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Arte e cultura
Lombardia

L'ingegnere innamorato della Martesana

Il naviglio della Martesana da Leonardo a Villoresi.

3 minuti

La storia del naviglio Martesana e degli altri navigli dal Quattrocento in poi.

 

Il dominio delle acque

Il dominio delle acque

Sin dai tempi antichi l’uomo ha cercato di dominare le acque. In questo itinerario scopriremo come la determinazione e il rigore progettuale abbiano dato vita a creatività e bellezza ingegneristica nel comprensorio milanese, che hanno toccato l’arte, il genio e il romanticismo assoluti.

Chi ha progettato l’idrografia a Milano

Chi ha progettato l’idrografia a Milano

Un po’ come il Mosè biblico, l’uomo nella storia ha sempre cercato di “spostare” le acque e, a Milano in maniera impeccabile, l’ingegno umano è riuscito a cambiare la morfologia dei corsi d’acqua disegnando l’immagine della città. Leonardo da Vinci fu uno delle menti più illustri che adoperò il suo genio al servizio della collettività, anche in questo campo, così come Eugenio Villoresi che, per “l’amore di un canale”, è andato praticamente in bancarotta. La sua statua è situata nel capoluogo lombardo, non casualmente, in piazza Leonardo da Vinci. Se dunque si deve al grande genio fiorentino la rete di canali milanesi, anche Villoresi merita a pieno titolo un posto d’onore nel racconto, a volte magico, di come Milano ha dialogato con le sue acque. Vediamo perché e come.

Leonardo e Villoresi, i "maestri delle acque" in Lombardia

Leonardo e Villoresi, i "maestri delle acque" in Lombardia

In età moderna, Milano è stata un esempio a livello internazionale di urbanistica idraulica e un centro di divulgazione delle scienze applicate delle acque. Le opere di bonifica, iniziate dai monaci delle abbazie a sud della città già nel X secolo, come ad esempio i Cistercensi di Chiaravalle, ebbero seguito negli studi e nelle realizzazioni leonardesche.

Una vera e propria “poesia ingegneristica”, quella che Leonardo mise in atto nel Naviglio Sforzesco, la spina dorsale di una rete di canali sussidiari che resero produttive vastissime aree e scrissero la storia della città e dei suoi abitanti.

Una tale rivoluzione ingegneristica e sociale fece parlare di sé anche nei secoli successivi se, nel 1778, il francese De Lalande nel suo volume “Des Canaux de navigation”, scrisse che “Gli italiani hanno dato esempio a tutta Europa” superando i fiumi con sistemi di ardita architettura idraulica basata su un sistema di ponti e canali. Una altra autorevole eco giunse dall’Inghilterra dove sir Alec Westley Skempton, uno dei padri fondatori della disciplina ingegneristica legata alla meccanica del suolo, riconobbe il primato milanese nella costruzione dei canali nel saggio “Canali e navigazione sui fiumi prima del 1750”.

Storia del Naviglio della Martesana

Storia del Naviglio della Martesana

Sir Alec Westley Skempton nel suo libro non si riferisce ai Navigli che tutti conosciamo, quelli a sud di Milano, ma al Naviglio della Martesana che, collegando Milano con l’Adda attraverso Trezzo, rese possibile la navigazione fino al lago di Como. Fu il duca Francesco Sforza,  successore di Filippo Maria Visconti, a far costruire il Naviglio della Martesana e a renderlo navigabile nel 1471; qualche anno dopo, nel 1496, il duca Lodovico il Moro, lo congiunge alla città collegandolo alla Cerchia dei Navigli. 

Dopo circa due secoli, Eugenio Villoresi inizia la progettazione del canale, che porta ancora oggi il suo nome, creato per risolvere l’annosa questione dell’irrigazione della cosiddetta “Pianura asciutta”, attraverso una propaggine che, ben oltre la visione di Leonardo, permette alla Martesana di andare ben oltre i confini comunali. Per attuare il suo straordinario progetto Villoresi diede fondo a tutte le sue risorse personali, lasciando in eredità ai figli ben poco.

La ciclabile al Naviglio della Martesana

La ciclabile al Naviglio della Martesana

Se il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese sono ben noti, il Naviglio della Martesana è oggi un luogo da scoprire. Seppur non più navigabile come in passato - ne goderono, tra gli altri, Beccaria, Manzoni, e Parini - questo naviglio resta sempre un posto stupendo da godere a piedi o in bicicletta, facilmente raggiungibile da via Melchiorre Gioia, all’altezza di Greco: il percorso, che va da Milano a Groppello e, passando Gorgonzola e Vaprio d’Adda, prosegue fino a Trezzo d’Adda e a Lecco, offre dei paesaggi unici e imperdibili. Godersi il Parco della Martesana, vuol dire certamente ricordare, con un orgoglio tutto italiano, il genio del grande Leonardo Da Vinci e il generoso romanticismo del Villoresi che decise di vendere tutto quello che aveva per progettare un canale che completasse finalmente il sogno leonardesco.

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