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scheda razza
24 Dicembre 2020
14:00

Gatto delle Foreste Norvegesi: caratteristiche e storia dell’antica razza scandinava

  • Origine (Data e Luogo): 1977, Norvegia
  • Standard: NFO – II categoria FIFé
  • Peso (maschi-femmine): 6,5-8kg; 5,5-7kg
  • Incroci con altre razze: Nessuno
  • Vita media (fascia): 12-15 anni
  • Temperamento: Amabile e indipendente
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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il Gatto Norvegese delle Foreste (o Gatto delle foreste norvegesi o, semplicemente, Norvegese) è un gatto medio-grande a pelo semilungo con una caratteristica testa a forma di triangolo equilatero, un profilo dritto dalla fronte alla punta del naso, due orecchie ampie alla base e con occhi a mandorla leggermente obliqui. Si presenta in una ampia varietà di colori, dai solidi ai tabby e nelle tonalità silver, mentre non sono ammessi i colorpoint, chocolate, lilac, chinnamon e fawn.

attività e socialità

  • Bisogno di movimento3
  • Giocosità2
  • Indipendenza3
  • Riservatezza2
  • Tendenza a miagolare1

cure e salute

  • Cura del pelo2
  • Salute generale2
  • Malattie ereditarie2

Data e luogo d'origine: 1977, Norvegia

Aspetto fisico: taglia medio-grande, il corpo è massiccio, con zampe robuste e alte sul treno posteriore. Il mantello è semilungo e idrorepellente, più corto sulle spalle e via via più lungo sui fianchi. Presenta ciuffi di pelo tra le dita dei piedi, alla base e sopra le orecchie. La testa è triangolare e presenta il caratteristico profilo dritto, senza stop, dalla fronte alla punta del naso

Peso: 6,5-8kg per i maschi; 5,5-7kg per le femmine

Temperamento: amabile ma indipendente

Incroci con altre razze: nessuna

Standard: NFO – II categoria FIFé

Origine e storia

Il Gatto Norvegese delle Foreste è stato riconosciuto in FIFè solo nel 1977 ma la sua popolarità è precedente e risale addirittura al tempo dei Vichinghi che lo consideravano sacro. Alcune leggende lo collegano al mito di Thor, dio della forza e dei fulmini che non sarebbe riuscito a sollevarlo, altre a Freya, dea dell'amore, il cui carro era trainato proprio da questi gatti. Secondo altre fonti, sarebbero stati i Normanni ad importare questo gatto dalla Turchia mentre per altre è stato il naturalista Peter Clauson Friis a classificarlo per primo. Oggi è considerata una razza “naturale”, nel senso che il suo allevamento è iniziato da una regione geografica precisa e gli allevatori cercano di conservare le sue originarie caratteristiche da “gatto della foresta”.

Aspetto fisico

Il Gatto Norvegese delle Foreste condivide molti tratti con altri gatti originari da aree boschive come il Maine Coon e il Siberiano, soprattutto a livello di mantello ma ciò che permette di distinguerlo in modo inconfondibile è la testa e il profilo, in particolare. Quella del Norvegese ha una conformazione triangolare, nel senso che la linea formata congiungendo la cima delle orecchie fra loro e poi ogni orecchio con il mento, dovrebbe rappresentare un triangolo perfettamente equilatero. Visto di profilo, la canna nasale appare dritta, senza le interruzioni (detti stop) considerati di pregio nei Maine Coon e desiderabili nel Siberiano.

Le tre razze condividono invece l'essere considerate “naturali” perché evolute in ambienti simili seppur geograficamente distanti, che hanno favorito lo sviluppo di un mantello semi-lungo, folto ed idrorepellente adatto alla sopravvivenza in climi rigidi. Oltre a questo, il Norvegese si distingue per la c peli interdigitali per spostarsi agevolmente sulla neve, ciuffi sulle orecchie (detti “tuft”), una folta gorgiera sul petto durante le stagioni fredde, un corpo massiccio e robusto e delle ottime doti atletiche, soprattutto in riferimento all'arrampicata e alla caccia. Da questo punto di vista, il Norvegese ha la particolarità di saper scendere dagli alberi disegnando una spirale attorno al tronco a testa in giù, mentre altri gatti tendono a farlo guardando la cima e procedendo all'indietro.

Un maschio adulto arriva a pesare anche 8kg mentre le femmine sono in genere più piccole e si assestano sui 5,5,-7kg.

