GAVOI, COSA VISITARE NEL PAESE DEL FIORE SARDO

GAVOI

Sulle sponde del lago di Gusana si trova uno dei borghi più caratteristici della Barbagia, Gavoi, patria del fiore sardo, dei Tamburinos e di una fervente cultura. I monti del Gennargentu fanno da scenario a uno dei tesori nascosti del centro Sardegna. Un paese con una forte identità mossa da una varietà di stimoli e scambi culturali continui.

Centro storico Gavoi

Le qualità turistiche-ambientali sono valse a Gavoi il titolo di Bandiera Arancione del Touring Club e a vedere il suo centro storico, si capisce che questo riconoscimento è davvero meritato. Impeccabile nell’architettura delle case in granito, nelle strade ciottolate e nelle varie opere d’arte sparse per le sue vie, un gioiello nel cuore della Barbagia.

gavoi

Passeggiando per le vie del centro storico è facile notare il campanile della Chiesa di San Gavino, Proto e Gianuario che spicca tra i tetti delle case. Una particolarità di questa chiesa del XV secolo è data dal rosone posto nella facciata di trachite rossa. I suoi 3 metri di diametro e le 14 colonnine di 60 cm ciascuna gli donano un grande valore storico e artistico.

CENTRO STORICO GAVOI

Ogni anno il paese si ravviva grazie al Festival L’isola delle storie, con la partecipazione di scrittori, autori e giornalisti da tutto il mondo per questa rassegna letteraria che è la più importante della Sardegna. L’attrattore culturale di Gavoi è talmente forte che proprio nel centro storico è nato il Museo del Fiore Sardo.

Museo del Fiore Sardo

Un museo spettacolare per un prodotto che è il fiore all’occhiello del paese, simbolo della cultura pastorale sarda e gavoese, il Fiore Sardo.

MUSEO FIORE SARDO

Il museo è improntato a far conoscere non solo un eccellente prodotto gastronomico, ma anche il protagonista del mondo quotidiano e culturale sardo.

MUSEO GAVOI

Un percorso museale che si sviluppa in tre diversi livelli, dove i primi due sono interamente dedicati a foto, video e attrezzi utilizzati per la lavorazione e realizzazione del formaggio. Attraverso le varie stanze si ripercorre un viaggio temporale tra passato e futuro dato dall’innovazione.

Uno spazio in cui si fondono le opere di Maria Chiara Sedda che con le sue opere ci racconta di “Microcosmi-Memorie di famiglia e storie di formaggio“. Maria Chiara omaggia i microcosmi antropico/familiari di padri e pastori, madri e pecore, dove anche dei semplici strumenti possono diventare protagonisti di grandi storie.

MARIA CHIARA SEDDA

L’ultimo piano del museo ospita in questo periodo la prima e bellissima mostra di Silvia Gua, “Arrastos, il ric(hi)amo della fotografia“. Un viaggio intorno al mondo dedicato all’antica arte del ricamo. Silvia dona vita alle foto in bianco e nero di Luca Gaetano Pira, tessendo ricami dai colori vivaci ed enfatizzando particolari dei soggetti fotografati. Ago e filo sono gli attori di queste immagini intime capaci di trasmettere sensazioni contrastanti.

SILVIA GUA
ARTE SILVIA GUA

Il museo rappresenta uno spunto e una visione unica dalla quale partire per visitare il paese. Se volete approfondire la conoscenza della cultura, potrete visitare anche Casa Porcu Satta, che purtroppo è visitabile solo durante alcuni eventi.

Siti archeologici Gavoi

Come tutta la Barbagia anche Gavoi conserva siti archeologici suggestivi, che si nascondono all’interno di campagne private, ma che sono facilmente fruibili da tutti.

Lungo la strada campestre che porta al santuario Sa Itria, osservate con occhio attento i cartelli che segnalano i siti e dedicatevi una mattina o un pomeriggio a scoprire questi luoghi.

Resterete incantati dalla particolare forma del nuraghe Castrulongu, immerso nel silenzio più assoluto del paesaggio barbaricino, in lontananza si possono sentire solo i campanacci delle greggi. Un pseudonuraghe costruito su un affioramento granitico adiacente, che personalmente gli dona una strana forma di balena. Poco vicino si trova la necropoli di Uniai che comprende 7 domus de janas scavate in grossi massi granitici.

