Venticano Piazza del Mastro oggi

Venticano: un pozzo, una cappella e un crocifisso.

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Venticano Piazza del Mastro oggi
fonte: Emanuela Ciarcia

A volte si cerca di rinnegare le proprie origini, forse perché umili anzi forse perché troppo umili!

E’ vero: non abbiamo castelli, non abbiamo neanche quei bei centri storici, ricchi di monumenti, sui quali poter costruire la nostra storia e raccontarla a qualche turista incuriosito. Ma abbiamo avuto la forza, la speranza e la voglia di riscattare e far conoscere questo Paese “diversamente”.

Ci sono quelle volte in cui, quando ci definiscono “Caprari” noi venticanesi ne risentiamo. Ma in realtà, credo che, proprio da questo appellativo così umile abbiamo scritto la nostra storia e fondato Venticano, divenuto fiore all’occhiello per tutte le attività e le iniziative intraprese negli anni dalle persone, dalle aziende e dalle diverse associazioni locali.

Se nell’onomastica avessimo ancora utilizzato la tripartizione dei romani, alla voce “Nomen” e quindi “Gens”, inteso come “famiglia allargata”, saremmo ricondotti ad un’unica grande famiglia, quella dei CAPRARI.

Oggi non vi parlerò di chi siamo, ma di chi siamo stati

Tutto ebbe inizio a Piazza del Mastro.

Venticano piazza fontana
fonte: Archivio storico Comune Venticano

Per scoprire le nostre origini dobbiamo partire da questa Piazza, che molto probabilmente, è intitolata a ricordo di Luigi e Andrea Del Mastro, caduti della Prima Guerra Mondiale. 

In questa piazza vivevano molte famiglie, diverse delle quali facevano del pascolo di pecore e capre la propria attività lavorativa. In primavera inoltrata, questi pastori “caprari”, ritiravano gli animali da molti comuni, fino ad arrivare in Basilicata. Perché venivano ritirati questi animali? Certamente perché questa attività era diventata essenziale e fondamentale per l’economia del Paese (si stima infatti che ogni pastore possedesse un gregge con 200/300 pecore).

Il latte delle pecore veniva utilizzato non solo come bene primario di alimentazione, ma anche per la trasformazione in formaggi e ricotte da vendere poi nei mercati. Allo stesso tempo, con la lana ricavata durante l’estate (stagione in cui avviene la tosatura delle pecore) venivano realizzate dalle donne coperte e cappotti. 

Alcuni di questi pastori, possedevano anche fondi in prossimità della “iomara”, ovvero il fiume Calore, poco distante dal centro del Paese. Questi pastori, portavano i greggi in pascolo proprio in quei terreni per garantire agli animali di potersi sfamare e idratare. Inoltre avevano costruito degli ingranaggi, ovvero delle ruote che, muovendosi col flusso dell’acqua, trasportavano quest’ultima fino ai terreni, per garantirne l’irrigazione. 

Questa attività di pascolo è durata in maniera intensa fino agli anni 60/70, poi lentamente è venuta meno, gli anziani pastori decedevano e i giovani avevano cominciato ad intraprendere strade diverse.  

Venticano Festa del grano 1938
fonte: Archivio storico Comune di Venticano

Ma in questa Piazza si svolgeva anche la Festa del Grano con la benedizione dei carri del grano.

Durante la processione  venivano portati i covoni di grano per far si che la benedizione scendesse sui raccolti futuri. 

La scena rappresentata in questa immagine del 1938 evidenzia la posizione importante che il cristianesimo occupava nella vita rurale.

La Cappella e il Crocifisso

Venticano cappella ieri
fonte: Archivio storico Comune di Venticano

Attraverso i ricordi di coloro che abitavano quel luogo, ci è stato tramandato di come, rispetto ad oggi, la Cappella, che era molto più piccola, era posizionata 20 mt più sopra e nella stessa era custodita una scultura lignea ottocentesca, la “Crocifissione”.

