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Video Entertainment: nel 2020 boom di contenuti e utenti online

Pubblicato il 06 Novembre 2020

L'Osservatorio Digital Content pubblica i dati sul settore dell'intrattenimento digitale relativi al 2019. E durante la pandemia conferma la crescita del digital content e dell'e-commerce B2C. Ecco cosa è emerso dal report

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Nel 2019, il mercato dei contenuti digitali legati all’intrattenimento, cioè quello dei ricavi ottenuti dalle piattaforme di distribuzione, ha raggiunto cifre da record in Italia: la spesa è cresciuta del 20% rispetto al 2018 raggiungendo 1.785 miliardi di euro. Ogni utente ha speso circa 46€ all’anno e anche in questo caso la crescita è del + 17,5% su base annua.

Tali spese si riferiscono all’acquisto del singolo contenuto ma anche alla sottoscrizione di un abbonamento. In seguito alla crescita del video intrattenimento sono aumentati anche i ricavi ottenuti dalla pubblicità veicolata attraverso le relative piattaforme, come gli sport degli inserzionisti tra un video e l’altro di Youtube. I dati legati al Video Entertainment sono stati rilevati dall’Osservatorio Digital Content della School of Management del Politecnico di Torino.

Intrattenimento digitale: crescono anche gli introiti pubblicitari

Secondo il report, nel 2019 il gaming è il segmento che ha maturato il volume maggiore di spesa per gli utenti: 1,13 miliardi di euro, cioè il 63% del valore complessivo. Ai videogiochi, seguono i video, l’editoria e la musica. Il segmento del video entertainment è quello che è cresciuto di più, con il +47% rispetto all’anno precedente.

All’aumento della spesa e del tempo dedicato all’intrattenimento da casa, corrisponde anche un maggior guadagno degli inserzionisti pubblicitari.

Infatti, i contenuti digitali attraggono oggi una grossa mole di investimenti. Per esempio, nelle piattaforme editoriali, la pubblicità è la principale componente di ricavi.

Nel 2019 la vendita di spazi pubblicitari ha prodotto 514 milioni di euro di introiti (+4% rispetto al 2018). Ma cosa succederà nel 2020 in seguito alla pandemia?

Andrea Lamperti, Co-Direttore dell’Osservatorio ammette:

“Difficile invece fare una previsione sulla chiusura del 2020. L’advertising digitale in Italia ha subito una forte contrazione, facendo segnare per la prima volta nella sua storia una decrescita a prescindere dalle piattaforme, dai formati e dai contenuti veicolati.”

Naturalmente per trarre le giuste conclusioni si dovrà attendere la fine dell’anno. Ma si possono già fare alcune considerazioni.

Previsioni per il 2020: più tempo dedicato ai contenuti online

Nel 2020 il 40% degli utenti italiani ha incrementato il tempo dedicato all’intrattenimento video, il 20% si è dedicato all’editoria online, il 14% ai videogiochi e il 12% alla musica online.

L’incremento del tempo dedicato ai contenuti online coinvolge soprattutto le nuove generazioni, ma anche gli adulti iniziano ad apprezzare tali servizi e integrarli nella propria quotidianità.

Lo strumento prediletto è lo smartphone e contemporaneamente aumenta la diffusione di smart tv e di smart speaker.

Cosa è successo durante il lockdown, cioè da marzo a maggio 2020? Secondo l’Osservatorio, il 73% degli utenti ha utilizzato piattaforme editoriali online per leggere informazioni e notizie; il 68% invece si è dedicato alla musica in streaming, mentre il 31% ha giocato online.

Per ogni tipo di servizio, gli utenti tra i 18 e i 24 anni sono i più attivi, l’unico settore eterogeneo è quello editoriale.

Umberto Bertelè (Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano) ha grande fiducia sul settore intrattenimento e ne ha sottolineato le potenzialità per le aziende e gli inserzionisti:

“Il settore del Digital Content, insieme con l’eCommerce B2c e con il mercato degli strumenti per la produttività a distanza, ha ottenuto un grande impulso dalla pandemia e sta rafforzando il proprio valore. Un impulso che ha portato nuove abitudini nei consumatori che si protrarranno nei prossimi mesi e che rimarranno a pandemia terminata, imponendo ai player di rivedere le proprie strategie.

Questi dati suggeriscono che oggi più che mai i consumatori durante il tempo libero si affidano alle piattaforme digitali per leggere le notizie, ascoltare musica, giocare e guardare film, serie tv e simili. Gli inserzionisti hanno non dovrebbero dunque perdere tali occasioni per intercettare il target di riferimento.

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