Nel Norvegese sono ammessi i colori bianco integrale; nero/blu con o senza bianco, con agouti o con golden (ad occhi ambra); rosso, crema, squama di tartaruga solidi o agouti (ad occhi ambra) o  golden, con o senza bianco, e tutti i colori precedenti in smoke o silver.

Temperamento

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Come gli altri suoi cugini originari delle foreste, anche il Gatto Norvegese non si perde in smancerie ma è dotato di un grande spirito pratico ed una decisa dose di indipendenza. Quando ben socializzato è un gatto dolce e affettuoso con le persone con cui vive, può risultare indifferente con chi non gli è familiare ma, in ogni caso, nemmeno in privato corrisponde all'immagine del classico gatto da grembo: le sue origini rustiche lo fanno essere più interessato a tenere compagnia a distanza, preferendo condividere momenti di gioco e di esplorazione, soprattutto se ha modo di accedere ad un giardino.

Da buon cacciatore ama tutti i giochi di predazione (topini di pezza, canne da pesca, palline di stagnola e giochi con erba gatta) e, soprattutto da giovane, ha un gran bisogno di movimento e di tenere allenata la possente struttura muscolo-scheletrica che lo caratterizza. Ama le postazioni sopraelevate e godersi il territorio dall'alto per cui, se non dispone di alberi su cui arrampicarsi e appisolarsi perché vive esclusivamente in casa, è bene mettergli a disposizione almeno un tiragraffi, possibilmente a soffitto, o un sistema di passerelle aeree e passaggi su mensole da cui poter osservare la vita familiare.

Salute e cura

Il Gatto Norvegese delle Foreste è un gatto robusto e tendenzialmente di buona salute. FIFè obbliga gli allevatori a testare i riproduttori per la Glicogenosi IV, una malattia ereditaria e metabolica che può portare alla morte anche nel primo anno di vita. Per questo motivo, è bene assicurarsi che gli allevamenti a cui ci si rivolge corrispondano a questo obbligo per evitare dolorose sorprese.

E' buona pratica sottoporre il gatto ad uno screening ecocardiografico per scongiurare l'insorgenza della cardiomiopatìa ipertrofica (HCM), una malattia ereditaria per la quale non esiste ancora l'obbligo di test per gli allevatori ma che è stata riscontrata nella razza. Lo stesso discorso si applica alla displasia dell'anca e la sindrome del rene policistico, patologie che non di rado colpiscono le razze sottoposte a selezione artificiale.

Come nel Siberiano e nel Maine Coon, anche nel Norvegese delle Foreste la cura del mantello non richiede grandi sforzi. Abituati sin da piccoli a questa piccola routine, i gatti possono essere spazzolati anche solo una volta al settimana, giusto per rimuovere residui di polvere e di terra. Per il resto, il pelo si annoda con difficoltà e tende a mantenere un'untuosità naturale che lo tiene idratato e lucido. Proprio per queste sue proprietà naturali, è bene non eccedere con i lavaggi, anzi. Un Norvegese, può trascorrere una vita intera senza mai necessitare di alcun bagno da parte nostra ed avere sempre un mantello in condizioni invidiabili.

Relazione e contesto ideale

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Il Gatto Norvegese delle Foreste è un gatto “rustico”, poco avvezzo alle smancerie e alle grandi effusioni, soprattutto fisiche. Quando ben socializzato, ha dei modi dolci ed è partecipe alla vita famigliare con il suo delizioso trillo di benvenuto e accoglie sempre volentieri la proposta di qualche minuto di gioco in cui possa esprimere sia la sua atleticità che le doti da cacciatore.

Non è un gatto che soffre particolarmente la solitudine ma, che viva in compagnia di altri gatti o meno, è importante tenerlo stimolato per evitare che possa impigrirsi e deprimersi con il tempo. I bambini possono apprezzarne la gentilezza nei modi, purché sappiano rispettarne i tempi e non gli propongano giochi troppo chiassosi.

Chi ha la possibilità di offrirgli un accesso all'esterno gli garantirà sicuramente un bel salto di qualità in termini di stile di vita perché questo gatto, come tutti i gatti originari da aree boschive, ha bisogno di esplorazione, perlustrazione e caccia ancora molto vivaci e legati alla disponibilità di  ambienti naturali. Questo non significa che non possa adattarsi a vivere esclusivamente indoor ma, in questo caso, bisognerà cercare di compensare l'assenza di esperienze esterne ridefinendo spazi casalinghi e passatempi in modo che possano andare il più possibile incontro alle sue reali esigenze.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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