradazione, con la vegetazione che cresce all’interno dei vecchi padiglioni dell’ospedale psichiatrico.
Un viaggio tra discoteche e studi cinematografici abbandonati
A vedere le poltrone abbandonate e i muri incrostati sembra impossibile pensare che la Discoteca medievale, in Toscana, attirava migliaia di persone del mondo del cinema, tra cui anche Alain Delon.
Il club aprì nel 1993 e rimase aperto per appena quattro anni: ora, solo le bandiere alle torri e le raffigurazioni murali di cavalieri in armatura testimoniano la vita notturna di un tempo.
Lo Studio Pinocchio è una vera chicca tra i tanti edifici abbandonati: si trova in Umbria e, in passato, ospitava gli studi utilizzati per l’adattamento cinematografico di Pinocchio.
Dalle finestre è ancora possibile scorgere oggetti di scena e manichini utilizzati per il film del 2003 di Roberto Benigni.
*Tutte le immagini sono tratte dalla pagina Instagram di Robin Brinaert e non riportano una precisa descrizione dei luoghi.