Quando entrate in una chiesa dell’isola di Ischia cercatele…Spesso sono in posizione defilata, nelle navate laterali o in Sagrestia, in qualche nicchia profonda. Magari fatevi guidare da una barbaglio improvviso di oro delle loro vesti opulente ricamate a mano, con mille fili dorati, scuri velluti, preziosi merletti, loro sono lì in alto, su un piedistallo che le allontana dalla terra. Forse vi guarderanno con un sorriso mesto o rivolgeranno gli occhi al cielo con il volto chiuso nel pianto e nel dolore. Fermatevi a guardarle, le nostre Madonne vestite. Sono Addolorate e Assunte, del Carmine o del Rosario, o semplicemente Bambenelle…
Osservate le finezza del modellato ma anche la grandiosità delle vesti che indossano, spesso sono cucite dalle stesse fedeli. E le donne di chiesa, delle parrocchie si prendono cura di questi oggetti di culto con una costanza ed una venerazione particolare.
Vestire la Madonna è preghiera, una devozione, un rito perché gli abiti, la biancheria, gli ori che la coprono sono offerti dai devoti di ogni categoria sociale, per un voto fatto, per una grazia ricevuta, per la salvezza della propria anima. La vestizione è un compito riservato alle donne che, a seconda dei luoghi, possono essere solo le vergini, le donne sposate o le vedove per la Madonna Addolorata ma non è esclusa la presenza degli uomini che, con mani amorose, partecipano all’antico rito carico di simbolismo quando, al calar del sole, con la chiesa chiusa e in un’atmosfera di pietà vestono la Madonna in un contatto magico, non guardando al valore artistico ma a ciò che rappresenta come “Regina del cielo, della terra e degli uomini”.
Ella, scendendo in processione per le strade nel giorno della festa tra i suoi fedeli per una maggiore protezione, deve rappresentare il suo momento trionfale, vestita degli abiti più sontuosi che si possano immaginare e la loro preziosità può superare quella degli ori che indossa per i tessuti, la confezione sartoriale ed i ricami in oro.
Queste Madonne non sono statue. Sono dei manichini snodabili per facilitare la loro vestizione. Possono essere completamente in legno oppure strutture di ferro o di legno ricoperti di canapa, paglia, a volte fieno e con alcune articolazioni, rispettando le parti anatomiche sempre asessuate. Forse per evidenziare la verginità di Maria prima e durante il parto, sono state abolite le zone pubiche e i seni, quasi mai accennati.
Gli abiti rispecchiano fedelmente i modi di vestire delle donne dell’epoca, popolane o nobildonne, arricchiti dalla preziosità dei tessuti di un tempo realizzati con disegni, telai e lavoro manuale che occupava diverse persone: velluto, broccato. armesino, raso, panno d’oro di Milano, garza ricamata, taffetas, lame d’argento, velo, ciniglia, ecc... dai colori brillanti e dai ricami preziosi .
Lo stesso dicasi per la biancheria: corpetti, manichette, camiciole. sottogonne, sottane in cotone, lino e canapa ricamata ed ornata da merletti realizzati ad ago, a fuselli, all’uncinetto e da semplici ricami. Le parrucche delle Madonne erano prodotte con capelli veri, con canapa o seta e per la conservazione provvedevano le pettinatrici. Esse erano usate per coprire teste calve scolpite appositamente o, per moda, teste con acconciature già intagliate. Gli ori, che si apponevano sugli abiti o su un apposito supporto espositivo. costituivano i doni dei devoti, spesso convertiti in moneta per sopperire alle necessità della chiesa di cui le immagini sacre erano titolari.
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