NECROPOLI UNIAI

Sa Itria

In territorio di Gavoi, sulla stessa strada dei siti archeologici, potrete raggiungere il bellissimo Santuario di Sa Itria. Come tanti santuari campestri sardi, sorge in un aerea archeologica ricca a testimoniare il fatto che la zona fosse sacra anche in epoca nuragica.

SA ITRIA

La chiesa attuale venne costruita nel 1903 dalla popolazione di Gavoi, in sostituzione a una piccola chiesetta di cui sono rimasti la campana, una statua lignea e parte delle mura perimetrali.

Dell’antica costruzione si ricorda un rudere coperto da edera circondato da muristenes, piccoli alloggi a una o due stanze con tetto in canne che fungevano da dimore per i novenanti.

Si dice che un tempo la festa dedicata ai pastori fosse tra il 19 e il 21 giugno, in concomitanza del solstizio d’estate, per poi essere spostata a fine luglio. Il motivo risiedeva nel fatto che i pastori a giugno ancora mungevano e non potevano rientrare essendo impegnati.

Una particolarità del grande giardino è il menhir “sa perda fitta” o “sa perda de sa Itria“. Una testimonianza del sincretismo che caratterizza tutta l’aerea, simbolo di un culto megalitico e della simbologia fallica.

MENHIR SA ITRIA

La festa ha ancora un significato molto intenso per i gavoesi, che per 10 giorni si spostano nel santuario dove balli e convivialità fanno da padroni.

Lago di Gusana

Il vicino lago di Gusana rappresenta oggi un oasi di pace in cui praticare varie attività, dalla pesca sportiva, alle escursioni a piedi o a cavallo, ad attività più prettamente primaverili come il giro in canoa.

CANOA GUSANA

Vi lascio alcuni link utili se pensate di trascorrere qualche giorno nella zona:

http://www.barbagianolimits.com/itinerari-culturali-in-sardegna/https://www.centro-equestre-taloro.it/

Il carnevale gavoese

Il carnevale di Gavoi mostra il meglio di sé il giorno del giovedi grasso, noto come jobia lardajola. Il nome ci riporta al fatto che era usanza cucinare le fave con lardo per questa ricorrenza.

Questa giornata vede la partecipazione totale dell’intera comunità, durante la quale anche i bambini sfilano con gli adulti che indossano sos cambales e sos usinzos, abito di velluto e spesso cappotto di orbace.

Vengono chiamati Tamburinos, perchè sfilano per le vie del paese con grossi tamburi, triangoli e pifferi di canna che suonano per tutto il pomeriggio. Il suono delle campane stabilisce la fine del carnevale.

Difficile capire l’origine di questa tradizione, che è da rintracciare probabilmente in quei rituali pagani in onore a Dionisio, che venivano praticati anche in altri paesi barbaricini.

Eventi a Gavoi

Tra gli eventi da non perdere a Gavoi c’è sicuramente il Festival L’ Isola delle storie, che si tiene sempre ai primi di luglio. Un evento che oggi rappresenta un prestigioso valore culturale. Per 3 giornate consecutive scrittori, autori e giornalisti si raccontano dai balconi fioriti del centro storico.

Nel mese di ottobre, invece, da non perdere la tappa di Autunno in Barbagia. Per l’occasione avrete modo di assaggiare i prodotti tipici del territorio come le patate dolci, il fiore sardo ed ammirare le eccellenze artigiane.

Il carnevale è un altro momento da vivere, grazie al quale potrete stare sicuri di avere il contatto più vero e autentico con la cultura locale.

Da vedere in zona LODINE, LUOGO INCANTATO E RICCO DI MAGIA

Ciao a tutti, mi chiamo Marta, mi definisco un'instancabile sognatrice, con la passione dei viaggi zaino in spalla e una gran voglia di vivere e scoprire. Vi racconterò della Sardegna e dei mie viaggi nel mondo!

2 Comments

  1. Grazie Marta per la bellissima presentazione che hai fatto del mio paese, Gavoi. Non conosco bene gli altri posti che hai descritto così sapientemente ma sicuramente il taglio che hai dato all articolo su Gavoi è tutto quello che hai potuto vedere con i tuoi occhi e tutto quello che hai scritto risponde a verità. Mi piace che il turista possa essere guidato sapendo cosa aspettarsi lasciando un margine alla scoperta personale ma sempre nel segno della coerenza e sincerità. Complimenti!

    1. Grazie mille, mi piace che chi visita i posti di cui scrivo non sia un visitatore distratto, ma che cerchi di visitare il paese con occhio attento e interessato. Grazie ancora 🙂

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