Venticano Cappella oggi
fonte: @emanuelaciarcia

Recentemente la Cappella Santa Croce è stata restaurata e conserva ancora questa antica scultura. 

Il Pozzo.

pozzo
fonte: Archivio storico Comune di Venticano

Attorno a questo pozzo si era stabilizzato un gruppo di religiosi, i cd “Cenobi” una forma comunitaria di monachismo in contrapposizione all’altra comunità sorta nei pressi della Chiesa. Questa comunità della “Fontana” era indipendente rispetto all’altra. Tra queste due “fazioni” ben radicate vi era sempre stata grande ostilità. Col tempo queste ostilità si sono appannate. Ma fino a qualche anno fa non si parlava di antagonismo “da piazza” ma piuttosto “sul campo da calcio” tra il Rione Fontana e Rione Santa Maria.

Ritornando al nostro pozzo, ovviamente essendo poche le famiglie che disponevano di sanitari e acqua corrente, questo veniva utilizzato per raccogliere le acque, lavarsi, rinfrescarsi, lavare i panni ecc. A differenza di oggi, vi era proprio la possibilità di scendere in fondo al pozzo attraverso un vialottolo.

... ad oggi

festa santa croce oggi
fonte: @albertodepascale

Ad oggi Piazza del Mastro viene considerata come il centro storico del paese. Con questo suo lastricato bianco irregolare, con l’antico pozzo e ciò che rimane delle vecchie abitazioni ospita oggi alcune delle feste tradizionali del Paese: 

la festività della Santa Croce, nei primi mesi di maggio; il Presepe vivente che si adatta in maniera impeccabile a quella atmosfera; ma anche i festeggiamenti dell’Immacolata Concezione del 8 dicembre con il Falò e la degustazione di prodotti tipici.

In conclusione

Queste sono le umili origini dei “Campanarellesi” che vengono per la maggior parte raccontate da questo luogo. 

… ricollegandomi all’incipit, non dobbiamo rinnegare queste nostre origini, ma anzi partire da queste per comprendere il grande sforzo fatto.

“Vuoi essere un grande? Comincia con l’essere piccolo. Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo? Costruisci prima le fondamenta dell’umiltà.” Sant’Agostino

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3 commenti su “Venticano: un pozzo, una cappella e un crocifisso.”

  1. Anche questo lavoro, come il precedente, è ricco di notizie e curiosità che lo rendono prezioso ed interessante. Apprezzo molto lo studio che c’è dietro i lavori che vengono pubblicati e la ricchezza di notizie e ricordi di avvenimenti che vengono rievocati e ripresi sicuramente anche dalle memorie di persone che fanno parte della comunità e che rappresentano il passato di questo bellissimo paese. Durante la lettura la mia memoria si è accesa ed ha ha fatto affiorare alcuni ricordi, uno dei quali riguarda gli incontri calcistici, rammento bene la “rivalità” sportiva tra le frazioni che però non era mai aggressiva e violenta, anzi. Un altro riguarda “Maria longa” che apparteneva alla fantasia popolare e alla narrazione di mia nonna, che avvolgeva sicuramente di mistero il pozzo giù alla fontana e ogni pozzo presente nei campi. Leggendo questo articolo hai portato alla luce anche un altro bellissimo ricordo legato alla mia infanzia, la “iomara” luogo in cui non solo i pastori portavano i greggi, ma anche dove le donne delle frazioni andavano a lavare lenzuola e tovaglie e in cui mia nonna mi ha portato qualche volta. Ancora grazie per l’impegno

    1. Emanuela Ciarcia

      Marialonga, chi non la conosce. Ha terrorizzato tutti i miei pranzi e cena da bambina. Signora Raffaella mi ha ispirata con questo ricordo. 🙂

  2. Mi chiamo Sandra e vivo in Australia. Mia madre è cresciuta a Venticano e ci ha raccontato tante storie della sua città. Grazie mille per questo blog, mi aiuta davvero a mettere insieme la sua vita e la sua storia.

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